Legge Regionale 9 dicembre 2002, n. 19 Istituzione dell'Autorità di bacino della Puglia(•) (•)
(•) Vedi anche la l.r. 17/2007 (•) Con Delib.G.R. 19 giugno 2006, n. 857 sono state approvate le direttive ai sensi
della presente legge
TITOLO 1Disposizioni generali
Art. 1Finalità della legge. 1. La Regione Puglia istituisce, in attuazione della legge 18 maggio1989, n. 183 e successive modificazioni e secondo la previsione dell’articolo 2, comma 1, della legge 3 agosto 1998, n. 267, un’unica Autorità di bacino, in seguito denominata “Autorità di bacino della Puglia”, con sede in Bari, con competenza sia sui sistemi idrografici regionali, così come definiti dalla delibera del Consiglio regionale n. 109 del 18 dicembre 1991, che, per effetto delle intese sottoscritte con le Regioni Basilicata e Campania, sul bacino idrografico interregionale Ofanto, approvate dal Consiglio regionale con provvedimento n. 110 del 18 dicembre 1991. 2. L’Autorità di bacino, anche per le finalità di cui alle intese interregionali, ispira la propria azione ai principi della leale cooperazione con le regioni limitrofe e con gli enti locali operanti sul territorio, agisce in conformità agli obiettivi della legge 183/1989 e in particolare persegue il governo unitario e integrato dei bacini idrografici e delle risorse a essi collegate, indirizza, coordina e controlla le attività conoscitive di pianificazione, di programmazione e di attuazione per i singoli bacini idrografici regionali e per quello interregionale del fiume Ofanto. 3. L’Autorità di bacino è dotata di personalità giuridica di diritto pubblico e dispone di autonomia organizzativa, amministrativa, tecnica, giuridica e contabile. 4. All’Autorità di bacino, per il suo funzionamento e per quanto non previsto nella presente legge, si applicano le norme della Regione Puglia. “4 bis. Previa deliberazione del Comitato istituzionale, l’Autorità di bacino della Puglia può rendere disponibile la propria organizzazione amministrativa, contabile e tecnica per l’attuazione di iniziative e interventi pubblici compatibili con le finalità della difesa del suolo, ovvero può assumere il ruolo di soggetto attuatore per dette iniziative e interventi pubblici. Il rapporto tra l’Autorità di bacino ed eventuali soggetti esterni pubblici abilitati a realizzare le iniziative e gli interventi deve essere regolato da apposita convenzione, anche gratuita, autorizzata dalla Giunta regionale. (1)
(1) Comma aggiunto dalla l.r. 20/2011, art. 1
Art. 2Delimitazioni dei bacini idrografici. 1. Le delimitazioni del bacino idrografico interregionale del fiume Ofanto, nonché dei bacini idrografici regionali pugliesi, indicate nelle planimetrie allegate alle deliberazioni del Consiglio regionale n. 109 e n. 110 del 18 dicembre 1991,verranno definitivamente elaborate nel rispetto dei criteri tecnici allegati al decreto del Presidente della Repubblica 14 aprile 1994, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 152 del 1° luglio 1994 e approvate dall’Autorità di bacino e successivamente dalle Giunte regionali delle regioni interessate.
TITOLO 2Autorità di bacino
Art. 3Organi dellAutorità di bacino. 1. Sono organi dell’Autorità di Bacino: a) il Comitato istituzionale; b) il Comitato tecnico; c) il Segretario generale; d) la Segreteria tecnica operativa.
Art. 4Comitato istituzionale. 1. Il Comitato istituzionale è composto: a) dal Presidente della Regione Puglia, che lo presiede, o suo delegato; b) dal Presidente della Regione Basilicata, o suo delegato; c) dal Presidente della Regione Campania, o suo delegato; d) dai Presidenti delle province interessate (Bari, Barletta-Andria-Trani, Brindisi, Lecce, Foggia, Taranto,Avellino, Potenza) (2) , ovvero da loro delegati; e) dagli Assessorati regionali all’ambiente, urbanistica e agricoltura e foreste delle Regioni Puglia, Basilicata e Campania, in relazione agli argomenti iscritti all’ordine del giorno. 2. L’eventuale delega deve essere comunicata all’atto del primo insediamento del Comitato. I Presidenti delle Regioni Basilicata e Campania e delle province di Avellino e Potenza non partecipano alle adunanze con ordini del giorno aventi argomenti attinenti solo ai bacini regionali pugliesi, per cui della loro assenza non si tiene conto nel conteggio delle presenze per la validità delle relative adunanze e deliberazioni di cui al comma 3. 3. Le adunanze e le deliberazioni del Comitato istituzionale sono valide con la presenza della metà più uno dei suoi componenti in prima convocazione e, in seconda convocazione, con la maggioranza dei presenti. Le deliberazioni, in ogni caso, richiedono il voto favorevole del rappresentante della regione che ha competenza territoriale prevalente con riferimento all’oggetto del deliberato. I punti all’ordine del giorno riguardanti il bacino idrografico interregionale del fiume Ofanto non possono essere portati a delibera qualora sia assente il rappresentante della regione interessata per competenza territoriale all’argomento. In caso di parità prevale il voto del Presidente. 4. Il Comitato istituzionale approva nella prima adunanza il Regolamento per il suo funzionamento. 5. In caso di inattività o inadempienza del Comitato istituzionale, il rappresentante del Comitato dei ministri promuove la procedura di cui all’articolo 4 della legge 183/1989 ovvero promuove la procedura di cui all’articolo 5, comma 3, del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112. 6. Alle sedute del Comitato istituzionale partecipa, con voto consultivo e con funzioni di Segretario, il Segretario generale dell’Autorità di bacino. 7. In relazione agli argomenti trattati, il Presidente può invitare alle adunanze del Comitato istituzionale, a titolo consultivo, i Sindaci dei comuni e i Presidenti delle comunità montane interessate, nonché i Presidenti di enti parchi regionali e nazionali e i Presidenti di consorzi di bonifica interessati..
(2) Lettera così integrata dalla l.r. 26/2011, art. 1, c. 1
Art. 5Compiti del Comitato istituzionale. 1. Il Comitato istituzionale dellAutorità di
bacino ha i seguenti compiti:
a) adozione dei progetti dei piani stralcio e di
bacino di ciascun sistema idrografico assegnato alla competenza dellAutorità di
bacino in un unico e generale piano di bacino;
b) definizione dei criteri, metodi, tempi e
modalità per lelaborazione dei piani di bacino e determinazione delle
componenti che costituiscono interesse esclusivo delle singole regioni;
c) adozione delle misure di salvaguardia;
d) adozione e approvazione dei piani di bacino
relativi ai singoli bacini idrografici e dei singoli piani stralcio;
e) definizione degli obiettivi su scala di
bacino cui deve attenersi il piano di tutela delle acque di cui allarticolo 44
del decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152 e successive modifiche e
integrazioni;
f) adozione dei programmi di intervento
attuativi del piano di bacino, nonché degli schemi previsionali e programmatici
di cui allarticolo 31 della legge n. 183/1989, e di ogni altro programma di
intervento demandato allAutorità di bacino da disposizioni comunitarie
nazionali e regionali;
g) controllo dellattuazione dei piani di bacino
e dei relativi programmi di intervento;
h) adozione e approvazione di normative omogenee
relative a permessi, limiti e divieti nei settori inerenti alle finalità di cui
allarticolo 1;
i) organizzazione delle funzioni attribuite alle
province e ai comuni in materia di risorse idriche e difesa del suolo dagli
articoli 25 e 26 della legge regionale 30 novembre 2000, n. 17;
j) nomina del Vice Presidente del Comitato
istituzionale;
k) nomina del Segretario generale;
l) nomina del Comitato tecnico;
m) approvazione del regolamento di
amministrazione e di contabilità;(;3)
n) approvazione della pianta organica;
o) approvazione del programma finanziario
annuale dellattività di studio, di ricerca nonché delle spese di funzionamento
della struttura tecnico-amministrativa;
p) proposizione di indirizzi, direttive e
criteri per la valutazione, e il contenimento degli effetti sullambiente del
programma triennale di intervento di cui allarticolo 10 seguente e delle
attività presenti sul territorio dellAutorità di bacino, con particolare
riferimento a quelle agricole, zootecniche e industriali e ai sensi del D.Lgs.
n. 152/1999 e successive modificazioni;
q) approvazione del bilancio preventivo e del
conto consuntivo;
r) approvazione delle intese e accordi di
programma con enti territoriali e locali, enti pubblici e associazioni
riconosciute, previo parere del Comitato tecnico sulla congruenza con le
attività di pianificazione e programmazione già realizzate, in corso e
programmate;
s) delega delle attività di autorizzazioni, di
nulla-osta e di pareri al Segretario generale nei casi e nei limiti
espressamente previsti.;
(3) Il regolamento di amministrazione e contabilità , pubblicato nel BURP n. 135 del 20 ottobre 2006.
Art. 6Comitato tecnico (4) [ 1. Il Comitato tecnico è convocato, anche su richiesta del Comitato istituzionale, dal Segretario generale dell’Autorità di bacino, che lo presiede, ed è composto da: a) funzionari regionali in servizio con qualifica dirigenziale designati dalle regioni interessate in numero proporzionale ai pesi paritetici delle regioni stesse e per un numero massimo definito nel regolamento di attuazione, da emanarsi con successivo atto dello stesso Comitato istituzionale; b) un funzionario provinciale con qualifica dirigenziale designato da ciascuna delle province interessate; c) un funzionario per ciascuna delle amministrazioni indicate all’articolo 10, comma 2, della legge 183/1989 e successive modifiche e integrazioni; d) il dirigente dell’ARPA pugliese; e) un rappresentante dell’Unione regionale bonifiche; f) il Presidente dell’Ordine regionale dei geologi; g) gli esperti incaricati di consulenze dall’Autorità di bacino per le questioni oggetto dell’incarico, senza diritto di voto. 2. Il Comitato tecnico è nominato con deliberazione del Comitato istituzionale, sulla base delle designazioni che le singole amministrazioni devono far pervenire entro trenta giorni dalla data della richiesta. Trascorso tale termine e acquisiti almeno i due terzi delle designazioni previste, il Comitato istituzionale provvede direttamente alla designazione delle componenti mancanti e alla costituzione del Comitato tecnico. 3. Il Comitato istituzionale, contestualmente alla costituzione del Comitato tecnico, ne approva il regolamento di funzionamento. 4. Il Comitato tecnico è organismo di consulenza del Comitato istituzionale e del Segretario generale; fornisce vigilanza, indirizzo e supporto tecnico all’elaborazione dei piani di bacino e alle attività connesse; esprime parere su ogni altra attività dell’Autorità di bacino quando gli venga richiesto dal Presidente del Comitato istituzionale o dal Segretario generale. 5. Ai componenti del Comitato tecnico compete un gettone di presenza per la partecipazione alle sedute, determinato dal Comitato istituzionale. Ai componenti spettano, altresì, il trattamento di missione e il rimborso delle spese nella misura stabilita dalle singole amministrazioni di appartenenza; per gli stessi si applicano le disposizioni previste per i dirigenti della Regione Puglia. 6. Al pagamento del trattamento di missione spettante ai componenti del Comitato tecnico designati dalle regioni e dalle province provvedono direttamente le amministrazioni di appartenenza, mentre per quelli designati dalle amministrazioni statali provvede il Ministero infrastrutture, ai sensi dell’articolo 11 della legge 7 agosto 1990, n. 253. ]
(4) Articolo abrogato dalla l.r. 19/2013, art. 10, lett. d.. La l.r. 19/2013, art. 2 ha soppresso il Comitato tecnico disponendo che le relative funzioni amministrative sono attribuite all’ufficio che riveste preminente competenza nella materia a decorrere dalla data di entrata in vigore della legge. Il comma 3 dell’art. 9 della medesima l.r. 19/2013dispone che la soppressione ha efficacia dalla data di entrata in vigore della legge e i procedimenti già avviati sono conclusi dalla struttura organizzativa regionale cui è attribuita la preminente competenza nella materia.
Art. 7Segretario generale. 1. Il Segretario generale, con lausilio della
Segreteria tecnica operativa a cui è preposto: a) provvede agli adempimenti necessari al
funzionamento dellAutorità di bacino; b) cura listruttoria degli atti di competenza
del Comitato istituzionale, cui formula proposte; c) cura i rapporti, ai fini del coordinamento
delle rispettive attività, con le amministrazioni statali, regionali e degli
enti locali; d) cura lattuazione delle direttive del
Comitato istituzionale agendo per conto di tale organo nei limiti delle funzioni
attribuitegli dal decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 80 e successive
modifiche e ne esegue le deliberazioni; e) riferisce al Comitato istituzionale sullo
stato di attuazione dei piani di bacino e dei piani stralcio, per lesercizio
del potere di vigilanza e in tale materia esercita le potestà che gli vengono
delegate dal Comitato medesimo; f) dirige la Segreteria tecnica operativa; g) svolge ogni altro compito attribuitogli da
disposizioni di legge, dì regolamento o per delega del Comitato istituzionale.
2. Il Segretario generale è nominato dal
Comitato istituzionale e deve essere scelto tra esperti nella materia, dotati di
capacità gestionale, tra i funzionari regionali di livello dirigenziale o tra
professionisti esterni. Dura in carica cinque anni e può essere riconfermato per
altri cinque anni, svolgendo la propria attività a tempo pieno. È collocato in
posizione di fuori ruolo ai sensi e per gli effetti delle disposizioni vigenti
per lamministrazione di appartenenza. Decade dalla nomina con la fine della
legislatura nella quale lincarico è stato conferito. Rimane in carica, fino
alla nomina del Segretario generale, per non più di sei mesi, per il disbrigo
dellordinaria amministrazione. 3. Il rapporto di lavoro del Segretario generale
è disciplinato da un contratto di diritto privato che, congiuntamente al
relativo trattamento economico complessivo, viene stabilito dal Comitato
Istituzionale, secondo i criteri di cui allarticolo 13 della legge n. 253/1990.
Latto di nomina del Segretario generale è trasmesso, a cura del Comitato
istituzionale, alle Giunte regionali interessate.
4. Il Segretario affida, in caso di assenza o
impedimento, le funzioni vicarie ad uno dei componenti del Comitato tecnico, cui
compete, per il periodo di effettivo esercizio delle funzioni, lo stesso
compenso attribuito al Segretario.
Art. 8Segreteria tecnica operativa. 1. La Segreteria tecnica operativa è diretta dal
Segretario generale e svolge le seguenti funzioni: a) elabora i piani dì bacino e i piani stralcio;
b) elabora e sviluppa lattività di
pianificazione e di programmazione dellAutorità di bacino e di quanto a questa
connesso, in base a quanto definito dagli articoli. 3 e 17 della legge n.
183/1989; c) predispone la relazione annuale sulluso del
suolo e delle acque e del suo costo ambientale, sulle condizioni geomorfologiche
e idrogeologiche dei bacini idrografici, sullo stato di attuazione dei piani di
bacino e dei programmi triennali di intervento e della loro efficacia sulla
salvaguardia e sulla rinnovabilità delle risorse ambientali, nonché sullo
sviluppo e la sicurezza delle società regionali; d) fornisce supporto tecnico-operativo al
Comitato istituzionale, al Comitato tecnico e a qualunque altra attività
compatibile con i fini istituzionali dellAutorità di bacino; e) utilizza e partecipa a coordinare per le sole
finalità dellAutorità di bacino, se non altrimenti ed esplicitamente richiesto
dalle regioni territorialmente competenti, i sistemi di monitoraggio ambientale
delle regioni stesse e degli enti territoriali interessati, ne partecipa alla
gestione e ne integra le infrastrutture preposte quando necessario; f) si avvale della documentazione e delle
informazioni in possesso dei servizi, uffici e settori regionali, in particolare
quello cartografico, ritenute comunque indispensabili per sviluppare le attività
ed assolvere ai compiti dellAutorità di bacino, mentre gli stessi uffici e
settori sono obbligati a fornire quanto richiesto ed in loro possesso; g) si collega e collabora strettamente nelle
materie di interesse e per le finalità dellAutorità di bacino, con alcuni
servizi nazionali, quali quelli in essere presso lAgenzia protezione ambientale
e territorio (A.P.A.T.), il Dipartimento per la Protezione civile e il Registro
italiano dighe (R.I.D.), e regionali, quali, lArpa, e i centri funzionali di
Protezione civile in essere presso gli enti territoriali, intervenendo secondo
il principio di sussidiarietà in loro vece qualora non ancora istituiti, né
adeguatamente organizzati; h) provvede allattività di catalogazione,
conservazione, aggiornamento, diffusione ed elaborazione della cartografia
regionale in relazione agli usi e alle utilizzazioni di pertinenza dellAutorità
di bacino; [i) fornisce, ai sensi dellarticolo 5
dellAccordo di programma sottoscritto in data 5 agosto 1999 dalla Regione
Puglia, dalla Regione Basilicata e dal Ministero dei lavori pubblici, supporto
tecnico-operativo allAutorità di Governo di cui al comma 1 dello stesso
articolo 5; ](6) j) coordina lo svolgimento funzionale dei
servizi di polizia idraulica, di piena e di pronto intervento idraulico,
utilizzando a tal fine anche il Corpo forestale dello Stato; k) cura ogni adempimento amministrativo e
contabile previsto dal regolamento di amministrazione, provvedendo in
particolare sia alla programmazione finanziaria e gestione dei fondi assegnati e
del bilancio, sia alla predisposizione, se necessario, degli atti di gara; l) provvede allistruttoria e al rilascio di
pareri, autorizzazioni e concessioni di competenza dellAutorità di bacino; (5) m) fornisce supporto tecnico-operativo e si
avvale dei settori regionali a sostegno delle attività della Conferenza
Intersettoriale per luso e la difesa del suolo e delle acque di cui
allarticolo 12. 2. La Segreteria tecnica operativa è preposta
alla gestione, per quanto previsto dalla legge n. 183/1989, delle seguenti
materie e attività: a) cartografia, identificazione dei sistemi
territoriali e ambientali, monitoraggio qualitativo e quantitativo del suolo e
delle acque; b) studi e ricerche; c) difesa del suolo e uso del territorio; d) difesa e uso razionale delle coste e dei
litorali; e) bilancio idrico, uso razionale e tutela della
risorsa idrica; f) applicazione delle leggi in materia di
amministrazione del patrimonio. 3. La Segreteria tecnica operativa è organizzata
dal Segretario generale, adottando apposito provvedimento, in base ai princìpi
stabiliti dal D.Lgs. 3 febbraio 1993, n. 29 e dal D.Lgs. n. 80/1998 successive
modificazioni e a quanto richiamato dallarticolo 12, comma 9, della legge n.
183/1989, dotandola di capacità tecniche e amministrative in grado di assolvere
efficacemente ai compiti e alle funzioni sia stabilite dal presente articolo,
sia attribuite dalle leggi e dalle statuizioni di accordi di programma tra lo
Stato, le, regioni e gli enti locali interessati. Il Comitato istituzionale
prende atto e approva il provvedimento adottato entro trenta giorni. 4. Alla copertura dei posti in organico si
provvede con personale trasferito, a domanda, dalle amministrazioni interessate,
scelto dal Segretario generale con le procedure di legge. In mancanza, si
provvede con concorso pubblico.
5. Al personale dellAutorità di bacino si
applica il Contratto collettivo nazionale di lavoro previsto per il personale
del comparto regioni ed enti locali.
(5) Vedi la l.r. 19/2013, art. 4 e art. 9 che prevedono e disciplinano deroghe alle disposizioni recate dalla presente lettera, per il territorio regionale della Puglia, in merito all’espressione di alcuni pareri tecnici previsti dalle norme tecniche d’attuazione del Piano di Assetto Idrogeologico (PAI), adottate con deliberazione del Comitato istituzionale dell’Autorità di Bacino della Puglia (AdB) 30 novembre 2005, n. 39. (6) Lettera abrogata dalla l.r.
35/2020 , art. 35,
comma 3.
TITOLO 3Piano di bacino e programma
Art. 9Piani di bacino. 1. I piani di bacino hanno valore di piani
territoriali di settore e costituiscono lo strumento conoscitivo, normativo e
tecnico-operativo mediante il quale sono pianificate e programmate le azioni e
le norme finalizzate, alla conservazione, alla difesa, alla valorizzazione e
alla corretta utilizzazione del suolo e delle acque, sulla base delle
caratteristiche fisiche e ambientali dei territori interessati. Pertanto essi
rappresentano il quadro di riferimento a cui devono adeguarsi e riferirsi tutti
i provvedimenti autorizzativi e concessori inerenti gli interventi comunque
riguardanti ciascun bacino. 2. I piani di bacino inerenti i singoli bacini
idrografici, regionale e interregionale, devono confrontarsi e concertarsi con i
programmi regionali e sub regionali di sviluppo economico e di uso del suolo e
delle acque. Gli stessi hanno i contenuti di cui al comma 3 dellarticolo 17
della legge n. 183/1989 e il carattere vincolante e prescrittivo di cui ai commi
4, 5 e 6 dello stesso articolo 17 della legge n. 183/1989. 3. I piani di bacino possono essere redatti,
adottati e approvati anche per sottobacini o per stralci relativi a settori
funzionali; interessanti anche più bacini idrografici e costituenti, in ogni
caso, fasi sequenziali e interrelate rispetto ai contenuti di cui al comma 2.
4. Il piano di bacino generale può emendare e/o
modificare singoli piani di bacino e piani stralcio. 5. Al fine di pervenire a una pianificazione
unitaria nella redazione sia dei piani di bacino che dei piani stralcio,
lAutorità di bacino deve prevedere specifici strumenti e attività di
concertazione con gli enti territoriali. I contenuti di tale attività,
indispensabili al fine dello snellimento delle procedure e di approvazione del
piano, fanno parte integrante del progetto di piano e del piano. 6. Il progetto di piano, sia esso generale,
relativo ad un singolo bacino idrografico o ad un settore funzionale, è adottato
dal Comitato istituzionale e delladozione del progetto di piano è data notizia
alle regioni Puglia, Basilicata e Campania, con la precisazione dei tempi e dei
luoghi e delle modalità per la consultazione della documentazione. Il progetto
di piano e la relativa documentazione sono depositati presso le sedi delle
regioni e province per leventuale consultazione per trenta giorni. Presso ogni
sede di consultazione è predisposto un registro sul quale sono annotate le
richieste di visione e copia degli atti. 7. Le osservazioni sul progetto di piano possono
essere inoltrate allAutorità di bacino, oltre che alla Regione territorialmente
competente, entro i successivi quarantacinque giorni dalla data di scadenza del
periodo di consultazione o essere direttamente annotate sul registro di cui al
comma 6. Entro i successivi trenta giorni lAutorità di bacino, sulla base delle
osservazioni pervenute, formula un parere e propone al Comitato istituzionale
lapprovazione del progetto di piano, sentito il Comitato tecnico. 8. Il Comitato istituzionale, tenendo conto del
parere espresso dalle regioni territorialmente competenti sulle osservazioni
pervenute, approva il piano, che viene pubblicato sulla Gazzetta ufficiale e sui
Bollettini regionali. 9. Le regioni o gli enti da esse delegati, entro
dodici mesi dalla data di approvazione dei piani di bacino, provvedono ad
adeguare i piani territoriali e i programmi regionali ai sensi del comma 4
dellarticolo 17 della legge n. 183/1989. 10. Di conseguenza, le regioni adeguano anche le
direttive e i piani generali di bonifica, il piano pluriennale di salvaguardia e
valorizzazione ambientale e forestale, i piani di tutela delle acque e i
progetti di gestione degli impianti di cui al D.Lgs. n. 152/1999, la convenzione
tipo e il relativo disciplinare per regolare i rapporti tra lAutorità dAmbito
di cui alla legge regionale 6 settembre 1999, n. 28 e i soggetti gestori del
servizio idrico integrato ai sensi dellarticolo 11 della legge 5 gennaio 1994,
n. 36. 11. I piani regionali pluriennali comunque
finalizzati alla conservazione, alla difesa, alla valorizzazione e alla corretta
utilizzazione del suolo e delle acque, in assenza dei piani di bacino, hanno
valore di progetti di piano stralcio, adottati e approvati da parte del Comitato
istituzionale.
12. In attesa dellapprovazione dei piani di
bacino, lAutorità di bacino, tramite il Comitato istituzionale, adotta misure
di salvaguardia ai sensi del comma 6-bis dellarticolo 17 della legge n.
183/1989 e del decreto-legge 11 giugno 1998, n. 180 e successive modifiche e
integrazioni.
Art. 10Programmi triennali. 1. I piani di bacino sono attuati attraverso
programmi triennali di intervento, redatti tenendo conto degli indirizzi e delle
finalità dei piani medesimi ai sensi della legge n. 183/1989 e successive
modifiche. 2. I programmi triennali di intervento sono
predisposti e approvati dallAutorità di bacino e sono trasmessi per
lattuazione alle regioni per le parti di rispettiva competenza territoriale e
per le finalità previste dagli articoli 21 e 22 della legge n. 183/1989 e
successive modifiche. 3. Le province, le comunità montane e i comuni
interessati, secondo le rispettive competenze, sentiti i consorzi di bonifica,
concorrono, tra laltro, alla predisposizione dei programmi triennali di
intervento ai sensi del comma 4 dellarticolo 1 e del comma 1 dellarticolo 11
della legge n. 183/1989 e successive modifiche. A tal fine, lAutorità di bacino
deve prevedere specifici strumenti e attività di concertazione, anche
promuovendo accordi di programma ai sensi dellarticolo 27 della legge 8 giugno
1990, n. 142. 4. I programmi triennali di intervento sono
coordinati con i programmi annuali e pluriennali di intervento in attuazione dei
piani regionali e sub-regionali finalizzati alla conservazione, alla difesa,
alla valorizzazione e alla corretta utilizzazione del suolo e delle acque. Di
conseguenza, le regioni e gli enti locali interessati, secondo le rispettive
competenze, provvedono ad adeguare i programmi e i piani di cui al comma 10
dellarticolo 9 della presente legge. 5. Nellambito dei territori delle regioni
interessate, la progettazione e la realizzazione degli interventi di cui al
comma precedente, nonché la manutenzione, lesercizio e la vigilanza delle opere
realizzate, è affidata ai soggetti attuatori di cui alle leggi regionali in
materia di opere e lavori pubblici. 6. Nellambito del territorio, dei bacini
idrografici regionali e interregionali, la progettazione e la realizzazione
degli interventi pubblici di bonifica, inseriti nei programmi triennali di
intervento, sono affidate in via prioritaria ai consorzi di bonifica. 7. Gli interventi di cui al presente articolo
sono attuati ai sensi dellarticolo 23 della legge n. 183/1989 e successive
modifiche, nonché affidati e realizzati secondo criteri di efficienza, efficacia
e di economicità adeguatamente stabiliti e predisposti dallAutorità di bacino.
Il non perseguimento di tali criteri da parte dei soggetti attuatori degli
interventi stessi è ragione di revoca del laffidamento stesso da parte del
Comitato istituzionale, previa diffida. 8. Alla progettazione e realizzazione degli
interventi, nonché alla manutenzione, esercizio e vigilanza delle opere e degli
impianti dichiarati di interesse regionale dai piani di bacino di cui
allarticolo 9 della presente legge si provvede a totale carico della regione
proprietaria o affidataria delle opere e degli impianti. 9. Le province, le comunità montane, i comuni e
gli altri enti pubblici, nellambito delle rispettive competenze o in relazione
alle materie ad esse delegate dalle regioni o previa autorizzazione del Comitato
istituzionale, possono concorrere con propri stanziamenti, sentiti i consorzi di
bonifica, alla progettazione e realizzazione di interventi, nonché alla
manutenzione, esercizio e vigilanza di opere e impianti previsti nel programma
triennale di intervento. 10. Allattuazione del piano triennale di
intervento si provvede anche attraverso i proventi ricavati dalle regioni per la
concessione e luso del demanio idrico ai sensi degli articoli 86 e 89 del
D.Lgs. n. 112/1998, del demanio fluviale e della concessione di estrazione di
materiale litoidi in alveo ai sensi della legge 5 gennaio 1994, n. 37 e con i
finanziamenti recepiti dalle regioni nel quadro di azioni comunitarie e
nazionali e quelli eventualmente trasferiti alle regioni per la progettazione,
esecuzione e manutenzione di grandi reti infrastrutturali di proprietà
regionale, dichiarate di interesse nazionale con legge dello Stato.
11. I piani triennali devono garantire le
risorse per la gestione di attività, di opere e di impianti di interesse
regionale e interregionale.
Art. 11Schemi previsionali e programmatici. 1. Gli scherni previsionali e programmatici, di
cui allarticolo 31 della legge n. 183/1989, sono predisposti dallAutorità di
bacino. 2. Fino allapprovazione dei piani di bacino o
dei piani stralcio, le risorse finanziarie provenienti dallo Stato vengono
destinate con gli aggiornamenti di tali schemi previsionali programmatici.
3. Laggiornamento degli schemi previsionali e
programmatici contengono: il programma di interventi, le attività di studi, le
attività di monitoraggio e controllo.
Art. 12Conferenza intersettoriale per luso e la difesa del suolo e delle acque. 1. Il Segretario generale dellAutorità di
bacino convoca almeno una volta nellanno la Conferenza intersettoriale per
luso e la difesa del suolo e delle acque, presieduta dal Segretario stesso e
partecipata dai dirigenti dei settori regionali interessati o coinvolti nelle
materie e nelle attività di interesse e competenza dellAutorità di bacino; ai
lavori della Conferenza devono essere invitati i rappresentanti degli enti
locali e dei soggetti pubblici e delle associazioni ambientalistiche. 2. La Conferenza deve garantire unadeguata
informativa relativamente alle scelte dellAutorità di bacino, una verifica
della loro compatibilità con la pianificazione e programmazione regionale e
degli enti locali, un coordinamento tra i diversi settori, uffici, servizi e la
Segreteria tecnica operativa.
3. Allo scopo di favorire la partecipazione dei
rappresentanti dei gruppi di interesse alla scelte dellAutorità di bacino,
lAutorità di bacino deve promuovere periodiche e tematiche consultazioni con i
rappresentanti delle CC.I.AA, delle associazioni ambientali e culturali, dei
consorzi di bonifica, dei consorzi delle aree di sviluppo industriale (o
diversamente denominati) e delle rappresentanze sindacali, dellimprenditoria e
del commercio le cui attività siano direttamente coinvolte dalle scelte
dellAutorità di bacino.
TITOLO 4Norme finanziarie
Art. 13Spese di funzionamento. 1. A tutte le spese di funzionamento, compreso
il trattamento economico complessivo spettante al Segretario generale,
provvedono le regioni interessate in misura proporzionale, determinate sulla
base del parametro composto, con peso paritetico, dallincidenza percentuale
della superficie totale, come risultante dal Progetto di delimitazione
definitiva approvato, e della popolazione residente nei singoli bacini
idrografici. Le spese relative alla dotazione dei locali sono a carico della
Regione Puglia. 2. Le quote proporzionali possono essere
successivamente modificate con atto del Comitato Istituzionale, sulla base di
variazioni ufficiali anche di uno solo dei parametri composti definiti al comma
1.
3. Qualora una Regione territorialmente
competente non versi allAutorità di bacino le quote o le risorse finanziarie di
cui rispettivamente ai commi 1 e 2 del presente articolo, dopo formale e
perentoria diffida da parte del rappresentante nel Comitato istituzionale del
Comitato dei ministri, di cui allarticolo 4 della legge n. 183/1989, trascorsi
sei mesi, lAutorità di bacino è autorizzata a sospendere ogni attività che
possa recare beneficio, direttamente o indirettamente, ai territori dei bacini
idrografici ricadenti nei confini amministrativi della Regione inadempiente, che
risulterà responsabile civilmente e penalmente di eventuali danni arrecati a
terzi, direttamente o indirettamente, dalla sospensione delle attività.
Art. 14Attività di studio e di ricerca. 1. Le attività di studio e ricerca finalizzate alla redazione dei piani di
bacino ovvero dei suoi stralci sono finanziate con le somme erogate, per quota
studi, dallo Stato in materia di difesa del suolo, con fondi eventualmente
stanziati direttamente dalle singole regioni anche in relazione al supporto
tecnico richiesto dallAutorità di governo di cui allaccordo di programma ex
articolo 17 della legge n. 36/1994 tra la Regione Puglia, la Regione Basilicata
e il Ministero infrastrutture e possono essere completate con i fondi derivanti
da programmi comunitari o da altre leggi dì spesa.
Art. 15Norma finanziaria.(7) 1. In sede di prima applicazione e fino all’approvazione del progetto di delimitazione definitiva dei bacini idrografici, per la ripartizione delle spese di funzionamento, come individuate all’articolo 13, comma 1, si fa riferimento ai valori della superficie territoriale e della popolazione residente, attualmente aggiornati. Sulla base del parametro composto, con peso paritetico, dall’incidenza percentuale dei suddetti valori, le quote di partecipazione alle spese di funzionamento sono le seguenti: Regione: Puglia 93% Regione: Basilicata 5% Regione: Campania 2% 2. Gli oneri a carico della Regione Puglia per le spese di funzionamento dell’Autorità di bacino regionale sono quantificati, per l’esercizio finanziario 2002 in euro 50 mila e trovano copertura nello stanziamento già previsto con la legge regionale 21 maggio 2002, n. 7 alla U.P.B. 7.2, capitolo 621126. 2 bis. Il trasferimento delle risorse finanziarie per le spese di funzionamento dellAutorità di bacino della Puglia è disposto con determina del Dirigente del Settore Risorse Naturali come segue: a) per il 60 per cento dello stanziamento di bilancio, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge regionale di approvazione del bilancio annuale di previsione; b) per il restante 40 per cento o per il minore importo fino a concorrenza del totale delle spese di funzionamento iscritte nel bilancio di previsione dellAutorità di bacino, entro il 31 luglio dellesercizio in corso. (8) 3. Le quote di partecipazione delle Regioni Basilicata e Campania, per le spese di funzionamento di cui al precedente articolo 13 e i fondi per le attività di studio e ricerca di cui all’articolo 14 sono iscritti su due distinti capitoli di nuova istituzione, epigrafati “Quote di partecipazione delle Regioni Basilicata e Campania per spese di funzionamento dell’Autorità di bacino della Puglia, l.r. n. 19 del 9 dicembre 2002 “ e “Trasferimenti dallo Stato per le attività di studio e ricerca per la realizzazione del piano triennale dell’Autorità di bacino per la Puglia, l.r. n.19 del 9 dicembre 2002 “, dello stato di previsione delle entrate e delle spese del bilancio della Regione Puglia a partire dall’esercizio finanziario 2002. 4. I fondi per la realizzazione del piano triennale degli interventi, di cui ai commi 8, 9 e 10 dell’articolo 10, sono iscritti sul capitolo 621110, U.P.B. 7.2 del bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2002. 5. Per gli esercizi futuri si provvederà in sede di approvazione del bilancio di previsione annuale.
(7) Vedi l’art. 15, comma 1 della l.r. 1/2005 che così dispone : “1. I fondi assegnati dallo Stato ai sensi della legge 23 dicembre 2000, n. 388 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - Legge finanziaria 2001), articolo 142, relativo al 'Fondo per il finanziamento dei piani stralcio di assetto idrogeologico', sono attribuiti e trasferiti, per una quota pari al 10 per cento, all'Autorità di bacino della Puglia per lo svolgimento delle attività di studi e ricerche finalizzate all'individuazione delle aree a rischio e alle relative misure di salvaguardia.” (8) Comma inserito dalla l.r. 1/2005, art. 15 e successivamente così modificato dalla l.r. 17/2005, art. 8
TITOLO 5Norme transitorie
Art. 16Sede e Segreteria tecnica operativa. 1. Entro sei mesi dalla data di insediamento del Comitato istituzionale, la Regione Puglia provvederà a dotare l’Autorità di bacino di un’idonea sede, di automezzi, delle attrezzature e dei materiali necessari per un adeguato funzionamento della stessa Autorità di bacino.
Art. 17Segreteria tecnica e Segretario generale. 1. In sede di prima applicazione della presente
legge la Segreteria tecnica operativa è articolata negli Uffici: Ufficio segreteria A) - Servizio segreteria, promozione, archivio e
protocollo B) - Servizio economato, ragioneria e contratti
Ufficio studi e documentazione A) - Sezione studi specifici B) - Sezione sistema informativo Ufficio piani e programmi A) - Sezione piani B) - Sezione programmi 2. La Segreteria tecnica operativa è costituita
in via transitoria dal Segretario generale con il ricorso al temporaneo
utilizzo, mediante listituto del comando, di parte del personale attualmente in
servizio presso lUfficio difesa del suolo, e di altro personale regionale, che
ne faccia richiesta.
3. Sino alla nomina del Segretario generale
svolge le sue funzioni il dirigente regionale nominato con provvedimento di
Giunta regionale.
TITOLO 6Disposizioni finali
Art. 18Regolamento di amministrazione e contabilità. 1. Il regolamento di amministrazione, e
contabilità dovrà conformarsi ai princìpi e alle norme che regolano la
contabilità delle regioni.
2. Entro sei mesi dalla data dinsediamento, il
Comitato istituzionale approva, su proposta del Segretario generale, il
regolamento di amministrazione e contabilità dellAutorità di bacino e lo
trasmette alle regioni interessate per la successiva presa datto.
Art. 19Misure di salvaguardia. 1. In attesa dellapprovazione del piano di bacino, il Comitato istituzionale
adotta misure di salvaguardia ai sensi e per gli effetti dellarticolo 17 della
legge n. 183/1989, come integrata dallarticolo 12, comma 3, del decreto-legge 5
ottobre 1993, n. 398, convertito dalla legge 4 dicembre 1993, n. 493.
Art. 20Abrogazione di norme di legge. 1. A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge è abrogata
ogni altra disposizione di legge regionale che contrasta con la presente.
Disposizioni finali La presente legge e dichiarata urgente ai sensi e per gli effetti del combinato disposto degli artt. 127 della Costituzione e 60 dello Statuto ed entrera in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione
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