Regolamento Regionale 18 luglio 2008, n. 15 Regolamento recante misure di conservazione ai sensi delle direttive comunitarie 74/409 e 92/43 e del DPT 357/97 e successive modifiche e integrazioni
Art. 1Finalità Il presente regolamento concerne la gestione
delle ZPS che formano la rete Natura 2000 in Puglia in attuazione delle
direttive 79/409/CEE del Consiglio del 2 aprile 1979 e 92/43/CEE del Consiglio
del 21 maggio 1992.
Esso contiene le misure di conservazione e le
indicazioni per la gestione.
Le misure di conservazione e le indicazioni
per la gestione sono finalizzate a garantire la coerenza ecologica della Rete
Natura 2000 e l’uniformità della gestione.
Oltre che garantire la coerenza della rete,
l’individuazione di tali misure ha lo scopo di assicurare il mantenimento o
all’occorrenza il ripristino in uno stato di conservazione soddisfacente degli
habitat di interesse comunitario e degli habitat di specie di interesse
comunitario, nonché di stabilire misure idonee ad evitare la perturbazione delle
specie per cui i siti sono stati designati, tenuto conto degli obiettivi delle
direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE.
Art. 2Obblighi e indicazioni Le misure di conservazione sono obbligatorie.
Le indicazioni per la gestione consistono in
obiettivi da conseguire nellarea e/o da buone pratiche da realizzare e,
comunque, costituiscono indirizzi di cui tener conto nella eventuale redazione
dei piani di gestione dei siti e nelle procedure di Valutazione di Incidenza.
Le indicazioni per la gestione sono altresì
pratiche da incentivare e finanziare attraverso Fondi comunitari o altre forme
di finanziamento.
Art. 3Definizione delle misure di conservazione per
le Zone di Protezione Speciale (ZPS) 1. Il presente provvedimento recante le
misure di conservazione e gli indirizzi di gestione per le ZPS è redatto in
conformità agli obiettivi di conservazione della Direttiva 79/409/CEE e agli
indirizzi espressi nel decreto del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del
Territorio e del Mare 3 settembre 2002 recante “Linee guida per la gestione dei
siti Natura 2000”.
2. Per le ZPS ricadenti all’interno di aree
naturali protette o di aree marine protette istituite ai sensi della
legislazione vigente, le misure di salvaguardia esistenti e le previsioni
normative definite dai rispettivi strumenti di regolamentazione e di
pianificazione vanno integrate con le disposizioni del presente provvedimento.
Nel caso di conflitto di norme si applica quella a maggiore tutela.
3. Per tutte le ZPS sono fatte salve le norme
del Reg. (CE) n. 1782/2003 del 29 settembre 2003 relative al regime di sostegno
diretto nell’ambito della Politica Agricola Comune (PAC) e relative norme
nazionali e regionali di recepimento e successive modifiche e integrazioni;
Art. 4Individuazione di tipologie ambientali di riferimento per le ZPS 1. Tenuto conto dei criteri ornitologici
indicati nella Direttiva 79/409/CEE e delle esigenze ecologiche delle specie
presenti nelle diverse ZPS, sono individuate le sette tipologie ambientali di
riferimento di seguito elencate:
- ambienti forestali delle montagne
mediterranee;
- ambienti misti mediterranei;
- ambienti steppici;
- colonie di uccelli marini;
- zone umide;
- presenza di corridoi di migrazione;
- valichi montani ed isole rilevanti per la
migrazione dei passeriformi e di altre specie ornitiche.
2. Ogni ZPS è assegnata ad una o più
tipologie ambientali e per essa nella definizione delle misure di conservazione
si applicano le misure e gli indirizzi specifici per ciascuna tipologia, oltre a
quelli validi per tutte le ZPS. Nel caso in cui una ZPS risultasse assegnata a
due o più tipologie ambientali, per essa vigono i criteri previsti per ciascuna
delle tipologie.
3. Nell’allegato 1 che costituisce parte
integrante del presente provvedimento vengono fornite la descrizione e la
caratterizzazione delle sette tipologie ambientali. Nell’allegato 2 che
costituisce parte integrante del presente provvedimento viene fornita
l’appartenenza delle singole ZPS alle tipologie ambientali.
4. I divieti di cui all’art. 5 dal punto a)
al punto k) devono essere inseriti nei calendari venatori regionali di cui alla
legge n. 157/92, art. 18, comma 4 e nei piani faunistico-venatori di cui alla
legge n. 157/92, art. 10.
Art. 5Misure di conservazione per tutte le
ZPS 1. In tutte le ZPS è fatto divieto di:
a) esercitare lattività venatoria in data
antecedente alla terza domenica di settembre;
b) esercitare l’attività venatoria nel mese di gennaio per più di due giornate
prefissate alla settimana individuate tra quelle previste dal calendario
venatorio;
c) effettuare la preapertura dellattività
venatoria;
d) esercitare lattività venatoria in deroga ai
sensi dellarticolo 9, paragrafo 1, lettera c), della direttiva 79/409/CEE del
Consiglio, del 2 aprile 1979;
e) utilizzo di munizionamento a pallini di
piombo all’interno delle zone umide, quali laghi, stagni, paludi, acquitrini,
lanche e lagune, sia d’acqua dolce che salmastra, nonché nel raggio di 150 metri
dalle rive più esterne a partire dalla stagione venatoria 2008/2009;
f) attuare la pratica dello sparo al nido nello
svolgimento dellattività di controllo demografico delle popolazioni di corvidi,
salvo diversa prescrizione dell’autorità di gestione della ZPS;
g) effettuare i ripopolamenti a scopo venatorio,
ad esclusione di quelli realizzati con soggetti appartenenti alle specie
autoctone mantenute in purezza e provenienti da allevamenti nazionali, e di
quelli effettuati con fauna selvatica proveniente dalle zone di ripopolamento e
cattura o dai centri pubblici e privati di riproduzione della fauna selvatica
allo stato naturale insistenti sul medesimo territorio;
h) abbattere esemplari appartenenti alle specie,
combattente (Philomacus pugnax), moretta (Ayhytia fuligula);
i) svolgere attività di addestramento di cani da
caccia, con o senza sparo, prima della prima domenica di settembre e dopo la
chiusura della stagione venatoria. Sono fatte salve le attività in corso fino a
scadenza della specifica concessione.
j) costituire nuove zone per lallenamento e
laddestramento dei cani e per le gare cinofile, nonché ampliare quelle
esistenti;
k) distruggere o danneggiare intenzionalmente
nidi, salvo quanto previsto dall’art. 9 della direttiva 79/409 e previo parere
dell’autorità di gestione della ZPS;
l) utilizzo e spandimento di fanghi di depurazione, provenienti dai
depuratori urbani e industriali, con l’esclusione dei fanghi provenienti dalle
aziende agroalimentari, sulle superfici agricole e sulle superfici naturali;
m) realizzare nuove discariche o nuovi impianti
di trattamento e smaltimento di fanghi e rifiuti nonché ampliare quelli
esistenti;
n) realizzare nuovi impianti eolici, ivi
compresa un’area buffer di 500 metri. In un’area buffer di 5 km dalle ZPS e
dalle IBA (Important Bird Areas) si richiede un parere di Valutazione di
Incidenza ai fini di meglio valutare gli impatti di tali impianti sulle rotte
migratorie degli Uccelli di cui alla Direttiva 79/409. Sono fatti salvi, previa
positiva valutazione d’incidenza, gli interventi di sostituzione e
ammodernamento, anche tecnologico;
o) realizzare impianti a fune permanenti, fatti
salvi gli impianti per i quali sia stato ultimato il procedimento di
autorizzazione, nonché fatti salvi, previa positiva valutazione d’incidenza, gli
interventi di sostituzione e ammodernamento anche tecnologico;
p) aprire nuove cave e ampliare quelle
esistenti, ad eccezione di quelle previste negli strumenti di pianificazione
generali e di settore vigenti che abbiano conseguito la positiva valutazione di
incidenza e prevedano altresì il recupero finale delle aree interessate
dall’attività estrattiva a fini naturalistici;
q) svolgere attività sportiva di fuoristrada e
motocross al di fuori delle strade esistenti;
r) eliminare o trasformare gli elementi naturali
e seminaturali caratteristici del paesaggio agrario con alta valenza ecologica,
in particolare, muretti a secco, terrazzamenti, specchie, cisterne, siepi,
filari alberati, risorgive, fontanili. Sono consentite le ordinarie attività di
manutenzione e ripristino e fatti salvi gli interventi autorizzati dall’autorità
di gestione della ZPS;
s) convertire le superfici a pascolo permanente
ad altri usi ai sensi dell’articolo 2 punto 2 del regolamento (CE) n. 796/04,
fatta eccezione per interventi connessi alla sicurezza pubblica e previo parere
dell’autorità di gestione della ZPS;
t) effettuare il livellamento dei terreni non
autorizzati dall’ente gestore della ZPS;
u) utilizzo di diserbanti chimici nel controllo
della vegetazione lungo le banchine stradali;
v) sorvolo, parapendio, volo a vela, arrampicata
libera o attrezzata sulle pareti rocciose nel periodo di nidificazione dal 1
gennaio al 30 agosto. Sono fatte salve operazione connesse alla sicurezza
pubblica;
w) divieto di bruciatura delle stoppie e delle
paglie, nonché della vegetazione presente al termine di prati naturali o
seminati prima del 1 settembre, salvo interventi connessi ad emergenze di
carattere fitosanitario e previo parere dell’autorità di gestione della ZPS;
x) taglio di alberi in cui sia accertata la
presenza di nidi e dormitori di specie d’interesse comunitario;
Le misure sopra elencate e contrassegnate
dalle lettere da a) a k) si applicano altresì ai territori individuati p.S.I.C.
e S.I.C. in attesa dei decreti di designazione delle Z.S.C. da parte del
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare che conterranno
le specifiche misure di conservazione.
2. In tutte le ZPS è fatto obbligo di mettere
in sicurezza, rispetto al rischio di elettrocuzione e impatto degli uccelli,
elettrodotti e linee aeree ad alta e media tensione di nuova realizzazione o in
manutenzione straordinaria o in ristrutturazione. Possibili interventi
riguardano opere di prevenzione del rischio di elettrocuzione/collisione
mediante luso di supporti tipo Boxer, lisolamento di parti di linea in
prossimità e sui pali di sostegno; lutilizzo di cavi tipo elicord aerei o
l’interramento dei cavi; l’applicazione di piattaforme di sosta, la posa di
spirali di segnalazione, di eliche o sfere luminescenti;
3. In tutte le ZPS sono indirizzi per la
gestione:
a) informazione e sensibilizzazione della
popolazione locale sulla rete Natura 2000;
b) incentivazione e promozione della agricoltura
biologica;
c) forme di allevamento e agricoltura estensive
tradizionali;
d) ripristino di habitat naturali e seminaturali
quali ad esempio siepi, filari, boschetti, zone umide, temporanee e permanenti;
e) ricorso a pratiche agricole ecocompatibili;
f) monitoraggio delle popolazioni delle specie
ornitiche protette dalla Direttiva 79/409/CEE e in particolare quelle
dell’Allegato I della medesima direttiva o comunque a priorità di
conservazione.;
4. Ai procedimenti in corso alla data di
pubblicazione del presente Regolamento, laddove si sia già provveduto al
deposito del progetto, fatta salva la disciplina di cui al Regolamento
regionale 4 ottobre 2006 n.16, non si applica la norma di cui al
precedente comma 1 lett. n);
4 bis. Le prescrizioni di cui ai commi 1 e 2
dell’art. 14 del regolamento
regionale 4 ottobre 2006 n. 16 non si applicano ai progetti che
abbiano già ottenuto la determina di non assoggettabilità a VIA ovvero la
positiva valutazione in sede di VIA prima dell’entrata in vigore del regolamento
medesimo, né si applicano alle eventuali varianti migliorative ai progetti già
approvati.
Art. 6Misure di conservazione e indirizzi
gestionali per tipologie di
ZPS
- ZPS caratterizzate dalla presenza di ambienti forestali delle montagne
mediterranee.
Misure di conservazione obbligatorie
- divieto di impermeabilizzare le strade ad uso
forestale;
- divieto di forestazione con essenze arboree
alloctone;
- divieto di attività selvicolturali nel
periodo 15 marzo-15 luglio;
- divieto di tagliate contigue superiori a 20
ha nel corso della stessa stagione silvana; tagli superiori nella stessa
stagione silvana sono consentiti solo conservando una fascia di 100 m tra le due
tagliate adiacenti, fascia che può eventualmente essere utilizzata nel corso di
tagliate successive;
- è fatto obbligo di lasciare almeno 10
esemplari arborei ad ha, di particolari caratteristiche fenotipiche, diametriche
ed ecologiche in grado di crescere indefinitamente e 10 esemplari arborei ad ha
morti o marcescenti, fatti salvi interventi fitosanitari in presenza di
conclamate patologie infestanti previo parere dell’autorità di gestione della
ZPS;
- divieto di rimboschimento delle radure di
superficie inferiore a 1 ha per le fustaie e 5000 mq per i cedui semplici o
composti;
- nella realizzazione di chiudende è necessario
permettere il passaggio della fauna selvatica;
Indirizzi per la gestione
Favorire l’avvicendamento all’alto fusto e
alla disetaneità;
Attività agro-silvo-pastorali in grado di
mantenere una struttura disetanea dei soprassuoli e la presenza di radure e
chiarie all’interno delle compagini forestali;
Regolamentazioni connesse alle attività
forestali in merito all’eventuale rilascio di matricine nei boschi cedui, alla
eventuale indicazione di provvigioni minime, di norme su tagli intercalari,
apertura di nuove strade e piste forestali a carattere permanente;
Conservazione e creazione di prati
allinterno del bosco anche di medio/piccola estensione e di pascoli ed aree
agricole, anche a struttura complessa, nei pressi delle aree forestali.
Manutenzione, dei muretti a secco esistenti e
realizzazione di nuovi attraverso tecniche costruttive tradizionali;
Conservazione delle specie arbustive ed
arborescenti del sottobosco;
Interventi selvicolturali e gestionali utili
all’aumento della biodoversità e delle nicchie ambientali (stagni, alberi
habitat, cataste di legna e/o roccia, ecc.).
Nella realizzazione di piste forestali e/o
viali parafuoco evitare la frammentazione delle super
2. ZPS caratterizzate dalla presenza di
ambienti misti mediterranei.
Misure di conservazione obbligatorie
- divieto di impermeabilizzare le strade ad uso
forestale;
- divieto di forestazione con essenze arboree
alloctone;
- divieto di attività selvicolturali nel
periodo 15 marzo-15 luglio;
- divieto di tagliate contigue superiori a 20
ha nel corso della stessa stagione silvana; tagli superiori nella stessa
stagione silvana sono consentiti solo conservando una fascia di 100 m tra le due
tagliate adiacenti, fascia che può eventualmente essere utilizzata nel corso di
tagliate successive.
- è fatto obbligo di lasciare almeno 10
esemplari arborei ad ha, di particolari caratteristiche fenotipiche, diametriche
ed ecologiche in grado di crescere indefinitamente e 10 esemplari arborei ad ha
morti o marcescenti, fatti salvi interventi fitosanitari in presenza conclamate
patologie infestanti previo parere dell’autorità di gestione della ZPS;
- divieto di rimboschimento delle radure di
superficie inferiore a 1 ha per le fustaie e 5000 mq per i cedui semplici o
composti;
- nella realizzazione di chiudende è necessario
permettere il passaggio della fauna selvatica;
Indirizzi per la gestione
- controllo della vegetazione arbustiva nei
prati e pascoli aridi;
- manutenzione, senza rifacimento totale, dei
muretti a secco esistenti e realizzazione di nuovi attraverso tecniche
costruttive tradizionali e manufatti in pietra;
- ripristino di prati e pascoli tramite la
messa a riposo dei seminativi;
- pratiche pastorali tradizionali estensive;
- conservazione del sottobosco;
- Favorire l’avvicendamento all’alto fusto e
alla disetaneità;
- Attività agro-silvo-pastorali in grado di
mantenere una struttura disetanea dei soprassuoli e la presenza di radure e
chiarie all’interno delle compagini forestali;
Regolamentazioni connesse alle attività
forestali in merito all’eventuale rilascio di matricine nei boschi cedui, alla
eventuale indicazione di provvigioni minime, di norme su tagli intercalari,
apertura di nuove strade e piste forestali a carattere permanente;
Conservazione e creazione di prati
allinterno del bosco anche di medio/piccola estensione e di pascoli ed aree
agricole, anche a struttura complessa, nei pressi delle aree forestali.
- nella realizzazione di piste forestali e/o
viali parafuoco bisogna evitare la frammentazione delle superfici boscate e
l’eccessiva riduzione del bosco;
3. ZPS caratterizzate dalla presenza di
ambienti steppici.
Misure di conservazione obbligatorie
- divieto del dissodamento con successiva
macinazione delle pietre nelle aree coperte da vegetazione naturale;
- divieto di impermeabilizzare le strade rurali
esistenti e di nuova realizzazione;
Indirizzi per la gestione
- mantenimento e ripristino di piccole raccolte
d’acqua e pozze stagionali
- manutenzione, senza rifacimento totale, dei
muretti a secco esistenti e realizzazione di nuovi attraverso tecniche
costruttive tradizionali e manufatti in pietra;
- controllo della vegetazione arbustiva nei
pascoli aridi;
- incentivazione delle pratiche pastorali
tradizionali estensive;
- ripristino di pascoli aridi tramite la messa
a riposo dei seminativi;
- coltivazione di essenze officinali con metodi
di agricoltura biologica.
4. ZPS caratterizzate dalla presenza di
colonie di uccelli marini.
Misure di conservazione obbligatorie
- Obbligo di segnalazione delle colonie
riproduttive di uccelli delle specie coinvolte e di vietare l’accesso,
l’ormeggio, lo sbarco, il transito, la balneazione, le attività speleologiche,
di parapendio e di arrampicata a meno di 100 metri dalle colonie medesime
durante i periodi di riproduzione, se non per scopo di studio e di ricerca
scientifica espressamente autorizzati dall’ente gestore, nei seguenti periodi.
Berta maggiore 15 marzo-30 settembre, Berta minore 1 marzo-30 luglio, Gabbiano
corso 15 aprile- 15 luglio;
Indirizzi per la gestione
Controllo dei predatori introdotti dall’uomo,
in particolare ratti, e controllo con metodi non cruenti dei cani e gatti,
previo parere dell’autorità di gestione della ZPS nel rispetto della normativa
vigente in materia;
5. ZPS caratterizzate dalla presenza di zone
umide.
Misure di conservazione obbligatorie
- divieto di prosciugamento, anche solo
temporaneo, delle zone umide, o delle variazioni improvvise e consistenti del
livello dell’acqua, o della riduzione della superficie di isole zone affioranti.
Sono fatte salve le operazioni di prosciugamento delle sole vasche salanti delle
saline in produzione;
- divieto di bonifica delle zone umide naturali
e seminaturali;
- divieto di interventi di controllo ovvero
gestione della vegetazione spontanea arborea, arbustiva e erbacea all’interno
delle zone umide e delle garzaie, attraverso taglio, sfalcio, trinciatura,
incendio, diserbo chimico, lavorazioni superficiali del terreno, durante il
periodo riproduttivo dell’avifauna 1 marzo-15 luglio, fatti salvi interventi
straordinari di gestione previa autorizzazione dell’ente gestore;
- divieto di taglio della vegetazione
interessata da garzaie nei periodi di nidificazione 1 marzo-15 luglio, fatti
salvi interventi straordinari di gestione previa autorizzazione dell’ente
gestore;
- divieto di utilizzazione dei diserbanti e del
pirodiserbo per il controllo della vegetazione della rete idraulica (canali di
irrigazione, fossati, scoline e canali collettori);
Indirizzi per la gestione
- mantenimento di depressioni temporaneamente
inondate nei terreni agricoli, dei ristagni nei fossati e di fossati stessi.
- realizzazione di impianti di pioppicoltura
solo su superfici agricole;
- particolare attenzione mantenimento dei cicli
di circolazione delle acque salate nelle saline abbandonate al fine di
conservare gli habitat con acque e fanghi ipersalati idonei per Limicoli,
Sternidi e Fenicottero;
- interventi di taglio delle vegetazione, nei
corsi d’acqua con alveo di larghezza superiore ai 5 metri, effettuati solo su
una delle due sponde in modo alternato nel tempo e nello spazio, al fine di
garantire la permanenza di habitat idonei a specie vegetali e animali;
- creazione di isole e zone affioranti idonee
alla nidificazione in aree dove questi elementi scarseggiano a causa di processi
di erosione, subsidenza, mantenimento di alti livelli dell’acqua in primavera;
- incentivazione al mantenimento di bordi di
campi gestiti a prato per almeno 50 centimetri di larghezza;
- trasformazione ad agricoltura biologica nelle
aree agricole esistenti contigue alle zone umide;
- realizzazione di sistemi per la
fitodepurazione;
- gestione periodica degli ambiti di canneto da
realizzarsi solamente al di fuori del periodo di riproduzione dell’avifauna, 1
settembre - 1 febbraio, con sfalci finalizzati alla diversificazione
strutturale, al ringiovanimento, al mantenimento di specchi d’acqua liberi,
favorendo i tagli a rotazione per parcelle ed evitando il taglio raso;
- ripristino di steppe salate, zone umide
temporanee o permanenti, ampliamento di biotopi relitti gestiti per scopi
esclusivamente ambientali, in particolare nelle aree contigue a lagune costiere,
saline laghi tramite la messa a riposo dei seminativi
- utilizzo di tecniche per il risparmio idrico
e introduzione di colture a basso fabbisogno c idrico e utilizzo di fonti di
approvvigionamento idrico sostenibili, tra cui reflui depurati per tamponare le
situazioni di stress idrico estivo.
- adozione di pratiche ecocompatibili nella
pioppicoltura, tra cui il mantenimento della vegetazione erbacea durante gli
stadi avanzati di crescita del pioppeto, il mantenimento di strisce non fresate
anche durante le lavorazioni nei primi anni di impianto, il mantenimento di
piccoli nuclei di alberi morti, annosi o deperienti;
- regolamentazione della realizzazione di
sbarramenti idrici, degli interventi di artificializzazione degli alvei e delle
sponde tra cui rettificazioni, tombamenti, canalizzazioni, arginature, riduzione
della superficie di isole e/o zone affioranti;
- adozione di interventi di rinaturalizzazione
dei corsi d’acqua;
6. ZPS caratterizzate da presenza di corridoi
di migrazione.
Misure di conservazione obbligatorie
- divieto di utilizzo del parapendio nei
periodi compresi tra i mesi di Marzo e Maggio e i mesi di Agosto e Ottobre.
Indirizzi per la gestione
- conservazione delle aree aperte in cui si
creano le correnti termiche utilizzate dagli uccelli veleggiatori;
- sorveglianza e monitoraggio durante il
periodo di migrazione.
7. ZPS caratterizzate dalla presenza di
valichi montani ed isole rilevanti per la migrazione dei passeriformi e di altre
specie ornitiche.
Indirizzi per la gestione
- Incentivare la riduzione dell’inquinamento
luminoso.
- Conservazione e Realizzazione di aree
trofiche adatte all’alimentazione delle specie.
Art. 7Abrogazione Il presente Regolamento abroga il
regolamento regionale 4 settembre 2007 n.22.
Il presente Regolamento sarà pubblicato
sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia
ai sensi e per gli effetti dell’art. 53 comma 1 della L.R.12/05/2004, n.
7 “Statuto della Regione Puglia”. E’ fatto obbligo a chiunque spetti di
osservarlo e farlo osservare come Regolamento della Regione Puglia.
Allegato 1 DESCRIZIONE E CARATTERIZZAZIONE
DELLE TIPOLOGIE AMBIENTALI DI RIFERIMENTO PER LE ZPS. 1 - SITI CARATTERIZZATI DA
AMBIENTI FORESTALI DELLE MONTAGNE MEDITERRANEE
Specie caratteristiche:
Falco pecchiaiolo (Pernis
apivorus), Nibbio bruno (Milvus migrans), Nibbio reale (Milvus
milvus), Picchio rosso mezzano (Dendrocopus medius), Picchio
dorsobianco (Dendrocopus leucotus), Balia dal collare (Ficedula
albicollis)
CARATTERISTICHE GENERALI
Questa tipologia riguarda
principalmente le aree forestali del Gargano e in misura minore quelle del
Appennino dauno. Si tratta per lo più di faggete e querceti. Sono invece state
escluse da questa tipologia le pinete costiere, i querceti termofili e le
leccete mediterranee, che si è scelto di trattare nella tipologia “ambienti
misti mediterranei”. Questa scelta è fondata sul fatto che questi ambienti non
ospitano di norma specie di uccelli legate in modo stretto ed univoco a
specifici habitat (com’è invece il caso di alcuni picchi per i boschi del
Gargano), bensì ad un mosaico ambientale composto da macchia mediterranea,
pascoli, coltivi, dune costiere, ecc. Il valore conservazionistico dei siti, per
quel che riguarda l’avifauna, dipende in maniera preponderante dall’età e dalla
qualità ambientale dei boschi, a sua volta dipendenti dalla gestione forestale
passata e presente. I boschi maturi e ben strutturati sono assai rari nella
nostra regione, praticamente assenti al di fuori del Gargano. In alcuni casi si
assiste anche ad una progressiva maturazione dei cedui, spesso ricondotti a
fustaia da appositi interventi gestionali. La gestione dei boschi deve in questi
siti tenere conto delle specifiche esigenze delle specie prioritarie, sia
presenti che potenziali. Vanno evitati interventi gestionali di cui non siano
state valutate attentamente le ricadute sulla fauna. In linea generale va
favorito il ripristino di un variegato mosaico ambientale con alternanza di
vecchie fustaie, cedui attivi e zone aperte.
FATTORI CHIAVE PER LE SPECIE
1. Disponibilità di habitat
idoneo
1.1. Falco pecchiaiolo: boschi
planiziali e collinari, generalmente aperti, di latifoglie dai 0 ai 1000 m
s.l.m., preferibilmente fustaie di Quercia e Faggio di media e vasta estensione,
inframmezzati da aree aperte con presenza di Imenotteri sociali (preda
principale della specie);
1.2. Nibbio bruno: aree
forestali planiziali e collinari dai 0 ai 1000 m s.l.m., con presenza di aree
aperte, pascoli e aree agricole inframmezzate da alberi, preferibilmente nei
pressi di aree umide o discariche urbane a cielo aperto;
1.3. Nibbio reale: aree
forestali planiziali e collinari dai 0 ai 1000 m s.l.m., con presenza di vaste
aree aperte, pascoli e aree agricole inframmezzate da alberi, spesso in
prossimità di discariche. Pratica tradizionale della pastorizia brada,
soprattutto ovina;
1.4. Picchio rosso mezzano:
aree boscate mature con abbondanza di alberi morti e vetusti;
1.5. Picchio dorsobianco: aree
boscate mature con abbondanza di alberi morti e vetusti;
1.6. Balia dal collare: aree
forestali mature prevalentemente a Faggio.
2 - SITI CARATTERIZZATI DA
AMBIENTI MISTI MEDITERRANEI
Specie caratteristiche:
Falco pecchiaiolo (Pernis
apivorus), Nibbio bruno (Milvus migrans), Nibbio reale (Milvus
milvus), Capovaccaio (Neophron percnopterus), Biancone (Circaetus
gallicus), Albanella minore (Circus pygargus), Pellegrino (Falco
peregrinus), Lanario (Falco biarmicus), Grillaio (Falco
naumanni), Quaglia (Coturnix coturnix), Occhione (Burhinus
oedicnemus), Ghiandaia marina (Coracias garrulus), Gufo reale
(Bubo bubo), Succiacapre (Caprimulgus europaeus), Calandra
(Melanocorypha calandra), Calandrella (Calandrella brachydactyla),
Allodola (Alauda arvensis), Tottavilla (Lulla arborea),
Cappellaccia (Galerida cristata), Calandro (Anthus campestris),
Monachella (Oenanthe hispanica), Averla piccola (Lanius collurio),
Averla capirossa (Lanius senator), Averla cenerina (Lanius minor),
Sterpazzola di Sardegna (Sylvia conspicillata), Sterpazzolina (Sylvia
cantillans), Zigolo capinero (Emberiza melanocephala).
CARATTERISTICHE GENERALI
Questa tipologia raggruppa una
vastissima gamma di paesaggi, anche molto diversi tra loro. Questi ambienti sono
stati raggruppati in un’unica tipologia in quanto caratterizzati per lo più da
specie tipicamente mediterranee e da una serie di problematiche comuni
(bracconaggio, incendi, urbanizzazione diffusa, ecc.). Tra gli habitat che si
trovano in questi siti si possono annoverare pinete costiere, leccete, macchia e
gariga mediterranee, coltivi di vario genere, pascoli aridi, ecc. Nella
stragrande maggioranza dei casi i siti inclusi in questa tipologia sono
caratterizzati da paesaggi a mosaico, composti da vari ambienti, inframmezzati
gli uni agli altri, caratteristici del Gargano e dell’area delle Gravine. Nella
gran parte dei casi si tratta di ambienti profondamente modellati dalle attività
umane e sottoposti ad elevatissima pressione antropica. Le minacce a questi siti
sono, di conseguenza, numerose e differenziate. Si può tuttavia indicare la
sottrazione e frammentazione degli habitat in seguito alla crescente
antropizzazione (urbanizzazione, realizzazione di infrastrutture,
intensificazione agricola) come la problematica centrale di questi ambienti. Per
alcune specie, come ad esempio molti rapaci, il problema principale rimane il
disturbo antropico.
FATTORI CHIAVE PER LE SPECIE
1. Disponibilità di habitat
idoneo
1.1. Mosaici di pascoli, boschi
adatti alla nidificazione e coltivi con ricca entomofauna, in particolare
Imenotteri sociali e Ortotteri (Falco pecchiaiolo);
1.2. Mosaici di pascoli con
coltivi come aree di alimentazione e boschi adatti alla nidificazione (Nibbio
bruno, Nibbio reale);
1.3. Mosaici di pascoli,
macchia mediterranea bassa e gariga con abbondanza di ovini allo stato brado e
con buona disponibilità di mammiferi selvatici di piccola taglia. Presenza di
falesie indisturbate per la nidificazione (Capovaccaio);
1.4. Mosaici di pascoli, gariga
con abbondanza di ofidi e boschetti o grossi alberi isolati adatti alla
nidificazione (Biancone);
1.5. Incolti, pascoli, coltivie
macchia a bassa copertura del suolo con ricche popolazioni di micromammiferi e
Passeriformi (Albanella minore);
1.6. Pascoli, coltivi, gariga
con ricche popolazioni di Ortotteri e Sauri. Importante inoltre la disponibilità
di siti riproduttivi idonei, situati in centri storici (Grillaio);
1.7. Mosaici di incolti,
pascoli, coltivi e gariga (Quaglia e Occhione);
1.8. Pascoli, coltivi, gariga
con ricche popolazioni di Ortotteri e Sauri. Importante inoltre la disponibilità
di siti riproduttivi idonei: presenza di grandi alberi isolati, manufatti
abbandonati e rupi (Ghiandaia marina);
1.9. Ambienti rupestri con
bassa pressione antropica idonei alla riproduzione in prossimità di aree idonee
all’alimentazione; presenza di ambienti aperti con adeguate risorse trofiche
disponibili tutto l’anno, ovvero abbondanza di prede di taglia medio-grande, ad
es. Lepre, Ratto, Riccio, ecc. (Gufo reale);
1.10.Gariga e macchia bassa con
ricche popolazioni di Lepidotteri (Succiacapre);
1.11.Mosaici di incolti,
pascoli, coltivi e gariga (Calandra, Calandrella, Allodola, Tottavilla);
1.12.Mosaici di incolti,
pascoli, coltivi e gariga con affioramento roccioso (Calandro),
1.13.Mosaici di incolti e
pascoli con affioramenti rocciosi (Monachella);
1.14.Pascoli, coltivi, gariga
con ricche popolazioni di Ortotteri e Sauri (Averla piccola, Averla capirossa e
Averla cenerina);
1.15.Macchia mediterranea,
gariga e coltivi inframmezzati da siepi con ricca entomofauna (Sterpazzola di
Sardegna, Sterpazzolina, Occhiocotto);
1.16.Coltivi e pascoli in forme
tradizionali, con una bassa densità di cespugli e fasce boscate; radure nelle formazioni
forestali, formazioni erbacee discontinue, alberi ed
arbusti sparsi (Zigolo capinero);
1.17.Ambienti rupestri
indisturbati con abbondanza di prede (Lanario, Pellegrino).
3 - SITI CARATTERIZZATI DA
AMBIENTI STEPPICI
Specie caratteristiche:
Grillaio (Falco
naumanni), Albanella minore (Circus pygargus), Biancone (Circaetus
gallicus), Capovaccaio (Neophron percnopterus), Lanario (Falco
biarmicus), Gallina prataiola (Tetrax tetrax), Occhione (Burhinus
oedicnemus), Pernice di mare (Glareola pratincola), Limicoli
svernanti (Charadriiformes), Ghiandaia marina (Coracias garrulus),
Calandra (Melanocorypha calandra), Calandrella (Calandrella
brachydactyla), Cappellaccia (Galerida cristata), Calandro (Anthus
campestris), Averla capirossa (Lanius senator), Averla cenerina
(Lanius minor), Monachella (Oenanthe hispanica)
CARATTERISTICHE GENERALI
Gli ambienti “steppici”
caratteristici della Murgia, Gargano, Gravine, ecc. sono costituiti da paesaggi
seminaturali aridi, caratterizzati dal predominio della vegetazione erbacea.
Questi ambienti, formatisi nei secoli in seguito all’esercizio del pascolo,
primariamente ovino, rappresentano attualmente una delle tipologie ambientali
più minacciate a livello regionale, nazionale ed internazionale. Si è scelto di
trattare in questa tipologia in generale tutti gli ambienti aperti aridi,
assimilabili per avifauna agli ambienti più propriamente steppici. Il fattore
assolutamente preponderante nel determinare la sopravvivenza di tutte le specie
steppiche è la persistenza dell’habitat. Le principali minacce alle specie
steppiche sono dovute alla distruzione dell’habitat, in seguito
all’intensificazione agricola previa frantumazione e macinatura dei substrati
rocciosi, opere di imboschimento artificiale e all’urbanizzazione.
Le specie di maggiore rilevanza
sono indubbiamente il Grillaio, specie globalmente minacciata e la Gallina
prataiola, specie in fortissima regressione.
FATTORI CHIAVE PER LE SPECIE
1. Presenza di habitat idoneo (tutte le specie)
1.1. Associazioni vegetali di tipo steppico
semiarido sfruttate a pascolo, per lo più ovino e stagionale (es.
Asphodeletum);
1.2. Pascoli coltivati (es. Hordeum
sp);
1.3. Boschi degradati o Pascoli arborati con
prevalenza di vegetazione erbacea;
1.4. Colture arboree abbandonate (soprattutto
mandorleti) con soprassuoli colonizzati da ambienti steppici;
1.5. Monocolture cerealicole, inframmezzate
da altre tipologie di vegetazione erbacea seminaturale;
1.6. Terreni a riposo, prati pascoli non
arati da almeno due anni;
2.
Disponibilità di centri storici, edifici rurali tradizionali, ponti in pietra o
ambienti rupestri adatti alla nidificazione (Grillaio, Ghiandaia
marina);
3.
Permanenza di muretti a secco, utilizzabili per la nidificazione o che
forniscono rifugio alle specie preda (Biancone,
Monachella);
4.
Assenza di disturbo alle covate (Albanella minore, Gallina prataiola,
Occhione);
5.
Limitata mortalità per cause antropiche: bracconaggio, collisione con elettrodotti e
impianti eolici, mortalità su strade (tutte le specie).
4 - SITI CARATTERIZZATI DA COLONIE DI UCCELLI
MARINI
Specie caratteristiche:
Berta maggiore (Calonectris
diomedea), Berta minore (Puffinus yelkouan), Falco della Regina
(Falco eleonorae), Gabbiano corso (Larus audouini)
CARATTERISTICHE GENERALI
Questa tipologia raggruppa i
siti costieri che ospitano colonie di uccelli marini. Data la particolarità di
questa tipologia, l’eccezionale vulnerabilità ambientale di questi siti ed il
limitato numero di fattori di minaccia e di specie coinvolte, si è scelto un
livello di approfondimento superiore rispetto alle altre tipologie trattate.
Allo stato attuale, le uniche
colonie di uccelli marini presenti sono localizzata su piccole isole, in
particolare arcipelago delle Tremiti e isola di Santa Andrea. Verosimilmente,
l’attuale selezione degli habitat di nidificazione è almeno in parte
condizionata dalla necessità di fuggire il crescente disturbo antropico e
l’aumentata presenza di mammiferi predatori, in molti casi introdotti ad opera
dell’uomo (ratti in primis, ma anche gatti e cani
inselvatichiti).
Tutte le specie considerate
sono, ad eccezione del Gabbiano corso, caratterizzate da una spiccata fedeltà al
sito di nidificazione; per quest’ultimo è invece più opportuno parlare di
fedeltà ad un’area di nidificazione, che può comprendere diversi siti utilizzati
in maniera alternativa negli anni.
La fedeltà al sito di
nidificazione può determinare da un lato la persistenza di adulti che tentano di
insediarsi in siti divenuti inadatti (es. colonie di Berte che continuano ad
insediarsi nel medesimo sito nonostante la sistematica predazione di uova e
pulli da parte di ratti), dall’altro la difficoltà a colonizzare in tempi brevi
siti usualmente non utilizzati, resi nuovamente adatti da interventi di
rimozione o contenimento dei predatori. Il falco della Regina attualmente sembra
non nidificare più alle isole Tremiti.
FATTORI CHIAVE PER LE SPECIE
- Disponibilità di habitat
adatto. Le Berte necessitano
di isole o tratti di costa ripidi e caratterizzati dalla presenza di grotte,
piccole cavità e/o accumuli di grossi massi (es. frane consolidate) sotto i
quali scavare il nido. Il Gabbiano corso si insedia su piccole isole, anche
rocciose, con ridotta presenza di Gabbiano reale.
- Disponibilità di risorse alimentari
accessibili in prossimità della colonia. Anche se la situazione italiana risulta
poco conosciuta sotto questo aspetto, è noto che la distribuzione delle risorse
alimentari condiziona in maniera forte le popolazioni di uccelli marini e la
localizzazione delle loro colonie. L’unica specie, tra quelle considerate, per
la quale sono disponibili dati al riguardo è il Gabbiano corso. Per questa
specie è nota l’importanza di aree con acque profonde prossime ai siti di
nidificazione, nelle quali la specie si alimenta di Clupeidi spinti in
superficie da tonni e cetacei.
- Assenza di predatori. La presenza di mammiferi predatori di norma
impedisce l’insediamento delle colonie o ne riduce enormemente il successo
riproduttivo. La predazione a carico di uova o pulli da parte del Ratto è in
grado di azzerare la produttività delle colonie di Berte. Il protrarsi di
condizioni sfavorevoli all’involo di pulli determina di solito l’abbandono del
sito di nidificazione nel breve o medio periodo. La predazione da parte di cani
e gatti sembra avere un effetto più ridotto su queste specie, interessando in
particolare i nidi meno profondi (la specie più soggetta a rischio per la
propensione a nidificare anche in cavità esposte è la Berta maggiore). I ratti
non rappresentano un fattore di disturbo per il Gabbiano corso, mentre la
presenza di cani o gatti domestici o inselvatichiti può costituire un serio
pericolo, sia per la predazione diretta di uova e pulli che per il disturbo
arrecato alle colonie. Anche la competizione con il Gabbiano reale mediterraneo
rappresenta un fattore di rischio per il gabbiano Corso sull’isola di
sant’Andrea.
- Assenza di disturbo ai siti di
nidificazione. Tra le specie
considerate, le Berte sembrano in grado di tollerare una certa presenza
antropica e quella di mammiferi non predatori durante il periodo di
nidificazione, purché la stessa non interessi l’interno delle cavità di
riproduzione. Sono invece documentati casi di abbandono o mancato insediamento di colonie di Gabbiano corso in
seguito al disturbo arrecato dall’uomo o da grossi mammiferi (es. mufloni,
cinghiali, bestiame domestico allo stato brado). Un’elevata densità di Gabbiano
reale può avere un impatto negativo sul Gabbiano corso, per l’occupazione dei
siti più adatti alla nidificazione e per l’innescarsi di interazioni di tipo
competitivo (cleptoparassitismo) o, in misura minore, predatorio nei confronti
di uova o pulli.
5 - SITI CARATTERIZZATE DA
PRESENZA DI ZONE UMIDE E COSTE
Specie caratteristiche:
Strolaghe (Gavia spp.),
Svassi (Podiceps spp.), Marangone minore (Phalacrocorax pygmaeus),
Fenicottero (Phoenicopterus ruber), Ardeidi (Ardeidae), Spatola
(Platalea leucorodia), Mignattaio (Plegadis falcinellus), Anatidi
(Anatidae), Falco di palude (Circus aeruginosus), Nibbio bruno
(Milvus migrans), Rallidi (Rallidae), Pernice di mare (Glareola
pratincola), Limicoli (Charadriiformes), Laridi (Laridae),
Sternidi (Sternidae), Forapaglie castagnolo (Acrocephalus melanopogon)
CARATTERISTICHE GENERALI
In questa categoria sono
raggruppate tutte le zone umide, sia salmastre che di acqua dolce lentiche e
lotiche. Si tratta di una categoria estremamente ampia che include ambienti
anche molto diversi come ad esempio saline (Marghertita di Savoia), lagune
(Lesina e Varano), valli da pesca, laghi, invasi artificiali, tratti terminali
dei fiumi (Candelaro, Cervaro, Carapelle), coste.
Nella gestione di questi
ambienti è importante prestare particolare attenzione ai progetti inerenti
infrastrutture viarie (di qualsiasi tipo), condotti (acqua, gas, petrolio),
aeroporti, porti, centrali energetiche, edifici, difesa delle sponde
dall’erosione, tralicci e antenne di altezza superiore a 30 metri, linee
elettriche di media ed alta tensione, centrali elettriche di trasformazione e
produzione, infrastrutture portuali (inclusi i porti turistici). Va prestata
attenzione all’adeguamento dei piani di gestione forestale e agricola, alla
pianificazione delle attività estrattive, ai piani di prelievo idrico
all’interno del sito e nella parte di bacino idrologico che alimenta la zona
umida, alla pianificazione delle attività venatorie e di pesca sportiva, alla
pianificazione delle attività ricreative e di fruizione turistica. Grande
attenzione va fatta anche agli interventi di alterazione della morfologia
costiera (ripascimento dei litorali, taglio di cordoni dunosi, difesa costiera)
ed a quelli per il miglioramento della navigazione, così come alla realizzazione
di discariche di RSU all’interno della ZPS e nel territorio contiguo e ai piani
di bonifica e risanamento ambientale (siti inquinati, rimozione sedimenti,
ecc.). Vanno infine adeguatamente pianificati i piani di controllo delle zanzare
effettuati sia con prodotti chimici di sintesi, sia con metodi di lotta
biologica (es. Bacillus thuringensis).
Estremamente importante appare
la corretta gestione dei livelli delle acque nella ZPS Saline di Margherita di
Savoia, tenendo conto delle attività produttive presenti e del rilevante valore
conservazionistico per la numerosa presenza di specie nidificanti.
Altrettanto importante appare
la gestione delle coltivazioni comprese nei pressi o tra le varie zone umide che
ad es. compongono la ZPS “Paludi presso il Golfo di Manfredonia” o che
circondano il versante sud della laguna di Lesina.
FATTORI CHIAVE PER LE SPECIE
- Disponibilità di siti idonei per la
nidificazione in aree con buona disponibilità di risorse
trofiche. Fattore importante
per tutte le specie considerate e in particolare per le specie coloniali
(Marangone minore, Fenicottero, Mignattaio, parte degli Ardeidi, Sternidi,
Limicoli, Pernice di mare).
1.1. Mignattaio, Marangone
minore, Nitticora, Garzetta, Sgarza ciuffetto nidificano sia su alberi e arbusti
sia in canneti in aree tranquille o comunque difficilmente raggiungibili da
predatori e dall’uomo. Prioritaria appare la corretta gestione dei filari di
eucalipti del Lago Salso;
1.2. Airone rosso, Tarabuso e
Tarabusino nidificano esclusivamente in canneti Prioritaria appare la corretta
gestione dei canneti del Lago Salso;
1.3. Gli Svassi necessitano di
zone umide con vegetazione acquatica galleggiante, semisommersa ed emergente su
cui e con la quale costruire nidi galleggianti;
1.4. Gli Anatidi necessitano di
isole e sponde dolcemente digradanti con vegetazione erbacea e di vaste zone con
vegetazione palustre sommersa, galleggiante ed emergente;
1.5. I Rallidi necessitano di
zone con canneti densi e lussureggianti e con piante acquatiche semisommerse e
galleggianti;
1.6. Limicoli, Laridi, Sternidi
e Fenicottero necessitano di isole e zone affioranti sabbiose/fangose con
vegetazione scarsa o nulla, difficilmente raggiungibili da predatori terrestri;
1.7. La Pernice di mare
nidifica su superfici sabbiose/fangose con vegetazione scarsa o nulla,
costituite in genere da zone umide in corso di prosciugamento e da campi con
coltivazioni tardive (soia, pomodori) o che hanno subito lavorazioni
primaverili;
1.8. Il Forapaglie castagnolo
necessita di canneti estesi e diversificati alternati a chiari d’acqua libera.
- Disponibilità di isole e di zone affioranti
sabbiose/fangose/ghiaiose con vegetazione scarsa o assente, difficilmente
raggiungibili da predatori terrestri. Fattore chiave per assicurare, oltre che
ambienti idonei per la nidificazione di Fenicottero, Limicoli, Laridi e
Sternidi, siti per la sosta e il riposo di Ardeidi, Anatidi, Limicoli e Sternidi
durante il giorno e la notte nel corso dell’anno. Nella ZPS Saline di Margherita
di Savoia il numero di isole e zone affioranti adatte alla nidificazione di
Limicoli e Sternidi è fortemente correlato alla gestione del livello delle acque
in salina e alla gestione degli argini artificiali. La realizzazione di isole
artificiali nell’ambito di un progetto POR ha avuto notevoli risultati positivi;
- Competizione del Gabbiano reale per l’uso di
siti idonei per la nidificazione. Il precoce insediamento della crescente
popolazione nidificante di Gabbiano reale, nella Saline di Margherita di Savoia,
limita il numero di siti idonei per la nidificazione di Limicoli e Sternidi che
si insediano 1-2 mesi dopo.
- Elevata disponibilità di invertebrati tipica
delle zone umide con scarso uso di pesticidi con aree circostanti coltivate in
maniera estensiva. Fattore
rilevante per Pernice di mare, Sterna zampenere e in generale per tutti i
limicoli nidificanti e migratori, per alcune specie di Laridi e Sternidi.
Essenziale appare la conservazione e il ripristino delle steppe salate esterne
alle Saline di Margherita di Savoia e la creazione di incolti tramite la messa a
riposo di seminativi
- Predazione da parte di ratti, Gabbiani reali,
cani e gatti vaganti, Corvidi. Fenicottero, Limicoli, Sternidi, Laridi
6 - SITI CARATTERIZZATI DALLA PRESENZA DI
BOTTLE-NECK
Specie caratteristiche:
Cicogna bianca (Ciconia
ciconia), Cicogna nera (Ciconia nigra), Gru (Grus grus), Falco
pescatore (Pandion haliaetus), Biancone (Circaetus gallicus),
Nibbio bruno (Milvus migrans), Aquila minore (Hieraaetus
pennatus), Falco di palude (Circus aeruginosus), Albanella minore
(Circus pygargus), Albanella pallida (Circus macrourus), Falco
pecchiaiolo (Pernis apivorus), Gheppio (Falco tinnunculus),
Grillaio (Falco naumanni), Falco cuculo (Falco vespertinus),
Capovaccaio (Neophron percnopterus).
CARATTERISTICHE GENERALI
Da alcuni anni, in Italia, le
ricerche sul transito dei rapaci diurni, e dei grandi veleggiatori, sono in
aumento. Di recente, significative informazioni raccolte sul passaggio
primaverile ed autunnale dei rapaci in migrazione sono state raccolte per il
Gargano e per Capo d’Otranto. Anche le Isole Tremiti sembrano rappresentare un
importante punto di passaggio.
La corretta gestione di questi
siti richiede una particolare attenzione ai progetti di costruzione di strade,
vie di accesso ed altre infrastrutture viarie, in particolare lungo crinali,
valichi e linee di costa, così come ai progetti di costruzione di elettrodotti e
di edifici, tralicci, antenne, ponti ed altre strutture di altezza superiore ai
30 metri.
Notevole attenzione va prestata
anche ai progetti per la realizzazione di linee elettriche a media e ad alta
tensione ed a quelli di costruzione di aeroporti ed eliporti (anche di piccole
dimensioni) ed alla pianificazione delle attività di volo a bassa e media quota
di mezzi aerei (civili e militari).
7. - SITI CARATTERIZZATI DALLA
PRESENZA DI VALICHI MONTANI ED ISOLE, IMPORTANTI PER LA MIGRAZIONE DEI
PASSERIFORMI E DI ALTRE SPECIE
Specie caratteristiche:
Tortora (Streptopelia
turtur), Gruccione (Merops apiaster), Succiacapre (Caprimulgus
europaeus), Topino (Riparia riparia), Calandro (Anthus
campestris), Codirosso (Poenicurus phoenicurus), Saltimpalo
(Saxicola torquata), Monachella (Oenanthe hispanica), Codirossone
(Monticola saxatilis), Pigliamosche (Muscicapa striata), Balia dal
collare (Ficedula albicollis), Averla piccola (Lanius collurio),
Averla capirossa (Lanius senator), Ortolano (Emberiza hortulana).
Altre specie: Passera scopaiola
(Prunella modularis), Pettirosso (Erithacus rubecula), Usignolo
(Luscinia megarhynchos), Stiaccino (Saxicola rubetra), Merlo
(Turdus merula), Tordo bottaccio (Turdus philomelos), Cesena
(Turdus pilaris), Tordo sassello (Turdus iliacus), Tordela
(Turdus viscivorus), Forapaglie (Acrocephalus schoenobaenus),
Canapino maggiore (Hippolais polyglotta), Sterpazzolina (Sylvia
cantillans), Sterpazzola (Sylvia communis), Beccafico (Sylvia
borin), Capinera (Syilvia atricapilla), Luì verde (Phylloscopus
sibilatrix), Regolo (Regulus regulus), Fiorrancino (Regulus
ignicapillus), Balia dal collare (Ficedula albicollis), Balia nera
(Ficedula hypoleuca), Fringuello (Fringilla coelebs), Lucherino
(Carduelis spinus)
CARATTERISTICHE GENERALI
Da alcuni anni, in Italia, sono
in aumento le ricerche sul transito primaverile dei Passeriformi migratori
diurni e notturni lungo le principali isole del Mediterraneo centrale, grazie
alle informazioni raccolte durante il “Progetto Piccole Isole” coordinato
dall’INFS (Istituto Nazionale Fauna Selvatica) (Spina et al. 1993,
Messineo et al. 2001). Importanti informazioni sulla fenologia del
passaggio primaverile dei Passeriformi migratori transhariani sono state
raccolte all’interno del “Progetto Piccole Isole” per le isole Tremiti.
La gestione di questi siti
richiede una particolare attenzione ai progetti di costruzione di grandi opere
pubbliche lungo i valichi montani, le isole e la linea di costa, di
infrastrutture viarie (di qualsiasi tipo), tralicci e antenne di altezza
superiore a 30 metri, di linee elettriche a media e ad alta tensione, nonché di
fari o altre potenti fonti di illuminazione artificiale (inclusi grossi edifici
che resterebbero illuminati durante la notte). Speciale attenzione va fatta
anche alla pianificazione dell’attività venatoria.
Allegato 2 CLASSIFICAZIONE DELLE ZPS PER
TIPOLOGIE AMBIENTALI
|
DENOMINAZIONE |
CODICE |
(Ha) |
TIPOLOGIA
AMBIENTALE |
1.
|
Saline di Margherita
di Savoia |
IT9110006 |
4.860 |
•Zone Umide |
2.
|
Palude di Frattarolo
|
IT9110007 |
279 |
•Zone Umide |
3.
|
Monte Barone
|
IT9110010 |
177 |
•Ambienti Misti Mediterranei;
|
4.
|
Falascone
|
IT9110017 |
57 |
•Ambienti Forestali delle Montagne
Mediterranee |
5.
|
Foresta Umbra
|
IT9110018 |
436 |
•Ambienti Forestali delle Montagne
Mediterranee |
6.
|
Sfilzi
|
IT9110019 |
69 |
•Ambienti Forestali delle Montagne
Mediterranee |
7.
|
Ischitella e Carpino
|
IT9110036 |
314 |
•Ambienti Forestali delle Montagne
Mediterranee |
8.
|
Lago di Lesina
|
IT9110031 |
927 |
•Zone Umide |
9.
|
Valloni e steppe
pedegarganiche |
IT9110008 |
29.817 |
•Ambienti Misti Mediterranei;
•Ambienti Steppici
|
10.
|
Valloni di Mattinata
Monte Sacro |
IT9110009 |
6.510 |
•Ambienti Misti Mediterranei;
|
11.
|
Laghi di Lesina e
Varano |
IT9110037 |
11.200 |
•Zone Umide
•Ambienti Misti Mediterranei;
|
12.
|
Paludi presso il
Golfo di Manfredonia |
IT9110038 |
7.800 |
•Zone Umide |
13.
|
Promontorio del
Gargano |
IT9110039 |
70013 |
•Ambienti Forestali delle Montagne
Mediterranee • Ambienti Misti Mediterranei;
•Ambienti Steppici;
•Bottle-Neck |
14.
|
Isole Tremiti
|
IT9110040 |
360 |
•Isole importanti
per la migrazione dei Passeriformi e di altre Specie
•Colonie di Uccelli Marini
|
15
|
Alta Murgia
|
IT9120007 |
125.880 |
•Ambienti Misti Mediterranei
•Ambienti Steppici;
|
16
|
Le Cesine
|
IT9150014 |
647 |
•Zone Umide |
17
|
Torre Guaceto
|
IT9140008 |
548 |
•Zone Umide |
18
|
Stagni e saline di
Punta della Contessa |
IT9140003 |
214
|
•Zone Umide |
19
|
Area delle Gravine
|
IT9130007 |
26.740 |
•Ambienti Misti Mediterranei;
•Ambienti Steppici;
|
20
|
Litorale di
Gallipoli, Isola di Sant’Andrea |
IT9150015 |
400 |
•Zone Umide
•Colonie di Uccelli Marini |
|