Regolamento Regionale 18 luglio 2008, n. 15 Regolamento recante misure di conservazione ai sensi delle direttive comunitarie 74/409 e 92/43 e del DPT 357/97 e successive modifiche e integrazioni 
  Art. 1Finalità Il presente regolamento concerne la gestione 
delle ZPS che formano la rete Natura 2000 in Puglia in attuazione delle 
direttive 79/409/CEE del Consiglio del 2 aprile 1979 e 92/43/CEE del Consiglio 
del 21 maggio 1992.  
  
Esso contiene le misure di conservazione e le 
indicazioni per la gestione.  
  
Le misure di conservazione e le indicazioni 
per la gestione sono finalizzate a garantire la coerenza ecologica della Rete 
Natura 2000 e l’uniformità della gestione.  
  
Oltre che garantire la coerenza della rete, 
l’individuazione di tali misure ha lo scopo di assicurare il mantenimento o 
all’occorrenza il ripristino in uno stato di conservazione soddisfacente degli 
habitat di interesse comunitario e degli habitat di specie di interesse 
comunitario, nonché di stabilire misure idonee ad evitare la perturbazione delle 
specie per cui i siti sono stati designati, tenuto conto degli obiettivi delle 
direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE.  
  
  Art. 2Obblighi e indicazioni Le misure di conservazione sono obbligatorie. 
 
  
Le indicazioni per la gestione consistono in 
obiettivi da conseguire nellarea e/o da buone pratiche da realizzare e, 
comunque, costituiscono indirizzi di cui tener conto nella eventuale redazione 
dei piani di gestione dei siti e nelle procedure di Valutazione di Incidenza. 
 
  
Le indicazioni per la gestione sono altresì 
pratiche da incentivare e finanziare attraverso Fondi comunitari o altre forme 
di finanziamento.  
 
  Art. 3Definizione delle misure di conservazione per 
le Zone di Protezione Speciale (ZPS) 1. Il presente provvedimento recante le 
misure di conservazione e gli indirizzi di gestione per le ZPS è redatto in 
conformità agli obiettivi di conservazione della Direttiva 79/409/CEE e agli 
indirizzi espressi nel decreto del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del 
Territorio e del Mare 3 settembre 2002 recante “Linee guida per la gestione dei 
siti Natura 2000”.  
  
2. Per le ZPS ricadenti all’interno di aree 
naturali protette o di aree marine protette istituite ai sensi della 
legislazione vigente, le misure di salvaguardia esistenti e le previsioni 
normative definite dai rispettivi strumenti di regolamentazione e di 
pianificazione vanno integrate con le disposizioni del presente provvedimento. 
Nel caso di conflitto di norme si applica quella a maggiore tutela. 
 
  
3. Per tutte le ZPS sono fatte salve le norme 
del Reg. (CE) n. 1782/2003 del 29 settembre 2003 relative al regime di sostegno 
diretto nell’ambito della Politica Agricola Comune (PAC) e relative norme 
nazionali e regionali di recepimento e successive modifiche e integrazioni;   
 
  Art. 4Individuazione di tipologie ambientali di riferimento per le ZPS 1. Tenuto conto dei criteri ornitologici 
indicati nella Direttiva 79/409/CEE e delle esigenze ecologiche delle specie 
presenti nelle diverse ZPS, sono individuate le sette tipologie ambientali di 
riferimento di seguito elencate:  
  
-         ambienti forestali delle montagne 
mediterranee;  
  
-         ambienti misti mediterranei; 
 
  
-         ambienti steppici;  
  
-         colonie di uccelli marini; 
 
  
-         zone umide;  
  
-         presenza di corridoi di migrazione; 
 
  
-         valichi montani ed isole rilevanti per la 
migrazione dei passeriformi e di altre specie ornitiche.  
  
2. Ogni ZPS è assegnata ad una o più 
tipologie ambientali e per essa nella definizione delle misure di conservazione 
si applicano le misure e gli indirizzi specifici per ciascuna tipologia, oltre a 
quelli validi per tutte le ZPS. Nel caso in cui una ZPS risultasse assegnata a 
due o più tipologie ambientali, per essa vigono i criteri previsti per ciascuna 
delle tipologie.  
  
3. Nell’allegato 1 che costituisce parte 
integrante del presente provvedimento vengono fornite la descrizione e la 
caratterizzazione delle sette tipologie ambientali. Nell’allegato 2 che 
costituisce parte integrante del presente provvedimento viene fornita 
l’appartenenza delle singole ZPS alle tipologie ambientali. 
 
  
4. I divieti di cui all’art. 5 dal punto a) 
al punto k) devono essere inseriti nei calendari venatori regionali di cui alla 
legge n. 157/92, art. 18, comma 4 e nei piani faunistico-venatori di cui alla 
legge n. 157/92, art. 10.  
 
  Art. 5Misure di conservazione per tutte le 
ZPS 1. In tutte le ZPS è fatto divieto di: 
 
  
a)      esercitare lattività venatoria in data 
antecedente alla terza domenica di settembre;  
  
b)      esercitare l’attività venatoria nel  mese di gennaio per più di due giornate 
prefissate alla settimana individuate tra quelle previste dal calendario 
venatorio;  
  
c)      effettuare la preapertura dellattività 
venatoria;  
  
d)      esercitare lattività venatoria in deroga ai 
sensi dellarticolo 9, paragrafo 1, lettera c), della direttiva 79/409/CEE del 
Consiglio, del 2 aprile 1979;  
  
e)      utilizzo di munizionamento a pallini di 
piombo all’interno delle zone umide, quali laghi, stagni, paludi, acquitrini, 
lanche e lagune, sia d’acqua dolce che salmastra, nonché nel raggio di 150 metri 
dalle rive più esterne a partire dalla stagione venatoria 2008/2009; 
 
  
f)        attuare la pratica dello sparo al nido nello 
svolgimento dellattività di controllo demografico delle popolazioni di corvidi, 
salvo diversa prescrizione dell’autorità di gestione della ZPS; 
 
  
g)      effettuare i ripopolamenti a scopo venatorio, 
ad esclusione di quelli realizzati con soggetti appartenenti alle specie 
autoctone mantenute in purezza e provenienti da allevamenti nazionali, e di 
quelli effettuati con fauna selvatica proveniente dalle zone di ripopolamento e 
cattura o dai centri pubblici e privati di riproduzione della fauna selvatica 
allo stato naturale insistenti sul medesimo territorio;  
  
h)      abbattere esemplari appartenenti alle specie, 
combattente (Philomacus pugnax), moretta (Ayhytia fuligula); 
 
  
i)        svolgere attività di addestramento di cani da 
caccia, con o senza sparo, prima della prima domenica di settembre e dopo la 
chiusura della stagione venatoria. Sono fatte salve le attività in corso fino a 
scadenza della specifica concessione.  
  
j)        costituire nuove zone per lallenamento e 
laddestramento dei cani e per le gare cinofile, nonché ampliare quelle 
esistenti;  
  
k)      distruggere o danneggiare intenzionalmente 
nidi, salvo quanto previsto dall’art. 9 della direttiva 79/409 e previo parere 
dell’autorità di gestione della ZPS;  
  
l)        utilizzo e spandimento di  fanghi di depurazione, provenienti dai 
depuratori urbani e industriali, con l’esclusione dei fanghi provenienti dalle 
aziende agroalimentari, sulle superfici agricole e sulle superfici naturali; 
 
  
m)    realizzare nuove discariche o nuovi impianti 
di trattamento e smaltimento di fanghi e rifiuti nonché ampliare quelli 
esistenti;  
  
n)      realizzare nuovi impianti eolici, ivi 
compresa un’area buffer di 500 metri. In un’area buffer di 5 km dalle ZPS e 
dalle IBA (Important Bird Areas) si richiede un parere di Valutazione di 
Incidenza ai fini di meglio valutare gli impatti di tali impianti sulle rotte 
migratorie degli Uccelli di cui alla Direttiva 79/409. Sono fatti salvi, previa 
positiva valutazione d’incidenza, gli interventi di sostituzione e 
ammodernamento, anche tecnologico;  
  
o)      realizzare impianti a fune permanenti, fatti 
salvi gli impianti per i quali sia stato ultimato il procedimento di 
autorizzazione, nonché fatti salvi, previa positiva valutazione d’incidenza, gli 
interventi di sostituzione e ammodernamento anche tecnologico; 
 
  
p)      aprire nuove cave e ampliare quelle 
esistenti, ad eccezione di quelle previste negli strumenti di pianificazione 
generali e di settore vigenti che abbiano conseguito la positiva valutazione di 
incidenza e prevedano altresì il recupero finale delle aree interessate 
dall’attività estrattiva a fini naturalistici;  
  
q)      svolgere attività sportiva di fuoristrada e 
motocross al di fuori delle strade esistenti;  
  
r)       eliminare o trasformare gli elementi naturali 
e seminaturali caratteristici del paesaggio agrario con alta valenza ecologica, 
in particolare, muretti a secco, terrazzamenti, specchie, cisterne, siepi, 
filari alberati, risorgive, fontanili. Sono consentite le ordinarie attività di 
manutenzione e ripristino e fatti salvi gli interventi autorizzati dall’autorità 
di gestione della ZPS;  
  
s)       convertire le superfici a pascolo permanente 
ad altri usi ai sensi dell’articolo 2 punto 2 del regolamento (CE) n. 796/04, 
fatta eccezione per interventi connessi alla sicurezza pubblica e previo parere 
dell’autorità di gestione della ZPS;  
  
t)        effettuare il livellamento dei terreni non 
autorizzati dall’ente gestore della ZPS;  
  
u)      utilizzo di diserbanti chimici nel controllo 
della vegetazione lungo le banchine stradali;  
  
v)      sorvolo, parapendio, volo a vela, arrampicata 
libera o attrezzata sulle pareti rocciose nel periodo di nidificazione dal 1 
gennaio al 30 agosto. Sono fatte salve operazione connesse alla sicurezza 
pubblica;  
  
w)    divieto di bruciatura delle stoppie e delle 
paglie, nonché della vegetazione presente al termine di prati naturali o 
seminati prima del 1 settembre, salvo interventi connessi ad emergenze di 
carattere fitosanitario e previo parere dell’autorità di gestione della ZPS; 
 
  
x)      taglio di alberi in cui sia accertata la 
presenza di nidi e dormitori di specie d’interesse comunitario; 
 
  
Le misure sopra elencate e contrassegnate 
dalle lettere da a) a k) si applicano altresì ai territori individuati p.S.I.C. 
e S.I.C. in attesa dei decreti di designazione delle Z.S.C. da parte del 
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare che conterranno 
le specifiche misure di conservazione.  
  
2. In tutte le ZPS è fatto obbligo di mettere 
in sicurezza, rispetto al rischio di elettrocuzione e impatto degli uccelli, 
elettrodotti e linee aeree ad alta e media tensione di nuova realizzazione o in 
manutenzione straordinaria o in ristrutturazione. Possibili interventi 
riguardano opere di prevenzione del rischio di elettrocuzione/collisione 
mediante luso di supporti tipo Boxer, lisolamento di parti di linea in 
prossimità e sui pali di sostegno; lutilizzo di cavi tipo elicord aerei o 
l’interramento dei cavi; l’applicazione di piattaforme di sosta, la posa di 
spirali di segnalazione, di eliche o sfere luminescenti;  
  
3. In tutte le ZPS sono indirizzi per la 
gestione:  
  
a)      informazione e sensibilizzazione della 
popolazione locale sulla rete Natura 2000;  
  
b)      incentivazione e promozione della agricoltura 
biologica;  
  
c)      forme di allevamento e agricoltura estensive 
tradizionali;  
  
d)      ripristino di habitat naturali e seminaturali 
quali ad esempio siepi, filari, boschetti, zone umide, temporanee e permanenti; 
 
  
e)      ricorso a pratiche agricole ecocompatibili; 
 
  
f)        monitoraggio delle popolazioni delle specie 
ornitiche protette dalla Direttiva 79/409/CEE e in particolare quelle 
dell’Allegato I della medesima direttiva o comunque a priorità di 
conservazione.;  
  
4. Ai procedimenti in corso alla data di 
pubblicazione del presente Regolamento, laddove si sia già provveduto al 
deposito del progetto, fatta salva la disciplina di cui al   Regolamento 
regionale 4 ottobre 2006 n.16, non si applica la norma di cui al 
precedente comma 1 lett. n);   
  
4 bis. Le prescrizioni di cui ai commi 1 e 2 
dell’art. 14 del  regolamento 
regionale 4 ottobre 2006 n. 16 non si applicano ai progetti che 
abbiano già ottenuto la determina di non assoggettabilità a VIA ovvero la 
positiva valutazione in sede di VIA prima dell’entrata in vigore del regolamento 
medesimo, né si applicano alle eventuali varianti migliorative ai progetti già 
approvati.  
 
  Art. 6Misure di conservazione e indirizzi 
gestionali  per tipologie di 
ZPS 
- ZPS caratterizzate dalla presenza  di ambienti forestali delle montagne 
mediterranee. 
  
  
Misure di conservazione obbligatorie 
 
-         divieto di impermeabilizzare le strade ad uso 
forestale;  
  
-         divieto di forestazione con essenze arboree 
alloctone;  
  
-         divieto di attività selvicolturali nel 
periodo 15 marzo-15 luglio;  
  
-         divieto di tagliate contigue superiori a 20 
ha nel corso della stessa stagione silvana; tagli superiori nella stessa 
stagione silvana sono consentiti solo conservando una fascia di 100 m tra le due 
tagliate adiacenti, fascia che può eventualmente essere utilizzata nel corso di 
tagliate successive;  
  
-         è fatto obbligo di lasciare almeno 10 
esemplari arborei ad ha, di particolari caratteristiche fenotipiche, diametriche 
ed ecologiche in grado di crescere indefinitamente e 10 esemplari arborei ad ha 
morti o marcescenti, fatti salvi interventi fitosanitari in presenza di 
conclamate patologie infestanti previo parere dell’autorità di gestione della 
ZPS;  
  
-         divieto di rimboschimento delle radure di 
superficie inferiore a 1 ha per le fustaie e 5000 mq per i cedui semplici o 
composti;  
  
-         nella realizzazione di chiudende è necessario 
permettere il passaggio della fauna selvatica;  
  
Indirizzi per la gestione 
 
Favorire l’avvicendamento all’alto fusto e 
alla disetaneità;  
  
Attività agro-silvo-pastorali in grado di 
mantenere una struttura disetanea dei soprassuoli e la presenza di radure e 
chiarie all’interno delle compagini forestali;  
  
Regolamentazioni connesse alle attività 
forestali in merito all’eventuale rilascio di matricine nei boschi cedui, alla 
eventuale indicazione di provvigioni minime, di norme su tagli intercalari, 
apertura di nuove strade e piste forestali a carattere permanente; 
 
  
Conservazione e creazione di prati 
allinterno del bosco anche di medio/piccola estensione e di pascoli ed aree 
agricole, anche a struttura complessa, nei pressi delle aree forestali. 
 
  
Manutenzione, dei muretti a secco esistenti e 
realizzazione di nuovi attraverso tecniche costruttive tradizionali; 
 
  
Conservazione delle specie arbustive ed 
arborescenti del sottobosco;  
  
Interventi selvicolturali e gestionali utili 
all’aumento della biodoversità e delle nicchie ambientali (stagni, alberi 
habitat, cataste di legna e/o roccia, ecc.).  
  
Nella realizzazione di piste forestali e/o 
viali parafuoco evitare la frammentazione delle super  
  
2. ZPS caratterizzate dalla presenza di 
ambienti misti mediterranei. 
  
Misure di conservazione obbligatorie 
 
-         divieto di impermeabilizzare le strade ad uso 
forestale;  
  
-         divieto di forestazione con essenze arboree 
alloctone;  
  
-         divieto di attività selvicolturali nel 
periodo 15 marzo-15 luglio;  
  
-         divieto di tagliate contigue superiori a 20 
ha nel corso della stessa stagione silvana; tagli superiori nella stessa 
stagione silvana sono consentiti solo conservando una fascia di 100 m tra le due 
tagliate adiacenti, fascia che può eventualmente essere utilizzata nel corso di 
tagliate successive.  
  
-         è fatto obbligo di lasciare almeno 10 
esemplari arborei ad ha, di particolari caratteristiche fenotipiche, diametriche 
ed ecologiche in grado di crescere indefinitamente e 10 esemplari arborei ad ha 
morti o marcescenti, fatti salvi interventi fitosanitari in presenza conclamate 
patologie infestanti previo parere dell’autorità di gestione della ZPS; 
 
  
-         divieto di rimboschimento delle radure di 
superficie inferiore a 1 ha per le fustaie e 5000 mq per i cedui semplici o 
composti;  
  
-         nella realizzazione di chiudende è necessario 
permettere il passaggio della fauna selvatica;  
  
Indirizzi per la gestione 
 
-         controllo della vegetazione arbustiva nei 
prati e pascoli aridi;  
  
-         manutenzione, senza rifacimento totale, dei 
muretti a secco esistenti e realizzazione di nuovi attraverso tecniche 
costruttive tradizionali e manufatti in pietra;  
  
-         ripristino di prati e pascoli tramite la 
messa a riposo dei seminativi;  
  
-         pratiche pastorali tradizionali estensive; 
 
  
-         conservazione del sottobosco; 
 
  
-         Favorire l’avvicendamento all’alto fusto e 
alla disetaneità;  
  
-         Attività agro-silvo-pastorali in grado di 
mantenere una struttura disetanea dei soprassuoli e la presenza di radure e 
chiarie all’interno delle compagini forestali;  
  
Regolamentazioni connesse alle attività 
forestali in merito all’eventuale rilascio di matricine nei boschi cedui, alla 
eventuale indicazione di provvigioni minime, di norme su tagli intercalari, 
apertura di nuove strade e piste forestali a carattere permanente; 
 
  
Conservazione e creazione di prati 
allinterno del bosco anche di medio/piccola estensione e di pascoli ed aree 
agricole, anche a struttura complessa, nei pressi delle aree forestali. 
 
  
-         nella realizzazione di piste forestali e/o 
viali parafuoco bisogna evitare la frammentazione delle superfici boscate e 
l’eccessiva riduzione del bosco;  
  
3. ZPS caratterizzate dalla presenza di 
ambienti steppici. 
  
Misure di conservazione obbligatorie 
 
-         divieto del dissodamento con successiva 
macinazione delle pietre nelle aree coperte da vegetazione naturale; 
 
  
-         divieto di impermeabilizzare le strade rurali 
esistenti e di nuova realizzazione;  
  
Indirizzi per la gestione 
 
-         mantenimento e ripristino di piccole raccolte 
d’acqua e pozze stagionali  
  
-         manutenzione, senza rifacimento totale, dei 
muretti a secco esistenti e realizzazione di nuovi attraverso tecniche 
costruttive tradizionali e manufatti in pietra;  
  
-         controllo della vegetazione arbustiva nei 
pascoli aridi;  
  
-         incentivazione delle pratiche pastorali 
tradizionali estensive;  
  
-         ripristino di pascoli aridi tramite la messa 
a riposo dei seminativi;  
  
-         coltivazione di essenze officinali con metodi 
di agricoltura biologica.  
  
4. ZPS caratterizzate dalla presenza di 
colonie di uccelli marini. 
  
Misure di conservazione obbligatorie 
 
-         Obbligo di segnalazione delle colonie 
riproduttive di uccelli delle specie coinvolte e di vietare l’accesso, 
l’ormeggio, lo sbarco, il transito, la balneazione, le attività speleologiche, 
di parapendio e di arrampicata a meno di 100 metri dalle colonie medesime 
durante i periodi di riproduzione, se non per scopo di studio e di ricerca 
scientifica espressamente autorizzati dall’ente gestore, nei seguenti periodi. 
Berta maggiore 15 marzo-30 settembre, Berta minore 1 marzo-30 luglio, Gabbiano 
corso 15 aprile- 15 luglio;  
  
Indirizzi per la gestione 
 
Controllo dei predatori introdotti dall’uomo, 
in particolare ratti, e controllo con metodi non cruenti dei cani e gatti, 
previo parere dell’autorità di gestione della ZPS nel rispetto della normativa 
vigente in materia;  
  
5. ZPS caratterizzate dalla presenza di zone 
umide. 
  
Misure di conservazione obbligatorie 
 
-         divieto di prosciugamento, anche solo 
temporaneo, delle zone umide, o delle variazioni improvvise e consistenti del 
livello dell’acqua, o della riduzione della superficie di isole zone affioranti. 
Sono fatte salve le operazioni di prosciugamento delle sole vasche salanti delle 
saline in produzione;  
  
-         divieto di bonifica delle zone umide naturali 
e seminaturali;  
  
-         divieto di interventi di controllo ovvero 
gestione della vegetazione spontanea arborea, arbustiva e erbacea all’interno 
delle zone umide e delle garzaie, attraverso taglio, sfalcio, trinciatura, 
incendio, diserbo chimico, lavorazioni superficiali del terreno, durante il 
periodo riproduttivo dell’avifauna 1 marzo-15 luglio, fatti salvi interventi 
straordinari di gestione previa autorizzazione dell’ente gestore; 
 
  
-         divieto di taglio della vegetazione 
interessata da garzaie nei periodi di nidificazione 1 marzo-15 luglio, fatti 
salvi interventi straordinari di gestione previa autorizzazione dell’ente 
gestore;  
  
-         divieto di utilizzazione dei diserbanti e del 
pirodiserbo per il controllo della vegetazione della rete idraulica (canali di 
irrigazione, fossati, scoline e canali collettori);  
  
Indirizzi per la gestione 
 
-         mantenimento di depressioni temporaneamente 
inondate nei terreni agricoli, dei ristagni nei fossati e di fossati stessi. 
 
  
-         realizzazione di impianti di pioppicoltura 
solo su superfici agricole;  
  
-         particolare attenzione mantenimento dei cicli 
di circolazione delle acque salate nelle saline abbandonate al fine di 
conservare gli habitat con acque e fanghi ipersalati idonei per Limicoli, 
Sternidi e Fenicottero;  
  
-         interventi di taglio delle vegetazione, nei 
corsi d’acqua con alveo di larghezza superiore ai 5 metri, effettuati solo su 
una delle due sponde in modo alternato nel tempo e nello spazio, al fine di 
garantire la permanenza di habitat idonei a specie vegetali e animali; 
 
  
-         creazione di isole e zone affioranti idonee 
alla nidificazione in aree dove questi elementi scarseggiano a causa di processi 
di erosione, subsidenza, mantenimento di alti livelli dell’acqua in primavera; 
 
  
-         incentivazione al mantenimento di bordi di 
campi gestiti a prato per almeno 50 centimetri di larghezza; 
 
  
-         trasformazione ad agricoltura biologica nelle 
aree agricole esistenti contigue alle zone umide;  
  
-         realizzazione di sistemi per la 
fitodepurazione;  
  
-         gestione periodica degli ambiti di canneto da 
realizzarsi solamente al di fuori del periodo di riproduzione dell’avifauna, 1 
settembre - 1 febbraio, con sfalci finalizzati alla diversificazione 
strutturale, al ringiovanimento, al mantenimento di specchi d’acqua liberi, 
favorendo i tagli a rotazione per parcelle ed evitando il taglio raso; 
 
  
-         ripristino di steppe salate, zone umide 
temporanee o permanenti, ampliamento di biotopi relitti gestiti per scopi 
esclusivamente ambientali, in particolare nelle aree contigue a lagune costiere, 
saline laghi tramite la messa a riposo dei seminativi  
  
-         utilizzo di tecniche per il risparmio idrico 
e introduzione di colture a basso fabbisogno c idrico e utilizzo di fonti di 
approvvigionamento idrico sostenibili, tra cui reflui depurati per tamponare le 
situazioni di stress idrico estivo.  
  
-         adozione di pratiche ecocompatibili nella 
pioppicoltura, tra cui il mantenimento della vegetazione erbacea durante gli 
stadi avanzati di crescita del pioppeto, il mantenimento di strisce non fresate 
anche durante le lavorazioni nei primi anni di impianto, il mantenimento di 
piccoli nuclei di alberi morti, annosi o deperienti;  
  
-         regolamentazione della realizzazione di 
sbarramenti idrici, degli interventi di artificializzazione degli alvei e delle 
sponde tra cui rettificazioni, tombamenti, canalizzazioni, arginature, riduzione 
della superficie di isole e/o zone affioranti;  
  
-         adozione di interventi di rinaturalizzazione 
dei corsi d’acqua;  
  
6. ZPS caratterizzate da presenza di corridoi 
di migrazione. 
  
Misure di conservazione obbligatorie 
 
-         divieto di utilizzo del parapendio nei 
periodi compresi tra i mesi di Marzo e Maggio e i mesi di Agosto e Ottobre. 
 
  
Indirizzi per la gestione 
 
-         conservazione delle aree aperte in cui si 
creano le correnti termiche utilizzate dagli uccelli veleggiatori; 
 
  
-         sorveglianza e monitoraggio durante il 
periodo di migrazione.  
  
7. ZPS caratterizzate dalla presenza di 
valichi montani ed isole rilevanti per la migrazione dei passeriformi e di altre 
specie ornitiche. 
  
Indirizzi per la gestione 
 
-         Incentivare la riduzione dell’inquinamento 
luminoso.  
  
-         Conservazione e Realizzazione di aree 
trofiche adatte all’alimentazione delle specie.  
 
  Art. 7Abrogazione  Il presente Regolamento abroga il 
regolamento regionale 4 settembre 2007 n.22.
 
   Il presente Regolamento sarà pubblicato 
sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia  
ai sensi e per gli effetti dell’art. 53 comma 1 della L.R.12/05/2004, n. 
7 “Statuto della Regione Puglia”. E’ fatto obbligo a chiunque spetti di 
osservarlo e farlo osservare come Regolamento della Regione Puglia.   
 
  Allegato  1 DESCRIZIONE E CARATTERIZZAZIONE 
DELLE TIPOLOGIE AMBIENTALI DI RIFERIMENTO PER LE ZPS. 1 - SITI CARATTERIZZATI DA 
AMBIENTI FORESTALI DELLE MONTAGNE MEDITERRANEE  
  
Specie caratteristiche: 
 
Falco pecchiaiolo (Pernis 
apivorus), Nibbio bruno (Milvus migrans), Nibbio reale (Milvus 
milvus), Picchio rosso mezzano (Dendrocopus medius), Picchio 
dorsobianco (Dendrocopus leucotus), Balia dal collare (Ficedula 
albicollis)  
  
CARATTERISTICHE GENERALI 
 
  
Questa tipologia riguarda 
principalmente le aree forestali del Gargano e in misura minore quelle del 
Appennino dauno. Si tratta per lo più di faggete e querceti. Sono invece state 
escluse da questa tipologia le pinete costiere, i querceti termofili e le 
leccete mediterranee, che si è scelto di trattare nella tipologia “ambienti 
misti mediterranei”. Questa scelta è fondata sul fatto che questi ambienti non 
ospitano di norma specie di uccelli legate in modo stretto ed univoco a 
specifici habitat (com’è invece il caso di alcuni picchi per i boschi del 
Gargano), bensì ad un mosaico ambientale composto da macchia mediterranea, 
pascoli, coltivi, dune costiere, ecc. Il valore conservazionistico dei siti, per 
quel che riguarda l’avifauna, dipende in maniera preponderante dall’età e dalla 
qualità ambientale dei boschi, a sua volta dipendenti dalla gestione forestale 
passata e presente. I boschi maturi e ben strutturati sono assai rari nella 
nostra regione, praticamente assenti al di fuori del Gargano. In alcuni casi si 
assiste anche ad una progressiva maturazione dei cedui, spesso ricondotti a 
fustaia da appositi interventi gestionali. La gestione dei boschi deve in questi 
siti tenere conto delle specifiche esigenze delle specie prioritarie, sia 
presenti che potenziali. Vanno evitati interventi gestionali di cui non siano 
state valutate attentamente le ricadute sulla fauna. In linea generale va 
favorito il ripristino di un variegato mosaico ambientale con alternanza di 
vecchie fustaie, cedui attivi e zone aperte.  
  
FATTORI CHIAVE PER LE SPECIE 
 
1. Disponibilità di habitat 
idoneo  
1.1. Falco pecchiaiolo: boschi 
planiziali e collinari, generalmente aperti, di latifoglie dai 0 ai 1000 m 
s.l.m., preferibilmente fustaie di Quercia e Faggio di media e vasta estensione, 
inframmezzati da aree aperte con presenza di Imenotteri sociali (preda 
principale della specie);  
1.2. Nibbio bruno: aree 
forestali planiziali e collinari dai 0 ai 1000 m s.l.m., con presenza di aree 
aperte, pascoli e aree agricole inframmezzate da alberi, preferibilmente nei 
pressi di aree umide o discariche urbane a cielo aperto;  
1.3. Nibbio reale: aree 
forestali planiziali e collinari dai 0 ai 1000 m s.l.m., con presenza di vaste 
aree aperte, pascoli e aree agricole inframmezzate da alberi, spesso in 
prossimità di discariche. Pratica tradizionale della pastorizia brada, 
soprattutto ovina;  
1.4. Picchio rosso mezzano: 
aree boscate mature con abbondanza di alberi morti e vetusti; 
 
1.5. Picchio dorsobianco: aree 
boscate mature con abbondanza di alberi morti e vetusti;  
1.6. Balia dal collare: aree 
forestali mature prevalentemente a Faggio.  
  
2 - SITI CARATTERIZZATI DA 
AMBIENTI MISTI MEDITERRANEI  
  
Specie caratteristiche: 
 
Falco pecchiaiolo (Pernis 
apivorus), Nibbio bruno (Milvus migrans), Nibbio reale (Milvus 
milvus), Capovaccaio (Neophron percnopterus), Biancone (Circaetus 
gallicus), Albanella minore (Circus pygargus), Pellegrino (Falco 
peregrinus), Lanario (Falco biarmicus), Grillaio (Falco 
naumanni), Quaglia (Coturnix coturnix), Occhione (Burhinus 
oedicnemus), Ghiandaia marina (Coracias garrulus), Gufo reale 
(Bubo bubo), Succiacapre (Caprimulgus europaeus), Calandra 
(Melanocorypha calandra), Calandrella (Calandrella brachydactyla), 
Allodola (Alauda arvensis), Tottavilla (Lulla arborea), 
Cappellaccia (Galerida cristata), Calandro (Anthus campestris), 
Monachella (Oenanthe hispanica), Averla piccola (Lanius collurio), 
Averla capirossa (Lanius senator), Averla cenerina (Lanius minor), 
Sterpazzola di Sardegna (Sylvia conspicillata), Sterpazzolina (Sylvia 
cantillans), Zigolo capinero (Emberiza melanocephala). 
 
  
CARATTERISTICHE GENERALI 
 
  
Questa tipologia raggruppa una 
vastissima gamma di paesaggi, anche molto diversi tra loro. Questi ambienti sono 
stati raggruppati in un’unica tipologia in quanto caratterizzati per lo più da 
specie tipicamente mediterranee e da una serie di problematiche comuni 
(bracconaggio, incendi, urbanizzazione diffusa, ecc.). Tra gli habitat che si 
trovano in questi siti si possono annoverare pinete costiere, leccete, macchia e 
gariga mediterranee, coltivi di vario genere, pascoli aridi, ecc. Nella 
stragrande maggioranza dei casi i siti inclusi in questa tipologia sono 
caratterizzati da paesaggi a mosaico, composti da vari ambienti, inframmezzati 
gli uni agli altri, caratteristici del Gargano e dell’area delle Gravine. Nella 
gran parte dei casi si tratta di ambienti profondamente modellati dalle attività 
umane e sottoposti ad elevatissima pressione antropica. Le minacce a questi siti 
sono, di conseguenza, numerose e differenziate. Si può tuttavia indicare la 
sottrazione e frammentazione degli habitat in seguito alla crescente 
antropizzazione (urbanizzazione, realizzazione di infrastrutture, 
intensificazione agricola) come la problematica centrale di questi ambienti. Per 
alcune specie, come ad esempio molti rapaci, il problema principale rimane il 
disturbo antropico.  
  
FATTORI CHIAVE PER LE SPECIE 
 
1. Disponibilità di habitat 
idoneo  
1.1. Mosaici di pascoli, boschi 
adatti alla nidificazione e coltivi con ricca entomofauna, in particolare 
Imenotteri sociali e Ortotteri (Falco pecchiaiolo);  
1.2. Mosaici di pascoli con 
coltivi come aree di alimentazione e boschi adatti alla nidificazione (Nibbio 
bruno, Nibbio reale);  
1.3. Mosaici di pascoli, 
macchia mediterranea bassa e gariga con abbondanza di ovini allo stato brado e 
con buona disponibilità di mammiferi selvatici di piccola taglia. Presenza di 
falesie indisturbate per la nidificazione (Capovaccaio);  
1.4. Mosaici di pascoli, gariga 
con abbondanza di ofidi e boschetti o grossi alberi isolati adatti alla 
nidificazione (Biancone);  
1.5. Incolti, pascoli, coltivie 
macchia a bassa copertura del suolo con ricche popolazioni di micromammiferi e 
Passeriformi (Albanella minore);  
1.6. Pascoli, coltivi, gariga 
con ricche popolazioni di Ortotteri e Sauri. Importante inoltre la disponibilità 
di siti riproduttivi idonei, situati in centri storici (Grillaio); 
 
1.7. Mosaici di incolti, 
pascoli, coltivi e gariga (Quaglia e Occhione);  
1.8. Pascoli, coltivi, gariga 
con ricche popolazioni di Ortotteri e Sauri. Importante inoltre la disponibilità 
di siti riproduttivi idonei: presenza di grandi alberi isolati, manufatti 
abbandonati e rupi (Ghiandaia marina);  
1.9. Ambienti rupestri con 
bassa pressione antropica idonei alla riproduzione in prossimità di aree idonee 
all’alimentazione; presenza di ambienti aperti con adeguate risorse trofiche 
disponibili tutto l’anno, ovvero abbondanza di prede di taglia medio-grande, ad 
es. Lepre, Ratto, Riccio, ecc. (Gufo reale);  
1.10.Gariga e macchia bassa con 
ricche popolazioni di Lepidotteri (Succiacapre);  
1.11.Mosaici di incolti, 
pascoli, coltivi e gariga (Calandra, Calandrella, Allodola, Tottavilla); 
 
1.12.Mosaici di incolti, 
pascoli, coltivi e gariga con affioramento roccioso (Calandro), 
 
1.13.Mosaici di incolti e 
pascoli con affioramenti rocciosi (Monachella);  
1.14.Pascoli, coltivi, gariga 
con ricche popolazioni di Ortotteri e Sauri (Averla piccola, Averla capirossa e 
Averla cenerina);  
1.15.Macchia mediterranea, 
gariga e coltivi inframmezzati da siepi con ricca entomofauna (Sterpazzola di 
Sardegna, Sterpazzolina, Occhiocotto);  
1.16.Coltivi e pascoli in forme 
tradizionali, con una bassa densità di cespugli e fasce boscate; radure nelle formazioni 
forestali, formazioni erbacee discontinue, alberi ed 
arbusti sparsi (Zigolo capinero);  
1.17.Ambienti rupestri 
indisturbati con abbondanza di prede (Lanario, Pellegrino). 
 
  
3 - SITI CARATTERIZZATI DA 
AMBIENTI STEPPICI  
  
Specie caratteristiche: 
 
Grillaio (Falco 
naumanni), Albanella minore (Circus pygargus), Biancone (Circaetus 
gallicus), Capovaccaio (Neophron percnopterus), Lanario (Falco 
biarmicus), Gallina prataiola (Tetrax tetrax), Occhione (Burhinus 
oedicnemus), Pernice di mare (Glareola pratincola), Limicoli 
svernanti (Charadriiformes), Ghiandaia marina (Coracias garrulus), 
Calandra (Melanocorypha calandra), Calandrella (Calandrella 
brachydactyla), Cappellaccia (Galerida cristata), Calandro (Anthus 
campestris), Averla capirossa (Lanius senator), Averla cenerina 
(Lanius minor), Monachella (Oenanthe hispanica) 
 
  
CARATTERISTICHE GENERALI 
 
  
Gli ambienti “steppici” 
caratteristici della Murgia, Gargano, Gravine, ecc. sono costituiti da paesaggi 
seminaturali aridi, caratterizzati dal predominio della vegetazione erbacea. 
Questi ambienti, formatisi nei secoli in seguito all’esercizio del pascolo, 
primariamente ovino, rappresentano attualmente una delle tipologie ambientali 
più minacciate a livello regionale, nazionale ed internazionale. Si è scelto di 
trattare in questa tipologia in generale tutti gli ambienti aperti aridi, 
assimilabili per avifauna agli ambienti più propriamente steppici. Il fattore 
assolutamente preponderante nel determinare la sopravvivenza di tutte le specie 
steppiche è la persistenza dell’habitat. Le principali minacce alle specie 
steppiche sono dovute alla distruzione dell’habitat, in seguito 
all’intensificazione agricola previa frantumazione e macinatura dei substrati 
rocciosi, opere di imboschimento artificiale e all’urbanizzazione. 
 
  
Le specie di maggiore rilevanza 
sono indubbiamente il Grillaio, specie globalmente minacciata e la Gallina 
prataiola, specie in fortissima regressione.  
  
FATTORI CHIAVE PER LE SPECIE 
 
1. Presenza di habitat idoneo (tutte le specie)  
1.1. Associazioni vegetali di tipo steppico 
semiarido sfruttate a pascolo, per lo più ovino e stagionale (es. 
Asphodeletum);  
1.2. Pascoli coltivati (es. Hordeum 
sp);  
1.3. Boschi degradati o Pascoli arborati con 
prevalenza di vegetazione erbacea;  
1.4. Colture          arboree abbandonate (soprattutto 
mandorleti) con soprassuoli colonizzati da ambienti steppici; 
 
1.5. Monocolture cerealicole, inframmezzate 
da altre tipologie di vegetazione erbacea seminaturale;  
1.6. Terreni a riposo, prati pascoli non 
arati da almeno due anni; 
2. 
Disponibilità di centri storici, edifici rurali tradizionali, ponti in pietra o 
ambienti rupestri adatti alla nidificazione (Grillaio, Ghiandaia 
marina); 
3. 
Permanenza di muretti a secco, utilizzabili per la nidificazione o che 
forniscono rifugio alle specie preda (Biancone, 
Monachella); 
4. 
Assenza di disturbo alle covate (Albanella minore, Gallina prataiola, 
Occhione); 
5. 
Limitata mortalità per cause antropiche: bracconaggio, collisione con elettrodotti e 
impianti eolici, mortalità su strade (tutte le specie).  
  
  
4 - SITI CARATTERIZZATI DA COLONIE DI UCCELLI 
MARINI  
Specie caratteristiche: 
 
  
Berta maggiore (Calonectris 
diomedea), Berta minore (Puffinus yelkouan), Falco della Regina 
(Falco eleonorae), Gabbiano corso (Larus audouini) 
 
  
CARATTERISTICHE GENERALI 
 
  
Questa tipologia raggruppa i 
siti costieri che ospitano colonie di uccelli marini. Data la particolarità di 
questa tipologia, l’eccezionale vulnerabilità ambientale di questi siti ed il 
limitato numero di fattori di minaccia e di specie coinvolte, si è scelto un 
livello di approfondimento superiore rispetto alle altre tipologie trattate. 
 
Allo stato attuale, le uniche 
colonie di uccelli marini presenti sono localizzata su piccole isole, in 
particolare arcipelago delle Tremiti e isola di Santa Andrea. Verosimilmente, 
l’attuale selezione degli habitat di nidificazione è almeno in parte 
condizionata dalla necessità di fuggire il crescente disturbo antropico e 
l’aumentata presenza di mammiferi predatori, in molti casi introdotti ad opera 
dell’uomo (ratti in primis, ma anche gatti e cani 
inselvatichiti). 
Tutte le specie considerate 
sono, ad eccezione del Gabbiano corso, caratterizzate da una spiccata fedeltà al 
sito di nidificazione; per quest’ultimo è invece più opportuno parlare di 
fedeltà ad un’area di nidificazione, che può comprendere diversi siti utilizzati 
in maniera alternativa negli anni.  
La fedeltà al sito di 
nidificazione può determinare da un lato la persistenza di adulti che tentano di 
insediarsi in siti divenuti inadatti (es. colonie di Berte che continuano ad 
insediarsi nel medesimo sito nonostante la sistematica predazione di uova e 
pulli da parte di ratti), dall’altro la difficoltà a colonizzare in tempi brevi 
siti usualmente non utilizzati, resi nuovamente adatti da interventi di 
rimozione o contenimento dei predatori. Il falco della Regina attualmente sembra 
non nidificare più alle isole Tremiti.  
  
FATTORI CHIAVE PER LE SPECIE 
 
- Disponibilità di habitat 
adatto. Le Berte necessitano 
di isole o tratti di costa ripidi e caratterizzati dalla presenza di grotte, 
piccole cavità e/o accumuli di grossi massi (es. frane consolidate) sotto i 
quali scavare il nido. Il Gabbiano corso si insedia su piccole isole, anche 
rocciose, con ridotta presenza di Gabbiano reale. 
 - Disponibilità di risorse alimentari 
accessibili in prossimità della colonia. Anche se la situazione italiana risulta 
poco conosciuta sotto questo aspetto, è noto che la distribuzione delle risorse 
alimentari condiziona in maniera forte le popolazioni di uccelli marini e la 
localizzazione delle loro colonie. L’unica specie, tra quelle considerate, per 
la quale sono disponibili dati al riguardo è il Gabbiano corso. Per questa 
specie è nota l’importanza di aree con acque profonde prossime ai siti di 
nidificazione, nelle quali la specie si alimenta di Clupeidi spinti in 
superficie da tonni e cetacei. 
 - Assenza di predatori. La presenza di mammiferi predatori di norma 
impedisce l’insediamento delle colonie o ne riduce enormemente il successo 
riproduttivo. La predazione a carico di uova o pulli da parte del Ratto è in 
grado di azzerare la produttività delle colonie di Berte. Il protrarsi di 
condizioni sfavorevoli all’involo di pulli determina di solito l’abbandono del 
sito di nidificazione nel breve o medio periodo. La predazione da parte di cani 
e gatti sembra avere un effetto più ridotto su queste specie, interessando in 
particolare i nidi meno profondi (la specie più soggetta a rischio per la 
propensione a nidificare anche in cavità esposte è la Berta maggiore). I ratti 
non rappresentano un fattore di disturbo per il Gabbiano corso, mentre la 
presenza di cani o gatti domestici o inselvatichiti può costituire un serio 
pericolo, sia per la predazione diretta di uova e pulli che per il disturbo 
arrecato alle colonie. Anche la competizione con il Gabbiano reale mediterraneo 
rappresenta un fattore di rischio per il gabbiano Corso sull’isola di 
sant’Andrea. 
 - Assenza di disturbo ai siti di 
nidificazione. Tra le specie 
considerate, le Berte sembrano in grado di tollerare una certa presenza 
antropica e quella di mammiferi non predatori durante il periodo di 
nidificazione, purché la stessa non interessi l’interno delle cavità di 
riproduzione. Sono invece documentati casi di abbandono o mancato insediamento di colonie di Gabbiano corso in 
seguito al disturbo arrecato dall’uomo o da grossi mammiferi (es. mufloni, 
cinghiali, bestiame domestico allo stato brado). Un’elevata densità di Gabbiano 
reale può avere un impatto negativo sul Gabbiano corso, per l’occupazione dei 
siti più adatti alla nidificazione e per l’innescarsi di interazioni di tipo 
competitivo (cleptoparassitismo) o, in misura minore, predatorio nei confronti 
di uova o pulli. 
  
  
5 - SITI CARATTERIZZATE DA 
PRESENZA DI ZONE UMIDE E COSTE  
  
Specie caratteristiche: 
 
Strolaghe (Gavia spp.), 
Svassi (Podiceps spp.), Marangone minore (Phalacrocorax pygmaeus), 
Fenicottero (Phoenicopterus ruber), Ardeidi (Ardeidae), Spatola 
(Platalea leucorodia), Mignattaio (Plegadis falcinellus), Anatidi 
(Anatidae), Falco di palude (Circus aeruginosus), Nibbio bruno 
(Milvus migrans), Rallidi (Rallidae), Pernice di mare (Glareola 
pratincola), Limicoli (Charadriiformes), Laridi (Laridae), 
Sternidi (Sternidae), Forapaglie castagnolo (Acrocephalus melanopogon) 
 
  
CARATTERISTICHE GENERALI 
 
  
In questa categoria sono 
raggruppate tutte le zone umide, sia salmastre che di acqua dolce lentiche e 
lotiche. Si tratta di una categoria estremamente ampia che include ambienti 
anche molto diversi come ad esempio saline (Marghertita di Savoia), lagune 
(Lesina e Varano), valli da pesca, laghi, invasi artificiali, tratti terminali 
dei fiumi (Candelaro, Cervaro, Carapelle), coste.  
  
Nella gestione di questi 
ambienti è importante prestare particolare attenzione ai progetti inerenti 
infrastrutture viarie (di qualsiasi tipo), condotti (acqua, gas, petrolio), 
aeroporti, porti, centrali energetiche, edifici, difesa delle sponde 
dall’erosione, tralicci e antenne di altezza superiore a 30 metri, linee 
elettriche di media ed alta tensione, centrali elettriche di trasformazione e 
produzione, infrastrutture portuali (inclusi i porti turistici). Va prestata 
attenzione all’adeguamento dei piani di gestione forestale e agricola, alla 
pianificazione delle attività estrattive, ai piani di prelievo idrico 
all’interno del sito e nella parte di bacino idrologico che alimenta la zona 
umida, alla pianificazione delle attività venatorie e di pesca sportiva, alla 
pianificazione delle attività ricreative e di fruizione turistica. Grande 
attenzione va fatta anche agli interventi di alterazione della morfologia 
costiera (ripascimento dei litorali, taglio di cordoni dunosi, difesa costiera) 
ed a quelli per il miglioramento della navigazione, così come alla realizzazione 
di discariche di RSU all’interno della ZPS e nel territorio contiguo e ai piani 
di bonifica e risanamento ambientale (siti inquinati, rimozione sedimenti, 
ecc.). Vanno infine adeguatamente pianificati i piani di controllo delle zanzare 
effettuati sia con prodotti chimici di sintesi, sia con metodi di lotta 
biologica (es. Bacillus thuringensis).  
  
Estremamente importante appare 
la corretta gestione dei livelli delle acque nella ZPS Saline di Margherita di 
Savoia, tenendo conto delle attività produttive presenti e del rilevante valore 
conservazionistico per la numerosa presenza di specie nidificanti. 
 
Altrettanto importante appare 
la gestione delle coltivazioni comprese nei pressi o tra le varie zone umide che 
ad es. compongono la ZPS “Paludi presso il Golfo di Manfredonia” o che 
circondano il versante sud della laguna di Lesina.  
  
FATTORI CHIAVE PER LE SPECIE 
 
- Disponibilità di siti idonei per la 
nidificazione in aree con buona disponibilità di risorse 
trofiche. Fattore importante 
per tutte le specie considerate e in particolare per le specie coloniali 
(Marangone minore, Fenicottero, Mignattaio, parte degli Ardeidi, Sternidi, 
Limicoli, Pernice di mare). 
  
1.1. Mignattaio, Marangone 
minore, Nitticora, Garzetta, Sgarza ciuffetto nidificano sia su alberi e arbusti 
sia in canneti in aree tranquille o comunque difficilmente raggiungibili da 
predatori e dall’uomo. Prioritaria appare la corretta gestione dei filari di 
eucalipti del Lago Salso;  
1.2. Airone rosso, Tarabuso e 
Tarabusino nidificano esclusivamente in canneti Prioritaria appare la corretta 
gestione dei canneti del Lago Salso;  
1.3. Gli Svassi necessitano di 
zone umide con vegetazione acquatica galleggiante, semisommersa ed emergente su 
cui e con la quale costruire nidi galleggianti;  
1.4. Gli Anatidi necessitano di 
isole e sponde dolcemente digradanti con vegetazione erbacea e di vaste zone con 
vegetazione palustre sommersa, galleggiante ed emergente; 
1.5. I Rallidi necessitano di 
zone con canneti densi e lussureggianti e con piante acquatiche semisommerse e 
galleggianti; 
1.6. Limicoli, Laridi, Sternidi 
e Fenicottero necessitano di isole e zone affioranti sabbiose/fangose con 
vegetazione scarsa o nulla, difficilmente raggiungibili da predatori terrestri; 
 
1.7. La Pernice di mare 
nidifica su superfici sabbiose/fangose con vegetazione scarsa o nulla, 
costituite in genere da zone umide in corso di prosciugamento e da campi con 
coltivazioni tardive (soia, pomodori) o che hanno subito lavorazioni 
primaverili;  
1.8. Il Forapaglie castagnolo 
necessita di canneti estesi e diversificati alternati a chiari d’acqua libera. 
 
- Disponibilità di isole e di zone affioranti 
sabbiose/fangose/ghiaiose con vegetazione scarsa o assente, difficilmente 
raggiungibili da predatori terrestri. Fattore chiave per assicurare, oltre che 
ambienti idonei per la nidificazione di Fenicottero, Limicoli, Laridi e 
Sternidi, siti per la sosta e il riposo di Ardeidi, Anatidi, Limicoli e Sternidi 
durante il giorno e la notte nel corso dell’anno. Nella ZPS Saline di Margherita 
di Savoia il numero di isole e zone affioranti adatte alla nidificazione di 
Limicoli e Sternidi è fortemente correlato alla gestione del livello delle acque 
in salina e alla gestione degli argini artificiali. La realizzazione di isole 
artificiali nell’ambito di un progetto POR ha avuto notevoli risultati positivi; 
 - Competizione del Gabbiano reale per l’uso di 
siti idonei per la nidificazione. Il precoce insediamento della crescente 
popolazione nidificante di Gabbiano reale, nella Saline di Margherita di Savoia, 
limita il numero di siti idonei per la nidificazione di Limicoli e Sternidi che 
si insediano 1-2 mesi dopo. 
 - Elevata disponibilità di invertebrati tipica 
delle zone umide con scarso uso di pesticidi con aree circostanti coltivate in 
maniera estensiva. Fattore 
rilevante per Pernice di mare, Sterna zampenere e in generale per tutti i 
limicoli nidificanti e migratori, per alcune specie di Laridi e Sternidi. 
Essenziale appare la conservazione e il ripristino delle steppe salate esterne 
alle Saline di Margherita di Savoia e la creazione di incolti tramite la messa a 
riposo di seminativi 
 - Predazione da parte di ratti, Gabbiani reali, 
cani e gatti vaganti, Corvidi. Fenicottero, Limicoli, Sternidi, Laridi 
  
  
6 - SITI CARATTERIZZATI DALLA PRESENZA DI 
BOTTLE-NECK  
  
Specie caratteristiche: 
 
  
Cicogna bianca (Ciconia 
ciconia), Cicogna nera (Ciconia nigra), Gru (Grus grus), Falco 
pescatore (Pandion haliaetus), Biancone (Circaetus gallicus), 
Nibbio bruno (Milvus migrans), Aquila minore (Hieraaetus 
pennatus), Falco di palude (Circus aeruginosus), Albanella minore 
(Circus pygargus), Albanella pallida (Circus macrourus), Falco 
pecchiaiolo (Pernis apivorus), Gheppio (Falco tinnunculus), 
Grillaio (Falco naumanni), Falco cuculo (Falco vespertinus), 
Capovaccaio (Neophron percnopterus).  
  
CARATTERISTICHE GENERALI 
 
  
Da alcuni anni, in Italia, le 
ricerche sul transito dei rapaci diurni, e dei grandi veleggiatori, sono in 
aumento. Di recente, significative informazioni raccolte sul passaggio 
primaverile ed autunnale dei rapaci in migrazione sono state raccolte per il 
Gargano e per Capo d’Otranto. Anche le Isole Tremiti sembrano rappresentare un 
importante punto di passaggio.  
La corretta gestione di questi 
siti richiede una particolare attenzione ai progetti di costruzione di strade, 
vie di accesso ed altre infrastrutture viarie, in particolare lungo crinali, 
valichi e linee di costa, così come ai progetti di costruzione di elettrodotti e 
di edifici, tralicci, antenne, ponti ed altre strutture di altezza superiore ai 
30 metri.  
Notevole attenzione va prestata 
anche ai progetti per la realizzazione di linee elettriche a media e ad alta 
tensione ed a quelli di costruzione di aeroporti ed eliporti (anche di piccole 
dimensioni) ed alla pianificazione delle attività di volo a bassa e media quota 
di mezzi aerei (civili e militari).  
  
7. - SITI CARATTERIZZATI DALLA 
PRESENZA DI VALICHI MONTANI ED ISOLE, IMPORTANTI PER LA MIGRAZIONE DEI 
PASSERIFORMI E DI ALTRE SPECIE  
  
Specie caratteristiche: 
 
Tortora (Streptopelia 
turtur), Gruccione (Merops apiaster), Succiacapre (Caprimulgus 
europaeus), Topino (Riparia riparia), Calandro (Anthus 
campestris), Codirosso (Poenicurus phoenicurus), Saltimpalo 
(Saxicola torquata), Monachella (Oenanthe hispanica), Codirossone 
(Monticola saxatilis), Pigliamosche (Muscicapa striata), Balia dal 
collare (Ficedula albicollis), Averla piccola (Lanius collurio), 
Averla capirossa (Lanius senator), Ortolano (Emberiza hortulana). 
 
Altre specie: Passera scopaiola 
(Prunella modularis), Pettirosso (Erithacus rubecula), Usignolo 
(Luscinia megarhynchos), Stiaccino (Saxicola rubetra), Merlo 
(Turdus merula), Tordo bottaccio (Turdus philomelos), Cesena 
(Turdus pilaris), Tordo sassello (Turdus iliacus), Tordela 
(Turdus viscivorus), Forapaglie (Acrocephalus schoenobaenus), 
Canapino maggiore (Hippolais polyglotta), Sterpazzolina (Sylvia 
cantillans), Sterpazzola (Sylvia communis), Beccafico (Sylvia 
borin), Capinera (Syilvia atricapilla), Luì verde (Phylloscopus 
sibilatrix), Regolo (Regulus regulus), Fiorrancino (Regulus 
ignicapillus), Balia dal collare (Ficedula albicollis), Balia nera 
(Ficedula hypoleuca), Fringuello (Fringilla coelebs), Lucherino 
(Carduelis spinus)  
  
CARATTERISTICHE GENERALI 
 
  
Da alcuni anni, in Italia, sono 
in aumento le ricerche sul transito primaverile dei Passeriformi migratori 
diurni e notturni lungo le principali isole del Mediterraneo centrale, grazie 
alle informazioni raccolte durante il “Progetto Piccole Isole” coordinato 
dall’INFS (Istituto Nazionale Fauna Selvatica) (Spina et al. 1993, 
Messineo et al. 2001). Importanti informazioni sulla fenologia del 
passaggio primaverile dei Passeriformi migratori transhariani sono state 
raccolte all’interno del “Progetto Piccole Isole” per le isole Tremiti. 
 
La gestione di questi siti 
richiede una particolare attenzione ai progetti di costruzione di grandi opere 
pubbliche lungo i valichi montani, le isole e la linea di costa, di 
infrastrutture viarie (di qualsiasi tipo), tralicci e antenne di altezza 
superiore a 30 metri, di linee elettriche a media e ad alta tensione, nonché di 
fari o altre potenti fonti di illuminazione artificiale (inclusi grossi edifici 
che resterebbero illuminati durante la notte). Speciale attenzione va fatta 
anche alla pianificazione dell’attività venatoria.  
 
  Allegato  2 CLASSIFICAZIONE DELLE ZPS PER 
TIPOLOGIE AMBIENTALI 
| 
    | 
 DENOMINAZIONE  | 
 CODICE  | 
 (Ha)  | 
 TIPOLOGIA 
AMBIENTALE  |  
| 
 1. 
  | 
 Saline di Margherita 
di Savoia   | 
 IT9110006  | 
 4.860   | 
 •Zone Umide   |  
| 
 2. 
  | 
 Palude di Frattarolo 
  | 
 IT9110007  | 
 279   | 
 •Zone Umide   |  
| 
 3. 
  | 
 Monte Barone 
  | 
 IT9110010  | 
 177   | 
 •Ambienti Misti Mediterranei; 
  |  
| 
 4. 
  | 
 Falascone 
  | 
 IT9110017  | 
 57   | 
 •Ambienti Forestali delle Montagne 
Mediterranee   |  
| 
 5. 
  | 
 Foresta Umbra 
  | 
 IT9110018  | 
 436   | 
 •Ambienti Forestali delle Montagne 
Mediterranee   |  
| 
 6. 
  | 
 Sfilzi 
  | 
 IT9110019  | 
 69   | 
 •Ambienti Forestali delle Montagne 
Mediterranee   |  
| 
 7. 
  | 
 Ischitella e Carpino 
  | 
 IT9110036  | 
 314   | 
 •Ambienti Forestali delle Montagne 
Mediterranee   |  
| 
 8. 
  | 
 Lago di Lesina 
  | 
 IT9110031  | 
 927   | 
 •Zone Umide   |  
| 
 9. 
  | 
 Valloni e steppe 
pedegarganiche   | 
 IT9110008  | 
 29.817   | 
 •Ambienti Misti Mediterranei; 
 
•Ambienti Steppici 
  |  
| 
 10. 
  | 
 Valloni di Mattinata 
Monte Sacro   | 
 IT9110009  | 
 6.510   | 
 •Ambienti Misti Mediterranei; 
  |  
| 
 11. 
  | 
 Laghi di Lesina e 
Varano   | 
 IT9110037  | 
 11.200   | 
 •Zone Umide  
•Ambienti Misti Mediterranei; 
  |  
| 
 12. 
  | 
 Paludi presso il 
Golfo di Manfredonia   | 
 IT9110038  | 
 7.800   | 
 •Zone Umide   |  
| 
 13. 
  | 
 Promontorio del 
Gargano   | 
 IT9110039  | 
 70013   | 
 •Ambienti Forestali delle Montagne 
Mediterranee • Ambienti Misti Mediterranei; 
 
•Ambienti Steppici;  
•Bottle-Neck   |  
| 
 14. 
  | 
 Isole Tremiti 
  | 
 IT9110040  | 
 360   | 
 •Isole importanti 
per la migrazione dei Passeriformi e di altre Specie  
•Colonie di Uccelli Marini 
  |  
| 
 15 
  | 
 Alta Murgia 
  | 
 IT9120007  | 
 125.880   | 
 •Ambienti Misti Mediterranei 
 
•Ambienti Steppici; 
  |  
| 
 16 
  | 
 Le Cesine 
  | 
 IT9150014  | 
 647   | 
 •Zone Umide   |  
| 
 17 
  | 
 Torre Guaceto 
  | 
 IT9140008  | 
 548   | 
 •Zone Umide   |  
| 
 18 
  | 
 Stagni e saline di 
Punta della Contessa   | 
 IT9140003  | 
  214 
  | 
 •Zone Umide   |  
| 
 19 
  | 
 Area delle Gravine 
  | 
 IT9130007  | 
 26.740   | 
 •Ambienti Misti Mediterranei; 
 
•Ambienti Steppici; 
  |  
| 
 20 
  | 
 Litorale di 
Gallipoli, Isola di Sant’Andrea   | 
 IT9150015  | 
 400   | 
 •Zone Umide  
•Colonie di Uccelli Marini    |   
 
  
                                
                                
                             |