Legge Regionale 12 maggio 1980, n. 42 Norme organiche per l' attuazione del diritto allo studio.
TITOLO I Finalita della legge
Art. 1(Obiettivi) La Regione, allo scopo di favorire un costante rapporto tra scuola, societa e mondo del lavoro, programma, promuove ed attua interventi diretti a rimuovere gli ostacoli alla piena fruizione del diritto allo studio anche nel quadro dell educazione permanente e secondo le esigenze dell istruzione ricorrente. Tali interventi sono fiscalizzati alla realizzazione degli obiettivi di sviluppo umano, culturale e sociale di cui agli articoli 7 e 8 dello Statuto della Regione Puglia e in applicazione del DPR 24/ 7/ 1977, n. 616.
Art. 2(Destinatari) La presente legge e destinata agli utenti delle scuole pubbliche di ogni ordine e grado, con particolare riferimento alla scuola materna e dell obbligo, agli studenti delle Universita e, per quanto riguarda la promozione culturale ed educativa, a tutti i cittadini.
Art. 3(Forme di intervento) Al conseguimento degli obiettivi previsti dal precedente art. 1, la Regione provvede mediante: a) l erogazione di finanziamenti ai Comuni per l espletamento delle funzioni ad essi attribuite a norma degli artt. 42 e 45 del DPR 616/ 77 e da estendersi anche alle scuole materne; b) i supporti tecnici all azione di orientamento scolastico svolta dai distretti scolastici; c) la realizzazione di strutture e servizi per la educazione permanente e la istruzione ricorrente di tutti i cittadini, in armonia con gli indirizzi ed i bisogni emergenti; d) la programmazione di interventi nell edilizia scolastica con l indicazione di criteri che condizionino l erogazione di fondi regionali al rispetto della vigente normativa; e) la predisposizione di servizi di assistenza scolastica in favore degli studenti universitari.
TITOLO II Programmazione degli interventi
Art. 4(Programmazione distrettuale) I consigli distrettuali scolastici, nell espletamento delle loro funzioni, sulla base degli indirizzi della Regione e delle proposte dei consigli di circolo e di istituto, elaborano, per l anno finanziario successivo, il programma annuale per l attuazione del diritto allo studio. Tale programma, che dovra indicare le singole forme, le priorita nonche la localizzazione degli interventi, viene inviato alla Regione ed ai Comuni del distretto scolastico e al Consiglio scolastico Provinciale.
Art. 5(Piani comunali) I Comuni, entro il mese di giugno, in linea con le indicazioni contenute nel programma distrettuale e tenendo conto dei fabbisogni, delle proprie risorse, di quelle indicate nei bilanci annuali e pluriennali della Regione e dei fondi attribuiti direttamente dallo Stato, elaborano il piano annuale di intervento per l espletamento delle funzioni e dei servizi di assistenza scolastica di cui alla lettera a) del precedente art. 3. Detto piano dovra indicare le singole forme, le priorita nonche la localizzazione degli interventi. I Comuni formulano, altresì, alle rispettive Province e alla Regione proposte per l azione di programmazione e coordinamento dei servizi di cui alla lettera b) del precedente articolo 3.
Art. 6(Piano regionale) Nel quadro del programma di sviluppo economico, la Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare competente, elabora il piano annuale per l attuazione del diritto allo studio, tenendo conto dei programmi dei distretti scolastici e dei piani di intervento proposti da ciascun Comune, nonche delle proposte di coordinamento formulate dai Consigli scolastici provinciali, di cui all art. 15 del DPR n. 416 del 31- 5- 1974. Il piano regionale individua i fabbisogni in relazione alla popolazione scolastica, alle condizioni socio - economiche delle zone, al tipo di insediamento sul territorio, all indice di carenza dei servizi. Detto programma di intervento viene definito entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore del bilancio annuale e pluriennale della Regione. Nell elaborazione del piano regionale annuale per l attuazione del diritto allo studio sara data priorita agli interventi destinati agli alunni della scuola materna e dell obbligo, e diretti a favorire le iniziative del tempo pieno. Saranno inoltre privilegiati gli interventi di tipo collettivo rispetto a quelli a carattere individuale. In particolare la Regione eroghera ai Comuni contributi sulla base delle seguenti priorita: a) servizi di mensa; b) servizi di trasporto; c) dotazione e funzionamento delle biblioteche di classe e d istituto; d) interventi per l integrazione scolastica degli handicappati e dei disadattati; e) espletamento dei servizi e delle attivita di cui alle lettere b), d), f) e g) dell art. 6 del Decreto del Presidente della Repubblica 31 maggio 1974, n. 416, ad integrazione dei contributi che i consigli di circolo e d istituto ricevono dallo Stato; f) interventi a favore degli studenti capaci e meritevoli, privi di mezzi che frequentino le scuole secondarie superiori anche fuori dell ambito regionale; g) assegnazione di fondi ai Convitti nazionali e ai Convitti annessi agli Istituti professionali e/ o tecnici di Stato per il conferimento di posti gratuiti e semigratuiti agli studenti capaci e meritevoli che versino in particolari condizioni di bisogno, oltreche per garantire la funzionalita e l efficienza dei Convitti medesimi; h) provvidenze per incentivare l istituzione delle scuole materne comunali che assicurino, comunque, il funzionamento degli organi collegiali della scuola. Al fine di favorire le associazioni dei Comuni entro gli ambiti territoriali di cui all art. 11 della legge 833 per l espletamento dei servizi ed interventi prioritari di cui al presente articolo, viene assegnato a ciascun Comune consorziato un ulteriore fondo pari al 10% dell intero contributo spettante in base al piano regionale.
Art. 7Oltre a quanto previsto dall art. 2 la presente legge e destinata anche alle Scuole non statali pubbliche e private di ogni ordine e grado.
TITOLO III Organizzazione istituzionale degli interventi e dei servizi
Art. 8(Funzioni dei Comuni) I Comuni, tenendo conto delle priorita indicate nel precedente art. 6, realizzano i seguenti interventi: 1) istituzione, organizzazione e funzionamento del servizio di mensa; 2) trasporto e facilitazione di viaggio; 3) contributi di gestione per le Scuole materne non statali, con priorita per le scuole materne comunali mediante erogazione di fondi per la copertura delle rette di frequenza di alunni provenienti da famiglie con fasce di reddito predeterminate dai Comuni. Maggiori contributi vengono erogati a favore di scuole materne non statali che assolvono al pubblico servizio in zone sprovviste di scuole pubbliche in numero sufficiente rispetto all utenza. Le scuole materne non statali per fruire dei contributi sono tenute ad inviare un rendiconto di utilizzazione dei fondi all Ente erogatore secondo le modalita fissate dallo stesso. Il rapporto tra le istituzioni educative di cui innanzi ed i Comuni, secondo i precedenti criteri, viene regolato da apposita convenzione sulla base di indicazioni dell Assessorato alla Pubblica Istruzione della Regione; 4) provvidenze di natura individuale per gli alunni frequentanti le scuole elementari e medie di 1° grado non statali. Nel caso tali istituzioni educative assolvano al pubblico servizio, in zone particolarmente carenti di scuole pubbliche rispetto all utenza, saranno assicurate anche provvidenze di natura collettiva; 5) contributi per l acquisto di materiale didattico ad uso collettivo ed individuale, nonche per la dotazione alle biblioteche di classe e di istituto di libri, giornali e riviste; 6) fornitura di libri di testo agli alunni bisognosi; 7) interventi idonei a favorire l organizzazione di attivita parascolastiche, ricreative, extra scolastiche, interscolastiche, ad integrazione di quelle promosse dallo Stato per l attuazione della scuola a tempo pieno, anche con colonie, soggiorni di vacanze e campeggi e la fornitura del materiale relativo; 8) potenziamento di residenze e convitti per studenti, concessioni di posti gratuiti e semigratuiti in convitti ivi compresi i Convitti nazionali, nonche assegni di alloggio in pensionati; 9) iniziative per l eliminazione dell evasione dell obbligo scolastico, delle cause di ripetenza e di interruzione scolastica; 10) interventi per il decondizionamento socio -psico - pedagogico e culturale degli handicappati e dei disabili, favorendone la integrazione mediante l inserimento nelle strutture scolastiche ordinarie, salvo casi di eccezionale gravita per i quali si rende necessaria un adeguata assistenza da realizzare possibilmente nell ambito delle stesse strutture. Per il raggiungimento di tali finalita possono essere stipulate convenzioni con enti ed istituzioni che operano nel settore, privilegiando il finanziamento di ben definiti progetti socio - educativi, concordati con gli organi collegiali della scuola. Gli interventi in questo settore sono complementari di quelli previsti e realizzati dallo Stato con la legge 4 agosto 1977, n. 517 e devono tenere conto della specificita e delle competenze statali in materia; 11) il reinserimento scolastico, sociale e culturale degli emigrati attraverso strumenti educativi ed integrativi della scuola e della societa, anche di intesa con gli interventi nel settore programmati dalla CEE e nel rispetto di quanto previsto in materia della LR n. 65 del 23- 10- 1979; 12) istituzione e potenziamento dei servizi di medicina scolastica nelle scuole statali e non statali, di intesa con le unita sanitarie locali; 13) azione di profilassi e di iniziative rivolte al decondizionamento sul piano fisico, psichico ed ambientale per eliminare le cause di devianza e di disadattamento sociale, prevenire e combattere il diffondersi delluso della droga e rimuovere le cause della delinquenza minorile connesse alla mancata fruizione del diritto allo studio. I servizi di cui al presente articolo sono destinati anche ai lavoratori studenti e agli adulti che frequentino corsi finalizzati all adempimento dell obbligo scolastico. Saranno, altresì, stanziati appositi contributi per il sostegno dei corsi sperimentali per lavoratori istituiti dallo Stato o promossi di intesa con le organizzazioni sindacali. Allo scopo di adeguare gli interventi alle effettive esigenze della scuola, i Comuni possono integrare i propri fondi e quelli messi a disposizione dallo Stato e dalla Regione con quote di contribuzione degli alunni, calcolate per categorie di reddito, con la determinazione delle fasce esenti. Per la gestione dei servizi di cui al presente articolo, i Comuni possono avvalersi dell opera dei Consigli di circolo e di istituto, anche mediante l assegnazione dei fondi necessari agli stessi.
Art. 9(Personale) Per il raggiungimento degli obiettivi di cui al precedente art. 8 i Comuni dispongono la assunzione del personale necessario nel rispetto dei propri ordinamenti e della legislazione statale vigente, utilizzando il personale riveniente dai disciolti Patronati scolastici e Consorzi provinciali dei Patronati scolastici di cui agli artt. 3 e 4 della legge regionale n. 53 dell 11- 10- 1978. Ai fini della riqualificazione e dell aggiornamento del personale di cui al 1° comma, i Comuni si avvalgono delle disposizioni previste dalla LR 17 ottobre 1978, n. 54 sulla Formazione Professionale. Il personale di cui al 2° comma dell art. 11 della LR 11 ottobre 1978, n. 53, viene immesso nei ruoli regionali previa idoneita conseguita mediante concorsi per l inserimento nelle fasce funzionali corrispondenti al titolo di studio e alle mansioni di fatto espletate.
Art. 10(Funzioni della Regione) La Regione realizza le finalita di cui alla presente legge con: a) la promozione di studi, documentazioni e ricerche finalizzate alla migliore conoscenza dei problemi del diritto allo studio; b) la sperimentazione di nuove iniziative e metodologie di intervento nella materia; c) la organizzazione di convegni, incontri di studio, interventi promozionali, manifestazioni culturali ed educative alle quali siano interessate strutture formative operanti nella Regione; d) l organizzazione di ricerche da parte degli alunni di scuole di ogni ordine e grado; e) ricerche ed attivita promozionali in materia di diritto allo studio. Per tali interventi viene istituito un apposito fondo nei bilanci annuali e pluriennali della Regione, la cui consistenza non puo essere superiore al 3% del finanziamento previsto per la presente legge. Per quanto concerne le iniziative di cui ai paragrafi a), b) e c) del primo comma, la Regione terra conto delle indicazioni fornite dai Consigli scolastici provinciali.
Art. 11(Distretti scolastici) La Regione riconosce la funzione programmatoria e propositiva dei consigli scolastici distrettuali così come indicata dall art. 12 del Decreto del Presidente della Repubblica 31 maggio 1974, n. 416. Per l esercizio di tali funzioni e per la realizzazione di iniziative promozionali di studio e di ricerca nella materia, la Regione eroga contributi ai consigli scolastici distrettuali sulla base di programmi ben definiti e per obiettivi specifici di attivita.
Art. 12(Vigilanza e controllo) Gli atti contabili relativi all utilizzazione dei fondi assegnati ai sensi dei precedenti articoli restano acquisiti alla scuola e/ o Ente per l esercizio del potere di vigilanza della Regione. Tutti gli enti beneficiari sono tenuti a presentare alla Regione il rendiconto annuale dei fondi utilizzati.
Art. 13(Servizio regionale per l orientamento) Ai sensi dell art. 39 del Decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1977, n. 616 e dell art. 31 della Legge regionale 17 ottobre 1978, n. 54 e nel rispetto delle funzioni demandate in materia ai distretti scolastici, e istituito il servizio regionale per l orientamento. Il servizio ha lo scopo di contribuire a: a) rendere efficace e valido il raccordo tra diritto allo studio e diritto alla formazione e al lavoro, garantendo il collegamento tra i sistemi formativi scolastico e professionali, ai fini della programmazione e dell attuazione di iniziative e attivita rispondenti ai bisogni del territorio; b) rimuovere le cause dell emarginazione sociale, operando per l inserimento e/ o il reinserimento formativo, lavorativo e sociale degli invalidi, dei disabili, degli handicappati e dei disadattati in genere; c) definire i programmi regionali di attivita di orientamento e di formazione utilizzando i dati e le notizie, concernenti il sistema produttivo ed il mercato del lavoro, rilevati ed analizzati dall osservatorio regionale del mercato del lavoro. Il servizio di orientamento si caratterizza fondamentalmente come struttura di ricerca operativa e di documentazione ed ha ruolo di promozione e consulenza tecnica nei confronti del sistema policentrico che presiede al processo formativo e produttivo.
Art. 14(Organizzazione del servizio regionale di orientamento) Per la realizzazione degli scopi di cui al precedente articolo il servizio e così organizzato: a) in ciascuno dei cinque capoluoghi di provincia opera un centro di Orientamento; b) fatte salve le situazioni pregresse, ciascun Centro ha un organico tecnico di n. 6 operatori, esperti nelle discipline di assistenza sociale, economia, pedagogia, psicologia, sociologia e statistica, così distinti: n. 1 Assistente sociale n. 1 Economista n. 1 Pedagogo n. 1 Psicologo n. 1 Sociologo n. 1 Tecnico di Statistica applicata; c) per ciascun Centro e attribuito il ruolo di responsabile ad un operatore tecnico, che ha anche la responsabilita dei collegamenti funzionali del servizio a livello orizzontale e verticale; d) tutte le attivita del servizio comunque svolte nell ambito regionale sono programmate e coordinate dall Assessorato regionale alla Pubblica Istruzione che predispone anche i relativi piani finanziari. All assolvimento di tali funzioni di programmazione e coordinamento provvede l Ufficio Studi e Programmazione di cui all art. 23, all uopo utilizzando anche un gruppo di lavoro composto da personale tecnico analogo a quello dei Centri di orientamento; e) nell organico tecnico di ciascuna struttura provinciale e inserito il personale regionale utilizzato presso i Centri di Orientamento scolastico e Professionale, gia appartenente ai disciolti Consorzi Provinciali per la istruzione tecnica, così come disposto dall art. 31 della LR 17 ottobre 1978, n. 54; f) e previsto, a richiesta, l inserimento aggiuntivo dell organico tecnico dei Centri e/ o dell Ufficio Studi e Programmazione degli operatori dell ENPI ai sensi dell art. 36 del Decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1977, n. 616; g) tutto il personale tecnico del servizio di Orientamento e impegnato a partecipare alle attivita di qualificazione e di aggiornamento organizzate dalla Regione; h) la struttura del servizio e completata assegnando a ciascun Centro personale amministrativo ed ausiliario in numero non inferiore a 3 unita: un segretario, un addetto di segreteria e un usciere. La gestione del servizio di orientamento e realizzata dalle Province o Consorzi di Enti locali all uopo delegati a norma dell art. 31 della LR 17 ottobre 1978, n. 54. Il personale in servizio presso i Centri d orientamento alla data di pubblicazione della presente legge e quello di cui al precedente punto h), e comandato presso le Province o i Consorzi di Enti locali per il prosieguo dell attivita ai sensi della LR 25 marzo 1974, n. 18.
Art. 15(Educazione permanente) La Regione, nel quadro dell educazione permanente, attribuisce un posto preminente all area dell eta adulta e, per la programmazione e la gestione dell attivita extrascolastica a cio finalizzata, si avvale degli Enti Locali, dei distretti scolastici, delle associazioni culturali, professionali e sociali.
Art. 16(Strutture e servizi) Per il raggiungimento delle finalita di cui all articolo precedente, la Regione utilizza le strutture dei Centri di Servizi Sociali e Culturali di cui alla LR n. 76 del 12- 12- 79. Tali Centri assumono la denominazione di Centri regionali dei Servizi Educativi e Culturali. Il loro numero e determinato in ragione di uno per ogni distretto scolastico. I Centri assicurano il servizio di educazione permanente in tutti i Comuni appartenenti allo stesso ambito territoriale. I Centri avranno sede, di norma, nel Comune in cui e ubicato il Consiglio scolastico distrettuale. Entro tre mesi dall entrata in vigore della presente legge, i Comuni interessati, ove necessario, inviano alla Regione una pianta planimetrica dei locali da adibire a sede dei centri di cui al 2° comma, nonche la richiesta di strutture, attrezzature e suppellettili indispensabili per la funzionalita degli stessi. Entro il predetto termine, i Comuni ed i Consigli scolastici distrettuali inviano una proposta concernente l organico degli operatori necessari in ciascun ambito territoriale per l espletamento dei compiti di cui al successivo art. 17, tenendo conto della popolazione residente, delle strutture socio - educative esistenti, delle condizioni socio - economiche di ciascuna area. Gli oneri relativi alle spese di funzionamento del centro saranno assunti a carico della Regione con apposita legge di finanziamento, nella quale saranno indicati i limiti organici degli operatori di ciascun Centro, da emanarsi entro quattro mesi dall entrata in vigore della presente legge.
Art. 17(Compiti) I Centri regionali di Servizi Educativi e Culturali curano iniziative rivolte a: 1) acquisire dati e informazioni e predisporre analisi per la programmazione culturale della Regione e degli Enti Locali e concorrere alla rilevazione delle modificazioni socio - culturali del territorio di pertinenza; 2) collaborare per la realizzazione di iniziative culturali promosse dalla Regione e dagli Enti locali anche per la catalogazione, valorizzazione e difesa dei beni culturali, archeologici e ambientali; 3) formulare proposte ed esprimere indicazioni relative agli interventi regionali in tema di promozione culturale in modo da trasmettere istanze che emergono attraverso ampi momenti di partecipazione democratica; 4) promuovere ed organizzare iniziative culturali, artistiche, teatrali, cinematografiche e musicali e svolgere studi e ricerche anche in collaborazione con gli Enti locali, le istituzioni culturali esistenti nel territorio e le associazioni democratiche al fine di diffondere la cultura in una visione complessiva delle tematiche presenti nel mondo contemporaneo; 5) gestire un servizio di pubblica lettura sulla base della dotazione libraria gia esistente, opportunamente incrementata. Le biblioteche dei Centri, per valorizzare il loro ruolo di animazione e promozione culturale, si raccordano con le altre biblioteche regionali in una visione integrata e articolata del sistema bibliotecario complessivo operante in Puglia; 6) formare gli adulti mediante azioni di recupero e tecniche moderne di alfabetizzazione; 7) organizzare seminari, convegni, corsi residenziali, corsi per adulti; 8) fornire strumenti tecnici di sostegno alle attivita di educazione permanente e di perfezionamento culturale e professionale dei lavoratori; 9) realizzare corsi di educazione musicale; 10) raccordare l orientamento scolastico e professionale alla programmazione regionale ed ai compiti operativi delegati alle Province; 11) ricercare ed elaborare dati relativi ai fenomeni della evasione dell obbligo scolastico; dell emarginazione e dell indice di utenza dei servizi di assistenza scolastica; 12) favorire l interscambio educativo e culturale di cui alle lettere e) ed f) dell art. 6 del Decreto del Presidente della Repubblica 31 maggio 1974, n. 416; 13) estendere alle comunita di base la fruizione dei musei e delle biblioteche di circolo e di istituto in correlazione con i rimanenti beni bibliografici esistenti nell ambito territoriale; 14) realizzare iniziative di educazione permanente presso presidii sanitari, di difesa e protezione civile e nelle istituzioni educative e rieducative; 15) valorizzare la cultura delle minoranze etniche mediante opportune azioni di conoscenza linguistica, storica e di folklore locale; 16) realizzare quant altro gia di competenza dello Stato e trasferito alle Regioni in materia di educazione degli adulti.
Art. 18(Edilizia scolastica) La programmazione degli interventi di competenza regionale in materia di edilizia scolastica, che concernono l acquisto, la costruzione di nuovi edifici scolastici, il completamento, l ampliamento e il riattamento di quelli gia esistenti, viene svolta dall Assessorato alla PI della Regione.
Art. 19(Edilizia scolastica - interventi) Per gli adempimenti di cui al precedente articolo l Assessorato alla Pubblica Istruzione, tenendo conto dei piani di intervento elaborati dai Comuni, dalle Province e loro Consorzi, sulla base della programmazione distrettuale considerate le carenze di strutture di edilizia scolastica sul territorio, formula una proposta di interventi. Tale proposta va articolata con ordine di priorita anche al fine di costituire unita scolastiche territorialmente e socialmente integrate e di assicurare, di regola, la presenza nel distretto di scuole dello Stato di ogni ordine e grado. L Assessorato alla Pubblica Istruzione, sentita la competente Commissione consiliare, invia tale proposta al gruppo di lavoro intersettoriale nominato dalla Giunta regionale, per la successiva elaborazione dei piani triennali e dei programmi annuali di finanziamento, ai sensi del 3# comma dell art.7 della LR 12 agosto 1978, n. 37, ferme restanti le priorita indicate sulla proposta.
Art. 20(Opere Universitarie) In esecuzione della legge 22- 12- 79, n. 642, la Regione assicura la continuita dei servizi erogati dalle Opere Universitarie in favore degli studenti universitari, in base alle disposizioni vigenti alla data del 31 ottobre 1979. Entro il 31 ottobre 1980 la Regione emanera norme legislative per l assunzione diretta delle funzioni amministrative in materia di assistenza scolastica in favore degli studenti universitari e per l inquadramento del personale delle Opere Universitarie, in servizio di ruolo o in attesa di sistemazione in ruolo, nell ambito delle piante organiche approvate, entro il 31 ottobre 1979, dai competenti Ministeri, definendone lo stato giuridico ed economico e la relativa utilizzazione. Fino alla emanazione delle norme di cui al comma precedente le funzioni delle Opere Universitarie sono disciplinate secondo le modalita indicate nel successivo art. 29. Nella previsione degli oneri necessari per l espletamento dei compiti istituzionali saranno considerati gli interventi per la realizzazione di strutture e servizi necessari a garantire il diritto allo studio agli studenti frequentanti l ISEF di Foggia.
Art. 21(Universita ed Istituti di ricerca) Per quanto di competenza regionale ed in attesa della riforma universitaria, la Regione favorisce le iniziative, assunte dagli Enti locali, tendenti allo sviluppo di strutture formative a livello universitario e di strutture di ricerche per adeguare le esigenze delle Universita pugliesi ai fabbisogni del territorio in termini culturali e tecnico professionali nel quadro di sviluppo socio - economico della Regione e nel contesto nazionale ed europeo. Il Consiglio regionale indica i criteri per la localizzazione delle nuove strutture formative, per un decentramento programmato, per la promozione ed il sostegno di strutture di ricerca, nonche i soggetti e le forme per attuarne lo sviluppo. La Giunta regionale, e per essa l Assessorato alla Pubblica Istruzione, esegue i deliberati del Consiglio regionale e cura le azioni di iniziativa, stimolo e gestione per il raggiungimento degli obiettivi prefissati, anche mediante la utilizzazione di risorse finanziarie di cui sono destinatarie le Regioni meridionali per la costituzione di istituti e Centri di ricerca. L apposito capitolo del bilancio regionale sara utilizzato, altresì per consentire l ulteriore intervento della Regione per il funzionamento di strutture a carattere universitario localizzate nel territorio ancorche dipendenti da Universita di altre Regioni.
Art. 22(Istituto regionale di Ricerca, Sperimentazione e aggiornamento Educativo) La Regione, per le funzioni di programmazione, ricerca e sperimentazione, di cui agli articoli della presente legge, si avvale della collaborazione dell IRRSAE anche al fine di confrontare e di utilizzare i risultati conseguiti nell area operativa comune.
Art. 23(Ufficio studi e programmazione) L Ufficio << Programmazione delle attivita di formazione >>, istituito con l art. 6 della LR 17 ottobre 1978, n. 54, assume la denominazione di << Ufficio studi e programmazione >>. Le funzioni istituzionali di detto Ufficio si estendono a tutti i problemi concernenti il diritto allo studio. In particolare vengono demandati al predetto Ufficio: - i compiti di cui all art. 10 della presente legge, nonche quelli della LR 54/ 78 sulla Formazione Professionale; - il funzionamento dell equipe di esperti per l orientamento di cui all art. 14; - l utilizzazione di operatori ed esperti per le tematiche concernenti il diritto allo studio e la Formazione Professionale. In attesa della legge sulla strutturazione degli uffici, i settori Assistenza scolastica e Formazione Professionale, vengono unificati assumendo la denominazione di settore della PI.
TITOLO IV Norme transitorie
Art. 24(Istituti professionali di Stato) In deroga a quanto stabilito nei precedenti artt. 3, 6 e 8 e fino alla entrata in vigore della legge di riforma della scuola secondaria superiore, l assistenza scolastica a favore degli alunni frequentanti gli Istituti Professionali di Stato e dei Convitti annessi e assicurata direttamente dalla Regione, sulla base dei piani finanziari elaborata dai Consigli degli Istituti interessati, tramite i Comuni competenti per territorio.
Art. 25(Personale dei Centri di Orientamento) Il personale necessario al completamento dell organico tecnico dei Centri di Orientamento, di cui al punto b) dell art. 14 e dell Ufficio Studi e Programmazione di cui all articolo 23 della presente legge e fissata in numero di 26 unita cosi distribuite per qualifica professionale: - Assistenti sociali n. 2 unita (uno per il Centro di Lecce ed uno per l Ufficio Studi e Programmazione - Esperti in Economia n. 6 unita (due per ciascun Centro e per l Ufficio Studi e Programmazione) - Esperti in Pedagogia n. 6 unita (uno per ciascun Centro e per l Ufficio Studi e Programmazione) - Esperti in Psicologia n. 2 unita (uno per il Centro di Lecce e uno per l Ufficio Studi e Programmazione) - Esperti in Sociologia n. 6 unita (uno per ciascun Centro e per l Ufficio Studi e Programmazione) - Tecnici di Statistica applicata n. 4 unita (uno per il Centro di Bari, uno per il Centro di Foggia, uno per il Centro di Lecce ed uno per l Ufficio Studi e Programmazione). La Regione, stabilisce le modalita ed i criteri per lo svolgimento dei concorsi relativi all assunzione di tale personale, tenendo conto delle norme di cui alla LR 25 marzo 74 n. 18 e successive modificazioni ed integrazioni.
Art. 26(Educazione permanente) Fino all emanazione della legge di finanziamento delle strutture e delle piante organiche dei servizi di cui all articolo 16, la Regione realizza le medesime attivita di educazione permanente apprestate per l anno scolastico 1978/ 79, utilizzando in via prioritaria il personale che abbia avuto l incarico nello stesso anno scolastico 1978/ 79. Al personale nominato per tali attivita viene riconosciuto il trattamento giuridico ed economico previsto dalle leggi regionali nn. 16 e 17 del 13- 3- 80. I relativi oneri fanno carico nella misura di lire 2.400.000.000= al Cap. 00302 del bilancio regionale per l esercizio finanziario 1980 ed al corrispondente Capitolo di bilancio per l esercizio finanziario 1981. Le attivita e le iniziative di educazione permanente saranno realizzate utilizzando le sedi ed i beni dei Centri Sociali di Educazione Permanente e dei Centri di Lettura, trasferiti ai Comuni ai sensi dell art. 14 della LR 17 aprile 1979, n. 22, nonche le strutture scolastiche del territorio, di intesa con gli Enti locali e con gli Organi collegiali della scuola, secondo le modalita di cui all art. 38 del Decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1977, n. 616. Gli oneri relativi all espletamento dei servizi anzidetti fanno carico al Cap. 10602 del bilancio della Regione per l esercizio 1980 ed al corrispondente capitolo di Bilancio per l esercizio 1981. Il personale in servizio presso le attuali strutture alla data di entrata in vigore della presente legge ha diritto ad essere inquadrato nei ruoli regionali secondo le norme fissate dalla legge regionale n. 60/ 79 e con i benefici previsti dalle leggi regionali n. 16/ 80 e n. 17/ 80. Con successiva legge regionale da approvare entro il 31- 12- 80 saranno fissate le modalita di inquadramento del suddetto personale. Allo scopo di non creare soluzioni di continuita nella erogazione dei servizi il personale in questione continuera ad essere utilizzato dalla Regione nelle sue attuali strutture( CSEP, centro di Lettura, corsi di perfezionamento culturale, corsi di Orientamento musicale, ecc.) fino alla data di entrata in vigore della legge di inquadramento di cui al comma precedente e comunque non oltre il 31- 12- 1980.
Art. 27(Gruppi di lavoro) In attesa della legge organica sulla ristrutturazione degli uffici, i gruppi di lavoro, di cui all art. 38 della LR n. 18 del 25- 3- 74, costituiti con deliberazione della Giunta regionale n. 2730 del 18- 5- 79, continuano ad attendere ai compiti istituzionali.
Art. 28(Borse di studio) Gli studenti, che all entrata in vigore della presente legge abbiano maturato il diritto ad una borsa di studio pluriennale di cui alla LR 5 settembre 1972, n. 10, mantengono tale diritto fino al compimento del ciclo degli studi alle condizioni previste nel bando di concorso per il quale la borsa di studio fu assegnata. La Regione provvede direttamente alla liquidazione delle borse di studio di cui al precedente comma mediante la istituzione di un apposito capitolo di spesa.
Art. 29(Assistenza scolastica per gli studenti universitari) In attesa dell emanazione delle norme per l esercizio delle funzioni amministrative in materia di assistenza scolastica in favore degli studenti universitari di cui al 2° comma dell art. 20, le funzioni delle Opere Universitarie continuato ad essere disciplinate dalla legislazione vigente, sostituendosi la Regione allo Stato per l erogazione dei fondi necessari ed integrando i Consigli di Amministrazione delle Opere con la persona dell Assessore regionale alla PI o suo delegato. La Regione provvede alle spese necessarie per l esercizio delle funzioni di che trattasi mediante l istituzione di appositi capitoli di spesa cui faranno carico, altresì, gli oneri derivanti dall applicazione dell ultimo comma dell articolo 20.
Art. 30(Disposizioni transitorie per l anno scolastico 1979/ 80) La Giunta regionale provvede direttamente nell ambito delle somme stanziate nel bilancio per l esercizio 1980 alla erogazione delle somme dovute ai Comuni e alle scuole per l anno scolastico 1979/ 80. Eventuali residui di contributi erogati alle scuole per l anno scolastico 1978/ 79 e nei precedenti, non impegnati dai Consigli di Istituto, potranno essere utilizzati dalle stesse scuole nell anno scolastico 1979/ 80 per le medesime finalita per le quali furono assegnati. Al fine di assicurare la continuita nelle attivita ed iniziative concernenti il diritto allo studio attribuite ai Comuni, i piani regionali di intervento per l anno scolastico 1980/ 81 vengono elaborati prescindendo dalle procedure di cui agli artt. 4 e 5 ed in graduale attuazione dell art. 6 della presente legge, per una spesa complessiva non inferiore a quanto gia stanziato nell anno scolastico 1979/ 80 per le stesse attivita. A tale fine i distretti scolastici e i Comuni sono tenuti a far prevenire le richieste entro 30 giorni dall entrata in vigore della presente legge.
Art. 31(Disposizioni finanziarie) Agli oneri rivenienti dall applicazione della presente legge si provvedera mediante gli stanziamenti previsti, a riguardo, nei bilanci annuali e pluriennali della Regione. Per l anno scolastico 1979/ 80 si fara fronte sia con gli appositi stanziamenti previsti dal bilancio regionale per l esercizio 1980 e con le seguenti variazioni al bilancio 1980 in termini di competenza e in termini di cassa: Variazioni in aumento Cap. 10102 – Contributi di gestione per il mantenimento e la diffusione delle scuole materne non statali + L. 1.150.000.000 Cap. 10302 - Interventi per gli alunni delle scuole medie di 1 grado + L. 1.250.000.000 Cap. 10304 - Interventi per gli alunni delle scuole medie di 2 grado + L. 1.000.000.000 Cap. 10402 - Contributi per l attuazione dei servizi di mensa e trasporto + L. 1.550.000.000 Cap. 10406 - Assistenza educativa alunni handicappati e servizio socio - psico – pedagogico (cambio denominazione) + L. 750.000.000 Cap. 10408 - Posti gratuiti in convitti degli Istituti tecnici e convitti nazionali + L. 200.000.000 Cap. 10410 - Interventi in favore di studenti lavoratori e/ o frequentanti scuole fuori della Regione + L. 50.000.000 Cap. 10704 - Interventi in favore di studenti frequentanti istituzioni a carattere universitario nell ambito della Regione + L. 150.000.000 Cap. 10706 - Universita ed Istituti di ricerca + L. 150.000.000 Cap. 10804 - Distretti scolastici + L. 110.000.000 Cap. 10806 - Pagamento annualita arretrate borse di studio di cui alla LR n. 10/ 72 + L. 40.000.000 Cap. 10808 - Contributi agli Istituti professionali di Stato e convitti annessi + L. 1.000.000.000 Cap. 10902 - Residui passivi perenti ai fini amministrativi + L. 100.000.000 Cap. 00302 - Stipendi, retribuzioni ed altri assegni fissi al personale di ruolo e non di ruolo compresi gli oneri riflessi previdenziali ed assistenziali LR n. 18/ 74, ed oneri rivenienti dallapplicazione dell articolo 4 della LR n. 23/ 74 e successive modificazioni + L. 2.500.000.000 Totale in aumento L. 10.000.000.000 Variazione in diminuzione Cap. 16204 - Fondo per il finanziamento di spese correnti derivanti da LR in corso di adozione L. 4.000.000.000 Cap. 10598( cni) Fondi rivenienti dallo Stato per le opere universitarie L. 6.000.000.000 TOTALE in diminuzione L. 10.000.000.000
Art. 32(Disposizioni Finali) Con l entrata in vigore della presente legge sono abrogate tutte le norme vigenti in contrasto con essa.
Disposizioni finali La presente legge e dichiarata urgente ai sensi e per gli effetti del combinato disposto dagli artt. 127 della Costituzione e 60 dello Statuto ed entrera in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione.
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