Anno 1981
Numero 54
Data 31/08/1981
Abrogato No
Materia Agricoltura - foreste - caccia e pesca;
Note
B.U.R.P. Vai al B.U.R.P.
Iter Legis Vai all'Iter Legis
Nessun allegato

Legge Regionale 31 agosto 1981, n. 54

Programmi regionali di sviluppo agricolo e forestale ai sensi della legge 27- 12- 1977, numero 984. Organizzazione e snellimento delle procedure.



Art. 1

(Approvazione dei programmi regionali di settore)


Sono approvati i programmi regionali di settore in attuazione della legge 27- 12- 1977, n.1984  di cui all allegato << A >>, che costituisce parte integrante della presente legge.

Gli interventi regionali, (comunque disposti, devono essere coerenti con gli indirizzi e le azioni prioritarie nei programmi di cui al precedente comma. 




Art. 2

(Piano di sviluppo aziendale e interaziendale)


Le iniziative di attuazione dei singoli programmi settoriali per essere ammesse ai benefici previsti dalla presente legge devono armonizzarsi con gli obiettivi e gli indirizzi fissati dai programmi stessi.

Le iniziative proposte da imprenditori agricoli singoli e associati devono inserirsi nell ambito di un piano aziendale o interaziendale di sviluppo, a carattere anche poliennale.

Sono ammessi ai benefici previsti dalla presente legge gli interventi compresi nel piano aziendale  o interaziendale intesi a migliorare le condizioni di reddito da lavoro, ad accrescere le capacita produttive e di mercato dell azienda e a conservare o migliorare i livelli occupazionali della zona.

Le richieste dei benefici previsti dalla presente legge devono contenere una esplicita dichiarazione del richiedente di aver presentato il piano di cui alla legge 11- 3- 70, n. 83 ove il richiedente stesso sia tenuto a tale adempimento.

Inoltre il beneficiario dovra dichiarare esplicitamente di impegnarsi ad applicare i contratti collettivi nazionali di lavoro e di patti integrativi.




Art. 3

(Compiti dei Comitati consultivi)


Sulla rispondenza dei piani aziendali o interaziendali di sviluppo presentati agli obiettivi e alle finalita previsti dai programmi regionali, la Giunta regionale acquisisce il parere dei Comitati consultivi di cui all art. 2 della legge regionale 3- 3- 78, n. 15.

Non sono soggetti al parere di cui al presente articolo i progetti presentati da coltivatori diretti quando l importo delle opere preventivate non superi i 30 milioni di lire.

La Giunta regionale comunica periodicamente le proprie decisioni ai Comitati consultivi in ordine al finanziamento dei piani dagli stessi esaminati, nonche per i progetti finanziati presentati da coltivatori diretti e per i quali non e previsto il parere dei Comitati stessi.




Art. 4

(Soggetti beneficiari)


I soggetti beneficiari delle provvidenze finanziarie previste dalla presente legge sono quelli indicati dall art. 7 della legge 27- 12- 77, N. 984.

Le risorse finanziarie destinate al finanziamento dei piani aziendali o interaziendali di sviluppo per l 80% sono riservate alle imprese familiari coltivatrici, singole o associate, alle societa e comunioni promosse tra imprese familiari coltivatrici per l esercizio dall agricoltura costituite con atto pubblico, alle cooperative agricole e loro consorzi costituite in maggioranza da coltivatori diretti, mezzadri, coloni, compartecipati e lavoratori agricoli con particolare riguardo alle cooperative costituite ai sensi della legge 1- 6- 77, n. 285 e successive modificazioni e integrazioni, alle associazioni dei produttori agricoli regolarmente riconosciute ai sensi della normativa vigente. 




Art. 5

(Anticipazioni e acconti)


Per iniziative comportanti un aiuto superiore a 100 milioni, l impegno puo essere ripartito in piu esercizi finanziari, contenendo il pagamento entro l ammontare della parte di spesa che viene a scadenza in ciascun esercizio, salvo il limite di cui all art. 61 della legge regionale 30- 5- 77, n. 17 e successive modificazioni.

Sui contributi in conto capitale previsti dalla presente legge per opere collettive possono essere erogati:

a) anticipazioni fino al 40% della spesa ammessa, successivamente al provvedimento di concessione dei benefici;

b) acconti non eccedenti, comunque, la parte dell impegno per la quale e ammesso il pagamento, nelle seguenti misure:

- sino al 60% della spesa ammessa ad avvenuto inizio dei lavori ovvero, qualora sia stata disposta l anticipazione di cui alla lettera a), sino alla concorrenza del 60% della spesa ammessa;

- sino ad un ulteriore 20% su presentazione dei documenti giustificativi vistati dai competenti uffici regionali ovvero, qualora sia stata disposta l anticipazione di cui alla lettera a), sino alla concorrenza dell 80% della spesa ammessa.

Sui contributi in conto capitale per opere al servizio di aziende agricole singole, possono essere erogati acconti sino al 75% della spesa ammessa a contributo. l importo dei lavori gia eseguiti e delle opere gia realizzate deve comunque superare di almeno il 25% l acconto erogato.




Art. 6

(Delega delle funzioni alle Province)


In attesa di una legge regionale organica di delega agli enti locali di materie e funzioni di competenza della Regione, sono delegate alle Province territorialmente competenti le funzioni amministrative in materia di piani di sviluppo aziendali o interaziendali, finanziati con i fondi della legge 27/ 12- 77, n. 984 e successive modificazioni e integrazioni che prevedano interventi che, singolarmente presi, non superino i 200 milioni di lire. La delega concerne la ricezione, istruttoria e approvazione dei piani, nonche la concessione, liquidazione e pagamento delle relative agevolazioni contributive e/ o creditizie.

Le Province, per l esercizio della delega, si avvarranno degli Ispettorati provinciali all Agricoltura competenti per territorio.

L attivazione della delega avverra entro 60 giorni dall entrata in vigore della presente legge.

Nel predetto termine la Giunta regionale con propria deliberazione, acquisito il parere della Commissione consiliare permanente competente e quello degli Enti delegati, fissa le modalita per l attuazione della delega e i criteri per l assegnazione dei fondi agli Enti delegati.

In caso di inerzia da parte delle Province nel compiere singoli atti previsti dalla presente legge, la Giunta regionale diffida le stesse a provvedere entro 30 giorni, trascorsi i quali si sostituisce all Ente inadempiente.

In caso di persistente inerzia o di grave violazione delle leggi e direttive regionali, la Regione, con propria legge, revoca una o piu funzioni delegate, nel rispetto di quanto dispone l art. 64 dello Statuto regionale, anche nei confronti di singoli Enti; in questo caso la Giunta regionale, nelle more dell approvazione della legge di revoca della delega, esercita comunque il potere sostitutivo.

Le Province devono, nella emissione degli atti, fare espressa menzione della delega. Gli atti assunti nell esercizio delle funzioni delegate, resi esecutivi come per legge, hanno carattere definitivo e sono pubblicati nel Bollettino Ufficiale della Regione.

I finanziamenti relativi ad operazioni di mutuo riguardanti interventi previsti nei piani di sviluppo aziendali o interaziendali di cui alla presente legge sono utilizzati dagli Istituti di credito previa autorizzazione degli Enti delegati, secondo modalita fissate in apposita convenzione da stipulare tra la Regione e gli Istituti di credito, sentiti gli Enti delegati. 




Art. 7

(Competenza degli Ispettorati provinciali all agricoltura)


Gli Ispettorati Provinciali dell agricoltura nel rispetto dei criteri e delle modalita previste dalla presente legge, hanno competenza per l istruttoria sotto il profilo tecnico – economico dei piani aziendali o interaziendali di sviluppo.




Art. 8

(Piani aziendali di cui alla legge regionale n. 15 del 3- 3- 78)


Per i piani aziendali e interaziendali di sviluppo di cui alla legge regionale 3- 3- 78, n. 15 e successive modificazioni, si osservano le procedure e norme previste dalla presente legge agli articoli 2 penultimo e ultimo comma - 3, 5, 6, 9 e 10.

Le norme della legge regionale n. 15 del 3- 3- 78 se in contrasto con quanto disposto nel precedente comma, si intendono abrogate. 




Art. 9

(Realizzazione anticipata di interventi)


La Regione o gli Enti delegati, secondo le rispettive competenze, possono autorizzare, previa motivata richiesta, la realizzazione di interventi previsti in piani aziendali o interaziendali di sviluppo presentati ma non ancora approvati,  ovvero non inseriti in un piano, limitatamente all acquisto di macchine, bestiame, attrezzature agricole e quant altro concerne il miglioramento delle dotazioni aziendali.

Le autorizzazioni e le realizzazioni di cui al precedente comma non comportano obblighi di finanziamento da parte della Regione o dell Ente delegato, ne danno diritto a priorita o preferenze nella concessione delle agevolazioni contributive e/ o creditizie previste dalla presente legge.




Art. 10

(Termini procedurali)


L istruttoria sui piani di sviluppo aziendali o interaziendali, il parere del Comitato consultivo competente, la concessione o rigetto delle provvidenze, la verifica dei lavori e la liquidazione, devono in ogni caso essere esperiti non oltre il termine di:

- 90 giorni, per quel che riguarda l istruttoria;

- 30 giorni per quel che riguarda il parere del Comitato consultivo;

- 30 giorni per quel che riguarda la concessione o rigetto delle provvidenze;

- 30 giorni dalla presentazione della domanda di collaudo per quel che riguarda la verifica dei lavori e la liquidazione.

Decorsi i 90 giorni previsti per l istruttoria, il piano va comunque trasmesso al Comitato consultivo per il parere. Tale parere, se positivo, deve essere comunicato dalla Regione o dalla Provincia all interessato.




Art. 11

(Direttive regionali di sviluppo e snellimento delle procedure di spesa)


Entro il termine di 180 giorni dall entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale e incaricata di formulare proposte al Consiglio regionale in ordine:

a) alla unificazione in un unico organico corpo normativo << direttive regionali di sviluppo agricolo >> delle seguenti materie: procedure e vincoli per l accesso ai finanziamenti pubblici; obiettivi, modalita e prima determinazione territoriale degli incentivi pubblici in agricoltura; ulteriore articolazione territoriale e riforma dello stato giuridico dei Comitati consultivi di cui all art. 11 della legge 3- 3- 78, n. 15;

b) a nuove norme per lo snellimento delle procedure di autorizzazione ed erogazione dei finanziamenti pubblici.




Art. 12

(Concorso negli interessi per le operazioni di credito agrario di esercizio e di miglioramento)


Il concorso negli interessi per i prestiti di esercizio e per i mutui di miglioramento previsti dai programmi di settore di cui all allegato << A >> e dalle altre norme legislative vigenti e ragguagliato:

- per gli interessi semplici, alla differenza tra gli interessi calcolati al tasso massimo di riferimento e quelli calcolati al tasso a carico dei beneficiari;

- per l ammortamento, alla differenza tra la rata annuale o semestrale calcolata al tasso massimo di riferimento e quella calcolata al tasso agevolato stabilito a carico dei mutuatari.

Le misure del concorso negli interessi vengono stabilite periodicamente dalla Giunta regionale con apposita deliberazione, fermo restando che il tasso a carico dei beneficiari non potra comunque essere inferiore al 4,50%.




Art. 13

(Strutture cooperative di trasformazione e commercializzazione dei prodotti)


Alle Cooperative agricole e ai loro consorzi e alle Associazioni dei produttori agricoli riconosciute ai sensi delle vigenti leggi in materia, possono essere concessi contributi in conto capitale nella misura massima del 50% della spesa per l acquisto, la realizzazione, l ampliamento e l ammodernamento di strutture ed attrezzature per la produzione, la raccolta, la lavorazione, la trasformazione, la conservazione e la commercializzazione dei prodotti agricoli - forestali e loro sottoprodotti.

In aggiunta al contributo in conto capitale, puo essere concesso il concorso nel pagamento degli interessi sui mutui ventennali integrativi a tasso agevolato ai sensi della legge 5/ 7/ 1928 n. 1760 e successive modificazioni ed integrazioni, per un importo massimo pari alla differenza tra la spesa ritenuta ammissibile e il contributo concesso.

Dopo un anno dall entrata in vigore della presente legge, gli incentivi previsti nel presente articolo dovranno inquadrarsi nel programma globale di sviluppo della cooperazione approvato del Consiglio regionale. 




Art. 14

(Studi, indagini, ricerche e attivita interessanti i settori)


Possono essere concessi, ai soggetti di cui all art. 5 della legge regionale 9/ 6/ 1980 n. 68, contributi sino al 100% della spesa ritenuta ammissibile in relazione a particolari compiti previsti dai programmi di settore concernenti studi, progetti, sperimentazioni, ricerche, specializzazioni e aggiornamento di tecnici agricoli, insegnamento professionale agli operatori agricoli, dimostrazioni di pratiche di coltura e di allevamento, indagini sui mercati dei prodotti agricoli e divulgazione di dati e notizie utili a indirizzare la scelta degli ordinamenti produttivi e ad orientare l offerta dei prodotti sui mercati.

Le attivita di studio, sperimentazione e ricerca nonche quelle di dimostrazione pratica di coltura e di allevamento, quando vengono proposte da Associazioni dei produttori e da Enti pubblici, devono essere progettate da Istituti scientifici di ricerca agraria e svolte sotto il controllo degli Uffici tecnici dell Assessorato regionale all Agricoltura.

Le attivita di ricerca e sperimentazione saranno attuate nell ambito delle procedure di cui alla legge regionale del 9/ 6/ 1980, n. 68. 




Art. 15

(Irrigazione)


La valorizzazione dei perimetri irrigui gia attrezzati e di quelli che saranno acquisiti alla irrigazione si concretizza:

a) nella realizzazione, con spesa a totale carico del bilancio regionale, di opere di ultimazione e completamento nonche di ammodernamento, adeguamento e ripristino di impianti di irrigazione a carattere collettivo;

b) nella realizzazione della ricerca di acqua nel sottosuolo, costruzione di pozzi, raccolta e distribuzione delle acque a scopo irriguo a gestione pubblica o collettiva;

c) nella creazione di opere sussidiarie di risanamento idraulico, di elettrificazione in bassa tensione, di viabilita, di acquedotti rurali, al fine di facilitare e accelerare la trasformazione irrigua;

d) nella promozione di opere di miglioramento fondiario a base collettiva, intermedia tra quelle pubbliche e quelle aziendali, soprattutto in zone frazionate, onde portare a contatto con ogni unita di conduzione i servizi di cui al punto precedente;

e) nella conversione di reti a canalette in reti tubate e nell ammodernamento dei relativi impianti, nonche nel riordino di utenze, anche al di fuori dei territori classificati di bonifica;

f) nella concessione di particolari provvidenze intese ad agevolare complessi organici di opere di trasformazione di competenza privata;

g) nella creazione di una rete di assistenza tecnica specifica per i territori irrigabili con maglia di operatori capaci di indirizzare, facilitare e controllare la trasformazione irrigua, a diretto contatto con gli operatori agricoli e con le associazioni promosse o esistenti;

h) in facilitazioni per l utilizzazione delle acque irrigue.

Gli interventi relativi alle opere previste ai punti a), b), c), ed e) sono effettuati a mezzo di Enti pubblici o di Consorzi di Bonifica e possono essere finanziati con spesa anche a totale carico regionale. I relativi progetti sono approvati dalla Giunta regionale contestualmente alla concessione del contributo o del finanziamento; detta approvazione equivale a dichiarazione di pubblica utilita delle opere nonche di indifferibilita ed urgenza dei relativi lavori.

Le provvidenze previste al punto f) possono essere concesse per opere di ricerca, raccolta, distribuzione delle acque a scopo irriguo con le relative attrezzature, nonche per sistemazioni idraulico - agrarie del suolo, entro le seguenti misure:

- per opere di interesse collettivo, a servizio di piu aziende agricole: contributi in conto capitale, sino al 75% entro il limite di spesa stabilito dalla Giunta regionale;

- per opere al servizio di aziende singole: concorso sugli interessi per l assunzione di mutuo ventennale per l intera spesa ritenuta tecnicamente ammissibile.

In alternativa, ai coltivatori diretti singoli o associati e alle cooperative costituite in prevalenza da coltivatori diretti, coloni, compartecipanti, mezzadri, lavoratori agricoli, puo essere concesso un contributo in conto capitale sino al 50% della spesa ammessa.

Per le opere di miglioramento fondiario di interesse collettivo di cui alla lettera d) del presente articolo, intese alla realizzazione e alla sistemazione di strade, di acquedotti e di elettrodotti al servizio di piu aziende agricole, possono essere concessi contributi in conto capitale fino al 75%, entro il limite di spesa stabilito dalla Giunta regionale a favore di imprenditori agricoli associati o di consorzi di miglioramento fondiario.

Per la realizzazione delle infrastrutture di cui al precedente comma puo essere ammessa la presenza di non imprenditori agricoli purche l opera risulti di prevalente uso ed interesse agricolo.

La creazione di una rete di assistenza tecnica specifica nei comprensori irrigui sara favorita dalla concessione di un contributo sino al 70% delle spese sostenute in favore di Enti pubblici, Consorzi di Bonifica, Organismi cooperativi gia operanti in agricoltura, che attuino programmi di assistenza tecnica approvati dalla Giunta regionale e che abbiano strutture adeguate e requisiti di idoenita.

Per facilitare l utilizzazione dell acqua a scopo irriguo, come previsto al precedente punto h), ai soggetti di cui al precedente comma che gestiscono impianti irrigui possono essere concessi:

- contributi fino al 35% della spesa ammessa, la manutenzione di opere irrigue;

- contributi fino al 50% delle spese di gestione degli impianti irrigui da graduarsi in relazione all onerosita determinata dal sollevamento dell acqua. 




Art. 16

(Zootecnia e bonifica sanitaria)


Per l attuazione delle azioni previste nel programma zootecnico sono concessi gli incentivi di cui alla legge regionale 20/ 1/ 1975, n. 7.

I premi previsti dall art. 11 della predetta legge per la produzione della carne sono estesi ai produttori di carne equina, ai quali e concesso un premio fino a lire 80.000 per il mantenimento in vita sino al peso vivo medio per capo di Kg. 400 di ogni puledro maschio o femmina nato da fattrice di razza o ceppo da carne allevata in azienda non aderente alla selezione.

La Giunta regionale e autorizzata ad attuare, con spesa a totale carico, interventi di bonifica  sanitaria degli allevamenti sulla base di un piano annuale, predisposto di concetto tra l Assessorato all Agricoltura e l Assessorato alla Sanita.




Art. 17

(Forestazione)


Per il proseguimento degli obiettivi previsti dal programma di forestazione, la Regione e le Province sono autorizzate a provvedere ai seguenti interventi:

1) favorire l attuazione da parte delle Comunita Montane e degli Enti locali delle iniziative intese alla ricostituzione di boschi degradati, danneggiati o distrutti, al miglioramento dei boschi esistenti, al rimboschimento a fini produttivi o protettivi, alla difesa del patrimonio boschivo dagli incendi, mediante i finanziamenti riservati dal programma di settore;

2) l acquisizione dei terreni atti all accorpamento e all organico accrescimento dei complessi boschivi esistenti e alla formazione di riserve naturali nonche di terreni atti alla costituzione e all ampliamento dei vivai forestali o alla costruzione di case forestali;

3) l esecuzione di opere di sistemazione idraulico - forestale;

4) lo sviluppo della forestazione mediante la concessione ai Comuni, ad Enti, ad altri proprietari e affittuari di terreni, di contributi in conto capitale per il rimboschimento, con preferenza alle specie forestali a rapido accrescimento, in terreni non convenientemente utilizzabili per colture o attivita di allevamento oppure destinabili al rimboschimento o al miglioramento della silvicoltura esistente per la tutela dell ambiente in genere e dal dissesto idrogeologico in particolare, nonche per la ricostituzione e il miglioramento dei boschi.

Per l attuazione degli interventi di cui al precedente comma puo essere concesso un contributo in conto capitale fino alla misura del 90% nelle zone collinari e montane o suscettibili di valorizzazione paesaggistica e in quelle vincolate ai sensi del RDL 30 dicembre 1923 n. 3267, e del 60% nelle altre zone; in queste ultime i contributi per l impianto dei pioppeti possono essere concessi esclusivamente per terreni non idonei alle colture agrarie piu redditizie.

La Regione e le Province sono altresì autorizzate:

1) all esecuzione di interventi di rimboschimento, miglioramento dei boschi deteriorati, manutenzione dei soprassuoli forestali e di opere accessorie su terreni di proprieta della Regione, di Enti e di privati, anche se sono ricadenti in comprensori montani o in zone costiere;

2) alla formazione e incremento di aree boschive per la salvaguardia dell ambiente, mediante il collocamento a dimora di alberi idonei; i Comuni possono beneficiare, a tale fine, di un contributo fino al 90% per le opere connesse a piantagioni di alberi di alto fusto;

3) alla realizzazione di boschi da seme, all ammodernamento, ristrutturazione e gestione di vivai forestali per la produzione di semi e di piantine da utilizzare per l attuazione dei rimboschimenti direttamente effettuati dalla Regione e da altri Enti o da cedere, a titolo gratuito, per i lavori di rimboschimento effettuati dagli Enti e da privati;

4) alla tutela del patrimonio boschivo ai sensi della legge regionale 18/ 7/ 1974, n. 25;

5) a favorire, nell ambito degli interventi di cui al punto 2) del primo comma del presente articolo, la compilazione dei piani economici dei beni silvo - pastorali e la buona gestione degli stessi, nonche la gestione delle riserve naturali, dei parchi naturali e delle oasi naturalistiche.

Per detti interventi possono essere concessi contributi fino al 100% della spesa a favore dei Comuni ed Enti che abbiano provveduto alla compilazione dei piani o alla costituzione delle riserve, parchi e oasi. 




Art. 18

(Valorizzazione dei territori collinari e montani)


Per la valorizzazione dei terreni di collina e di montagna la Regione ripartisce gli stanziamenti di cui alla legge 17- 12- 1977 n. 984 fra le Comunita Montane, sulla base dei parametri di cui all art. 10 bis della legge regionale 5/ 9/ 1972 n. 9.

Le Comunita Montane attueranno le iniziative  secondo quanto previsto nell apposito programma di settore << valorizzazione dei territori collinari e montani>> di cui all allegato << A >>. 




Art. 19

(Olivicoltura, vitivinicoltura, ortoflorofrutticoltura, mandorlicoltura)


Puo essere concesso il concorso sui prestiti e sui mutui di miglioramento, fino alla concorrenza dell intera spesa ammessa:

a) per la ristrutturazione di oliveti specializzati e connesse opere di irrigazione; per le attivita  di ammodernamento dei vecchi impianti olivicoli; per il miglioramento dello strato arabile degli oliveti; per i nuovi impianti di oliveti per olive da mensa; per ogni altra azione di miglioramento fondiario delle aziende a prevalente indirizzo olivicolo;

b) per l estendimento, rinnovo e/ o ammodernamento degli impianti viticoli secondo quanto dispone il programma di settore << Vitivinicoltura >> di cui allegato << A >>; per la realizzazione di stabilimenti vinicoli o per la costruzione e ammodernamento delle strutture a carattere associativo destinate alla trasformazione e manipolazione del prodotto;

c) per i nuovi impianti mandorlicoli in regime irriguo con l impiego di porta - innesti adatti  alla pratica irrigua; per gli impianti, reimpianti e reinnesti intesi all adozione di varieta di maggiore affidamento; per l installazione di arnie nei mandorleti e per ogni altra azione di ammodernamento delle aziende a prevalente indirizzo mandorlicolo;

d) per il miglioramento delle strutture di aziende ortoflorofrutticole, mediante opere di sistemazione del terreno, di irrigazione, di protezione, di climatizzazione, realizzazione di costruzioni rurali a fini di deposito e prima lavorazione dei prodotti, di celle frigorifere aziendali, di abitazioni rurali al servizio delle aziende; per impianti e reimpianti di fruttiferi di pregio; per l installazione di arnie nelle aziende a prevalente indirizzo frutticolo; per le azioni di riconversione varietale e di specializzazione della coltura ortoflorofrutticoltura.

Per gli interventi previsti alle lettere a), b), c) e d) del precedente comma, in alternativa al concorso regionale sugli interessi puo essere concesso ai coltivatori diretti, singoli o associati, alle cooperative agricole costituite in prevalenza da coltivatori diretti, coloni, compartecipanti, mezzadri, lavoratori agricoli, nonche alle cooperative di giovani costituite in applicazione della legge 285 e successive modificazioni, un contributo in conto capitale pari al 50% della spesa ammessa.

Puo essere concesso inoltre:

a) un contributo fino al 30% della spesa ammessa alle Associazioni dei produttori riconosciute e alle cooperative ortoflorofrutticole sulla spesa sopportata per trasportare i prodotti agricoli avviati alla esportazione;

b) un contributo fino al 40% della spesa ammessa ai produttori ortoflorofrutticoli, singoli o associati, o ai Consorzi di difesa per l acquisizione di attrezzature idonee alla difesa attiva contro le avversita metereologiche;

c) un contributo fino al 50% della spesa ammessa ai produttori olivicoli associati, per l acquisto di macchine per la raccolta delle olive, per l acquisto di macchine ed attrezzature per l effettuazione della lotta fitosanitaria e la potatura degli oliveti;

d) un contributo fino al 70% della spesa ammessa per la costituzione da parte di Associazioni, Consorzi e cooperative agricole di vivai per la produzione di materiale di moltiplicazione di varieta di pregio. Il contributo non puo essere cumulato con quello eventualmente concesso ai sensi di altre disposizioni legislative;

e) un contributo fino al 70% della spesa ammessa per l attuazione di piani interaziendali di risanamento e sviluppo della mandorlicoltura nelle aree tradizionali;

f) contributi fino all 80% della spesa ammessa:

- per lo svolgimento di campagne promozionali in favore dei prodotti agricoli pugliesi da parte di Associazioni di produttori agricoli riconosciute, di Consorzi di cooperative agricole, di Consorzi costituiti per la valorizzazione delle produzioni agricole, con il coordinamento dell Assessorato regionale all Agricoltura;

- per l acquisizione da parte delle Associazioni dei produttori agricoli riconosciute e delle cooperative agricole di strutture di trasporto.

Per gli interventi previsti nelle lettere a), b) e c) del precedente comma, sulla spesa ammessa non coperta da contributo sara concesso un concorso nel pagamento degli interessi conseguenti a mutui eventualmente contratti. 




Art. 20

(Colture industriali)


Per lo sviluppo della tabacchicoltura e della bieticoltura possono essere concessi gli incentivi di cui all art. 6 della legge regionale 4- 9-1978 n. 48, secondo le modalita previste nel programma di settore << Ortoflorofrutticoltura >> di cui all allegato << A >>.
 
Il contributo a fondo perduto di cui all art. 8 della legge regionale 29- 6- 1979 n. 38 puo essere concesso anche per l acquisto di trattrici occorrenti per azionare le macchine operatrici specifiche, limitatamente ai programmi di meccanizzazione realizzati e gestiti in forma associata o cooperativa da parte di Organismi regolarmente costituiti e composti in prevalenza da imprese familiari coltivatrici.



Art. 21

(Aree montane e svantaggiate)


Alle aree comprese nelle Comunita Montane e a quelle svantaggiate delimitate con deliberazione della Giunta regionale 20/ 6/ 1978 n. 3710, e riservata una quota di risorse finanziarie maggiorata del 10%, finalizzata alla attuazione di opere di interesse infrastrutturale nonche di tutti gli interventi assegnati alla esecuzione di Enti pubblici.
Nelle medesime aree di cui al precedente comma:
- i contributi in conto capitale, previsti dalla presente legge a favore delle aziende agricole, singole o associate, e delle cooperative sono maggiorati del 5%;
- il concorso nel pagamento degli interessi per i mutui contratti dalle aziende agricole, singole o associate, e dalle cooperative e maggiorato di due punti percentuali a favore de mutuatari rispetto alle misure stabilite ai sensi della presente legge. 



Art. 22

(Azioni prioritarie previste dai programmi di settore)


Le risorse finanziarie impegnate sui singoli programmi di settore di cui all allegato << A >>, per almeno il 60% sono destinate al finanziamento delle azioni prioritarie previste negli stessi programmi. 




Art. 23

(Adeguamento dei programmi di settore e relazione sulla attuazione della delega)


Nell ambito delle procedure di verifica annuale previste dalla legge 27- 12- 1977 n. 984, la Regione, entro il 30 maggio di ogni anno, provvede all eventuale adeguamento dei programmi di settore approvati con la presente legge, a tale fine, acquisisce le determinazioni espresse dal Comitato consiliare per il piano e dal Comitato tecnico scientifico, di cui alla legge regionale 25- 7- 1979 n. 44.

Gli Enti delegati, altresì, sono tenuti a trasmettere  alla Regione la relazione sullo stato di attuazione della delega entro il 30 aprile di ogni anno. 




Art. 24

(Norme transitorie)


Le domande relative ad interventi di cui alla legge 27- 12- 1977 n. 984 e successive modificazioni e integrazioni, presentate alla Regione prima della entrata in vigore della presente legge, sono sottoposte alle norme di cui alla presente legge.

Si deroga da quanto previsto nel precedente comma, limitatamente a cio che dispone l art. 6, soltanto nel caso di domande che:

- risultino regolarmente presentate alla Regione in data non successiva al 30- 6- 81;

- comportino una spesa prevista non superiore ai 50 milioni di lire.

Alle domande di cui al precedente comma si applicano, comunque, le direttive di cui alla deliberazione del Consiglio regionale 14- 3- 1979, n. 448.

Gli Enti delegati, in ogni caso, subentrano in tutti i procedimenti amministrativi relativi alle funzioni delegate che alla data di attivazione della delega non abbiano comportato l assunzione di impegni o di obbligazioni da parte della Regione.

Fino all entrata in vigore della legge relativa all ordinamento degli uffici regionali, la Giunta regionale e autorizzata a ripartire compiti afferenti alle materie Agricoltura e Foreste in settori e uffici, avendo cura di assicurare la massima funzionalita attraverso l unificazione dei compiti omogenei.




Art. 25

(Norme finanziarie)


Gli interventi di cui alla presente legge sono finanziati con le assegnazioni che pervengono alla Regione in attuazione di quanto disposto dalla legge 27- 12- 1977 n. 984 e successive modificazioni e integrazioni e dal Piano Agricolo Nazionale di cui alla deliberazione CIPAA del 13- 12- 1979.

Per l anno 1981, alle spese per l attuazione di quanto disposto nella presente legge si provvede con gli appositi stanziamenti di spesa previsti nell obiettivo operativo << Agricoltura e Foreste >> di cui al bilancio di previsione della regione per il 1981, approvato con legge regionale 23- 6- 1981, n. 33.

Per effetto dell approvazione dei programmi di settore di cui all allegato << A >>, la Giunta regionale e autorizzata ad apportare al bilancio di previsione della Regione annuale e pluriennale, approvato con legge regionale 23- 6- 81,  n. 33, le conseguenti variazioni.

Le economie di spesa da stanziamenti iscritti nel bilancio regionale per l attuazione dei programmi di settore ai sensi della legge 27/ 12- 1977 n. 984, vengono accertate entro la fine dell esercizio e conservano nel bilancio regionale per l esercizio successivo la stessa destinazione di spesa.

Per l attuazione degli interventi di cui allo art. 20 della presente legge, concernente le colture industriali, nel bilancio della Regione per l anno 1981 approvato con legge regionale 23- 6- 1981 n. 33, alla parte spesa, sono introdotte le seguenti variazioni:

In diminuzione

Cap. 04928 << Spese per l attuazione degli interventi, ecc. Legge 984/ 77 >> competenza L. 2.000.000.000 cassa L. 2.000.000.000

In aumento

Cap. 04728 << Spesa per l attuazione degli interventi a favore della bieticoltura previsti dal programma regionale di settore in attuazione della legge 984/ 77 >> competenza L. 1.000.000.000 cassa L. 1.000.000.000

Cap. 04729 << Spesa per l attuazione degli interventi a favore della tabacchicoltura previsti dal programma regionale di settore in attuazione della legge 984/77>> competenza L. 1.000.000.000 cassa L. 1.000.000.000

Per gli anni successivi si provvedera con le leggi di approvazione dei corrispondenti bilanci annuali di previsione della Regione.

La presente legge e dichiarata urgente ai sensi e per gli effetti del combinato disposto degli artt. 127 della Costituzione e 60 dello Statuto ed entrera in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione. 




ALLEGATO A

PROGRAMMI REGIONALI DI SETTORE AI SENSI DELLA LEGGE 27- 12- 1977 n. 984.


1. Premessa.

- La Regione Puglia - recita lart. 3 dello Statuto - «adotta la programmazione economica come metodo fondamentale dellazione, volta a creare un sistema di rapporti di produzione, fondati sul principio della giustizia sociale».

Questi principi hanno trovato regolamentazione con la legge regionale n. 24/1975, e con la legge regionale n. 44/1979 che applicano, appunto, il metodo della programmazione nello svolgimento dellazione politico-amministrativa dellEnte. Tali leggi, nellindividuare gli Organi e gli strumenti della programmazione, stabiliscono che gli obiettivi ed i criteri dellintervento pubblico ad ogni livello sono definiti dal Piano di sviluppo economico regionale e dal Piano di assetto del territorio, i quali hanno efficacia di Prescrizione e di vincolo, sia per la Regione che per tutti gli Enti ed Aziende che operano nel territorio regionale.

In attesa dellelaborazione e successiva approvazione con apposita legge regionale del più complessivi piani di sviluppo economico ed assetto territoriali, i presenti programmi per il settore agricolo, previsti dagli artt. 1 e 5 della legge n. 984/1977, costituiscono il quadro di riferimento dellattività della Regione Puglia nel settore dellagricoltura. Tali programmi si prefiggono il compito di indicare gli obiettivi da perseguire, le priorità da osservare, i tempi di attuazione, la spesa complessiva occorrente ed i criteri da adottare per la verifica dei risultati. Ad essi devono uniformarsi tutte le azioni finanziate con le somme di cui dispone la Regione a qualsiasi titolo.

2. Obiettivi e criteri generali dellintervento nel settore agricolo. - In armonia con le finalità della programmazione economica nazionale, spetta alle singole regioni individuare i propri obiettivi e strategie di intervento, coerenti e compatibili con le specifiche esigenze dei rispettivi sistemi socio-economici.

Tale principio assume un particolare rilievo ed un peculiare contenuto programmatico-operativo per la Puglia, in virtù delle particolari caratteristiche ambientali idonee per un promettente sviluppo agricolo, anche per le prospettive di sviluppo dei programmi irrigui.

Il Piano agricolo nazionale (P.A.N.) adottato dal CIPAA nel dicembre 1979 tende essenzialmente al miglioramento dellefficienza complessiva del settore, soprattutto adeguando le caratteristiche della produzione allo esigenze della domanda e di riduzione del deficit della bilancia agricolo-alimentare.

I programmi regionali possono contribuire al raggiungimento di tali finalità nazionali assumendo come coordinate dellazione pubblica il sostegno dei livelli occupazionali ed il miglioramento delle condizioni di lavoro e di reddito della popolazione agricola.

È noto che la crisi economica del Paese carica le difficoltà occupazionali sulle regioni e sui settori produttivi più deboli in particolare sul Mezzogiorno e sullagricoltura.

Per la nostra Regione è da rilevare che la produttività dellagricoltura si è accresciuta nel quinquennio 1975-1979 in misura piuttosto inadeguata rispetto agli investimenti effettuati nello stesso periodo mentre le forze di lavoro agricolo sono rimaste a livelli sostenuti rispetto al resto del Paese (occupati in agricoltura: Puglia 29,2%; Italia 14,8%, così come può notarsi dalle tabelle seguenti).

Tabella 1

 

 

PUGLIA 

PRODUZIONE LORDA VENDIBILE DELLAGRICOLTURA NELLULTIMO QUINQUENNIO 

 

A prezzi correnti 

A prezzi costanti 1970 

 

Milioni 

Indice 

Milioni 

Indice 

Variazione 

di lire 

1975 = 100 

di lire 

1975 = 100 

percentuale 

 

 

 

 

rispetto anno 

 

 

 

 

precedente 

 

1.110.265 

 

100,0 

579.918 

100,0 

--- 

1.066.856 

 

96,1 

489.830 

84,4 

- 15,5 

1.585.229 

 

142,7 

587.862 

101,3 

+ 20,0 

1.597.028 

 

143,8 

548.794 

94,6 

- 6,6 

1.793.501 

[a] 

161,5 

538.922 

92,9 

- 1,7 

[a] Dato provvisorio.

 

Tabella 2

PUGLIA 

FORZE DI LAVORO AGRICOLO 

Occupati in agricoltura 

 

Anni 

Migliaia 

% rispetto 

Variazione percentuale 

 

di unità 

al totale 

rispetto anno 

 

degli occupati 

precedente 

 

1975 

405 

34,7 

--- 

1976 

430 

35,3 

+ 6,2 

1977 

416 

33,2 

- 3,3 

1978 

382 

30,2 

- 8,2 

1979 

371 

29,1 

- 2,9 

Un recente studio sul lavoro agricolo in Puglia ha posto in evidenza che nella Regione il grado di occupazione media annua risulta alquanto modesto, pari, cioè a 146 giornate - 181 per i maschi e 102 per le femmine - contro le 257 giornate della media nazionale. Limpiego medio per ettaro di superficie agricola utilizzata risulta pari a 40 giornate per la Puglia e a 48 giornate per lItalia.

Infine, la produttività agricola CPL (occupato) è risultata nel 1977-1978 pari a 3.362.853 lire, di gran lunga inferiore a quella italiana (L. 5.620.461) ed inferiore anche alla media del Mezzogiorno dItalia (L. 3.763.743).

Queste brevi indicazioni parametriche coincidono in sostanza, con il giudizio espresso dal Governo centrale nella scheda regionale del programma triennale dedicata alla nostra Regione, nella quale è detto che «la Puglia è tra le regioni del Mezzogiorno quella che presenta maggiori suscettibilità di sviluppo economico e relativamente minori tensioni sociali, anche se il bilancio di mercato del lavoro presenta livelli di inoccupazione elevati». Ed ancora, la proposta di programma triennale così recita: «Se vengono decisamente eliminate alcune gravi strozzature, quali la carenza di acqua ed i più accentuati equilibri fra città e campagna con riferimento alle aree interne che presentano fenomeni di particolare depressione, si possono assicurare le premesse necessarie per uno sviluppo plurisettoriale dellintera economia regionale».

Pur dando per acquisito che nel lungo periodo loccupazione agricola è destinata a ridursi per effetto del progresso tecnologico e dello sviluppo dei settori secondario e terziario, si può ragionevolmente ipotizzare - nella prospettiva a breve/medio termine del piano agricolo regionale - un aumento delle possibilità di lavoro in agricoltura. Compito dellintervento pubblico è quello di cercare le condizioni per tradurre queste possibilità in posti di lavoro stabili e produttivi.

Ciò ovviamente non può avvenire attuando superati processi produttivi a bassa tecnologia, ma, al contrario, migliorando gli attuali livelli di produttività, e quindi di competitività, del settore nel suo complesso.

Invero, il miglioramento dei livelli occupazionali e laumento della produttività in agricoltura sono obiettivi difficilmente conciliabili, in assenza di un sufficiente sviluppo della produzione, possono, viceversa, essere compatibili fra loro in un sistema economico caratterizzato da una intensa crescita produttiva.

Pur non disconoscendo i progressi sinora conseguiti nella nostra Regione si può affermare che lagricoltura pugliese presenta ancora un consistente divario fra la capacità produttiva potenziale e quella realizzata. Basti pensare alla differenza esistente tra lestensione dei terreni potenzialmente idonei allirrigazione - circa 500 mila ettari - e le aree attualmente irrigate di fatto, che non raggiungono in complesso i 200 mila ettari.

Sussistono quindi i presupposti necessari per saldare lobiettivo occupazionale a quello produttivistico: spetta al piano agricolo regionale predisporre gli opportuni strumenti operativi per una rapida crescita produttiva mediante la valorizzazione delle risorse potenziali esistenti. Al di là della presente esigenza del momento di sostenere i livelli occupazionali nel rispetto del vincolo della produttività, il recupero della capacità produttiva inutilizzata rappresenta unaltra scelta strategica di fondo per la nostra agricoltura.

A fronte di una struttura produttiva che in alcune aree e in alcune aziende ha raggiunto rilevanti livelli di efficienza tecnico-economica, si manifesta in tutta evidenza la necessità di una strategia di intervento volta alla rimozione degli ostacoli che hanno sin qui impedito ad altre piaghe meno favorite e a numerose aziende di pervenire ad adeguati livelli di produttività e di efficienza.

In tale prospettiva programmatica lopera pubblica (irrigazione ed infrastrutture civile e produttive, specialmente nelle zone collinari), laiuto allinvestimento e alla conduzione aziendale, la diffusione di adeguati servizi di supporto allattività agricola (sperimentazione, assistenza tecnica e qualificazione professionale sostegno ed indirizzo delle attività di commercializzazione e trasformazione associata dei prodotti agricoli) debbono contribuire, in unarmonica e razionale visione unitaria, a creare nuovi e più diffusi margini di convenienza e di economicità per le aziende agricole.

La strategia delineata pone alcuni fondamentali problemi relativi agli sbocchi della produzione che possono essere solo parzialmente risolti nellambito dei programmi regionali di settore o della stessa programmazione regionale di sviluppo; essi vanno più globalmente affrontati nel quadro della programmazione nazionale e con una diversa impostazione della politica CEE (collegamenti con lindustria, strutture e regole di mercato).

Le considerazioni sin qui svolte portano ad individuare, nellambito dei presenti programmi, i seguenti obiettivi:

- allargamento ed intensificazione della base produttiva dellagricoltura pugliese, mediante lampliamento delle aree irrigue, lo sviluppo delle colture più congeniali allambiente ed il recupero delle terre abbandonate: a tale riguardo si evidenziano gli obiettivi produttivi proposti per la Regione Puglia dal piano agricolo nazionale (tab. 3 e 4);

- sostegno dei livelli occupazionali, anche mediante lo sviluppo ed il potenziamento delle attività collaterali al settore primario;

- riduzione degli squilibri territoriali allinterno della Regione da realizzare attraverso laumento delle risorse da destinare alle aree collinari e montane;

- attuazione di un valido e capillare servizio di assistenza tecnica e di concreti programmi di qualificazione professionale;

- sostegno ed impulso allattività di sperimentazione e di ricerca applicata;

- sviluppo dellorganizzazione dei produttori e riordino e potenziamento della cooperazione, nellintento di razionalizzare, a beneficio sia dei produttori agricoli che dei consumatori, circuiti di mercato a monte e a valle dellattività agricola;

- regolamentazione dei rapporti fra agricoltura ed industria di trasformazione, mirante alla realizzazione di un efficiente sistema agro-industriale basato sullintegrazione economica delle due attività che assicuri una più equa ripartizione dei benefici;

- potenziamento e sviluppo del sistema dei trasporti e riduzione dellincidenza dei relativi costi, mediante la concessione di incentivi alle organizzazioni dei produttori per ridurre gli attuali oneri e per la realizzazione di strutture più adeguate;

- riorganizzazione dei servizi tecnici della Regione per i settori agricolo-forestale al fine di accelerare le procedure di programmazione impegno e liquidazione della spesa;

- costituiranno, in particolare, obiettivi prioritari, oltre allargomento della base produttiva e al sostegno dei livelli occupazionali;

- laumento delle risorse da destinare alle aree collinari e di montagna;

- lo sviluppo delle organizzazioni dei produttori e la riorganizzazione del settore cooperativo, privilegiando lintervento per la ristrutturazione e il potenziamento delle strutture esistenti e i nuovi impianti nelle aree che ne sono sprovviste;

- lattività di sperimentazione e di assistenza tecnica ai produttori agricoli nelle aree ad intenso sviluppo e in quelle destinate allirrigazione, nonché le attività di sperimentazioni-pilota pubbliche, private e miste.

Tabella 3

Proiezioni delle produzioni pugliesi proposte dal piano agricolo nazionale (migliaia di quintali)

Prodotti 

Media 

Proiezione 

Peso percentuale sulla produzione nazionale 

Differenza 

 

 

1974-1976 

1983 

1974/76% 

1983% 

In assoluto (q.li) 

In %+ 

 

Frumento duro 

8.539,6 

 

9.500,0 

 

24,5 

 

27,1 

 

960,4 

 

11,1 

 

Frumento tenero 

570,1 

 

850,0 

 

1,9 

 

1,3 

 

279,9 

 

49,1 

 

Orzo 

366,6 

 

1.000,0 

 

10,0 

 

8,3 

 

633,4 

 

172,8 

 

Mais 

161,3 

 

1.500,0 

 

0,3 

 

2,0 

 

1.338,7 

 

829,9 

 

Sorgo 

1,3 

 

500,0 

 

0,9 

 

9,6 

 

498,7 

 

 

Patate 

717,0 

 

900,0 

 

2,4 

 

5,3 

 

183,0 

 

20,5 

 

Pomodoro 

3.206,0 

 

3.600,0 

 

10,0 

 

11,6 

 

394,0 

 

14,2 

 

Ortaggi 

13.700,0 

 

17.500,0 

 

10,9 

 

11,9 

 

4.000,0 

 

27,7 

 

Frutta a ciclo annuale 

1.198,0 

 

1.610,0 

 

10,1 

 

11,1 

 

412,0 

 

34,4 

 

Frutta ed agrumi 

7.395,0 

 

8.700,0 

 

11,2 

 

11,7 

 

1.309,0 

 

17,6 

 

Agrumi 

847,0 

 

1.300,0 

 

2,9 

 

3,8 

 

453,0 

 

53,5 

 

Frutta in guscio 

265,0 

 

506,0 

 

9,5 

 

14,2 

 

241,0 

 

90,9 

 

Uva da vino 

10.368,0 

 

11.428,0 

 

10,4 

 

10,9 

 

1.060,0 

 

10,8 

 

Olive 

9.353,1 

 

10.594,0 

 

37,3 

 

37,9 

 

1.240,9 

 

13,3 

 

Bietola da zucchero 

8.503,1 

 

16.250,0 

 

17,1 

 

11,1 

 

7.747,7 

 

91,1 

 

Tabacco 

239,3 

 

265,0 

 

22,8 

 

22,2 

 

25,7 

 

10,7 

 

Girasole 

56,8 

 

480,0 

 

12,8 

 

36,9 

 

423,2 

 

745,6 

 

Tabella 4

Proposte del piano agricolo nazionale Zootecnia: Proiezioni dal 1974/1976 al 1983

 

Incrementi 

 

percentuali 

 

Consistenza 

patrimonio bovino 

23,1 

 

» 

vacche da latte 

15,4 

 

» 

equini 

100,0 

 

» 

ovocaprini 

6,0 

 

» 

suini 

34,1 

 

Produzione 

carne bovina 

32,0 

 

» 

carne equina 

154,2 

 

» 

ovocaprina 

254,1 

 

» 

avicunicula 

39,2 

 

» 

carne suina 

68,9 

 

» 

latte bovino 

18,8 

 

» 

latte ovino 

26,4 

 

3. Procedure operative. - La Giunta regionale sentita la competente Commissione consiliare permanente adotterà le opportune misure in ordine alle procedure connesse con loperatività dei piani pluriennali per conseguire lo snellimento massimo delle procedure, una rilevante mobilità della spesa e una puntuale finalizzazione degli investimenti e degli incentivi previsti dai programmi agli obiettivi del Piano agricolo nazionale e a quelli sopra indicati.

Saranno osservate le seguenti direttive:

1) i progetti di opere pubbliche e di opere di miglioramento fondiario private proposte alla Regione per il finanziamento devono contenere sufficienti indicazioni in ordine ai riflessi occupazionali e allincremento della produzione agricola;

2) i progetti di investimento fondiari e agrario presentati dagli operatori agricoli e zootecnici dovranno essere muniti di un piano di sviluppo aziendale che, oltre ad indicare gli elementi di cui al precedente punto, contenga un piano finanziario degli investimenti e degli ammortamenti. È fatta deroga per i progetti presentati prima della emanazione della presente direttiva e non ancora finanziata;

3) gli incentivi regionali saranno revocati a quelle imprese agricole beneficiarie che non rispettino le clausole contenute nei contratti collettivi di lavoro e nei patti integrativi provinciali;

4) dovrà instaurarsi una differenziazione dei meccanismi incentivi da conseguire alla rilevanza pubblica degli obiettivi da perseguire nonché alla qualità e quantità degli svantaggi da superare, con attribuzione dellaliquota maggiorata dellincentivo riservato alle iniziative ubicate nelle zone montane e svantaggiate;

5) sarà attribuita particolare rilevanza alle iniziative rivolte a potenziare e sviluppare forme coerenti di assistenza tecnica, quale strumento essenziale per il conseguimento degli obiettivi proposti;

6) assicurare gli incentivi nazionali e lanticipazione degli stessi per le iniziative finanziate in base a direttive e regolamenti della CEE;

7) attribuire giusto rilievo ai compiti dei Comitati consultivi provinciali e delle comunità montane, chiamati ad esprimere un giudizio di massima sulla rispondenza dei piani di sviluppo agli obiettivi e alle finalità previste dai programmi regionali di settore con lintesa di adeguare il numero dei Comitati stessi alla individuazione delle zone omogenee provinciali.

Al parere dei predetti Comitati vanno sottoposti tutti i progetti tranne quelli di importo inferiore ai 30 milioni di lire presentati da coltivatori diretti. Per questi progetti i competenti uffici tecnici comunicheranno ai comitati consultivi periodicamente e comunque ogni 90 giorni le determinazioni assunte;8) per favorire ulteriormente decentramento e snellimento delle procedure, gli Ispettorati provinciali dellagricoltura sono abilitati alla istruttoria tecnica dei progetti di miglioramento fondiario di importo preventivato non superiore a 200 milioni di lire;

9) lautorizzazione a varianti tecniche sui progetti approvati non comportanti ulteriori oneri a carico della Regione e miranti al conseguimento di una maggiore efficienza delle opere stesse concessa dallorgano tecnico incaricato dellistruttoria della pratica.

Analoga direttiva vale per la correzione di eventuali errori anagrafici contenuti nel formale provvedimento di concessione delle agevolazioni regionali;

10) fissare un termine perentorio per lesecuzione delle opere, la cui eventuale proroga costituisca fatto eccezionale conseguente a comprovate impossibilità di portare a termine listruttoria o di eseguire le opere entro il termine prescritto. Il termine di esecuzione delle opere partirà dalla data di notifica allinteressato del provvedimento di concessione;

11) stabilire le norme per la concessione di anticipazioni e/o acconti sugli incentivi in conto capitale concessi dalla Regione;

12) fissare un termine per listruttoria tecnica-economica dei piani e progetti di investimenti aziendali;

13) fissare le priorità e quantificare la destinazione tra i diversi soggetti beneficiari;

14) Atteso che la destinazione frazionata dei finanziamenti crea difficoltà rilevanti nella gestione del bilancio, nellintento di agevolare la spesa e semplificare le procedure, si ritiene di unificare gli interventi analoghi dei diversi programmi di settore in un unico capitolo di bilancio, incaricando la Giunta regionale del periodico controllo del flusso di spesa allo scopo di verificarne laderenza a quanto previsto nei singoli programmi regionali di settore.

Infatti, un eccessivo frazionamento della destinazione dei finanziamenti nuoce al procedere della programmazione; la quale può avviarsi solo per scelte successive e per priorità via via più motivate ed a sostegno di scelte che riducano la dispersione dei finanziamenti.

La Giunta regionale è impegnata a ricercare, di intesa con le organizzazioni professionali, cooperative e sindacali, opportuni strumenti capaci di svolgere unattenta e puntuale valutazione periodica sullo stato di attuazione della spesa, sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo, per proporre tempestivamente gli opportuni aggiornamenti e le necessarie modifiche e, comunque almeno ogni sei mesi.

4. Disponibilità finanziaria. - Il Piano agricolo nazionale attribuisce alla Regione Puglia le seguenti disponibilità finanziarie, a valere sugli stanziamenti della legge 27 dicembre 1977, n. 984e di altre normative ( legge n. 843/1978 e legge n. 352/1976; reg. CEE n. 1060/1978):

Settore 

Periodi di validità 

Assegnazione 

 

 

(anni) 

(milioni di lire) 

 

1) Irrigazione 

324.698 

 

2) Forestazione 

13.160 

 

- programma ambiente 

1.968 

 

- programma semi e piantine 

279 

 

3) Terreni di collina e montagna 

36.440 

 

- legge n. 843/78

9.753 

 

- legge n. 352/76

3.450 

 

- regolamento CEE n. 1760/1978 

1.206 

 

4) Zootecnia 

 

 

 

- attività generale 

17.080 

 

- miglioramento bestiame 

13.580 

 

- ipofecondità 

3.670 

 

- acquacoltura 

4.784 

 

5) Ortoflorofrutticoltura e colture  

 

 

 

industriali 

67.600 

(1) 

6) Vitivinicoltura 

8.936 

 

7) Olivicoltura 

20.060 

 

8) Mandorlicoltura 

3.733 

 

9) Programma impianti  

 

 

 

cooperativi e trasporti 

9.428 

 

In complesso 

 

539.825 

 

(1) Di cui mld 3 per la bieticoltura e mld 3 per la tabacchicoltura.

A fronte di tali disponibilità i programmi di settore individuano per orizzonti temporali diversificati iniziative ed azioni da sviluppare in coerenza con il Piano agricolo nazionale.

I programmi pluriennali di seguito riportati fanno riferimento, di norma, al quadriennio 1980-1983, anche se è presumibile che loperatività della legge dovrà proseguire nel 1984.

I programmi dellirrigazione e della forestazione hanno validità sino al 1987. Si ritiene opportuno in questa prima fase programmatica limitare anche questa al 1983, impegnando tuttavia la Giunta regionale a proporre al Consiglio lulteriore proseguimento dei programmi stessi in sede di prima verifica della loro operatività, verifica che dovrebbe avvenire alla fine del primo anno di attività.

Una parte dello stanziamento relativo al programma dellortofrutticoltura è stato riservato per lelaborazione di due programmi riguardanti comparti produttivi di peculiare interesse regionale. Essi sono la tabacchicoltura e la bieticoltura.

In sintonia con quanto previsto dal Piano agricolo nazionale e con quanto sancito in sede regionale, si ribadiscono anche le altre disponibilità finanziarie non facenti capo alla legge n. 984/77 ed inserite nel bilancio regionale 1980 saranno utilizzate sulla base dei criteri e degli obiettivi previsti dal Piano stesso.

5. Irrigazione. - Lo sviluppo e il progresso dellagricoltura pugliese si basa essenzialmente sullestendimento dellirrigazione, la quale assorbe crescenti quote dellintervento pubblico, soprattutto per laccumulo e ladduzione dellacqua per lunghi percorsi.

Laliquota maggiore dello sforzo finanziario fa capo essenzialmente ai Progetti speciali della Cassa per il Mezzogiorno, che hanno sino ad oggi attrezzato con reti pubbliche oltre 65.000 ettari di terreno, ciò consente di irrigare effettivamente circa 42.000 ettari.

A fronte di questa disponibilità di terreni irrigui, in effetti nel 1977 sono stati irrigati in Puglia, sempre con lacqua resa disponibile dai progetti speciali, 23.000 ettari di terreno, cioè il 56% della superficie che si poteva effettivamente irrigare.

Inoltre, a seguito del completamento delle opere in corso di realizzazione e di quelle già finanziate, di prossimo inizio, si prevede che entro il 1981 sarà resa disponibile lacqua di irrigazione su altri 68.000 ettari; ciò consentirà di irrigare effettivamente altri 46.000 ettari di terreno, considerato il coefficiente di parzializzazione.

Al 1981 in Puglia la superficie attrezzata per lirrigazione sarà di 133.000 ettari e la superficie effettivamente irrigua sarà pari a 888.000 ettari.

Compiti fondamentali della Regione per il prossimo futuro sono quelli di rendere effettiva la irrigazione su questi terreni, programmando i necessari ammodernamenti strutturali e infrastrutturali e adeguati ordinamenti produttivi (che costituiscono i presupposti sia per un razionale utilizzo delle acque sia per un efficace sbocco della maggiore produzione conseguita) nonché quello di estendere lirrigazione nelle aree collinari attualmente non comprese nei comprensori irrigui interessati dai progetti speciali CASMEZ avendo particolare riguardo per gli interventi da destinare alle zone di collina e di montagna.

Costituisce importante azione quella retta a studiare e definire forme di razionalizzazione nelluso delle acque per ampliare le aree investite dallirrigazione e ridurre i costi di esercizio.

Le finalità da porsi attualmente con il programma pluriennale per lirrigazione sono pertanto le seguenti:

a) favorire il potenziamento e lammodernamento delle strutture e infrastrutture agricole nelle zone di nuova irrigazione nonché il completamento degli impianti di distribuzione aziendali e collettivi;

b) promuovere la riorganizzazione e il potenziamento dei servizi di sperimentazione e assistenza tecnica nelle stesse zone allo scopo di orientare ed addestrare gli operatori agricoli per un integrale e corretto uso delle acque;

c) promuovere lorganizzazione economica dei produttori agricoli ai fini della disciplina della produzione e della concentrazione dellofferta, della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli.

Per il conseguimento di tali obiettivi è prevedibile lo sviluppo nel prossimo quadriennio delle seguenti attività:

1) completamento e ammodernamento di impianti esistenti;

2) manutenzione ed esercizio di impianti irrigui ed opere connesse;

3) opere di risanamento idraulico e difesa del suolo;

4) elettrificazione rurale;

5) acquedotti rurali;

6) viabilità comprensoriale e interpoderale;

7) razionalizzazione delluso delle acque attraverso la predisposizione di appositi piani;

8) estensione delle acque da invaso nelle zone collinari e montane;

9) ricerca di acqua dal sottosuolo con la priorità per la costruzione di pozzi nelle aree collinari e montane;

10) realizzazione di invasi irrigui minori nelle zone collinari e montane;

11) demanializzazione dei pozzi privati non al servizio esclusivo dellazienda e comunque man mano che avanza limpiego delle acque di superficie;

12) assicurare una gestione mutualistica dellacqua, per determinare prezzi unici, comunque compatibili con le aree investite.

Il piano agricolo nazionale destina al settore irrigazione, nel periodo 1979-1987, la somma complessiva di 2.665 miliardi di lire, di cui 2.240 circa sono assegnati alle regioni per lesecuzione delle opere e delle iniziative a carattere regionale.

In sede di riparto delle disponibilità finanziarie, alla Puglia è stata attribuita, per il periodo considerato la somma di lire 331.519 milioni di cui lire 324.698 per le attività di competenza regionale e solo lire 6.821 milioni per le opere di interesse nazionale. La disponibilità annua della Regione Puglia per lattuazione delle iniziative sopra specificate è quindi di circa 37 miliardi lire.

I complessi irrigui in cui sostanzialmente la Cassa ha operato sono quelli dove la risorsa idrica è risultata di più facile approvvigionamento (Fortore, Ofanto, Arco jonico).

Ulteriori disponibilità idriche saranno apprestate nel comprensorio Nuovo Sinni, mentre sul restante territorio si dovrà fare affidamento essenzialmente sulle risorse locali (acque sotterranee e sorgentizie e acque reflue).

Di seguito si illustra lo stato del processo irriguo e si rappresentano gli ostacoli più significativi (limiti tecnologici) che si frappongono alla piena utilizzazione dellacqua, distinti per complessi irrigui più importanti. La valutazione dei diversi parametri deriva da una indagine promossa dalla Cassa per il Mezzogiorno e alla Regione condotta in collaborazione con i Consorzi di bonifica nel febbraio 1979, tendente a qualificare gli interventi e le iniziative da prescriversi allintervento regionale nei prossimi anni.

A) Complesso Fortore

Stato di attuazione del processo irriguo.

Costituisce il complesso più importante della Regione, destinato a servire praticamente tutti i territori pianeggianti della provincia di Foggia. Si basa sulle seguenti fonti idriche destinate alluso irriguo:

- invaso di «Occhito» sul Fortore: 

240 

milioni di mc. 

- invasi promiscui sul Triolo, Salsola, Cellone e Vulgano: 

46 

milioni di mc. 

- acque reflue costiere e fognatura di Foggia: 

10 

milioni di mc. 

Totale 

308 

 

Il comprensorio irriguo interessa una superficie complessiva di oltre 129.000 ettari, con una parzializzazione colturale del 50% ed una dotazione di 4.000 mc/ha.

Lo sviluppo della rete di distribuzione è il seguente:

- superficie già attrezzata ed in esercizio 

ha. 

5.800 

 

- superficie già attrezzata e pronta 

» 

12.000 

 

- superficie in corso di attrezzatura 

» 

23.400 

 

- superficie da attrezzare con finanziamento 77 del prog. 23 

» 

25.000 

 

- superficie con progettazione redatta 

» 

28.000 

 

- superficie con progettazione da redigere 

» 

35.000 

 

Totale 

ha. 

129.200 

 

Risanamento e difesa del suolo.

La sistemazione dei numerosi corsi dacqua del Tavoliere può ritenersi raggiunta salvo modeste necessità di completamento. Di contro notevole importanza rivestono gli interventi manutentori a causa della natura geologica dei bacini tributari.

A breve tempo non si prevede la necessità di interventi di ammodernamento delle reti di distribuzione, anche se con lavanzamento della trasformazione irrigua se ne dovrà considerare il rinfittimento.

Infrastrutture.

La rete viaria si presenta non sufficientemente funzionale alle esigenze di una moderna agricoltura irrigua, sia per quanto concerne la distribuzione sia per la capacità.

Lindagine ha condotto a valutare le esigenze di intervento in 30 Km. per la viabilità principale e in 750 Km. per quella interpoderale.

Le opere di elettrificazione dovrebbero interessare una superficie di 9.100 ettari.

Interventi a carattere aziendale.

I terreni abbisognevoli di sistemazione idraulica ammontano a 67.000 ettari, mentre le superfici da attrezzare con impianti irrigui sono state valutate in 90.000 ettari.

B) Complesso Gargano

Stato di attuazione del processo irriguo

Le fonti di approvvigionamento sono costituite da risorse locali

Attualmente è attrezzata una superficie di 1.500 ha. nella piana di Lesina e di Varano, elevabili di altri 200 con utilizzazione di acqua falda.

Nel prossimo quadriennio si prevede di attrezzare altri 500 ha. situate nelle piane ai piedi del promontorio garganico, avvalendosi delle risorse locali.

La distribuzione irrigua avviene con una coefficiente di parzializzazione del 70%, la percentuale di avanzamento della trasformazione irrigua sui territori già serviti è del 100%.

Risanamento idraulico e difesa del suolo

La sistemazione dei corsi dacqua, tutti a regime torrentizio è quasi assente. Necessitano interventi di correzione dei torrenti e di rinsaldamento delle pendici, nonché di forestazione dei bacini tributari, a protezione dei territori vallivi già irrigati o di prossima irrigazione.

Questi ultimi dovrebbero interessare non meno di 10.000 ha. comprendendo sia i nuovi impianti che i miglioramenti ed il ripristino di quelli esistenti.

I torrenti da interessare con interventi sistematori sono: Correntino, Ulse, Calena, Jana, i torrenti della piana di Vieste, immissari del lago di Lesina.

Completamenti ed ammodernamenti

Trattandosi di impianti irrigui in esercizio da diversi anni sono da considerarsi prioritari gli ammodernamenti e le manutenzioni straordinarie, al fine di massimizzare il valore di trasformazione dellacqua, peraltro, utilizzata a pieno.

Infrastrutture

La viabilità principale andrebbe opportunamente integrata con collegamenti fra aree interne e zone pedemontane, al fine di consentire una irrigazione economica finalizzata alle attività zootecniche.

La viabilità interpoderale dovrebbe interessare i perimetri irrigui per uno sviluppo di 750 Km.

Gli acquedotti rurali dovrebbero completare lattrezzamento del complesso irriguo con una lunghezza di 30 Km. circa.

Interventi a carattere aziendale.

I terreni che presentano deficienze nel deflusso delle acque superficiali rappresentano il 36% di quelli irrigati di cui il 30% necessitano di drenaggi.

Si renderà necessario, altresì, dotare di attrezzature irrigue 2.300 ha.

C) Complesso in sinistra Ofanto

Stato di attuazione del processo irriguo.

Lo schema idrico è rappresentato dallinvaso di regolazione sullOsento, nellalto bacino dellOfanto, dalla traversa di S. Venere dal canale principale in sinistra e dalla diga sulla Marana Capacciotti.

In totale si ha una disponibilità di 40 + 36 = 76 milioni di mc. a servizio di 29.000 ettari.

Lo svolgimento del programma di lavori per la rete distributiva è il seguente:

- superficie attrezzata 

ha. 

1.400 

 

- superficie in corso di attrezzatura 

» 

18.000 

 

- superficie da attrezzare con finanziamento prog. spec. 23 

» 

9.900 

 

Totale 

ha. 

29.300 

 

Risanamento idraulico e difesa del suolo

La sistemazione idraulica dei corsi dacqua può ritenersi in corso di ultimazione.

Completamento ed ammodernamenti

Gli interventi di manutenzione straordinaria, di completamento e di ammodernamento delle opere di accumulo e di derivazione delle reti irrigue e di scolo sono da ritenersi di modesta entità: altrettanto non può dirsi per la manutenzione ordinaria, soprattutto delle reti scolanti per le stesse considerazioni svolte per il complesso Fortore.

Con lavvio della trasformazione irrigua dovrà procedersi allinfittamento delle reti irrigue e di scolo su tutto il perimetro da irrigarsi.

Infrastrutture

Per i problemi delle infrastrutture valgono le stesse considerazioni svolte per il complesso del Fortore. La viabilità principale dovrebbe estendersi per altri 100 Km., quella interpoderale per altri 350 Km.

Lelettrificazione dovrebbe affermarsi su 5.500 ha. Per gli acquedotti rurali si prevede un primo sviluppo di 30 Km.

Interventi a carattere aziendale

Prioritariamente dovrà incentivarsi lattrezzamento irriguo, che interesserà lintera superficie irrigabile. I terreni di cui occorrono sistemazioni idrauliche sono stati valutati in 24.000 ha. mentre quelli che necessitano di drenaggi ammontano a 5.000 ha.

D) Complesso destra Ofanto.

Stato di attuazione del processo irriguo

La fonte di approvvigionamento è data dalle fluenze regolate dallOfanto derivate con la traversa di S. Venere e dalle acque dellinvaso del Rendina.

Sono già attrezzati 4.200 ha. e un ulteriore impulso allirrigazione sarà dato dalla costruzione dellinvaso sul Locone.

La distribuzione è effettuata con un coefficiente di parzializzazione del 70%, mentre la percentuale di avanzamento della trasformazione irrigua è dell80%.

La rete distributrice è in canaletta a pelo libero, con funzionamento previsto 24 ore su 24. La Cassa per il Mezzogiorno sta procedendo al suo ammodernamento per realizzare lerogazione a pioggia.

La ristrutturazione permetterà di rendere irrigue ulteriori superfici e di compensare le contrazioni di disponibilità che dovessero manifestarsi a S. Venere.

Sempre con lintervento straordinario si va procedendo alla costruzione di bacini di compenso per laccumulo dellacqua non utilizzata nelle ore notturne.

Risanamento idraulico e difesa del suolo

In merito alla sistemazione idraulica dei terreni valgono le considerazioni svolte per il Fortore e la Sinistra Ofanto. Necessitano invece interventi di forestazione su 500 ha. (località Fosso delle Murge).

Completamenti ed ammodernamenti

Occorrono interventi integrativi sulle reti irrigue e di scolo per 3.500 ha.

Infrastrutture

La rete viaria e quella elettrica presentano un discreto grado distributivo, con necessità di modesti interventi di completamento.

In particolare, per la viabilità si dovrebbe prevedere la sistemazione di 20 Km. di strade principali e alla costruzione e sistemazione di 20 Km. di strade interpoderali. Per lapprovvigionamento idrico si è valutata lesigenza di condotte distributrici integrative dellacquedotto rurale della Murgia.

Interventi a carattere aziendale

La massimizzazione del prezzo di trasformazione dellacqua, pur in presenza di un alto grado di utilizzazione, è condizionata dalla insufficiente dotazione aziendale di idonee attrezzature irrigue.

Per questo aspetto si deve tenere conto e occorrono reti di distribuzione irrigua su 1.100 ha.

Di scarsa rilevanza si presentano i problemi connessi con la sistemazione dei terreni.

E) Complesso Gravina-Pontecchia.

Non vi sono al momento zone servite da impianti irrigui pubblici.

Nellambito del programma Cassa per il 1979 è stato riproposto linvaso di Capodacqua. Nel prossimo quadriennio dovrebbero essere apprestate 2.300 ha. circa con un coefficiente di parzializzazione del 50%.

Si rende necessario fin dora procedere alla realizzazione di quelle opere che servono a rendere più celere la trasformazione irrigua.

Per le opere di risanamento e di difesa del suolo si è valutato un onere di 3 miliardi, mentre per le infrastrutture di 2,4 miliardi di cui il 70% da destinare alla viabilità rurale.

F) Complesso litorale barese

Con lattingimento da pozzi si riesce ad irrigare una superficie di 5.500 ha. circa, con un coefficiente di parzializzazione del 55%.

La percentuale di avanzamento della trasformazione irrigua è quasi del 100%.

Nel prossimo quadriennio risulterà attrezzata una ulteriore superficie di 5.000 ha. con risorse idriche locali (pozzi, acque reflue).

Risanamento idraulico e difesa del suolo

Il comprensorio non presenta particolari problemi di natura idraulica; fenomeni localizzati sono presenti negli agri di Barletta, Terlizzi e Noci.

Completamenti ed ammodernamenti

È necessario provvedere allinfittimento delle reti di scolo ed irrigue di tutta la superficie già attrezzata.

Infrastrutture.

La viabilità minore si presenta carente in tutto il perimetro irriguo; le esigenze sono state valutate in 180 Km. Altrettanto dicasi per lelettrificazione che dovrebbe estendersi su 4.000 ha.

Interventi a carattere aziendale

Per lattrezzamento irriguo aziendale si ritengono valide le considerazioni fatte per il Complesso Destra Ofanto.

Le superfici da interessare ammontano a 10.000 ha. Di pari importanza si presentano le sistemazioni del terreno che interessano 3.330 ha.

Risanamento idraulico e difesa del suolo

Le esigenze di sistemazione idraulica possono considerarsi modeste e consistono in integrazione e completamento dellintervento straordinario.

Completamenti ed ammodernamenti

Si rende necessario sostituire la rete irrigua per 197 Km.

Infrastrutture

Va potenziata soprattutto la viabilità minore di 115 chilometri; mentre quella interpoderale non presenta eccessivi problemi tecnico-economici.

Necessitano acquedotti rurali per 20 Km.

Lo stato di attuazione dellelettrificazione rurale è soddisfacente.

Interventi a carattere aziendale

Lintervento a favore delle aziende dovrebbe consentire lattrezzamento di 2.500 aziende.

La sistemazione idraulica dei terreni non sembra rappresentare particolari esigenze.

I) Complesso Arco Jonico Salentino.

Stato di attuazione del processo irriguo.

Larea irrigabile nel prossimo quadriennio è valutata in 10.970 ha.; quella attrezzata o in corso di attrezzamento è di circa 2.200 ha. Lalimentazione è data da acque di falda opportunamente miscelate con acque sorgentizie per ridurre il grado di salinità.

Lampliamento delle superfici irrigue è funzione del migliore uso delle risorse locali.

La distribuzione è effettuata con un coefficiente di parzializzazione dell80%, la percentuale di avanzamento della trasformazione irrigua è del 50%.

Risanamento idraulico e difesa del suolo.

Le opere di sistemazione idraulica consistono nella costruzione di un nuovo canale (Iacorizzo) nel completamento dei canali ricadenti nel perimetro irriguo (Cascione e nel riordino delle opere idrauliche ricadenti nel perimetro irriguo «Chidro»).

Completamento ed ammodernamento.

Le esigenze di integrazione e completamento della rete di scolo ed irrigua, da considerarsi prioritaria dovrebbe interessare 4.000 ha. circa.

Interventi a carattere aziendale.

Le opere di sistemazione dei terreni interessano 700 ha. di cui 200 costituite da drenaggi.

Lattrezzamento aziendale dovrà considerare le esigenze di 500 ha. circa.

L) Complesso irriguo Ugento Li Foggi.

Stato di attuazione del complesso irriguo.

Larea già attrezzata è di 731 ha. Nel prossimo quadriennio saranno attrezzati 9.791 ha.

Lapprovvigionamento avviene da acque sotterranee.

Nel complesso è adottato un coefficiente di parzializzazione del 75%.

La trasformazione irrigua ha raggiunto un indice del 30%.

Risanamento idraulico e difesa del suolo.

Allattualità esistono incisioni naturali e vecchi «canali regi» attraverso i quali le acque meteoriche vengono convogliate in voragini naturali che andrebbero sistemate. Le opere interesseranno i bacini Piscopio, Pezzate, Culupara, Paludi, Alto dellAsso.

Completamenti ed ammodernamenti.

Attualmente i terreni, sono serviti per la maggior parte dei canali di scolo, sono invece carenti di scoline.

Linfittamento della rete dovrà interessare lintera superficie che risulterà attrezzata nel quadriennio.

La realizzazione di questo intervento, renderà più produttivo quello di competenza privata.

Infrastrutture.

Lelettrificazione rurale dovrebbe interessare 4.700 ha. e dovrà essere finalizzata agli impianti aziendali di sollevamento per consentire la irrigazione ad espersione.

Si dovrà, altresì, sistemare ove già esistono, infittire la maglia stradale attraverso la realizzazione ex novo e sistemazione di strade da collegare alla viabilità principale. Lintervento dovrà estendersi su 80 Km.

Interventi a carattere aziendale.

La sistemazione idraulica dei terreni è da considerarsi di modesta entità e comunque potrà interessare circa il 10% della superficie attrezzata.

Altrettanto dicasi per i drenaggi, le reti di distribuzione aziendale dovrebbero interessare almeno il 70% delle superfici attrezzate nel quadriennio.

M) Complesso Arco Jonico.

Stato di attuazione del processo irriguo.

I terreni bassi dellArco Jonico (intendo per «bassi» quelli sottesi a derivazione di quota 70-80 mt. s.l.m.) ricadono in parte nei comprensori di bonifica di grande Bradano e Metaponto e di grande Stornara e grande Tara e sono serviti da reti che si alimentano dalle traverse di Gannano sullAgri, di S. Laura sul Sinni dal serbatoio di S. Giuliano sul Bradano e dalle sorgenti del Tara.

La superficie irrigabile del territorio pugliese ammonta a 11.200 ha., di cui 6.370 già attrezzati.

Gli impianti a canaletta da ristrutturare insistono su 4.400 ha. La distribuzione avviene con un coefficiente di parzializzazione dell80% la percentuale di avanzamento della trasformazione irrigua è del 55% circa. La dotazione media è di 6.500 mc. per ha.

Le reti sinora realizzate sono in parte a pelo libero, in parte tubate a bassissima pressione, in parte tubate con la pressione sufficiente per lirrigazione a pioggia, la distribuzione avviene 24 ore su 24.

In un prossimo futuro, si prevede di alimentare con le acque dellinvaso di M. Cotugno, le zone attualmente servite, previo sollevamento, con riduzione delle superfici irrigabili del 10% circa.

Inoltre, la trasformazione delle reti, attualmente a pelo libero in reti tubate, consentirà di ridurre i consumi fino a 4.500 mc. per ha.

Lesercizio delle reti adduttrici e distributrici, ormai in funzione da vari anni, ha messo in evidenza inconvenienti di vario tipo.

Innanzitutto, il notevole sperpero dellacqua che non viene utilizzata nelle ore notturne, con laggravio della necessità di pompaggio per quella che finisce nelle reti facenti capo ad idrovore. Inoltre la concentrazione della domanda nelle ore diurne, con limpossibilità di soddisfarla essendo la rete sproporzionata per un esercizio di 24 ore su 24. Infine, la necessità di dover creare serbatoi di accumulo a regolazione qualora si dovessero soddisfare le pur modeste esigenze dei semenzai, e di particolari colture a ciclo invernale.

A causa dei richiamati inconvenienti, il consumo sale a 9.000 mc. per ha. effettivamente irrigato, con evidenti limitazioni della superficie irrigabile con le acque disponibili.

Altro elemento da tener presente è la modificazione intervenuta negli originali profili altimetrici a causa dellassestamento naturale dei terreni di bonifica, per cui si richiedono rifacimenti frequenti per garantire un minimo di funzionalità.

La parte più alta del comprensorio sarà servita dalle acque invasate sul monte Cotugno interessando i terreni compresi tra le quote 200 e 80 mt. s.l.m. per una superficie pari a 34.450 ha. circa situati nei perimetri irrigui della Stornara grande della grande conca di Taranto.

Risanamento idraulico e difesa del suolo.

Gli interventi dovrebbero riguardare la sistemazione di bacini tributari dellestensione complessiva di 70 mila ha. circa e la sistemazione in alveo per 141 Km. circa.

Gli interventi forestali dovrebbero riguardare una superficie di 2.900 ha. Per quanto concerne gli ammodernamenti ed i completamenti si è detto precedentemente ed agli stessi provvederà lintervento straordinario.

Si precisa, inoltre, che linfittimento delle reti di solco dovrebbe interessare 30.000 ha.

Infrastrutture.

Nel comprensorio risultano necessarie integrazioni ed ampliamenti di reti elettrici e B.T. e M.T. nei perimetri irrigui del Tanara e Sinistra Bradano, mentre indispensabili sono da considerarsi le integrazioni, ampliamenti e costruzioni di nuove linee nella zona irrigua del Sinni.

Gli interventi da realizzarsi nei perimetri irrigui del Tara e Sinistra Bradano dovrebbero interessare 1.200 ha., mentre le reti elettriche al servizio della zona irrigua del Sinni 8.750 ha.

Gli acquedotti rurali per le esigenze delle popolazioni rurali e della zootecnia sono stati valutati in 50 Km.

La viabilità principale dovrebbe ulteriormente estendersi per 80 Km. circa, mentre quella interpoderale per 255 Km. Gli interventi sistematori sono da considerarsi prioritari nei perimetri irrigui del Tara e di Sinistra Bradano, le nuove realizzazioni nella zona Sinni.

Intervento a carattere aziendale.

Lintensità e gli interventi necessari sono rappresentati dai seguenti parametri:

- opere di sistemazione dei terreni

a) Tara e Sinistra Bradano 800 ha.;

b) zona irrigua Sinni 4.500 ha.;

- drenaggi aziendali

a) Tara e Sinistra Bradano 3.000 ha,;

b) zona irrigua Sinni 2.000 ha.;

- reti di distribuzione irrigua

a) Tara e Sinistra Bradano 2.000 ha.

b) zona irrigua Sinni 7.500 ha.

Iniziative di nuove irrigazioni non previste nei programmi della Cassa per il Mezzogiorno.

Nel presente programma pluriennale occorre considerare lattrezzamento irriguo di nuovi territori ovvero di potenziamento delle superfici irrigue nel complessi pubblici in cui alto è il grado di avanzamento della trasformazione irrigua ed anche in quelle dove si dovrà fare affidamento, nel prossimo quadriennio, essenzialmente sulle risorse locali, al fine prioritario di non penalizzare ulteriormente terreni già svantaggiati da particolari situazioni geografiche ed orografiche, quali quelli collinari e montani.

Lopzione dovrebbe interessare il complesso irriguo Carapelle, comprensori minori della Murgia, i complessi irrigui Arneo, Ugento di Foggi e Gargano, il litorale Barese, lagro Brindisino, il litorale Adriatico Leccese, le aree interne del sub-Appennino e le zone alte dellArco Tarantino dove esistono obiettive possibilità di approvvigionamento idrico.

Sarà in ogni caso osservata la priorità per i territori collinari e montani.

Altri problemi tecnici attinenti lirrigazione.

Manutenzione. - Nellambito dei fattori tecnologici considerati, che rappresentano sostanzialmente i settori operativi dintervento per i singoli complessi irrigui, particolare attenzione meritano i problemi connessi con la manutenzione delle opere.

A seguito dellentrata in vigore della legge n. 183/76 la Cassa per il Mezzogiorno si è completamente disinteressata delle opere che aveva in gestione, tanto è vero che nei programmi facenti capo ai progetti speciali 14 (utilizzazione delle acque degli schemi idrici della Puglia e della Basilicata) e 23 (irrigazione) al comparto manutenzione è stato destinato meno dell1% delle riserve finanziarie disponibili e la sfera operativa è stata limitata sostanzialmente ad interventi straordinari ed improcrastinabili e ad opere di recente realizzazione.

Allo stato attuale, mentre si registrano gravi ritardi nel passaggio delle opere dalla Cassa alla Regione, nulla fa ritenere che vengano modificati gli indirizzi tecnico-operativi dellintervento straordinario, per cui appare opportuno che la Regione assuma un particolare impegno nel definire le operazioni di trasferimento ed assicurare adeguati finanziamenti per la manutenzione delle tasse, oltre a fornire assistenza tecnica opportuna per evitare il deperimento del capitali investiti.

In questottica saranno curate le seguenti attività:

- completare linventario di tutte le opere idrauliche, comprese quelle realizzate e collaudate dalla Cassa per il Mezzogiorno;

- definire le operazioni di trasferimento e procedere al conseguente eventuale passaggio di quelle opere di competenza degli Enti locali e di altri Enti destinatari, tenuti per legge ad assumere la gestione;

- programmare gli interventi di manutenzione delle opere di propria competenza almeno nellarco di un biennio.

Esercizio degli impianti irrigui.

Lesercizio degli impianti irrigui e i relativi oneri di manutenzione ordinaria devono ritenersi a carico dellutenza.

La legislazione nazionale consentiva lintervento pubblico quale contributo sulle spese di gestione degli impianti di nuova realizzazione, nella misura massima del 40% e per un periodo non superiore al quinquennio dallentrata in vigore degli stessi.

Tali agevolazioni trovano la loro giustificazione nella circostanza che linizio dellirrigazione coincide con un periodo di notevole sforzo finanziario per lagricoltura, al quale si associano i rischi connessi con la inesperienza nellimpiego del nuovo mezzo di produzione ed, a volte, quelli conseguenti ai nuovi ordinamenti colturali.

In particolare, nella nostra Regione, le gestioni irrigue non solo stentano ad essere autosufficienti, naturalmente nellipotesi che venga assicurata la perfetta efficienza degli impianti, ma presentano forti sperequazioni da comprensorio a comprensorio.

Infatti, mentre i costi effettivi oscillano tra le 600.000 lire per ettaro, nei comprensori serviti da reti a gravità e di recente realizzazione, e L. 150.000 lire per ettaro, nei comprensori serviti con impianti di sollevamento, il costo dellacqua allutente varia tra le 35.000 - 50.000 lire per ettaro nel primo caso e tra le 30.000-70.000 lire per ettaro nei comprensori approvvigionati con acque sotterranee.

Analoghe sperequazioni sono riscontrabili inoltre, nellambito di una stessa provincia ed a parità di sistema di distribuzione anche in presenza di un unico ente gestore.

La situazione delineata si presenta ancora più grave se si pensa che in qualche caso il canone è determinato in maniera forfetaria e non in base ai consumi effettivi.

Questa realtà così delineata, da tutti denunciata ma sopportata nellottica di non gravare di altri oneri lagricoltura, determina un progressivo deperimento delle opere e difficilmente permette di avviare una qualsiasi politica di contenimento dei consumi, finalizzato al corretto uso delle acque.

La circostanza che i prezzi attuali siano ritenuti eccessivi dagli agricoltori, pur costituendo il costo dellacqua unaliquota non significativa dei costi di produzione, valutabile nella misura del 2-4% della F.L.V., fa ritenere che un primo passo verso lottimazione delluso dellacqua possa essere costituito da un adeguamento delle tariffe nonché dalladozione di un sistema tariffario omogeneo per lintero territorio regionale.

Tale obiettivo, daltronde, risponde ad evidenti forme di perequazione non solo tra gli agricoltori che operano in irriguo, ma anche verso quei produttori che non usufruiscono della risorsa idrica.

In vista dellulteriore sviluppo dei comprensori irrigui, il sistema tariffario da applicare in una prima fase sembra opportuno consista nelladottare la tariffazione binomia, in cui siano previsti più gravosi canoni per i consumi superiori alle necessità idriche medie previste per i singoli comprensori irrigui.

In sintesi, dovrebbe instaurarsi un sistema costituito da due termini, di cui uno fisso riferito allarea irrigabile, indipendentemente dallimpiego effettivo dellacqua, e laltro proporzionale al volume ritirato.

Lobiettivo da perseguire nel medio termine è quello di pervenire a sistemi che prevedano assegnazioni idriche da effettuarsi in base ai fabbisogni stagionali delle colture in atto non su base fissa determinata dallestensione fisica dellazienda; essi richiedono la definizione puntuale dei fabbisogni idrici delle principali colture nelle diverse condizioni ambientali (parametro dipendente anche da fattori socio-economici quali produttività del lavoro, attrezzamento delle aziende e formazione professionale dellagricoltore).

Nel medio termine occorrerà determinare un sistema tariffario a gestione unica nel rispetto del principio della mutualità della utilizzazione dellacqua indipendentemente dalla provenienza e dalle zone.

Ladozione di questo sistema tariffario potrà essere presa in considerazione dopo che sarà definito il piano regionale per la salvaguardia e per lutilizzazione ottimale delle risorse idriche.

Problemi dellassistenza tecnica nelle zone di nuova irrigazione.

Un cenno particolare merita il problema del potenziamento dei servizi di assistenza tecnica nelle zone di nuova irrigazione, al quale il piano nazionale dedica particolare attenzione suggerendo quale criterio di indirizzo programmatico prioritario «la creazione di una rete di assistenza tecnica specifica per i territori irrigabili con maglia di operatori capaci di controllare, facilitare, suggerire la trasformazione irrigua, a diretto ed esclusivo contatto con gli operatori e con le associazioni promosse ed esistenti».

Dato per scontato lo stato di generale decadimento e deterioramento dei servizi di assistenza tecnica in agricoltura (situazione peraltro, non certo peculiare della Regione Puglia), si cercherà di delineare, sia pure per grandi tratti, le norme fondamentali per la pianificazione di un efficiente servizio di assistenza tecnica.

Tale pianificazione deve riservare alla struttura tecnica regionale compiti di indirizzo, coordinamento e costante verifica nella attività di assistenza tecnica, di formazione e aggiornamento degli operatori e di diretto intervento nelle aree pilota di collegamento con i Centri di ricerca e sperimentazione.

Tale compito deve essere riservato al servizio pubblico che si occupa degli indirizzi politici e della pianificazione generale nel campo agricolo, cioè alla Regione e per essa allAssessorato Regionale allagricoltura, anche per inevitabili commissioni e vincoli che la politica regionale ha con quella nazionale e comunitaria.

Tutto ciò auspica lappoggio e lintervento di organizzazioni pubbliche o altri Enti strumentali presenti sul territorio quale integrazione al servizio regionale.

Strumento idoneo a sviluppare programmi di assistenza tecnica per la razionalizzazione nelluso delle acque, per la introduzione di colture irrigue e di disciplina della produzione sono le associazioni dei produttori giuridicamente riconosciute.

Lo strumento di assistenza tecnica qui proposto ha una fisionomia interdisciplinare in quanto è indirizzato al miglioramento di tutti gli aspetti socio-economici del settore agricolo: dallassistenza tecnica sul campo, alla formazione e aggiornamento degli imprenditori, alla istruzione agricola dei giovani che vivono in campagna ecc. Altre caratteristiche del servizio devono essere:

a) lattività strettamente ed esclusivamente legata allattuazione dei programmi operativi, senza possibilità di diversione in altri compiti che non siano strettamente di assistenza tecnica e di divulgazione agricola;

b) stretti legami con gli Istituti di ricerca e sperimentazione agricola per garantire il trasferimento nella realtà operativa delle acquisizioni scientifiche e tecnologiche guidando gli operatori agricoli alla loro corretta applicazione: tali legami dovranno peraltro consentire di indirizzare la stessa ricerca verso la soluzione di problemi agricoli di più urgente priorità, con i quali il divulgatore viene a contatto;

c) elevata flessibilità organizzativa ed operativa per concentrare gli sforzi su problemi cruciali e che assumono particolare urgenza nella loro soluzione;

d) realizzazione di uno stato centrale di collegamento fra le indicazioni e le decisioni delle istanze decisionali (Consiglio regionale e Giunta regionale) e gli Uffici provinciali da considerare come struttura unica;

e) coinvolgimento nella definizione della politica dellassistenza tecnica e nella programmazione dellattività del servizio, delle forze produttive di apposite Commissioni tecniche per la ricerca e di comitati regionali e provinciali per lassistenza.

Il progetto pilota dovrà partire dalla costituzione del nucleo centrale presso lAssessorato allagricoltura, a livello di settore, articolato in 4 Uffici (servizi tecnici, divulgazione ed addestramento, assistenza socio-economica, servizi operativi), a loro volta organizzati in sezioni, aventi compiti ben definiti.

In prosecuzione del nucleo centrale dovrà svilupparsi lorganizzazione provinciale e comprensoriale, che interesserà per prime le aree di sviluppo dellirrigazione.

Lorganigramma si avvarrà di un primo tempo del personale già in servizio e di quello che potrà essere acquisito o assunto nei prossimi due o tre anni.

Con limpiego di un efficiente servizio di assistenza tecnica, si prevede di ottenere graduali incrementi produttivi dovuti essenzialmente a migliori tecnologie e gestione aziendali, che nel giro di 6/7 anni dovrebbero attestarsi su un incremento di produzione valutabile in 100.000 lire per ettaro annuo. Senza lausilio dellassistenza tecnica tale incremento produttivo si realizzerebbe i 10/12 anni. La produttività dellinvestimento è valutata al tasso del 55%.

Programma finanziario per il prossimo triennio.

Come già accennato il periodo di validità della legge 984/77 per il settore dellirrigazione è fissato in 10 anni [1978-1987]. Le azioni programmate nello stralcio 1978 sono state tutte avviate e quindi le disponibilità finanziarie risultano impegnate.

Non appare opportuno estendere il presente programma finanziario al restante novennio, ritenendosi più conveniente in questa fase, considerare il triennio 1980-1982.

Resta inteso che successivamente dovrà mettersi a punto il programma per tutto il periodo considerato dalla legge, nonché sulla base delle prime esperienze maturate e di più precise conoscenze in ordine alle disponibilità idriche e allo sviluppo dellirrigazione nei comprensori interessati.

Lattuazione del programma di opere previste comporterà favorevoli riflessi sul piano occupazionale sia per la manodopera direttamente impegnata nei lavori, sia per loccupazione indiretta relativa ai servizi ausiliari e connessi alla realizzazione delle opere.

Limpegno di manodopera viene qualificato in circa 1 milione e 110 mila giornate di lavoro, nel triennio considerato, così ripartite tra le province:

Foggia 

n. 500.000 gg. lav. 

 

Bari 

n. 100.000 gg. lav. 

 

Brindisi 

n. 120.000 gg. lav. 

 

Lecce 

n. 140.000 gg. lav. 

 

Taranto 

n. 250.000 gg. lav. 

 

Sono da considerare, infine, i riflessi del presente programma sulloccupazione e il reddito agricolo conseguente al passaggio dal regime seccagno a quello irriguo delle aziende agricole ricadenti nei comprensori di nuova irrigazione. Una valutazione prudente fa ascendere a 7.600 i posti di lavoro agricolo disponibili al momento, in cui, concluse le opere programmate al 1982, comprese ovviamente, quelle dei progetti Casmez, le aziende agricole entreranno «a regime» irriguo. È necessario anche considerare che limpegno aggiuntivo di giornate lavorative sarà in parte assortito dagli attuali addetti allagricoltura che operano in condizioni di sottoccupazione come evidenziato nella parte generale.

In ogni caso, considerata anche la creazione di posti di lavoro nelle attività connesse, a monte e a valle della fase produttiva agricola, si ritiene che la Puglia potrà fare affidamento, alla fine del 1982 e nel presupposto che tutto proceda secondo i programmi prestabili, su circa 10.000 nuovi posti di lavoro. Sempre nel suddetto orizzonte temporale, i riflessi sulla produttività agricola si tradurranno, secondo stime prudenziali, in un incremento del 6-7% dellattuale volume della produzione lorda vendibile e cioè solo per effetto della nuova irrigazione.

È stato più volte evidenziato che laspetto più difficile della trasformazione irrigua non è tanto la realizzazione delle nuove opere, ma le modifiche degli ordinamenti produttivi dellagricoltura; da seccagni in irrigui. Si tratta di profonde innovazioni tecnologiche che richiedono, tra laltro, un rinnovato spirito imprenditoriale da parte degli operatori agricoli e la acquisizione di nuove conoscenze tecnologiche ed economiche.

In attesa di un organico disegno di riordino dellassistenza tecnica e dei tempi necessari per la formazione dei quadri tecnici specializzati dovranno stimolarsi le iniziative degli Enti operanti sui territori irrigui, interessati in prima istanza a tali problemi.

Ci si riferisce ai Consorzi di Bonifica, in massima parte concessionari della realizzazione e gestione delle opere irrigue.

Nelle aree non coperte dai Consorzi di Bonifica si prevede di potenziare con personale tecnico addestrato ed aggiornato gli Uffici agricoli di zona.

6. Forestazione. Il programma a medio termine per il settore forestazione, si inquadra coerentemente per un verso nelle proposte formulate a livello nazionale, mentre si riallaccia anche alle conclusioni della Conferenza regionale dellagricoltura pugliese. Esso è stato concepito nellottica di base comune di proposte da utilizzare non solo nellattività prevista dal «quadrifoglio», ma anche nello svolgimento di altre azioni, quali quelle connesse con il progetto n. 24 della Cassa per il Mezzogiorno e quelle relative alla «Politica mediterranea».

Partendo dalla considerazione che un indiscriminato ricorso alla forestazione, senza indicazioni programmatiche non è certo un fatto positivo e utile, si sostiene che lintervento regionale debba operare in aderenza con il Piano agricolo alimentare, il quale si pone come obiettivo fondamentale il riequilibrio della bilancia agricolo-alimentare del nostro Paese.

Lobiettivo di fondo della politica forestale in Puglia è di orientare nel medio e lungo periodo la disponibilità di produzione legnosa, rivalutando nello stesso tempo il contributo del comparto alla formazione del reddito del settore primario.

A tale obiettivo si somma quello relativo ad una più efficace copertura forestale ai fini della difesa idrogeologica.

È ragionevole pensare che la nostra Regione possa contribuire al perseguimento dellobiettivo dellincremento e miglioramento della superficie forestale esistente, incrementando il proprio patrimonio boschivo di un buon 50% portandolo cioè dagli attuali 92 mila ha. a 138 mila ha.

Per il prossimo decennio si prevede un incremento di 12 mila ha. di superficie boscata, di cui 1/3 destinati ai fini della difesa idrogeologica e della valorizzazione ambientale e per i 2/3 destinati invece alla forestazione produttiva.

A questa azione di incremento del patrimonio, si assomma lattività di recupero della produttività dei boschi degradati per unestensione di 10.000 ha. e di miglioramento dei cedui per 15.000 ha., dove sarà possibile ottenere anche una produzione foraggera.

Come si è innanzi accennato, particolare attenzione verrà rivolta alla difesa idrogeologica delle aree collinari ad accentuata pendenza dove è opportuno ristabilire equilibri compromessi da interventi antropici contingenti che ne hanno alterata la naturale destinazione.

Mentre è in atto una puntuale rilevazione delle superfici abbisognevoli di tale azione può già quantificarsi lonere previsto per linvestimento a bosco ai fini idrogeologici in una somma pari a 10 miliardi di lire.

Nella predisposizione dei progetti di interventi, si prenderà come base il bacino come elemento di riferimento identificando situazioni di organizzazione del territorio per avere modelli di riferimento.

Altro settore in cui si avanzano proposte innovatrici è quello della forestazione produttiva: si prevede la realizzazione di piantagioni in corso di riperimento con limpiego di specie a rapido accrescimento.

Per la difesa dagli incendi boschivi il piano propone di indagare a fondo sulle cause che sono alla base di una dolosità esasperata, per individuare in altre opportune azioni di politica forestale i mezzi idonei per ridurre lentità del fenomeno. Inoltre appare opportuno insistere per ottenere dallo Stato il finanziamento del piano regionale di difesa contro gli incendi e del piano di ricostituzione boschiva, predisposti ai sensi dellart. 3 della legge n. 47/95 ed approvati con decreto interministeriale 3 febbraio 1977 che comportano una ulteriore spesa di 4 miliardi e 350 milioni.

Per i problemi della tutela ambientale il programma propone il finanziamento delle iniziative allesame della Commissione regionale per i parchi e le riserve, per le quali i fondi regionali stanziati con le apposite leggi non sono sufficienti. Infatti, per i soli parchi attrezzati i comuni hanno inoltrato istanze per una spesa totale di circa 24,5 miliardi di lire contro una disponibilità di 3 miliardi e mezzo nel prossimo triennio.

A queste scelte di fondo, che costituiscono la risposta alle diverse e spesso contrastanti esigenze del settore forestale regionale, va naturalmente ispirato il programma 1980-1982 della legge 984/77.

Nel definire le scelte operative per tale periodo di riferimento, va però ribadita, in maniera realistica, la marginalità del settore forestale nella nostra Regione e la conseguente difficoltà di avviare un discorso di settore a largo respiro, capace di perseguire gli obiettivi del piano nazionale di forestazione.

Gli interventi prioritari dovranno essere in ogni caso quelli rivolti:

a) allacquisto di terreni da parte dei comuni e delle comunità montane da destinare alla forestazione produttiva e alle riserve naturali;

b) al miglioramento dei boschi cedui esistenti per luso plurimo forestale e zootecnico;

c) alla lotta agli incendi.

Alla lotta agli incendi sono ascrivibili anche gli interventi di ricostituzione dei boschi percorsi da incendio, in quanto queste superfici costituiscono un limite fisico sia allo sviluppo urbanistico che alla espansione di attività comunque produttive, almeno fino alla riaffermazione dei soprassuoli.

Si precisa che la suddivisione dei fondi rivenienti della legge 984/77 è stata condotta sulla base dei criteri riportati in appresso, tenendo presente inoltre la necessità di non abbattere il livello occupazionale nelle zone ove si è fatta attività ascrivibile al settore forestale.

È anche opportuno sottolineare che i fondi della legge 984/77 ed i relativi programmi costituiscono un piano aggiuntivo rispetto ai finanziamenti del bilancio pluriennale regionale 1979-1981.

Le modalità di ripartizione dei fondi rivenienti dalla legge 984/77 per il periodo considerato, sono state oggetto di analisi approfondite.

Si è in conclusione adottato, quale criterio di ripartizione generale, la suddivisione del territorio in zone ricadenti in comunità montane e zone non ricadenti.

Alle zone ricadenti in comunità montane si destinerà l85% dei finanziamenti, che è pari alla percentuale di boschi in area comunitaria riferita allintera consistenza regionale (Fonte: carta della montagna; vedi tab. 1).

Alle zone non ricadenti in comunità montane il 10% dei finanziamenti; da ripartire a seconda delle priorità necessarie. Ad interventi di carattere generale andrà invece destinato il 5% dei fondi.

Le azioni da svolgere nel settore specifico saranno quindi soprattutto svolte dalle comunità montane e dai comuni degli stessi comprensori montani che operano in ambiti territoriali nei quali maggiormente si giustifica linteresse per i problemi forestali. Tra le diverse comunità la ripartizione seguirà invece i coefficienti di cui al regolamento regionale 18 luglio 1974, n. 2 (vedi tab. 1), considerando che lattività forestale in tali zone deve tener presenti non solo gli aspetti tecnici ma anche quelli socio-economici che vengono bene espressi dai parametri innanzi detti.

Tab 1

Coefficienti boscosità per le Comunità montane

 

Ha. Bosco 

 

Coefficiente boscosità 

 

Gargano 

36.304 

 

47,00 

 

Sub Appennino Dauno Settentrionale 

6.483 

 

8,30 

 

Sub Appennino Dauno Meridionale 

5.458 

 

0,70 

 

Murgia Nord Occidentale 

9.351 

 

11,90 

 

Murgia Sud orientale 

20.267 

 

25,80 

 

Totale 

78.363 

 

100,00 

 

Fonte: ISTAT 1976, in «Carta della montagna».

Disponibilità fondi quadriennio 1979/1982

Settore forestazione e ambiente art. 10 legge 27 dicembre 77, n. 984

 

Tipo di intervento

 

                     Totale  quadriennio

 

 

Settore forestazione: Interventi in zona non inclusa in

Comunità Montana                                                   10

Parametri ripartizione

Reg. r. 18/7/1974

Percentuale destinata alla Comunità

735

Interventi della Comunità Montana:

Gargano

Sub Appennino Dauno Settentrionale

Sub Aooennino Dauno meridionale

Murgia Nord occidentale

Murgia Sud orientale                                                 85

 

32,45

13,87

15,03

20,77

17,88

 

27,58

11,79

12,78

17,66

15,19

 

2.29

867

940

1.299

1.119

 

Interventi di carattere generale                                     5

 

 

427

Settore ambiente (solo fondi 1979)

 

 

219

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Iniziative di carattere generale.

Tra le iniziative di carattere generale, per le quali si propone di destinare il 5% circa delle disponibilità, pari a lire 427 milioni nel quadriennio, si indicano le seguenti opzioni:

Tutela del patrimonio forestale: si propone di destinare il 20% di tali fondi per iniziative di difesa contro gli incendi. In particolare oltre allampliamento delle attrezzature tecniche, con lacquisto di attrezzature mobili o individuali, si reputa necessario attuare ladeguamento della rete radio telefonica nonché istituire il servizio di determinazione dellindice giornaliero di pericolosità che è fondamentale per una corretta gestione delle strutture operative.

Riordino dei vivai forestali - Approvvigionamento semi e piante.

La ristrutturazione dei vivai forestali deve tendere alla costituzione di strutture modernamente attrezzate per far fronte alle crescenti necessità di approvvigionamento di materiale forestale di propagazione, collegate alla prossima piena applicazione dei numerosi programmi di intervento nel settore forestale (legge n. 984/77), pacchetto mediterraneo, interventi P.S. aeree interne).

In tale prospettiva è da prevedere anche la creazione di un vivaio regionale specializzato per alcune produzioni particolari, che potrebbe avvenire anche mediante il potenziamento e la riqualificazione di uno o più vivai già esistenti, soprattutto con la espansione della meccanizzazione di alcune operazioni.

Pertanto, al 74% delle risorse destinate alla specifica attività e rivenienti dai fondi destinati ad iniziative di carattere generale del settore forestazione, si aggiungeranno i fondi relativi al programma coordinato relativo allapprovvigionamento di semi e piante (per limporto complessivo di lire 279 milioni nel decennio).

Nel programma specifico va compresa la creazione di boschi da seme per determinate specie di interesse regionale tra cui: Quercus trojana Webb (fragno), comprendendo anche lacquisto di superfici boschive di adeguate caratteristiche, ove necessario.

Studio della ristrutturazione di un bacino tipo.

Alla identificazione di una metodologia operativa per la ristrutturazione, sotto il profilo idrogeologico, da un bacino tipo si destinerà la somma di lire 5 milioni pari al 6% circa della disponibilità.

A detta identificazione si procederà tramite lindizione di un bando-concorso per assicurarsi la partecipazione di una larga schiera di specialisti.

Si propone in particolare di indire un bando-concorso per assicurarsi la partecipazione di una larga schiera di specialisti.

Iniziative non ricadenti nei territori della comunità.

A tali iniziative andranno destinate risorse per complessivi 735 milioni nel quadriennio di riferimento.

Con tali fondi si propone di attuare le iniziative seguenti:

a) destinazione della somma di lire 385 milioni per lerogazione ci contributi (al 100%) a comuni che abbiano istituito riserve naturali, parchi naturali, ovvero oasi naturalistiche. Per le attività di manutenzione e attrezzamento nonché per lacquisto di terreni al fine di istituire riserve naturali;

b) destinazione della somma di L. 350 milioni per rimboschimento e ripristino dei boschi esistenti in comuni nei quali non vi siano possibilità di intervento perché fuori dei limiti di operatività delle vigenti provvidenze.

La iniziativa può essere particolarmente interessante nelle zone costiere.

Programma ambiente.

Il finanziamento del programma ambiente, pari a lire 219 milioni annui sarà destinato alla integrazione degli appositi fondi di bilancio ordinario con le seguenti opzioni:

- integrazione fondi necessari alla costituzione riserve naturali di Lesina, Torre Guaceto, Cesine, (l.r. 8/77)) già in fase di destinazione;

- lire 69.000.000 per costituzione parco naturale attrezzato di Biccari (l.r. 50/75), già in fase di definizione.

7. Territori di collina e di montagna. - Destinatari degli interventi di cui allart. 15 della legge n. 984/77 sono i territori compresi nei perimetri delle comunità montane di cui alla l.r. n. 9/72 opportunamente ampliati per conseguire coincidenze di limiti amministrativi. Trattasi di territori che, nellinsieme, costituiscono, una sacca di depressione socio-economica di notevole ampiezza la quale rappresenta un elemento di grave contrasto nei confronti delle contermini aree regionali caratterizzate da una vivacità di espansione e da interessanti prospettive di sviluppo in conseguenza di notevoli investimenti previsti, soprattutto, nel settore irriguo.

Ciò impone la necessità di perseguire lineamenti di sviluppo che si propongono non solo di mobilitare e meglio utilizzare le sia pure limitate risorse locali, ma soprattutto di integrare tali zone più povere con quelle più favorite e suscettibili di maggiori prospettive di sviluppo tenendo presente che, se non si vuole ulteriormente approfondire lattuale divario, occorrerà intervenire con maggiore tempestività ed intensità nelle aree depresse ancor prima che si consolidino i processi di trasformazione nelle aree irrigue giacché la «risposta produttiva» delle aree interne agli investimenti è meno sollecita rispetto a quella delle aree irrigue.

Il programma che si propone in applicazione della legge n. 984/77 persegue finalità operative intese a favorire integrazioni territoriali e intersettoriali, capaci di innescare un più equilibrato processo di crescita regionale puntando essenzialmente sulla rianimazione e sullattrezzamento civile e sociale del territorio, collinare e montano.

Per il conseguimento di tale obiettivo occorre porre in essere una strategia di intervento che stabilisca condizioni di equilibrio territoriale tra campagna e città, tra collina e pianura, tra aree interne e zone litoranee e di equilibrio economico tra i diversi settori, in modo da garantire un armonico sviluppo dellintero territorio pugliese.

Naturalmente, data la vocazione produttiva, lagricoltura rappresenterà la centralità economica del programmato sviluppo.

Occorrerà, quindi mobilitare e valorizzare i fattori produttivi nel settore agricolo con una migliore utilizzazione della terra, dellacqua e delle forze di lavoro, in intima connessione con le altre risorse.

Particolare attenzione meriterà lo sviluppo della nuova industria agro-alimentare e di trasformazione dei prodotti locali, che dovrà sorgere necessariamente nei luoghi di produzione, e quello dellindustria collegata allagricoltura curando che sia questultima a dettarne gli indirizzi.

Ciò richiederà una profonda trasformazione della base agricola che dovrà originare una forte domanda di mezzi tecnici che potrà favorire lo sviluppo dellartigianato e delle piccole imprese.

Lallargamento della base operativa, la riduzione degli squilibri zonali, il miglioramento delle condizioni di vita, di reddito di lavoro nelle campagne, lo sviluppo occupazionale, il potenziamento delle strutture di trasformazione e la rianimazione delle aree interne saranno favoriti perseguendo i seguenti obiettivi settoriali:

- sviluppo degli ordinamenti colturali che permetteranno di realizzare una integrazione tra i settori agricolo, forestale e zootecnico. Il potenziamento di questultimo comparto meriterà particolare attenzione giacché, opportunamente indirizzato. favorirà la integrazione con le aree di piano;

- sviluppo e ristrutturazione degli arborati (olivo, mandorlo) e della viticoltura;

- sviluppo delle produzioni foraggere attraverso il miglioramento dei pascoli, lestendimento degli erbai e delle colture cerealicole da insilare allo stato ceroso, la ricostituzione dei boschi cedui, la conversione a prato dei seminativi marginali e a forte pendenza;

- recupero delle terre insufficientemente coltivate e degli incolti produttivi;

- riconversione dei terreni investiti con erborati marginali;

- utilizzazione delle risorse idriche sotterranee e sorgentizie per lapprovvigionamento idrico;

- sviluppo dellirrigazione, seppure in forma oasistica ed a carattere di soccorso, mediante invasi collinari di interesse aziendale o pluriaziendale.

Questo tipo di intervento nelle aree interne potrà essere assunto a totale carico della collettività giacché, salvo situazioni di particolare favore, in genere lalto costo delle opere, specie laddove occorrono impermeabilizzazioni nel bacino di raccolta, rapportato ai benefici derivanti dagli ordinamenti colturali che le limitate suscettibilità agricole dellambiente rendono possibili, non danno luogo a positivi giudizi di convenienza privatistica. Si sottolinea tale opportunità perché si ritiene che solo tale indirizzo potrà fare utilizzare in maniera più ampia le risorse idriche-locali, con indubbia utilità di carattere generale:

- sistemazione idraulico-forestale-agraria dei terreni dissestati;

- promozioni di efficienti strutture associative e cooperative per la lavorazione, trasformazione, conservazione e commercializzazione dei prodotti;

- completamento e ammodernamento delle infrastrutture civili e abitative al servizio delle aziende;

- idem;

- sviluppo della produttività delluomo attraverso lassistenza tecnica strettamente collegata alla ricerca agronomica, la divulgazione delle informazioni e la preparazione professionale.

Si osserverà in ogni caso una priorità generale, cui riservare almeno il 70% dei finanziamenti agli interventi relativi al completamento delle infrastrutture civili e abitative al servizio delle aziende, alla ricerca idrica e alla costruzione di pozzi e invasi con spesa a totale carico della collettività.

Un ruolo fondamentale di indirizzo e coordinamento dellattività programmatoria sommariamente sin qui delineata, sarà svolto dalle comunità montane che, nella fase operativa, si avvarranno delle esperienze e delle capacità degli organismi tecnici operativi sul territorio.

Programmi di intervento

Come si è innanzi detto lattività da porre in essere nelle aree di intervento deve assicurare la partecipazione di tali territori allo sviluppo generale del sistema agricolo-alimentare mediante azioni di riequilibrio socio-economico.

Il programma quadriennale prevede interventi promozionali nel settore delle infrastrutture sociali e civili, al fine di consentire le integrazioni socio-economiche anzi dette, nonché livelli di vita comparabili con quelle delle zone più favorite e interventi nel settore più propriamente produttivo in linea con le indicazioni degli articoli competenti opportunamente integrati al fine di renderli più corrispondenti alle esigenze dei territori di che trattasi.

Fra i primi rientrano le realizzazioni di opere viarie, di approvvigionamento idrico, di allacciamenti elettrici e telefonici, di miglioramento delle strutture abitative, atti ad assicurare la presenza delluomo e cioè del soggetto e beneficiario delle azioni di sviluppo produttivo di cui si farà cenno in seguito.

In particolare, ai fini operativi, nel settore viario si indicano le seguenti priorità:

a) completamento delle iniziative avviate;

b) manutenzione della rete esistente per garantire lefficienza degli interventi realizzati;

c) adeguamento o costruzione delle strade che possono costituire direttrici di sviluppo intersettoriale e di integrazione territoriale;

d) ripristino della viabilità minore.

Nel settore degli allacciamenti elettrici e telefonici saranno favoriti:

a) allacciamenti delle aziende con indirizzo pastorale e zootecnico e comunque con insediamenti stabiliti;

b) utilizzazione piena delle potenze disponibili per completare lelettrificazione delle zone servite o per potenziare lutenza;

c) nuove realizzazioni.

Per quanto attiene poi allapprovvigionamento idrico gli interventi regionali mireranno ad intensificare le utenze degli acquedotti rurali esistenti e ad utilizzare le locali risorse idriche mediante il riattamento delle cisterne pubbliche e la captazione di acque sorgentizie di falda e superficiali.

Le anzi citate iniziative, insieme con le infrastrutture sociali, concorreranno tangibilmente a contenere i fenomeni dellesodo e dellabbandono provocando unorganica rianimazione rurale ed un più ottimale riequilibrio dellassetto territoriale, sia sotto laspetto sociale che produttivo.

Alla realizzazione degli interventi innanzi citati concorreranno i finanziamenti rivenienti da fondi regionali, quelli di competenza del P.S. 33 «aree interne» e quelli di diretta competenza delle comunità montane ai sensi della legge n. 1102/71, della sistemazione idraulico-forestale- agraria dei bacini connessi con le aree irrigue e la regolazione dei corsi di acqua minori.

Per le iniziative connesse con le aree irrigue saranno utilizzati i fondi «dei progetti speciali Cassa» mentre le altre saranno sorrette con disponibilità del bilancio regionale. Particolare attenzione dovrà essere riservata al miglioramento della recettività abitativa sia ai fini agro-turistici sia in funzione delle esigenze insediative.

Tali interventi potranno far capo essenzialmente al progetto citato P.S. 33 nonché ai fondi di competenza regionale e delle comunità montane.

Per quanto attiene ai settori produttivi gli interventi si uniformeranno in linea di massima con le linee e gli indirizzi fissati dai competenti articoli della legge n. 984/77 le seguenti integrazioni e incentivazioni.

Zootecnia.

Costituendo la zootecnia, per naturale vocazione, la struttura portante delleconomia delle aree interne, particolare impegno finanziario dovrà essere destinato agli interventi nel settore di che trattasi.

Nel comparto bovino, obiettivo principale si ritiene debba essere quello della integrazione economica dellattività zootecnica di collina con quella delle aree irrigue o di prossima irrigazione che potrebbero altrimenti porre in crisi gli allevamenti.

Poiché gran parte degli allevamenti bovini hanno piccole dimensioni, saranno incentivate iniziative a carattere associativo o pubblico per la costituzione di centri di svezzamento e di produzione per rifornire di soggetti di pregio le zone lattifere e di animali da ristallo per carne le zone irrigue.

Nel comparto ovino si ritengono rispondenti le indicazioni riportate nel documento specifico di programma.

Anche in questo settore, comunque, occorrerà supplire alla ridotta ampiezza delle imprese che non consente la piena utilizzazione dei fattori della produzione, favorendo iniziative a carattere associativo e pubblico per il miglioramento razzologico, per la selezione, per lo svezzamento precoce e per lingrasso degli agnelli.

Data la ridotta economicità dellimpresa zootecnica nelle aree interne e le difficoltà a comprimere i costi di produzione particolare attenzione dovrà essere posta ad ampliare la partecipazione del settore stesso alle fasi successive al momento produttivo (trasformazione e commercializzazione), in modo da assicurare al mondo agricolo la maggior parte possibile del valore aggiunto che attualmente invece è proprio di altri settori.

Allo scopo di incrementare le produzioni foraggere saranno particolarmente incentivati:

a) il miglioramento dei pascoli naturali attraverso la concimazione;

b) la presemina e la concimazione di prati pascoli permanenti;

c) limpianto di erbai poliennali e prati avvicendati;

d) limpianto di cespugli padulari;

e) la ricerca e la diffusione di nuove fonti foraggere (esempio triticale);

f) la utilizzazione dellorzo e di altri cereali allo stato ceroso;

g) il miglioramento dei boschi naturali in funzione zootecnica.

Per ottenere tali obiettivi appare opportuno elevare le incentivazioni di norma accordate dalla Regione per i succitati interventi sino a concedere il 100% della spesa ammessa per la concimazione di fondo dei pascoli e la fornitura dei semi per i prati avvicendati. A tal proposito, dato lelevato costo dei semi, spesso di provenienza estera e a volte non idonei alle locali condizioni ambientali, la Regione dovrà favorire la costituzione di una struttura a carattere associativo o pubblico per la selezione e la produzione di ecotipi locali.

Per promuovere la produzione foraggera in terreni non connessi ad aziende zootecniche, ma scarsamente utilizzati perché investiti da colture arboree marginali (mandorleti), sarà favorita la creazione di strutture associative fra gli imprenditori zootecnici e proprietari di tali terreni, sui quali produrre foraggi (erbai annuali, orzo ceroso, ecc.) da affienare. In tal modo si ritiene di poter offrire uno strumento atto a far rientrare in un circolo produttivo anche le terre scarsamente utilizzate.

Le aree collinari e montane destinatarie degli interventi di cui allart. 19 della legge n. 984/77 sono interessate anche da colture viticole in genere allevate con sistemi tradizionali e in gran parte da ristrutturare, da colture olivicole spesso al margine dellarea produttivo, da mandorleti scarsamente produttivi per età, per fitopatia e per condizioni pedologiche insufficienti.

In proposito gli indirizzi di intervento fissati dai competenti articoli della legge n. 984/77 possono ritenersi validi anche per i territori in argomento.

Il piano agricolo alimentare approvato dal CIPAA prevede la completa finalizzazione agli obiettivi del piano di tutte le risorse finanziarie che affluiscono al settore agricolo con le autorizzazioni di spesa previste dalle diverse leggi nazionali e comunitarie.

Per il settore in esame i finanziamenti in atto, attribuiti alla Puglia sono i seguenti:

Anni 

legge n. 984/77 

Legge n. 352/76

Reg. CEE n.  

L. n. 847/1978  

Totale  

 

 

 

Dirett. CEE n. 268/1975 

1760/1978 

Comunità montane n. 1102 

 

 

 

1979 

9.110 

 

3.450,5 

 

1.206 

 

2.113 

 

15.879,5 

 

1980 

9.110 

 

3.300,0 

 

1.206 

 

3.739 

 

17.355,0 

 

1981 

9.110 

 

800,0 

 

1.206 

 

3.901 

 

15.017,0 

 

1982 

9.110 

 

--- 

 

1.206 

 

--- 

 

10.316,0 

 

1983 

--- 

 

--- 

 

1.206 

 

--- 

 

1.206,0 

 

Totale 

36.440 

 

7.550,5 

 

6.030 

 

9.753 

 

59.773,5 

 

Le suddette disponibilità finanziarie, pur essendo destinate ad incidere sullo sviluppo economico-sociale dei terreni di collina e montagna, fanno riferimento a norme legislative diverse, con una loro particolare fisionomia e finalizzazione.

Così, la legge n. 981/1977 interessa in prevalenza interventi aventi ad oggetto, direttamente o indirettamente il settore agricolo, mentre il regolamento 1760 prevede soltanto interventi per favorire il miglioramento delle infrastrutture delle zone rurali dellintero Mezzogiorno; la legge n. 352/1972 si cala sulla superficie delimitata dal regolamento CEE n. 273/1975 ed interessa una gamma di interventi più prettamente inerenti la produttività ed il sostegno della agricoltura; infine, la legge n. 1102/71 interessa più direttamente le comunità montane e considera tutta la vasta gamma degli interventi individuali in un piano di sviluppo globale del territorio.

Ne consegue lopportunità di formulare le seguenti direttive operative:

1) le comunità montane dovranno predisporre i loro piani pluriennali facendo affidamento, essenzialmente, sulle disponibilità previste dalla legge 984/77 e dalla legge n. 847/1978 (rifinanziamento n. 1102/1971), secondo le linee direttrici stabilite dal programma di settore e utilizzando i fondi sulla base dei parametri fissati dalla l.r. n. 9/72, avendo cura di mettere in bilancio le somme necessarie per coprire la spesa dei programmi FEOGA non coperta dal contributo comunitario.

2) lAssessorato allagricoltura della Regione curerà la predisposizione di un piano esecutivo sulla base dei regolamenti CEE 1760, riferito ai territori delimitati con la delibera della Giunta regionale 26 giugno 1978, n. 3710 con la quale è stata proposta una nuova delimitazione delle zone svantaggiate. Lesecuzione delle opere programmate sarà affidata allUfficio del Genio civile, al Consorzio di Bonifica competente, ai comuni singoli e associati e alla Provincia.

3) le disponibilità della legge n. 352/76 saranno prevalentemente utilizzate per la corresponsione dellindennità compensativa prevista dalla l.r. n. 15/78 e successive modifiche e integrazioni.

Il piano di cui al punto 2) sarà sottoposto allapprovazione del Consiglio regionale entro 60 giorni dalla data di approvazione dei programmi regionali e dovrà essere munito del parere del Comitato consultivo competente per territorio di cui alla l.r. 15/78.

8. Zootecnia. - Gli obiettivi fondamentali che intende conseguire il piano pluriennale per la zootecnia pugliese consistono nellaumento dellautonomia alimentare del bestiame allevato nonché nellincremento del patrimonio bovino ed ovino.

In via subordinata, si prevede di consolidare lo stato di miglioramento quali-quantitativo delle altre specie animali e le strutture ed i mezzi per il potenziamento dellintero settore.

Trattasi innanzi tutto di conseguire:

1) laumento nellauto approvvigionamento alimentare del bestiame esistente e da incrementare con foraggi e mangimi prodotti in azienda;

2) lincremento numerico dellattuale patrimonio bovino, ovino e delle altre specie animali.

Ciò porterà a conseguire un aumento delle unità nutritive (U.F.) a disposizione del bestiame, rispetto alle attuali carenti possibilità di circa 380 milioni di U.F. (appena sufficienti a soddisfare il 55% delle esigenze).

Lincremento proverrà dagli erbai misti annuali tradizionali da quelli intercalari delle colture di cereali foraggeri da sfalciare a maturazione cerosa, dai prati avvicendati dallutilizzo dei sottoprodotti (paglia, frasca dolivo e sansa esausta disossata), dai pascoli opportunamente migliorati e dagli oliveti e mandorleti marginali opportunamente inerbiti, nonché, dai cereali e leguminose da granella prodotti in azienda.

Per il raggiungimento di detti obiettivi è previsto il proseguimento delle attività già proficuamente iniziate nel 1978 e da concentrare maggiormente sulle direttrici appresso indicate:

a) foraggicoltura. - Saranno messi in atto incentivi sotto forma di premi al fine di sospingere gli allevatori ad attuare ordinamenti culturali sempre più aperti ad accogliere le foraggere.

Lincremento delle scorte foraggere aziendali consentirà di correggere innanzi tutto i casi frequenti di ipoalimentazione del bestiame attualmente allevato e di consentire più significativi e consistenti carichi di stalla.

In linea di principio, si intende formare oggetto di premiazione il reale incremento delle U.F. che dovrà scaturire da una migliore utilizzazione dei mezzi tecnici di produzione, quali: la utilizzazione di sementi selezionate, di essenze foraggere idonee allambiente e limpiego di pratiche agronomiche tecnologicamente evolute, sostenute da una valida assistenza tecnica.

Attesa però la complessità del rilevamento unitamente alla non eccessiva duttilità degli allevatori nel recepire una così sofisticata metodologia, peraltro indispensabile per il conseguimento di sicuri risultati, si ritiene di dover attuare gradualmente tali obiettivi rispetto alla premiazione tradizionale del miglioramento quali-quantitativo della foraggicoltura, riferita cioè alla unità di superficie investita alle varie essenze.

In ogni caso va perseguita lazione di consolidamento della foraggicoltura legando la premiazione a un rapporto tra superfici investite a foraggere e patrimonio zootecnico.

Il premio dovrà essere inoltre differenziato in relazione allimpiego di foraggio selezionato al fine di favorire lintroduzione di nuove essenze foraggere nonché tra le zone di pianura e le zone di montagna e di collina.

Formeranno oggetto di premiazione le azioni tese a migliorare la produzione pabulare dei pascoli permanenti, nonché quelle finalizzate allutilizzo delle granaglie ad uso zootecnico limitatamente a non oltre 5 quintali di prodotti per UBA.

La premiazione strettamente attinente allincremento reale delle disponibilità foraggere aziendali troverà riscontro in un collaterale criterio di incentivo connesso al parallelo incremento del carico di stalla rapportata ad UBA.

Saranno attuate infine «azioni durto» per il recupero del prato-pascolo sostenute direttamente dalla mano pubblica.

b) Selezione. - Verrà accresciuto, con opportuni incentivi di interesse degli allevatori per la sezione, in quanto essa è ritenuta il mezzo essenziale per contribuire sostanzialmente al conseguimento degli incrementi di produzione che il piano pluriennale si prefigge.

In tale quadro risulta importante affermare il principio del miglioramento massale del bestiame da attuarsi attraverso la facilitazione allimpiego di seme di toro di alto pregio.

Particolare cura dovrà essere data alladozione di un sistema di sezione autogestita dagli allevatori ai fini della diffusione di questa pratica a costi ridotti. Una organizzazione della selezione attualmente praticata con ladozione di nuovi criteri nella scelta delle stalle e nella esecuzione dei controlli consentirebbe una più alta specializzazione e la verifica dei risultati conseguiti.

Gli interventi dovranno essere polivalenti perché miranti non soltanto alla scelta del bestiame con plus varianti produttive ed alla eliminazione degli animali mediocri, bensì al potenziamento della fecondazione artificiale, alla realizzazione delle prove di discendenza, allattuazione di azioni di emulazione e stimolo tra gli operatori zootecnici, nonché allespletamento di quanto occorra per migliorare le condizioni ambientali di operatività e di sfruttamento dei soggetti di alto valore commerciale.

Gli incentivi predetti consentiranno di interessare un maggiore numero di capi in modo che le basse percentuali di incidenza pari al 16% per il primo settore e del 4% per il secondo raggiungano nel 1982 rispettivamente almeno il 25% ed il 15 %.

Particolare attenzione verrà rivolta alla valorizzazione delle razze-popolazioni locali in possesso, come è noto di un prezioso patrimonio genetico che, ove razionalmente salvaguardato dellulteriore abbandono o deterioramento, può rappresentare il più valido presupposto tecnico, grazie innanzi tutto alla rusticità dei ceppi e allambientamento naturale del bestiame quali determinanti componenti del risultato economico dellallevamento.

Trattasi, infatti, delle razze-popolazioni ovine locali, del ceppo bovino podolico pugliese e degli ultimi esemplari dellovino di Martina Franca.

c) Strutture aziendali. - I previsti incrementi quantitativi di bestiame comporteranno la realizzazione di nuove strutture razionalmente attrezzate e lammodernamento di quelle esistenti, allo scopo di determinare i presupposti ambientali idonei per elevare la produttività in funzione delladozione di sistemi di governo più razionali e funzionali e meno faticosi per la manodopera già avviata verso condizioni di vita civile più consoni ai tempi moderni.

La realizzazione delle opere strutturali deve seguire gli incrementi annuali del carico di bestiame come innanzi ipotizzata.

d) Miglioramento dello stato di salute del bestiame ed assistenza tecnica aziendale agli allevatori. - Sarà posta particolare cura per impostare una razionale e costante assistenza tecnica aziendale da parte di tecnici adeguatamente preparati al fine di venire incontro alle più impellenti esigenze degli operatori medesimi impegnati nel delicato momento propulsivo loro richiesto.

In particolare gli allevatori verranno assistiti nelle non facili operazioni tese a prevenire le malattie del bestiame, ad aumentare la fertilità delle fattrici ed a ridurre le cause della mortalità neonatale.

Particolare attenzione dovrà essere rivolta alle mastopatie bovine, divenute sempre più frequenti ed aggressive soprattutto nellambito della razza ad alta specializzazione alla produzione del latte. È previsto, infatti, una organica azione di ricerca e di diagnosi precoce delle suddette affezioni, in modo da acquistare nel contempo elementi di studio sulle cause determinanti lo stato patologico e di intervento terapeutico inteso a migliorare la situazione igienico sanitaria degli allevamenti in genere e la qualità del latte in particolare.

Il coordinamento delle predette azioni sulla base degli indirizzi forniti dai servizi tecnici e veterinari della Regione, sarà curato dallIstituto zooprofilattico con sede in Foggia al quale saranno fornite le attrezzature di laboratorio occorrenti mentre lAssociazione provinciale allevatori curerà gli aspetti amministrativo contabili e fornirà la necessaria assistenza tecnica.

Per la specie ovina è prevista in aggiunta alle azioni profilatiche contro le parassitosi, lattuazione di un piano di lotta contro la pedaina.

Inoltre, allo scopo di conseguire risultati conformi alle aspettative degli allevatori, è stato formulato un piano operativo per la disinfezione e la disinfestazione delle stalle, mediante lutilizzazione di specifici automezzi dotati di idonee attrezzature, il cui uso sarà affidato alle associazioni allevatori e alle Associazioni tra produttori zootecnici secondo apposite direttive da parte dei servizi veterinari regionali.

Per quanto attiene alla tubercolosi bovina ed alla brucellosi bovina, ovina e caprina, si rileva che la incidenza di dette malattie che si è riscontrata in Puglia, anche se non elevata rispetto alla situazione generale del Paese, desta qualche preoccupazione. Pertanto è necessario sradicare in breve spazio di tempo i focolai abbattendo secondo le norme vigenti i soggetti che alle prove diagnostiche sono risultati infetti. Atteso che per labbattimento di detto bestiame la legge n. 615/64 consente un premio molto modesto che non ripaga lallevatore del danno ricevuto, è stata prevista una integrazione la cui quota pro-capite verrà stabilita in concerto con lAssessorato regionale alla sanità.

Tale programma deve intendersi aggiuntivo a quello attuato con lo stanziamento alquanto modesto riveniente dal fondo di corresponsabilità istituito dalla CEE per la utilizzazione dei proventi della tassa sul latte.

Circa lindirizzo produttivo, i bovini continueranno ad essere utilizzati per la duplice attitudine funzionale di latte e carne, grazie alla duplicità di comportamento delle razze Bruna Alpina e Frisona Italiana, le quali da tempo hanno una dislocazione già consolidata e sono quindi suscettibili di ulteriori proficui miglioramenti selettivi.

Lallevamento ovino è destinato a subire una profonda e radicale ristrutturazione o attraverso la razionale estensivazione della pastorizia nelle zone più difficili, ovvero con lintensificazione delle stesse in quelle più fertili. Saranno preferite le razze autoctone con limpiego di razze incrocianti specifiche per esaltare, secondo i casi, o la produzione del latte o quella della carne.

Per gli equini fatta salva la difesa delle razze tipiche pugliesi, sarà esercitata una decisiva spinta a favore del cavallo da carne con la razza agricola da tiro pesante ripido (derivata bretone), nonché di quello costituzionalmente idoneo alle competizioni sportive.

Oggetto di premiazione sarà il raggiungimento di determinati pesi da parte dei puledri da carne destinati al macello.

Per quanto attiene ai suini, settore nel quale sta operando organicamente la Cassa per il Mezzogiorno a mezzo del «Progetto Speciale Zootecnia» è prevista una strutturazione più sofisticata in rapporto allalto potenziale produttivo realizzabile, in zone fertili ed irrigue con determinati «ibridi» o «marche».

Unapprezzabile affermazione è possibile anche nel settore del tacchino, ovicolo e cunicolo, attesa la sempre crescente predilezione dimostrata dal consumatore per il tipo di carne alternativa che da esso deriva.

Lattività dellelicicoltura e dellapicoltura, abbastanza diffuse in altre regioni italiane possono trovare terreno fertile anche in alcuni ambienti della nostra Regione.

Per quanto riguarda lallevamento delle chiocciole, a fronte di una apprezzabile richiesta, esso viene praticato a livello familiare ed orientato verso lallevamento della varietà «Monacella» (Aelicx operata).

La Regione ritiene di iniziare unattività di sostegno finanziario limitata a piccoli impianti per i quali è possibile applicare le provvidenze previste dagli artt. 8, lettera c), e 15 della legge n. 7/75.

In questa prima fase lintervento delle strutture sarà limitato soltanto al contributo in conto capitale.

Lapicoltura assolve al compito di aumentare la produzione di miele e anche a quello importante della funzione impollinatrice nei confronti di molte specie frutticole ed erbacee.

Determinante mezzo di produzione sarà rappresentato dalla divulgazione ed applicazione delle tecnologie avanzate e laggiornamento professionale degli imprenditori zootecnici.

Localizzazione degli interventi.

Circa la localizzazione degli interventi si ritiene che essi debbano essere concentrati nelle zone a spiccata vocazione zootecnica e laddove si sono appalesate le potenziali possibilità di produrre foraggi e di elevarne le rese unitarie.

Pertanto, atteso che la produzione foraggera rappresenta in Puglia il fattore limitante dello sviluppo zootecnico, si ritiene che gli incentivi debbano tener conto prevalentemente delle seguenti caratteristiche ambientali e indirizzi zootecnici prevalenti.

Ambiente 1.

Dorsale delle Murge partendo dallagro di Gravina sino a quello di Ceglie M. con diramazioni lungo il gradone Jonico e dellArneo - Pendici circumgarganiche - Sud Appennino Dauno meridionale - Zona di bassa collina di piano a regime seccagno. Murgia sud-orientale e nord-occidentale - sub appennino dauno settentrionale - Gargano - zone di alta collina e di montagna e terreni marginali da destinare a pascolo.

Indirizzi prevalenti: potenziamento dellallevamento bovino di razza bruna alpina, quale fonte economica di produzione di latte, carne e soggetti da rimonta; valorizzazione delle razze equine autoctone, potenziamento della pastorizia, valorizzazione della capra; ostendimento della razza bovina podolica pugliese a sistema brado e semi-brado.

Ambiente 2.

Tavoliere della Puglia - Arco Jonico - Zone pianeggianti del Salentino - Zone con disponibilità irrigue in atto o da acquisire.

Indirizzo prevalente: potenziamento dellallevamento bovino ad alta attitudine alla produzione di latte. Estendimento della pratica allingrasso dei vitelli; miglioramento dellallevamento intensivo dei suini.

Ambiente 3.

Zone di piano prevalentemente destinate alle colture dalto reddito (arboricoltura specializzata, orticoltura, ecc.). Possibilità di effettuare una zootecnia di varia natura ma meno intensiva che altrove, quale integrazione dellattività agricola prevalente (ingrasso dei bovini con lutilizzazione dei sottoprodotti aziendali, allevamento delle specie minori, conigli in particolare).

Programma finanziario: in considerazione di quanto innanzi esposto, tenuto conto del prevedibile sviluppo indicato per le varie zone, si ritiene che lassegnazione di lire 34 miliardi debba essere ripartita per annata secondo quanto riportato nella tabella.

Per quel che riguarda la qualificazione dei singoli interventi prevalenti, nellambito delle azioni previste dal presente programma e dal piano agricolo nazionale si osservano le seguenti priorità:

a) completamento delle infrastrutture civili a servizio delle aziende;

b) sviluppo della foraggicoltura e recupero del prato-pascolo;

c) miglioramento massale sul bestiame e del suo stato di salute.

Una aliquota di risorse finanziarie definita sulla base della consistenza del patrimonio zootecnico, accresciuta del 10% e in ogni caso non meno del 70% del totale dei 34,33 miliardi è riservata ai territori collinari e montani.

Qualificazione interventi 

Riferimento ai criteri operativi previsti dalla l.r. n. 7/75

 

Attività generali di miglioramento 

 

- Foraggicoltura 

Art. 9 

- Strutture aziendali 

Art. 15 

- premio per la produzione carne equina 

- dimostrazione divulgazione aggiornamento 

Art. 13 

 

Selezione e miglioramento 

 

- Fecondazione artificiale e centro riproduttori 

Art. 5-6 

- Premi avviamento alla selezione 

Art. 4 

- Manifestazioni zootecniche bestiame nato ed allevato in selezione 

Art. 3 

- Difesa delle razze popolazioni locali ed azioni di miglioramento 

Art. 3 

- Acquisto bestiame selezionato 

Art. 8 

- Lotta alla mastite bovina 

- Integrazioni indennizzo abbattimento bovini e bufalini 

 

affetti da t.b.c. e brucellosi ed ovini affetti da brucellosi 

- Lotta alla pedaina degli ovini 

- Disinfezione e disinfestazione stalle 

 

Bonifica sanitaria 

 

- Lotta alla ipofertilità, alla mortalità neonatale dei vitelli e alle parassitosi degli ovini 

 

Acquacoltura (ad integrazione della zootecnia) (programma coordinato).

La crescente carenza di sostanze proteiche idriche, soprattutto delle specie pregiate, dovuta allimpoverimento dei mari nonché allaumento delle domande dei consumatori, ha indotto ad includere fra i programmi previsti dal Piano agricolo nazionale, un programma regionale coordinato nazionalmente per lo sviluppo dellacquacoltura.

Poiché le acque interne pugliesi hanno una notevole potenzialità produttiva, come è emerso dalle ricerche intraprese nel settore, la valorizzazione di dette risorse è lobiettivo del presente programma.

Quanto alle azioni ammissibili, si ritiene innanzitutto di finanziare, nel quadro delle procedure della l.r. n. 68/80, gli studi e le indagini intesi a meglio individuare le zone in cui lattività può trovare condizioni ambientali ottimali per linsediamento e ad acquisire metodologie per il miglioramento tecnologico degli allevamenti; le azioni utili a favorire negli operatori delle zone interessate lacquisizione delle cognizioni professionali per avviare iniziative di acquacoltura e per gestire le relative strutture cooperative sul piano tecnico e amministrativo.

Contestualmente laddove sussistono le condizioni per lo sviluppo dellattività, sarà incentivata la realizzazione di impianti e di attrezzature, privilegiando i progetti predisposti da produttori associati, dagli Enti locali elettivi o da altri Enti pubblici, nonché da coltivatori singoli o associati per attività che si configurino come integrative del reddito aziendale.

La localizzazione delle iniziative terrà conto di alcuni basilari fattori quali la disponibilità di acque idonee per natura, pulizia, temperatura e salinità, lontane da carichi inquinanti.

Saranno, in ogni caso, osservate le seguenti priorità:

1) sperimentazione e ricerca nelle acque interne e nelle zone salmastre litoranee;

2) assistenza tecnica e formazione professionale.

9. Ortoflorofrutticoltura e colture industriali - I problemi dellortoflorofrutticoltura pugliese non riguardano tanto lestendimento delle coltivazioni, quanto una loro maggiore qualificazione e una loro più ampia distribuzione temporale della produzione, al fine di affermare una costante presenza sul mercato e consolidare lattuale tendenza allincremento delle esportazioni pugliesi, tendenza manifestatasi chiaramente negli ultimi anni, a fronte di un andamento regressivo registrato in campo nazionale.

Tuttavia, anche in considerazione dellestendimento della irrigazione la Puglia deve poter partecipare con una sua larga aliquota ai maggiori investimenti previsti nel settore frutticolo, orticolo e floricolo, secondo le indicazioni contenute nel piano agricolo nazionale.

È necessario, inoltre, promuovere tutte quelle azioni ed iniziative tendenti a migliorare gli standard qualitativi ad orientare i produttori verso colture di sicuro collocamento sul mercato, a favorire la produzione di primizie e tardizie mediante limpiego di tecniche avanzate e strutture semplici di riparo dalle inclemenze del tempo, di organizzazione del mercato mediante la concentrazione delle offerte e la razionalizzazione della presentazione al consumo. Non vanno trascurate le possibilità offerte a un incremento delle produzioni del settore dalla industria di trasformazione e conservazione del prodotto.

Alla base di un riassetto del settore ortofrutticolo pugliese sta anche lesigenza di sviluppare unadeguata ricerca e sperimentazione, ma soprattutto una capillare assistenza tecnica in grado di orientare e qualificare la produzione.

Ruolo fondamentale dovrà essere svolto, a questo riguardo, dalle Associazioni dei produttori cui vanno riservati sempre più ampi spazi per lorientamento, la programmazione e la qualificazione dellofferta.

Volendo passare in rapida successione le più significative produzioni pugliesi e volendo dare un primo orientamento sulle prospettive delle stesse, si può dire quanto segue:

Ortaggi: il carciofo è coltura destinata a zone a più spiccate vocazioni; le azioni da programmare tenderanno ad accrescere laliquota di produzione da raccogliere anticipatamente (ottobre); per il pomodoro si dovrà accordare maggiore spazio alla produzione di pomodoro da mensa ottenuti in coltivazioni protette con trapianto in luglio e raccolta dei frutti in novembre-dicembre; mentre per il pomodoro da industria da pieno campo, la scelta dovrebbe cadere su varietà a maturazione contemporanea; per la patata si prevede qualche possibilità di sviluppo per la coltura primiticcia, raccolta in dicembre nonché la coltura di patata da seme, da sviluppare nei territori di alta collina del foggiano; nel settore delle insalate si impone principalmente laggiornamento della tecnica colturale, mercé limpiego di seme selezionato e confettato, del diserbo chimico e della meccanizzazione della coltura, favorendo altresì, le pratiche di semina scalare per evitare lingolfamento dellofferta; per le leguminose da utilizzare allo stato fresco prospettive favorevoli vanno segnalate per la produzione destinata allindustria della surgelazione (piselli e fagiolini); per il comparto delle cucurbitacee si prospettano possibilità di ulteriore espansione per colture esercitate con la pratica della forzatura in grado di anticipare la produzione a fine primavera; fra le crucifere possibilità di sviluppo si intravedono per la coltivazione del cavolo broccolo a infiorescenza violacea o verde; per finocchio, sedano e carota, le prospettive di espansione sono favorevoli in relazione ai consumi tuttora in aumento e ad una discreta esportazione; peperoni e melanzane offrono ancora possibilità di sviluppo per produzioni ottenute in coltura protetta, capaci di coprire tutto larco possibile di produzione; infine, prospettive favorevoli si segnalano per la produzione di cipolline da destinare allindustria conserviera.

Buone prospettive offre anche la coltivazione dei funghi considerata la crescente domanda del mercato.

La fragola, coltivata in tunnel trova nellambiente pugliese condizioni favorevoli che consentono la raccolta a partire dalla metà di marzo.

Direttrici di intervento nel settore floricolo.

Considerato il notevole consumo dei fiori correlato alla crescita civile ed economica di sempre più larghi strati di popolazione, e tenendo presente il cospicuo volume di importazioni da altre zone dItalia e dallestero, specie per ciò che riguarda i bulbi da seme, è prevedibile una espansione della floricoltura sul nostro territorio, che faccia affidamento su specie pregiate (rose, bulbose, gerbere, strelitzie, piante di appartamento), nonché su attrezzature e strutture moderne e in sintonia con lambiente climatico pugliese.

Per realizzare tutto ciò si rende necessario:

1) adeguare la capacità professionale dei fioricoltori, specialmente dei giovani;

2) incentivare la realizzazione di strutture ad ambiente confinato e climatizzato;

3) incidere seriamente sulla fase di preparazione, conservazione e commercializzazione del prodotto svolta preferibilmente in forma associativa.

Sviluppo della frutticoltura.

Specie frutticole maggiormente diffuse sul territorio pugliese sono: luva da tavola e gli agrumi; seguono il pesco, il fico, il pero, il ciliegio, lalbicocco e il susino; interesse marginale hanno invece il melograno, il noce, il nespolo. il fico dIndia e il melo.

Per quanto riguarda luva da tavola, scontata la opportunità di non incrementare la produzione, salvo nei casi di effettiva vocazionalità dellambiente per produzione di alto pregio con caratteri di precocità o di tardività, la politica da perseguire tende a:

1) promuovere il perfezionamento della tecnica colturale finalizzata allottenimento di uve di ottima qualità;

2) favorire la valorizzazione economica del prodotto per il consumo fresco, mediante la costituzione di organismi cooperativi che curino la commercializzazione;

3) stimolare le prove in campo di varietà di nuova introduzione o di nuovo ottenimento che, maturando in epoche più precise della regina bianca, possano trovare una facile commercializzazione;

4) consentire la realizzazione di strutture fondiarie al servizio dei vigneti.

Per quanto riguarda la produzione agricola si ritiene di rinviare a quanto stabilito dal piano nazionale di rilancio dellagrumicoltura al relativo progetto Speciale della Cassa per il Mezzogiorno, che indicano precise scelte per il nostro territorio e riservano adeguate disponibilità finanziarie. Per gli altri fruttiferi, sinteticamente si può dire quanto segue:

pesco: moderate prospettive di sviluppo nelle zone vocate con varietà precoci e precocissime, nonché riconversione dei pescheti impostati su varietà a maturazione medio-precoce con varietà precoci e precocissime;

fico: prospettive favorevoli per il consumo allo stato fresco, specialmente nelle zone con più intenso sviluppo turistico;

ciliegio: azioni di riconversione varietarie e di specializzazione della coltura, anche con limpiego di portainnesti anizzanti per favorire le diverse operazioni colturali, prospettive favorevoli di assorbimento, specialmente per le varietà adatte al consumo diretto;

albicocco: è prevedibile una sua eventuale espansione con varietà precoci o tardive a duplice utilizzazione (consumo diretto ed essicazione); qualche possibilità di espansione ha infine il nespolo del Giappone.

Ove risultassero insufficienti le dotazioni finanziarie destinate a specifico programma della mandorlicoltura, possono trovare incentivazione nel presente programma anche gli impianti di mandorleti intendisivi irrigui e le relative spese occasionate.

Qualificazione degli interventi.

Per il conseguimento degli obiettivi sopra richiamati e principalmente per favorire laffermarsi di una ortoflorofrutticoltura moderna, competitiva e di qualità, si prevedono le seguenti azioni:

a) sviluppo della ricerca scientifica e sperimentazione azioni dimostrative e di assistenza tecnica per il miglioramento della produzione ortoflorofrutticola;

b) miglioramento delle strutture aziendali, opere di sistemazione del terreno, di irrigazione, di protezione, di climatizzazione nonché costruzioni rurali per deposito e prima lavorazione dei prodotti, celle frigorifere aziendali ed abitazioni rurali al servizio delle aziende;

c) acquisto di macchine operatrici nel settore ortoflorofrutticolo riservate ai coltivatori diretti singoli e associati;

d) impianti e reimpianti di fruttiferi di pregio;

e) attrezzature per la difesa attiva contro la grandine e le gelate nei frutteti, agrumeti e vigneti di uva da tavola;

f) lotta fitosanitaria volta in forma collettiva ai frutteti, agrumeti, vigneti duve da tavola ed orti;

g) produzione di piantine orticole, provenienti da sementi selezionate;

h) costruzione, ristrutturazione, riorganizzazione degli impianti a carattere collettivo per la raccolta, conservazione, lavorazione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti ortoflorofrutticoli, nonché azioni di assistenza tecnico-finanziaria agli organismi cooperativi nel periodo di avviamento commerciale;

i) iniziative promozionali per laffermazione delle produzioni pugliesi sui mercati nazionali ed esteri;

l) agevolazione del trasporto dei prodotti avviati alla esportazione, in forma collettiva;

m) studi ed indagini di mercato.

Costituiscono azioni prioritarie:

- lorientamento e la disciplina della produzione agricola da realizzarsi attraverso le associazioni dei produttori;

- la ricerca e la sperimentazione per lintroduzione di nuove varietà e di macchine operatrici;

- le iniziative promozionali per la valorizzazione della produzione agricola;

- lattività di ricerca di mercato;

- la difesa attiva delle produzioni.

Localizzazione degli interventi.

Le azioni vanno collocate nelle aree ed aziende che dispongono già di risorse irrigue singole o collettive. Per le aziende agricole che intendono utilizzare acque da reperire nel sottosuolo, sempreché non si trovino ubicate nei territori di imminente arrivo dellacqua portata da impianti collettivi, è opportuno condizionare gli ulteriori investimenti al reperimento ed utilizzo della risorsa idrica sotterranea.

Per quanto riguarda gli impianti agrumicoli valgono le indicazioni territoriali formulate per il «progetto speciale agrumi» mentre per le altre fruttifere vanno privilegiate le localizzazioni che presentano caratteristiche pedoclimatiche favorevoli alle produzioni precoci e precocissime e comunque a quelle in cui calendari di maturazione si discostano rispetto al resto della produzione nazionale, grazie allutilizzo di particolari condizioni micro-ambientali.

Per quanto riguarda lattribuzione dei fondi, si precisa che lassegnazione complessiva è di lire 67.600 milioni di lire, mentre quella media annua ammonta a 16.000 milioni. Se si sottrae dalla disponibilità totale la somma di 6 miliardi di lire destinata ai programmi particolari della «bieticoltura» e della «tabacchicoltura» resta un finanziamento di 61.600 milioni di lire da utilizzare in un quadriennio. Considerata la delicatezza del settore e le incognite legate allevolversi della situazione economica del paese e allo sviluppo dei flussi di esportazione appare prudente limitare il presente programma al triennio 1980-82, con una previsione di spesa pari ai 3/4 della disponibilità, salvo ad inserire la rimanente somma in sede di prima verifica sulla funzionalità del piano.

Per quanto attiene ai vincoli conseguenti a recenti decisioni del Consiglio e della Giunta regionale, si precisa che esse riguardano il programma di sviluppo degli impianti collettivi approvato dal Consiglio regionale con decisione 25 luglio 1970, n. 541; il secondo programma approvato dal Consiglio; lesigenza manifestata a tutti i livelli di maggiori interventi nel settore creditizio; ed infine le proposte di finanziamento avanzate alla comunità economica europea, a carico del FEOGA, per le quali, intervenuta la decisione di finanziamento da parte della CEE, è necessario ora assicurare lintervento contributivo della Regione, al sensi dei regolamenti comunitari. Tali esigenze fanno lievitare notevolmente le somme riservate agli incentivi per gli impianti di trasformazione e valorizzazione dei prodotti agricoli.

Ciò, peraltro, risulta in armonia con le indicazioni fondamentali del presente programma che annettono priorità alle azioni di valorizzazione mercantile della produzione ortofrutticola.

a) Bieticoltura ad integrazione del programma - ortoflorofrutticoltura.

Il programma regionale per la ristrutturazione e lo sviluppo del settore bieticolo-saccarifero deve tendere a cogliere le possibilità che si offrono di incrementare gli investimenti a bietola, in relazione alla attuazione ed al completamento dei programmi irrigui.

Si ritiene possibile ipotizzare un aumento degli investimenti a bietola in Puglia, dagli attuali 28/30.000 ettari ad almeno 40/45.000 ettari, elevando la produzione complessiva media annuale di barbabietole, dagli attuali 9/11 milioni di q.li circa, ad almeno 16/18 milioni di q.li circa, senza creare squilibri con gli altri comparti produttivi ed anzi favorendo gli avvicendamenti colturali ed idonee rotazioni agrarie.

Lo sviluppo va localizzato soprattutto nel Tavoliere, ma anche nelle zone del Metapontino pugliese, (Salice Salentino, Ginosa, Castellaneta, etc.) ed in alcune zone interne (soprattutto negli agri di Altamura, di Gravina di Puglia, Spinazzola, Poggiorsini, Minervino).

Occorre rimuovere lostacolo della inadeguatezza degli impianti trasformazione esistenti e, contemporaneamente limitare il potere delle industrie saccarifere che non consente ai coltivatori di esprimere tutte le loro potenzialità produttiva e di iniziativa imprenditoriale e contrattuale.

In un quadro più ampio occorrerà studiare la possibilità di costituire una Finanziaria regionale (con la partecipazione dellE.R.S.A.P. per la Regione, delle PP.SS. e della Cooperazione), per la progettazione, costruzione e gestione di un nuovo zuccherificio in Puglia, della capacità trasformativa di 70/80 mila q.li giornalieri.

Occorre, inoltre, assumere iniziative a favore degli imprenditori agricoli tendenti a favorire lammodernamento dei processi produttivi, un ulteriore possibile miglioramento delle rese produttive ed una riduzione dei costi, soprattutto favorendo lo sviluppo della cooperazione e dellassociazionismo tra i piccoli ed i medi coltivatori diretti nello svolgimento dei processi produttivi agricoli.

Infatti le rese unitarie per ettaro sono nettamente migliorate in Puglia, nel corso dellultimo decennio, raggiungendo medie (tra colture asciutte e colture irrigue), di q.li 60/65 di saccarosio ad ettaro e possono senzaltro migliorare ancora.

Le iniziative a sostegno del settore dovranno perciò puntare ad avvicinare i livelli produttivi della bieticoltura pugliese a quelli delle zone più avanzate, essendo questa la condizione per rendere competitiva la coltivazione anche sotto il profilo reddituale per i coltivatori.

Si pone, inoltre, la necessità di avviare serie azioni di sperimentazione e di ricerca genetica, capaci di creare nuove varietà più idonee al nostro ambiente pedologico «Mediterraneo» e riuscire a creare una produzione autunnale precoce. Ciò per anticipare la raccolta e la relativa trasformazione ai primi di luglio, per proseguire con la raccolta della produzione a semina intermedia e primaverile, fino a metà ottobre, realizzando così una campagna bieticola che consenta agli zuccherifici di conseguire standard produttivi di livello europeo e contemporaneamente ai produttori di non subire danni e di liberare i campi in tempo per le successive coltivazioni.

Il programma di settore, tuttavia, nel breve periodo favorirà soprattutto lattuazione delle azioni previste dallart. 6 della legge regionale 14 settembre 1978, n.48 nonché interventi per lo sviluppo della meccanizzazione associata attraverso lintegrazione dellart. 8 della l.r. n. 38/79, estendendo la concessione del contributo a fondo perduto del 50% sulla spesa ammissibile, in alternativa al prestito a tasso agevolato, anche per lacquisto delle trattatrici occorrenti ad azionare le macchine operatrici specifiche, limitatamente però ai programmi di meccanizzazione realizzati e gestiti in forma associata e cooperativa da parte di organismi legalmente costituiti o comunque costituiti con atto pubblico in larghissima maggioranza da imprese familiari coltivatrici.

Per quel che riguarda gli interventi previsti dalla l.r. n. 48/78, essi riguarderanno:

1) lattuazione di azioni organiche di lotta fitosanitaria e antiparassitaria e per il risanamento dei terreni, privilegiando le iniziative organiche organizzate e gestite dai produttori in forma associata;

2) lattuazione di opere irrigue minori aziendali ed interaziendali, finalizzate allo sviluppo della coltura in rotazione con altre coltivazioni intensive, con le modalità e la tipologia descritte a proposito della tabacchicoltura;

3) lerogazione di contributi, da erogarsi tramite lE.R.S.A.P., per il trasporto delle bietole agli zuccherifici, a favore dei bieticoltori associati.

b) Tabacchicoltura (ad integrazione del programma ortoflorofrutticoltura).

La tabacchicoltura pugliese si basa essenzialmente sulla coltivazione di varietà levantine (erzegovina, perustitza, xanti yaka) e costituisce circa il 50% della produzione nazionale di tabacchi orientali. La superficie coltivata a tabacco levantino nella Regione oscilla attorno ai 20.000 ettari.

In questi ultimi anni questa coltura sta attraversando una crisi profonda che rischia di mettere in discussione il lavoro di migliaia di lavoratori: basti pensare che nella sola provincia di Lecce, che produce l80% dei tabacchi orientali pugliesi e il 65% di quelli nazionali, sono interessate alla coltura del tabacco 15.000 famiglie, cioè circa 50.000 tabacchicoltori, per un totale di 3 milioni di giornate lavorative impiegate.

La produzione è oggi regolata da norme comunitarie e nellambito della comunità il solo Paese che può produrre qualsiasi varietà di tabacco è lItalia: ma non cè mai stata dallepoca della liberalizzazione della fase agricola ad oggi una politica regolata da indirizzi monopolistici alla situazione di libero mercato senza ottenere strumenti idonei di politica comunitaria, né realizzarne di propri.

Il pericolo è ora quello che alla lunga venga distrutta una produzione che soprattutto in Puglia garantisce un certo reddito per migliaia di famiglie e che non potrà essere sostituita con nessunaltra produzione, stanti le caratteristiche agronomiche delle zone dove attualmente si coltiva il tabacco.

Obiettivo fondamentale deve perciò essere quello di stabilizzare lattuale superficie investita a tabacco, operando nel contempo per favorire la penetrazione commerciale della produzione pugliese nellarea comunitaria.

Per conseguire questi obiettivi, è indispensabile tipizzare e diversificare il prodotto con lausilio della ricerca, della sperimentazione, dellacqua, cosa possibile come è stato dimostrato peraltro in recenti convegni e seminari tecnici svolti presso lIstituto sperimentale tabacchi di Lecce.

Daltra parte, dopo la liberalizzazione della fase agricola i coltivatori pugliesi e le loro organizzazioni associative e cooperative si sono impegnati molto seriamente e concretamente realizzando organismi cooperative e strutture di prima lavorazione moderne ed efficienti. Con i finanziamenti FEOGA sono stati costruiti nuovi e moderni impianti per la lavorazione del tabacco levantino per vari miliardi in investimento pubblico.

Intorno a queste strutture si raccolgono oltre 5.000 soci coltivatori e già si realizzano semenzai collettivi e rapporti con lIstituto sperimentale tabacchi di Lecce.

Gli interventi, in ogni caso, seguiranno la falsariga di quelli previsti dallart. 6 della l.r. n. 48/78, e in particolare:

1) Strutture.

Questo intervento va distinto in due parti. La prima comprende il potenziamento delle strutture cooperative esistenti ed il finanziamento per la costruzione degli stabilimenti cooperativi già progettati, dando così possibilità ai produttori di conferire tutto il tabacco secco allo stato greggio. Una seconda fase, collegata ai problemi ormai generali di tutta lagricoltura, deve prendere in considerazione la possibilità di realizzare strutture cooperative di secondo grado capaci di trasformare il prodotto confezionato in colli dalle strutture di primo grado. Ciò per due motivi essenziali: innanzitutto perché non tutto il prodotto in colli viene acquistato dalla industria monopolistica di Stato o dalle multinazionali; in secondo luogo ciò consentirebbe un aumento di forza-lavoro occupata e offrirebbe nello stesso tempo un prodotto finito confezionato in loco concorrenziale con i prodotti stranieri (che lavorano spesso in prevalenza materia prima italiana).

2) Sperimentazione e ricerca.

È chiaro che una politica ambiziosa di seconda lavorazione del prodotto, ma anche una politica di difesa della qualità del tabacco levantino, hanno bisogno di una sperimentazione a monte.

Lintervento regionale provvederà finanziamenti per quei produttori, singoli o associati che, di concerto con lIstituto sperimentale tabacchi, seminino o piantino nuove qualità di tabacco. Il finanziamento deve tendere a coprire il reddito medio prodotto dallo stesso terreno (stessa superficie) coltivato a tabacco tradizionale negli ultimi tre anni. Il controllo sarà duplice:

a) scientifico, da parte dellIstituto sperimentale tabacchi o altri centri pubblici di ricerca (Università, etc.);

b) di programmazione, da parte della Regione, in modo da finanziare solo una certa superficie a coltura sperimentale tenendo conto che in questo settore, almeno nel breve periodo, è bene tentare di conseguire il consolidamento più che lespansione della produzione.

Le azioni di ricerca, infine, troveranno il loro inquadramento nelle procedure della l.r. n. 68/80.

3) Lotta fito-sanitaria.

Si tratta di finanziare azioni di lotta fito-sanitaria svolte dai produttori associati, previo esame e verifica dello stato di salute delle piante da parte di tecnici della Regione.

Lintervento regionale potrebbe concretarsi con un contributo ai produttori associati nelle spese sostenute per lacquisto di antiparassitari, etc.

4) Irrigazione.

Sono a tutti note le difficoltà collegate alla irrigazione (nel breve e nel medio periodo) delle zone di massima produzione del tabacco. È altresì nota la possibilità che lacqua offre per un prodotto migliore. Allo stato attuale la situazione e la seguente:

a) pochi coltivatori possono disporre del pozzo artesiano, per la cui perforazione esistono già leggi di finanziamento;

b) i pozzi tradizionali consentono uno sfruttamento limitatissimo e del tutto sproporzionato alle bisogna;

c) alcuni produttori acquistano lacqua sostenendo notevolissime spese.

Per cominciare a superare dette difficoltà sarà incentivata lattuazione di opere minori e aziendali di irrigazione in aziende agricole con ordinamenti produttivi indirizzati verso la coltura tabacchicola.

Agli incentivi verranno ammesse opere per un importo di spesa ammissibile non superiore a 40 milioni per singola azienda per la esecuzione di opere irrigue destinate allammodernamento degli impianti o ad ampliamenti degli stessi, quali vasche di accumulo, cisterne o pozzi freatici, trasformazione di impianti azionati da motori termici e motopompe in impianti azionati da energia elettrica, opere irrigue aziendali con derivazione di acqua da impianti collettivi o pubblici, impianti di adeguamento e ammodernamento di opere irrigue aziendali, opere di ricerca, raccolta e distribuzione delle acque comprese le relative attrezzature e opere elettriche per il funzionamento degli impianti medesimi.

Sulla spesa ammessa potrà essere concesso un contributo in c/capitale dal 50 al 70%.

10. Vitivinicoltura. - Limportanza economica e sociale della vitivinicoltura in Puglia, lalta qualificazione degli operatori agricoli del settore, la notevole vocazionalità dellambiente rendono difficile un discorso su tale comparto produttivo, in presenza di una realtà del mercato europeo che impone misure di sovrapproduzione nellarea del mercato comune.

La Regione Puglia ha fatto da tempo una precisa scelta in campo vitivinicolo, privilegiando laffermazione qualitativa dei suoi prodotti e orientando lattività enologica verso vini di qualità e vini da tavola.

Coerentemente con tale scelta, la viticoltura pugliese, dovrebbe poter perseguire obiettivi di incremento produttivo, in presenza di alcuni ben precisi elementi di valutazione. Essi sono:

1) una vocazione ambientale spiccata che spesso non lascia spazio ad alternative produttive, cui si accompagna unalta qualificazione professionale degli addetti;

2) una produzione di vini in fase calante da più anni, anche a causa di estesi svellimenti di vigneto. Si consideri che in base al regolamento comunitario che incentiva lo svellimento dei vigneti, sono stati eliminati oltre 12 mila ettari in coltura specializzata e promiscua (ridotta a specializzata), anche a seguito della eliminazione della consociazione con lolivo;

3) una estensione di 2 mila ettari di vigneti a denominazione di origine controllata, la quale non è sempre riuscita a valorizzare adeguatamente la produzione.

Il futuro della viticoltura pugliese dipende essenzialmente dalle scelte in sede nazionale e comunitaria perché venga essenzialmente privilegiata la qualità.

Occorre, quindi, privilegiare le zone viticole più prestigiose, dando priorità in caso di estendimenti alle zone D.O.C.

Una politica di qualificazione vitivinicola deve inoltre puntare sullo sviluppo e potenziamento di un efficace servizio di repressione delle frodi in campo viticolo (fenomeno che causa le maggiori turbative di mercato), coinvolgendo anche province e comuni, nonché su una attività vivaistica per la produzione di materiale di moltiplicazione di pregio, dal punto di vista genetico e sanitario.

Sul piano enologico, fatta salva la base ampelografica tradizionale delle singole zone pugliesi, il problema della vinificazione, della elaborazione del vino, del suo eventuale invecchiamento (malgrado le difficoltà proprie dellambiente caldo arido), sono alla costante attenzione dei tecnici e vanno trovando graduale e soddisfacente soluzione.

La nostra Regione, conosciuta soprattutto per i suoi grandi vini rossi, è oggi in grado di produrre anche vini bianchi a livello delle migliori produzioni italiane ed estere, utilizzando i suoi tradizionali vitigni e facendo ricorso a tecniche di vinificazione del tutto diverse da quelle tradizionali.

La fase di trasformazione delluva da vino vede la Regione Puglia ai primi posti per strutture ed attrezzature enologiche costituite in forma associata da parte degli stessi produttori; tali strutture trasformano già aliquote di produzione talmente elevate da essere potenzialmente in grado di controllare il mercato. Se ciò ancora non si verifica, dipende dal fatto che alla fase di vinificazione collettiva non segue quella dellimbottigliamento e commercializzazione associata per unaltra aliquota del prodotto trasformato in comune. Si trae pertanto lauspicio di un potenziamento ed effettivo rilancio degli organismi cooperativi di grado superiore, capaci di «far mercato» e coagulare quindi gli interessi delle cooperative di base.

Non si crede di essere lontani dalla realtà affermando che in Puglia non vi è notevole necessità di creare nuove cantine sociali, mentre sussiste lesigenza oltre che di realizzare nuove strutture dove se ne rilevi lesigenza obiettiva, quella soprattutto di ammodernare le strutture esistenti e di potenziare e rivitalizzare gli organismi di grado superiore, destinati a proseguire il processo di commercializzazione e valorizzazione della produzione enologica.

Stante queste promesse, un programma pluriennale per lo sviluppo della viticoltura pugliese dovrebbe farsi carico delle seguenti azioni:

1) potenziamento delle attività anti frodi;

2) potenziamento delle strutture vivaistiche in forma associata per la produzione di materiale di moltiplicazione di pregio;

3) potenziamento, nel quadro della l.r. n. 68/80, della ricerca e sperimentazione in campo viticolo ed enologico per il conseguimento degli obiettivi di qualificazione produttiva anche attraverso il potenziamento del Centro regionale di ricerche enologiche di Minervino di Lecce;

4) estendimento della viticoltura nelle zone a denominazione di origine controllata e promozione di altre D.O.C. nelle piaghe vinicole di antica tradizione;

5) rinnovo degli impianti viticoli vetusti nelle zone collinari ed in quelle di antica tradizione, con limpiego di moderne tecniche produttive, tendenti essenzialmente alla riduzione dei costi di produzione ed al miglioramento degli standard qualitativi;

6) azioni di razionalizzazione della lotte antiparassitaria specie se in forma associata, anche attraverso limpiego di strumenti moderni di diagnosi per interventi più tempestivi ed efficaci;

7) sostegno delle iniziative tendenti alla ricerca di soluzioni più economiche nella fase di raccolta, mediante limpiego di macchine;

8) costituzione e ammodernamento delle strutture a carattere associativo destinate alla trasformazione e manipolazione del prodotto;

9) interventi per la formazione di giovani enotecnici da destinare alla industria enologica pugliese, da attuare attraverso le procedure previste dalla normativa regionale sulla formazione professionale;

10) realizzazione di campagne promozionali in favore dei vini pugliesi, da svolgere a cura delle associazioni dei produttori o dei consorzi di cooperative.

Si darà, in ogni caso, priorità:

1) agli interventi per lestendimento, il rinnovo e lammodernamento degli impianti nelle zone collinari e per la costruzione o il potenziamento delle cantine sociali specie nelle zone a D.O.C.;

2) alla lotta fito-sanitaria;

3) alle attività promozionali;

4) al potenziamento delle strutture vivaistiche;

5) alla realizzazione di strutture di imbottigliamento e commercializzazione specie se in forma associata e cooperativa.

Si ritiene di fare, infine, le seguenti precisazioni:

a) sono ammissibili su tutto il territorio regionale le opere di ammodernamento delle strutture delle aziende viticole, finalizzate al miglioramento qualitativo della produzione, purché non comportino un aumento produttivo a scapito della qualità.

Non sono incentivabili trasformazioni di impianti giovani da alberello a forme appoggiate o espanse;

b) compatibilmente con le norme CEE, saranno attuate azioni di rinnovo e stendimento degli impianti anche nelle zone vocate e ad antica tradizione viticola, con particolare riguardo alle zone collinari. In tale direzione, del resto, va il programma di riconversione viticola nelle province di Bari e Taranto, per una superficie di 612 ettari, proposto dalla Regione Puglia alla comunità europea e da questa finanziato in parte, secondo la normativa FEOGA. A tale finanziamento va ora aggiunto lintervento regionale previsto per circa 700 milioni di lire quale contributo in conto capitale e per circa 100 milioni quale quota annua di concorso regionale sugli interessi per 20 anni, sul mutuo a tasso agevolato per la somma non coperta da contributi comunitari e regionali. Tali oneri troveranno copertura nel presente programma.

c) come già messo in evidenza nel programma olivicolo, anche nel comparto vitivinicolo sono in attesa di finanziamento numerosissime iniziative di organismi cooperativi per la trasformazione e valorizzazione dei prodotti vinicoli e derivati, alcuni dei quali hanno già ottenuto lapprovazione del Consiglio regionale.

Nel presente programma troveranno finanziamento le iniziative del surricordato programma e le altre già vagliate dallEnte di sviluppo ai fini della compatibilità con il riordino della cooperazione agricola regionale. Valgono anche qui i criteri espressi per gli oleifici sociali in merito alla finanziabilità di nuove iniziative.

11. Olivicoltura. - La Puglia occupa un posto di assoluta preminenza nelleconomia olivicola nazionale, poiché la sua produzione copre un buon terzo della produzione italiana dellolio doliva.

Detta coltura, pur importante in tutta la Regione, assume un aspetto preminente nelle province di Bari, Brindisi e Lecce, i cui terreni agrari sono, tra laltro, in buona parte caratterizzati da terre rosse di limitato spessore, giacente su calcare fessurato.

Laspetto generale degli oliveti pugliesi non è uniforme, ma varia sensibilmente in dipendenza di molteplici fattori, quali la varietà, la natura del terreno e la sua giacitura, le condizioni climatiche, la densità delle piante, la regolarità del sesto, i sistemi di potatura fattori questi che caratterizzano i vari ambienti olivicoli in cui la Regione può approssimativamente suddividersi.

Pur tenendo presente che ciascuna varietà rappresenta in sostanza, lespressione dellhabitat in cui essa si è affermata, gli agricoltori pugliesi hanno sempre operato nellintento di migliorare i livelli produttivi con ladozione di accurate tecniche colturali.

In effetti, la Puglia produce ottime qualità di olio molto apprezzate sui mercati nazionali frutto di alta qualificazione professionale nella tecnica di coltivazione, specialmente per quanto riguarda le operazioni di potatura, di concimazione, di lotta antiparassitaria di raccolta e di trasformazione del prodotto.

Non è per altro da sottacere che una certa quantità di olio pugliese è ancora mediocre e spesso non direttamente commestibile. Ciò va attribuito non solo alle caratteristiche di alcune varietà ed alle conseguenze di attacchi parassitari, ma anche alle modalità di raccolta non del tutto razionalizzate.

Notevole è il progresso sul piano qualitativo realizzato nella fase di trasformazione delle olive, grazie al massiccio intervento pubblico che ha favorito la realizzazione di moderne strutture della lavorazione del prodotto soprattutto a carattere associativo.

Ai complessi associativi si affiancano numerosi oleifici privati di antica tradizione e di notevole importanza economica; in complesso operano in Puglia circa 2.000 oleifici, in grado di assorbire lintera produzione regionale.

Grava sul settore da tempo uno stato di disagio economico derivato essenzialmente dalla lievitazione dei costi in gran parte dovuto allalto impiego di mano dopera e dalla spietata concorrenza degli olii di semi.

Per quanto riguarda limpiego del lavoro è da sottolineare che, sia la potatura che la raccolta della drupe costituiscono le operazioni più costose e destano, quindi, le maggiori preoccupazioni sul piano economico. Spesso il costo della raccolta delle olive raggiunge o supera il 50% del valore del prodotto, mentre viene segnalata la crescente difficoltà di reperire la mano dopera per le diverse operazioni colturali.

In molte zone della Puglia la raccolta viene effettuata a mano con il metodo della brucatura e con lausilio di teloni distesi sul suolo in altre zone, invece, la raccolta viene effettuata a terra con luso di attrezzature semplici che facilitano laccumulo del prodotto e la successiva cernita per liberarlo dal materiale estraneo.

Da alcuni anni vanno trovando crescente impiego nelle zone del Sud Barese, del Brindisino e del Leccese, sia sostanze cascolanti, che le reti in plastica, destinate ad agevolare la raccolta. Una loro più larga diffusione è auspicabile, sia ai fini dalla riduzione dei costi, sia soprattutto del miglioramento qualitativo del prodotto. Ne deriva che la olivicoltura potrà contare su un migliore avvenire se si metteranno a punto macchine adeguate e sistemi di raccolta nello stesso tempo efficaci ed economici.

A questo proposito è da valutare attentamente la possibilità di consentire alle piccole aziende limpiego delle macchine per la raccolta in forma cooperativa giacché appare chiaro che la economicità della operazione è strettamente legata allampiezza dellazienda ed alla quantità dei prodotti.

Problemi particolari pone oggi la potatura, sia per la sua elevata incidenza sul costo di produzione, sia nella crescente difficoltà di reperire mano dopera specializzata, in particolare quella giovanile.

Si pone in evidenza anche il non trascurabile costo della rimozione e dellallontanamento del materiale di risulta, del quale, invece, si auspica, attraverso limpiego di macchine idonee, lutilizzazione per scopi zootecnici, come si evince dal programma regionale del settore zootecnico.

Prospettive e direttrici di intervento.

Con lestendersi dellirrigazione, anche lolivicoltura usufruisce di acque per interventi di soccorso. Tale pratica ha dimostrato la sua piena validità consentendo notevoli aumenti quantitativi e di qualità. È da considerare peraltro che allimpiego delle acque sotterranee, si aggiungeranno tra breve le acque dei grandi complessi irrigui pubblici in corso di esecuzione, che consentiranno un ulteriore vasto sviluppo dellirrigazione degli oliveti.

Sul piano commerciale, a favore del consumo dellolio di oliva giovano essenzialmente gli elevati requisiti organolettici e i suoi benefici riflessi sulla fisiologia umana; tuttavia la tradizionale preferenza da parte dei consumatori, spesso si attenua di fronte alla penetrante pubblicità a favore degli olii di semi, fatta senza esclusione di colpi.

Crescente ruolo di valorizzazione dellolio di oliva vanno svolgendo gli organismi cooperativi che si inseriscono sempre più nella fase commerciale al dettaglio.

Pertanto, le azioni da sviluppare sul piano produttivo per la rivitalizzazione della coltivazione sono le seguenti:

1) razionalizzare, ove necessario, la densità delle piantagioni, mediante linfittimento o abbattimento di piante di olive in soprannumero o piante di altre specie, allo scopo di ottenere oliveti specializzati con sesto di impianto regolare, che consenta la meccanizzazione delle operazioni colturali;

2) introduzione negli oliveti di piante appartenenti a varietà impollinatrici per favorire lallegazione ed incrementare la produzione;

3) esecuzione di potatura di riforma e di ringiovanimento, specie per le piante colpite dalle recenti gelate;

4) favorire la meccanizzazione integrale delle operazioni colturali concedendo speciali agevolazioni per lacquisto di macchine e attrezzature per la raccolta, la potatura, la lotta fito-sanitaria;

5) favorire il miglioramento dello strato coltivabile, mediante la eliminazione di pietrame e roccia erratica, allo scopo di facilitare le operazioni al terreno ove ciò sia economicamente conveniente;

6) non sono da escludere operazioni di reinnesto laddove se ne presenta lopportunità ai fini di un miglioramento produttivo, anche a seguito di mutate condizioni ambientali;

7) ove il verificarsi di eccezionali avversità atmosferiche abbia compromesso la produttività degli oliveti senza provocarne la morte e laddove, a seguito dellestendersi dellirrigazione, si prefigura la possibilità di una più intensiva utilizzazione del suolo occupato da piante a sesto largo, è possibile prevedere la sostituzione delle piante esistenti con un uguale numero di piante da ubicarsi in tutto o in parte della superficie originariamente occupata dalloliveto.

Lazione è proponibile solo a condizione che non venga alterato il regime idrogeologico del territorio.

Tale possibilità è da escludersi quando la presenza delloliveto assolve anche la funzione di natura idrogeologica.

Negli ultimi anni, accanto alla coltura tradizionale, è sorta una nuova olivicoltura intensiva. Trattasi di impianti basati prevalentemente sulla varietà Corantina e su varietà da mensa, ad alta densità di piante per ettaro, allevati a forma contenuta e coltivata con sistemi intensivi, quasi sempre con limpiego dellirrigazione.

A detta olivicoltura va guardato con molto interesse perché ove sussistono i presupposti ambientali, abbia a svilupparsi la produzione di olive da mensa, per le quali si presentano favorevoli prospettive di mercato.

Il problema assume carattere di particolare delicatezza, non solo in merito alla opportuna strutturazione degli impianti, tendente a contenere i costi, ma anche in merito alla ricerca di varietà idonee allambiente pugliese in una gamma limitata che ne caratterizzi lofferta. A questo proposito si auspica una rapida conclusione delle ricerche in atto presso lUniversità di Bari nellambito del progetto finalizzato del C.N.R.

Un altro aspetto della tecnica di coltivazione e produzione dellolivo, riguarda la difesa fito-sanitaria. Esso tocca anche problemi economici di vasta portata e valutazione dordine ecologico, pertanto, le azioni tendenti a razionalizzare la lotta alle più diffuse malattie dellolivo mirano a conseguire un duplice obiettivo dordine economico e sanitario.

Protagonisti principali di tali azioni devono essere i Consorzi di difesa, le associazioni dei produttori riconosciute e le cooperative olivicole, ai quali vanno destinati opportuni incentivi per:

a) lacquisto di attrezzature idonee per la lotta antiparassitaria, compresi i mezzi protettivi per gli addetti;

b) lassistenza tecnica necessaria per una razionale e tempestiva esecuzione delle operazioni di lotta;

c) lorganizzazione di corsi di qualificazione professionale degli operatori olivicoli non solo per le operazioni di lotta, ma anche per le operazioni di potatura.

Per il conseguimento degli obiettivi di effettivo miglioramento dellolivicoltura pugliese, è necessario disporre di materiale vivaistico altamente qualitativo.

Si propone, pertanto, di incentivare il potenziamento dei vivai di olive, sia singoli che cooperativi, ponendo in essere particolari convenzioni per favorire lacquisto di materiale pregiato da parte degli operatori interessati al rinnovo degli impianti.

Per quanto riguarda la trasformazione e commercializzazione del prodotto possono essere attuate azioni dirette ad ampliare e ristrutturare gli impianti degli oleifici sociali esistenti nonché azioni per la costruzione, lacquisto e ristrutturazione di impianti per quelle Cooperative che operano con impianti detenuti in affitto e per la costruzione di nuovi impianti nelle aree sprovviste o insufficientemente servite.

In merito agli aspetti della trasformazione e della commercializzazione del prodotto, atteso il notevole sviluppo assunto dagli organismi associativi di primo grado, il programma pluriennale dovrà farsi carico soltanto delle azioni di ammodernamento delle strutture di base già esistenti.

Sarà opportuno prevedere attività di valorizzazione mercantile da svolgere attraverso adeguati centri di stoccaggio e di tipicizzazione, della produzione, in grado di offrire ogni garanzia di genuinità.

Con auspicio che venga positivamente sciolto il nodo degli impianti di depurazione delle acque di vegetazione delle olive, il programma pluriennale dovrà prevedere un organico piano di dotazione di tali strutture da parte degli organismi cooperativi.

Si prevedono altre azioni di propaganda per il consumo dellolio di oliva pugliese, distinte ma coordinate a quelle già previste nellambito dei regolamenti comunitari di recente approvazione.

Programma finanziario.

Considerata lelevata richiesta di incentivi da parte degli oleifici sociali per lammodernamento degli impianti e lurgenza da più parti manifestata, si concederà priorità nel finanziamento alle iniziative già realizzate per lammodernamento e il potenziamento degli impianti, per importo di spesa non superiore a 150 milioni di lire.

Poiché in molti casi gli impianti finanziati di recente sono stati realizzati con maggiorazione di costi, si ritiene di concedere con priorità finanziamenti integrativi per tali impianti per i quali si sia verificata una maggiore spesa, per la realizzazione dellopera suffragata da regolare gara di appalto dei lavori.

Saranno ammesse a finanziamento anche le iniziative già assentite dalla CEE, sezione orientamento del FEOGA, per le quali il mancato concorso della Regione comporterebbe lautomatica caduta anche dellintervento finanziario della comunità.

È stata inserita una voce di finanziamento per ricerche nel campo della depurazione smaltimento delle acque di vegetazione, problema sempre presente nellinteresse della sua gravità, per il quale si auspicherebbe una rapida soluzione, anche attraverso metodologie semplici ed economiche per le quali si intravede qualche spiraglio di luce ed alle quali si intenderebbe finalizzare lo stanziamento previsto.

Sarà osservata, in ogni caso, una priorità generale per le seguenti azioni:

a) introduzione di mezzi meccanici e attrezzature per la raccolta, lotta fito-sanitaria e potatura;

b) nuova costruzione o acquisto di impianti oleari in fitto, ovvero ristrutturazione e potenziamento di quelli esistenti;

c) azioni proporzionali per la valorizzazione degli olii di oliva pugliesi;

d) la lotta fito-sanitaria.

12. Mandorlicoltura. - La coltivazione del mandorlo risulta oggi ristretta alle zone murgiose e pedocollinari delle province di Bari, Brindisi, Taranto e Foggia, avendo essa ceduto ad altre colture i terreni meno difficili.

È sintomatico, infatti, rilevare che la contrazione della superficie è avvenuta in misura minore nella promiscua.

La causa determinante della tendenza regressiva della mandorlicoltura va ricercata essenzialmente nella scarsa produttività della stessa. Tale scarsa produttività è dovuta a sua volta, ai seguenti motivi:

a) la marginalità dei terreni (aridi e rocciosi) sui quali il mandorlo ormai prevalentemente insiste;

b) le scarse cure colturali cui viene assoggettato, appunto perché non ripaga limpiego di capitali e lavoro;

c) la carenza di impollinazione determinata dallestirpazione di piante appartenenti a varietà poco pregiate, ma utili come impollinatrici, nonché della riduzione del numero di insetti pronubi, determinato anche dai fenomeni di inquinamento conseguenti allindiscriminato uso di fitofarmaci.

Alla luce di quanto innanzi evidenziato, si deve rilevare che la attuale mandorlicoltura è rimasta confinata nelle zone meno suscettibili di trasformazione, ove, peraltro, poco si può fare per migliorare la produttività, essendo di forte ostacolo la povertà del terreni, lo stato vegetativo delle piante, molto spesso invecchiate, la eterogeneità vegetale, le malattie parassitarie.

Sul piano mercantile, poi, non può disconoscersi la nuova realtà del mercato internazionale che vede nella mandorlicoltura americana una concorrente temibile, la quale si presenta con prodotti quantitativamente significativi e con caratteristiche altamente standardizzate.

Per quanto riguarda il mercato interno, si può dire che esso manifesta una costante tendenza espansiva della domanda che assorbe facilmente la produzione interna, anche a prezzi lievemente superiori a quelli del prodotto di importazione, grazie alle qualità organolettiche della nostra produzione.

Non va peraltro ignorato che a fianco alla mandorlicoltura tradizionale seccagna si sta sviluppando, sia pure in forma oasistica, una mandorlicoltura moderna ed irrigua che va ad occupare terreni pianeggianti e fertili, in concorrenza con altre coltivazioni di pregio. Questo tipo di mandorlicoltura, certamente concorrenziale, va favorita, giacché essa non trova remore di mercato, né in sede nazionale, né in sede CEE. In ogni caso appare opportuno fare ogni sforzo per promuovere il rilancio della mandorlicoltura, attraverso una serie di azioni così sintetizzabili:

1) incentivare lammodernamento della mandorlicoltura tradizionale, attraverso reimpianti e reinnesti che riducano lampio ventaglio varietale oggi esistente in Puglia e poche varietà di maggiore affidamento nei vari ambienti (es. Genco, Filippo Ceo, Tuono, ecc.);

2) incentivare la nuova mandorlicoltura in regime irriguo con limpiego di portainnesti adatti ai diversi tipi di terreno e alla pratica irrigua e con limpiego di piante sane ed esenti da virosi;

3) favorire le operazioni di meccanizzazione integrale della coltura;

4) favorire i processi di impollinazione entotonofila, anche attraverso la installazione di arnie nei mandorleti;

5) favorire una razionale difesa fito-sanitaria svolta in forma associata e sotto il costante controllo di tecnici specialisti;

6) favorire la realizzazione di un punto di stoccaggio e trasformazione.

Individuate le varietà idonee per un determinato ambiente, occorre procedere alla loro diffusione in maniera tale da tipicizzare le zone di produzione e quindi favorire i processi di commercializzazione.

A questultimo riguardo potrebbe risultare vantaggioso utilizzare le strutture operative esistenti in altri comparti produttivi (vite, olivo) per la concentrazione dellofferta e per la gestione di attrezzature per la lavorazione ed il confezionamento del prodotto.