Regolamento Regionale 20 febbraio 1988, n. 1 Disciplina degli impianti di smaltimento sul suolo di insediamenti civili di consistenza inferiore a 50 vani o 5.000 mc. e degli insediamenti turistici non allacciati alla pubblica fognatura.
Art. 1 (Finalità) La presente normativa disciplina gli scarichi dei nuovi insediamenti civili che non recapitano in pubbliche fognature, ai sensi della lett. e) dell’art. 4 della L. 10 maggio 1976, n. 319, e con riferimento all’allegato n. 5 della delibera C.I.T.A.I. del 4 febbraio 1977. Agli effetti della presente disciplina gli scarichi degli insediamenti civili vengono suddivisi in due classi: a) appartengono alla prima classe gli insediamenti civili di consistenza inferiore a 50 vani o a 5.000 mc ed aventi comunque un numero di abitanti inferiore o uguale a 50 unità; b) appartengono alla seconda classe quelli che hanno un numero di abitanti superiore. Il limite di 5.000 mc o 50 vani nel capo di piani di lottizzazione, va riferito al volume edificabile complessivo.
Art. 2 (Modalità di smaltimento degli scarichi provenienti da insediamenti civili) Gli scarichi dei nuovi insediamenti civili appartenenti alla prima classe di cui al precedente art. 1 possono essere smaltiti mediante: a) accumulo e fermentazione in pozzi neri con estrazione periodica del materiale e suo conferimento a ditte autorizzate allo smaltimento; b) chiarificazione e stabilizzazione in vasche settiche tipo Imhoff con estrazione periodica del materiale sedimentato, da conferirsi a ditte autorizzate allo smaltimento, e con dispersione del liquido chiarificato mediante sub-irrigazione. Gli scarichi dei nuovi insediamenti civili appartenenti alla seconda classe, di cui al precedente art. 1, ad eccezione dei campeggi e dei villaggi turistici, sono soggetti alla disciplina fissata per gli scarichi delle pubbliche fognature. Gli scarichi devono provenire esclusivamente dall’interno delle abitazioni con esclusione delle acque meteoriche. Lo smaltimento degli scarichi degli insediamenti civili non è ammesso nel sottosuolo e profondità ³ 2 mt. dal piano campagna. Gli scarichi provenienti da insediamenti civili esistenti all’entrata in vigore della presente normativa dovranno ad essa adeguarsi, per quanto possibile, secondo le disposizioni che saranno impartite dall’autorità locale.
Art. 3 (Pozzi neri) I pozzi neri possono essere utilizzati per abitazioni o locali in cui vi sia distribuzione idrica interna. I pozzi neri dovranno avere caratteristiche costruttive di impermeabilità della parete e del fondo, saranno interrati e posti all’esterno degli edifici a distanza di almeno 5 mt. Dai muri perimetrali di fondazione a 20 mt. Da condotte, pozzi o serbatoi di acqua potabile. Con riferimento ad una produzione procapite giornaliera di 30 litri di acque luride, il proporzionamento dei pozzi neri sarà stabilito in funzione del numero degli utenti, in modo da consentire lo svuotamento almeno trimestrale dei pozzi neri. Indicativamente si farà riferimento ai seguenti dati: n. utenti Pozzo nero mc. men. di 10 30 da 11 a 20 60 oltre 20 non è ammesso l’uso di pozzi neri Per capacità superiori ai 30 mc. dovranno realizzarsi almeno due pozzi con funzionamento alternato. Lo svuotamento dovrà avvenire almeno trimestralmente ad opera di ditte autorizzate.
Art. 4Le vasche di tipo Imhoff possono essere utilizzate in tutti i casi di insediamenti civili di consistenza inferiore a 5.000 mc.; sono caratterizzate dalla presenza di due comparti distinti (il primo detto di sedimentazione ed il secondo di digestione) per liquame e fango, consentendo un trattamento di chiarficazione e parziale stabilizzazione dei reflui civili.
L’ubicazione deve essere esterna agli edifici e distante almeno 5 mt. dai muri perimetrali di fondazione e non meno di 20 mt. da condotte, pozzi o serbatoi di acqua potabile.
Le vasche devono essere interrate ed avere accesso dall’alto a mezzo di apposito vano ed essere munite di tubo di ventilazione.
Il proporzionamento sarà stabilito in funzione del numero di utenti sulla base dei seguenti dati: N. utenti | Vol. Sedimenti mc. | Volo Digestione mc. | fino a 30 | 1 | 4 | da 31 a 50 | 2 | 6 |
Il fango verrà asportato con periodicità almeno trimestrale ad opera di ditte autorizzate allo smaltimento.
Il liquame chiarificato verrà smaltito mediante sub irrigazione.
Art. 5 (Dispersione sul terreno permeabile mediante sub-irrigazione) Il liquame, proveniente dalla chiarificazione mediante condotta a tenuta con pendenza » 0,5%, perviene alla vaschetta di distribuzione per l’ammissione nella rete disperdente. La condotta disperdente di Æ ³ 15 cm. può essere costituita da elementi tubolari in cotto, gres, calcestruzzo, cemento-amianto, polivinile e simili, opportunamente forati. Le condotte saranno poste in una trincea della profondità compresa fra 60-70 cm e larga almeno 70 cm, opportunamente impermeabilizzata a 1/3, parete con fogli di nylon, plastica da imballo, argilla ecc. e le condotte saranno avviluppate da una massa ghiaiosa con elementi di dimensioni variabili tra 2 - 6 cm che riempirà circa ½ della trincea; la parte superiore della trincea, prima di essere coperta di terra, sarà protetta con uno strato di materiale permeabile (cartone da imballo, paglia, torba, ecc.). Lungo l’asse della condotta disperdente saranno messe a dimora piante sempre verdi ad elevato apparato fogliare (lauruscerasus, pitospherus, oleandra ecc.) che consentono il rapido smaltimento del liquido chiarificato mediante evaporaspirazione. La trincea potrà avere la condotta disperdente su di una fila con o senza ramificazione o su più file tra loro distanti almeno 70 cm e dovrà seguire l’andamento delle curve di livello per assicurare alla condotta disperdente una pendenza dello 0,2 - 0,5%. Le trincee con condotte disperdenti saranno poste a distanze non inferiore a mt 5 dai muri perimetrali di fondazione dei fabbricati, a 30 mt da pozzi, condotte o serbatoi destinati a servizio potabile. La distanza fra il fondo della trincea ed il livello di massima escursione della falda sarà ³ 1 mt. La falda a valle del sistema di dispersione, per una distanza di almeno 100 mt. da essa, non potrà essere utilizzata per usi potabili o domestici, o per l’irrigazione di prodotti da mangiare crudi. Lo sviluppo della condotta disperdente si calcola, in genere di 2 - 4 mt per utente, dipenderà dalla natura del terreno e potrà essere definita attraverso prove di percolazione; comunque dovranno essere rispettati gli sviluppi minimi indicati dalle norme tecniche di cui all’allegato n. 5 della delibera del C.I.T.A.I. del 4 febbraio 1977. La distanza minima fra gli assi delle condotte disperdenti di differenti impianti di subirrigazione dovrà essere compresa fra 2 - 3 mt.
Art. 6(Persolazione su terreno impermeabile mediante sub-irrigazione con drenaggio) Il liquame proveniente dalla chiarificazione mediante condotta a tenuta con pendenze » 0,5%, perviene alla vaschetta di distribuzione per l’immissione nella condotta disperdente. Il sistema consiste in una trincea, profonda in genere 1 - 1,5 mt avente al fondo uno strato di argilla, sul quale si posa la condotta drenante sovrastata in senso verticale da strati di pietrisco grasso, minuto e grosso, dentro lo strato superiore si colloca la condotta disperdente. Le due condotte aventi in genere pendenza tra lo 0,2% e 0,5%, sono costituite da elementi tubolari in cotto, gres, calcestruzzo o cemento amianto polivinile e simili del diametro di circa 15 cm., opportunamente forati, coperte superiormente da tegole e da elementi di pietrame per impedirne l’entrata del pietrisco e del terreno dello scavo, che ricoprirà la trincea con idoneo sovrassetto per evitare avvallamenti; si dovranno usare precauzioni affinchè il terreno di rinterro non vada a riempirne i vuoti prima dell’assestamento. Tubi di areazione di conveniente diametro vengono collocati verticalmente dal piano di campagna fino allo strato di pietrisco grosso inferiore disposti alternativamente a destra ed a sinistra delle condotte distanziati 2 - 4 mt l’uno dall’altro. La condotta drenante sbocca in idoneo ricettore (rivolo, alveo, impluvio ecc.), mentre la condotta disperdente termina chiusa 5 mt. prima dello sbocco della condotta drenante. La trincea può essere con condotte su di una fila, con fila ramificata, con più file. Per quanto riguarda le distanze di rispetto da aree pavimentate, da falde o da manufatti relativi ad acque potabili, vale quanto detto per la sub-irrigazione normale. Lo sviluppo delle condotte si calcola in genere in 2 - 4 mt, per utente. Occorre verificare che tutto funzioni regolarmente: dal sifone della vaschetta di alimentazione, allo sbocco del liquame, ai tubi di areazione. Il numero delle persone servite e il volume giornaliero di liquame da trattare non deve aumentare; il livello di massima escursione della falda deve trovarsi a distanza > di 1 mt dal fondo della trincea e va controllato nel tempo.
Art. 7(Dispersioni nel terreno mediante pozzi assorbenti) In presenza di motivate difficoltà ad avvalersi dei sistemi di smaltimento, di cui agli articoli precedenti e con esplicito divieto in presenza di roccia fratturata senza la protezione di terreno di adeguato spessore atto a consentire la funzione autodepurativa del suolo, è consentita la dispersione nel terreno mediante pozzi assorbenti.
Il liquame proveniente dalla chiarificazione, tramite condotta a tenuta perviene al pozzo di forma cilindrica, con diametro interno di almeno un metro, in muratura di pietrame, mattoni, o di calcestruzzo, privo di platea.
Nella parte inferiore che attraversa il terreno permeabile si praticano feritoie nelle pareti o si costruisce la parete in muratura a secco, al fondo in sostituzione della platea, si pone uno strato di pietrame e pietrisco per uno spessore di circa mezzo metro; uno strato di pietrisco è sistemato ad anello esternamente intorno alla parte di parete con feritoie per uno spessore orizzontale di circa mezzo metro; in prossimità delle feritoie ed alla base dello strato di pietrisco il pietrame è in genere di dimensioni più grandi del rimanente pietrisco sovrastante.
La copertura del pozzo viene effettuata a profondità non inferiore a 2/3 di metro e sulla copertura si applica un pozzetto di accesso con chiusini; al di sopra della copertura del pozzo e del pietrisco che lo circonda si pone uno strato di terreno ordinario con soprassetto per evitare ogni avvallamento e si adottano accorgimenti per non avere penetrazione di terreno (prima dell’assestamento) nei vuoti del pietrisco sottostante. Si pongono dei tubi di areazione in cemento amianto di opportuno diametro, penetranti dal piano di campagna almeno un metro nello strato di pietrisco.
I pozzi assorbenti debbono essere lontani dai fabbricati, aie, aree pavimentate e sistemazioni che ostacolino il passaggio dell’aria nel terreno.
La differenza di quota tra il fondo del pozzo ed il massimo livello della falda non dovrà essere inferiore a 2 metri; la falda a valle non potrà essere utilizzata per usi potabili o domestici, o per irrigazione di prodotti da mangiare crudi a meno di accertamenti microbiologici e chimici caso per caso da parte dell’Autorità sanitaria; la distanza da qualche condotta, serbatoio, od altra opera destinata al servizio potabile deve essere almeno di 50 mt.
Lo sviluppo della parete perimetrale del pozzo, da definirsi preferibilmente con prove di percolazione, deve essere dimensionato in funzione della natura del terreno; di seguito si riportano comunque altri elementi di riferimento:
- sabbia grossa o pietrisco: 1 mq per abitante;
- sabbia fina: 1,5 mq per abitante;
- argilla sabbiosa o riporto: 2,5 mq per abitante;
- argilla con molta sabbia o pietrisco: 4 mq per abitante;
- argilla con poca sabbia o pietrisco: 8 mq per abitante;
- argilla compatta impermeabile: non adatta.
La capacità del pozzo non deve essere inferiore a quella della vasca di chiarificazione che precede il pozzo stesso; è consigliabile disporre di almeno due pozzi con funzionamento alterno; in tal caso occorre un pozzetto di deviazione con paratoie per inviare il liquame all’uno o all’atro pozzo.
La distanza fra gli assi dei pozzi non deve essere inferiore a quattro volte il diametro dei pozzi.
Per l’esercizio si controllerà di tanto in tanto che non vi sia accumulo di sedimenti o di franghiglia nel pozzo, o, intasamento del pietrisco e terreno circostante e che non si verifichino impantanamenti nel terreno circostante; occorre controllare nel tempo il livello massimo della falda; se i pozzi sono due si alterna il funzionamento in genere ogni quattro-sei mesi.
Art. 8 (Campeggi e villaggi turistici) Lo smaltimento dei liquami provenienti dai campeggi e dai villaggi turistici può avvenire mediante: a) chiarificazione e stabilizzazione, ove le presenze rientrino in un numero massimo di 1000 presenze/giorno; b) impianti con trattamento biologico o chimico nel caso che il numero di presenze sia superiore a 1000 presenze/giorno. Per i sistemi di chiarificazione e stabilizzazione si adotteranno le disposizioni indicate nel precedente art. 4, realizzando più moduli di trattamento in parallelo, ciascuno a servizio di massimo 100 utenti e dovranno essere utilizzati, quali sistemi di smaltimento, le dispersioni o la percolazione mediante sub-irrigazione. Per gli impianti con trattamento biologico o chimico lo smaltimento potrà avvenire per dispersione o percolazione mediante sub-irrigazione ai sensi della presente normativa, ovvero avverrà nei corpi idrici recipienti nel qual caso dovranno rispettarsi i limiti di accettabilità previsti dal Piano di risanamento per gli scarichi delle pubbliche fognature.
Art. 9 (Autorizzazioni) Tutti gli scarichi devono essere autorizzati, ai sensi dell’ultimo comma dell’art. 9 della L. 10 maggio 1976, n. 319; - con provvedimento del Presidente della Giunta provinciale, se si tratta di scarichi nelle acque marine provenienti da insediamenti turistici; - con provvedimento del Sindaco se si tratta di scarichi residenziali o turistici sul suolo o negli strati superficiali del suolo ovvero di scarichi turistici di acqua superficiali. Le autorizzazioni sono rilasciate quando gli scarichi rispettano tutte le norme nonché i limiti di accettabilità previsti dalla presente normativa. Le domande di autorizzazione sono presentate e le autorizzazioni sono rilasciate su appositi moduli predisposti dalla Regione anche ai fini dell’uniformità della raccolta dati.
Art. 10 (Documentazione da presentare per l’autorizzazione) Ai fini dell’autorizzazione di cui al precedente art. 9 il titolare dello scarico dovrà presentare istanza in bollo all’autorità competente con allegato: a) relazione tecnica illustrante, con riferimento al tipo di insediamento, il tipo di trattamento previsto e le modalità di smaltimento; b) progetto del sistema trattamento-smaltimento. La documentazione tecnica di cui al precedente comma dovrà, a cura dell’interessato, essere trasmessa, contestualmente alla presentazione della domanda di concessione ad edificare o lottizzare, alla autorità competente per l’autorizzazione allo scarico.
Art. 11 (Controllo urbanistico) Le autorizzazioni a lottizzare e le concessioni edilizie non possono essere rilasciate se non risultino osservate le formalità di cui al precedente art. 10; in caso di inosservanza esse possono essere annullate dall’autorità che le ha emesse.
Art. 12 (Vigilanza e controllo sugli scarichi) I controlli sugli scarichi sono effettuati dall’autorità preposte al rilascio delle autorizzazioni. I controlli devono essere effettuati con scadenza periodica almeno semestrale e devono essere tesi a verificare le osservanze delle presenti norme, delle prescrizioni contenute nel provvedimento di autorizzazione ed il regolare funzionamento delle attrezzature tecniche. I controlli devono comunque accertare che le operazioni di smaltimento non provochino danno alla salute pubblica ed all’ambiente. In sede di controllo deve essere redatto apposito verbale degli accertamenti, delle verifiche effettuate e dall’eventuale prelevamento dei campioni eseguito secondo le modalità tecniche descritte nel Regolamento regionale <<Disciplina del prelevamento campione di acque reflue>>. Tutte le operazioni di campionamento verranno descritte nel verbale, secondo quanto disposto nel Regolamento succitato. I risultati delle analisi e il giudizio complessivo devono essere notificati al titolare dello scarico. In caso di violazione delle disposizioni vigenti, l’autorità che ha rilasciato il provvedimento di autorizzazione allo scarico trasmette copia del verbale unitamente al risultato di eventuali analisi alla competente autorità giudiziaria dandone comunicazione ai competenti organi regionali, entro quindici giorni dal ricevimento.
Art. 13 (Revoca delle autorizzazioni allo scarico) Le autorizzazioni allo scarico devono essere revocate nella fattispecie contemplate dagli art. 15, ultimo comma e 22 della L. 10 maggio 1976, n. 319 e sue modifiche ed integrazioni, nonché per il mancato adeguamento alle disposizioni del presente Regolamento. Prima di revocare l’autorizzazione, l’autorità competente al controllo, fermo l’obbligo di applicare le sanzioni pecuniarie, assegna un termine perentorio per la regolarizzazione dello scarico. Decorso tale termine senza che l’interessato vi abbia provveduto l’autorità competente, contestualmente alla revoca dell’autorizzazione, ingiunge l’immediata cessazione dello scarico.
Art. 14(Sanzioni) Per le violazioni alle presenti disposizioni si applicano le sanzioni previste dagli artt. 21, 22, 23 e 24 della L. 10 maggio 1976, n. 319 e sue modifiche ed integrazioni. All’accertamento delle violazioni provvedono i funzionari ed agenti degli organi di controllo di cui al precedente art. 12. I soggetti cui compete effettuare l’accertamento possono accedere alle proprietà private e pubbliche e procedere ai controlli, alle rilevazioni ed alle operazioni necessarie allo svolgimento del loro compito.
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