Anno 1989
Numero 3
Data 03/11/1989
Abrogato No
Materia Territorio - Ambiente - Inquinamento;
Note
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Nessun allegato

Regolamento Regionale 3 novembre 1989, n. 3

Norme tecniche per l'installazione e l'esercizio degli impianti di fognatura e depurazione.



Art. 1

 (Finalità)


La presente normativa disciplina ai sensi della lett. e) dell’art. 4 della L. 10 maggio 1976, n. 319, l’installazione e l’esercizio degli impianti di fognatura e depurazione.




TITOLO I

IMPIANTI DI FOGNATURA





Art. 2

 (Definizioni)


 
Ai fini della presente normativa si definisce:
a) impianto di fognatura, il complesso di canalizzazione atto a raccogliere ed allontanare dagli insediamenti civili e/o produttivi le acque superficiali (meteoriche, di lavaggio) e quelle di scarico provenienti dalla attività umane e/o dai cicli produttivi;

b) fognatura a sistema misto, l’impianto di fognatura che raccoglie sia le acque di scarico che quelle di pioggia provenienti da insediamenti civili e/o produttivi;

c) fogne, le canalizzazioni alimentari che raccolgono le acque provenienti dai fognoli di allacciamenti.




Art. 3

(Progettazione delle reti di fognatura)


La progettazione di una rete di fognatura deve sempre essere riferita agli elementi di base quali:

- previsioni demografiche;

- dotazioni idriche;

- qualità dei liquami.





Art. 4

 (Aspetti tecnici)


La giacitura nel sottosuolo delle canalizzazioni fognarie deve essere tale da evitare qualsiasi interferenza con quella di altri servizi.

Le canalizzazioni fognarie devono comunque essere tenute, in relazione al tipo di terreno, debitamente distanti dalle condotte di acqua potabile, sottostanti alle stesse e la distanza misurata in orizzontale non deve comunque essere inferiore a mt. 1.

Il sistema fognario deve essere impermeabile alla penetrazione di acqua dall’esterno, nonché alla fuoriuscita di liquami dall’interno.

La impermeabilità del sistema fognario deve essere attestata da appositi certificati di collaudo effettuati all’atto della costruzione dell’ente responsabile della realizzazione delle opere.




Art. 5

(Manutenzione ordinaria e straordinaria)


Il gestore della pubblica fognatura predispone annualmente e comunica ai Comuni interessati ed alla Regione, il programma di intervento di manutenzione ordinaria e straordinaria.

Il programma deve definire gli intervalli di tempo entro i quali saranno effettuate le normali operazioni di spurgo della rete nonché quelli concernenti le verifiche statiche dei manufatti e di usura dei rivestimenti.

L’attuazione del programma deve risultare da apposite annotazioni da riportarsi sul registro di gestione.

Le autorità competenti al controllo verificano in sede di ispezione l’attuazione del programma vistando il registro di gestione.

Il gestore dovrà inoltre redigere una planimetria quotata, in scala 1:1.000, riportante l’individuazione della rete fognante gestita con l’indicazione di diametri delle condotte dei manufatti di ispezione e delle quote di posa, nella stessa planimetria dovrà essere riportato lo schema di distribuzione dell’acqua potabile.

La planimetria è trasmessa al Comune interessato ed alla Regione ed è aggiornata annualmente.




TITOLO II

IMPIANTI DI DEPURAZIONE





Art. 6

 (Localizzazione degli impianti di depurazione)


La localizzazione degli impianti di depurazione è definita dal Piano regionale di risanamento delle acque.

Le aree di insediamento degli impianti depurativi saranno preferenzialmente individuate nell’ambito delle aree industriali o delle zone produttive previste dallo strumento urbanistico vigente.

L’area di insediamento per gli impianti di depurazione di nuova costruzione dovrà distare almeno 300 mt dalle zone residenziali previste dallo strumento urbanistico vigente.

Le deroghe a tale distanza approvate dal Comune dovranno essere dettagliatamente e tecnicamente motivate.

7




Art. 7

(Zona di rispetto)


I nuovi impianti di depurazione che trattino liquami di origine domestica dovranno essere circondati da una fascia di rispetto non inferiore a 100 mt a partire dalla faccia esterna delle opere murarie.

La fascia di rispetto compresa nell’esproprio resterà a servizio dell’impianto e sarà attrezzata a verde con alberi a fogliame persistente ed a grande sviluppo, la scelta dei biotipi dovrà essere effettuata in sede di progetto in maniera da assicurare la creazione di una efficiente e persistente barriera ed un corretto inserimento dell’impianto nell’ambiente circostante.




Art. 8

(Aspetti tecnici connessi con la localizzazione dell’impianto)


L’area di insediamento dell’impianto dovrà trovarsi, compatibilmente con le altre esigenze, ad un livello altimetrico tale da garantire che le acque raggiungano l’impianto per gravità ed essere situata a distanza tale dai centri abitati da rendere minimo lo sviluppo delle condotte di adduzione e di riutilizzazione delle acque depurate.

La progettazione e la costruzione dell’impianto devono essere effettuate nel rispetto di tutte le norme vigenti.

A monte della progettazione deve essere effettuato idoneo studio delle caratteristiche idrauliche, fisico-dinamiche e biologiche dei liquami da trattare.




Art. 9

 (Impianti esistenti da potenziare)


Per gli impianti esistenti da potenziare, nel caso in cui non si potessero osservare le prescrizioni di cui ai precedenti articoli per difficoltà o eccessiva onerosità delle opere, i Comuni dovranno approvare apposita deroga.

Il progetto dovrà essere accompagnato da una tabella riportante i dati tecnici relativi alle costruzioni ed alle apparecchiature nonché ai costi di esercizio.

Per le acque depurate si dovranno prioritariamente documentare le utilizzazioni nell’ambito dei comprensori di valutazione irrigua contigui, ovvero nelle aree produttive limitrofe.

Lo smaltimento diretto nei corpi recipienti potrà essere autorizzato solo nel caso in cui non sia tecnicamente o economicamente possibile la riutilizzazione della risorsa, o per periodi determinati.

I criteri da utilizzare nella progettazione degli impianti devono tendere ad assicurare l’efficienza del trattamento e la facilità di manutenzione.

A tal fine gli impianti nel loro ciclo di trattamento devono comprendere:

a) una stazione di sedimentazione primaria, attrezzata per il trattamento di chiariflocculazione, da usare in caso di emergenza o di fuori esercizio delle unità di trattamento biologico;

b) una stazione di disinfezione dell’effluente;

c) gruppi elettrogeni, nel caso in cui non sia possibile l’allacciamento sulle reti preferenziali, che assicurino la continuità del funzionamento dell’eventuale stazione di sollevamento iniziale, dei macchinari a servizio della vasca di sedimentazione primaria e della stazione di sollevamento dei fanghi primari;

d) by-pass che permettano l’esclusione delle singole unità operative;

e) idonee schermature dei bacini di ossidazione e stabilizzazione aerobica dei fanghi onde contendere e limitare gli spruzzi.

In relazione alla potenzialità degli impianti si dovrà prevedere:

a) per impianti a servizio di centri abitati con popolazione inferiore a 20.000 abitanti equivalenti, una linea di trattamento;

b) per impianti a servizio di centri abitati con popolazione maggiore di 20.000 abitanti equivalenti, due sedimentatori primari in parallelo;

c) impianto a servizio di centri abitati con popolazione superiore a 50.000 abitanti equivalenti, due o più linee di trattamento in parallelo per la linea acqua, esclusa la stazione di disinfezione.

La linea fanghi deve essere unica e prevedere la digestione anaerobica e disidratazione meccanica; ulteriori sistemi di trattamento dovranno essere previsti in relazione alla potenzialità degli impianti ed allo smaltimento finale dei fanghi.

Per gli impianti a servizio di centri abitati con popolazione superiore a 50.000 abitanti equivalenti, si deve sempre prevedere il recupero dei gas biologici, e l’essiccamento termico dei fanghi.

La linea fanghi di questi impianti dovrà essere proporzionata per ricevere i fanghi provenienti dallo spurgo dei pozzi neri, fosse Imhoff e piccoli impianti depurativi.

A tal fine, in fase di progettazione dell’impianto, si dovrà procedere al censimento e rilevamento degli impianti di trattamento a servizio degli insediamenti civili inferiori a 50 vani o 5.000 mc nonché degli insediamenti civili e turistici non allacciati e non allacciabili alla pubblica fognatura.

Tutti gli impianti di depurazione dovranno prevedere, per le apparecchiature principali, una unità di riserva, eventualmente già installata.

All’atto della progettazione si dovranno inoltre considerare tutti i problemi connessi con un efficiente controllo dell’impianto.

A tal fine per tutti gli impianti dovrà prevedersi:

a) il misuratore di portata all’ingresso ed all’uscita dall’impianto;
b) idonei misuratori dei principali parametri fisici e chimici sulle unità di trattamento;
c) idonei pozzetti e derivazioni per il prelievo dei campioni.
Per tutti gli impianti con potenzialità superiore a 50.000 abitanti equivalenti, si dovranno installare idonei sistemi di controllo automatico del processo, compatibilmente con la loro accertata funzionalità.




Art. 10

 (Progettazione degli impianti di depurazione)


La progettazione di un impianto di depurazione dovrà essere svolta a livello di progetto esecutivo con riferimento alle previsioni del Piano regionale di risanamento delle acque.

La progettazione esecutiva dovrà essere sviluppata sulla base di dettagliate indagini tese alla verifica delle previsioni del Piano regionale di risanamento delle acque secondo quanto precisato nella tab. 1 allegata.

Nel caso di Comuni sprovvisti o soltanto parzialmente serviti di rete fognaria, la progettazione esecutiva dovrà essere preceduta da una verifica sulla base di un censimento di dettaglio qualitativo e quantitativo dei carichi inquinanti industriali assimilati a civili di cui all’art. 4 lett. c) del regolamento regionale <<Disciplina delle pubbliche fognature>>.

Quando dalle indagini analitiche sulla qualità delle acque risulti un carico inquinante, rapportato a popolazione equivalente, superiore del 10% a quella del Piano regionale il risanamento delle acque, dovrà essere condotta un’analisi suppletiva per evidenziare le attività (industriali e/o assimilabili a quelle civili) non preventivamente censite che provocano dette deviazioni; ciò al fine di pervenire ad una più equa ripartizione degli oneri di gestione ed alle prescrizioni di idonei impianti di pretrattamento per l’attività industriale interessata.

Nel progetto generale ed esecutivo si dovranno inoltre documentare le previsioni di sviluppo urbanistico dei centri serviti dall’impianto.




Art. 11

 (Aspetti relativi alla sicurezza)


In sede di progettazione e costruzione dovranno essere rispettate le norme di sicurezza ed in particolare quelle relative alla prevenzione degli infortuni ed igiene del lavoro.

In particolare:

- i pavimenti ed i gradini devono avere la superficie di calpestio antistrucciolevole;

- tutte le tubazioni devono essere colorate in maniera diversa con colori codificati;

- su tutte le scale, le aperture, i serbatoi, le vasche, le scale a pioli e le piattaforme devono essere installati parapetti di altezza standard e salvapiedi;

- tutte le aree potenzialmente pericolose devono essere segnalate con cartelli e segnali di pericolo;

- devono essere installati dispositivi automatici di rilevamento e di segnalazione audiovisiva d’allarme, per fughe di gas tossici, gas combustibili e di deficienza di ossigeno.




Art. 12

 (Recinzione e sistemazione stradale)


L’area di insediamento dell’impianto dovrà essere recintata e provvista di porte di accesso munite di cartello di segnalazione di pericolo in relazione alla natura dell’impianto.

La viabilità interna e le aree di parcheggio devono essere ben delimitate e provviste di cartelli direzionali.




Art. 13

 (Illuminazione)


Le aree degli impianti devono essere ben illuminate onde consentire lo svolgimento in sicurezza delle operazioni notturne.

In particolare devono essere ben illuminate le zone di passaggio, le cisterne e le vasche scoperte.




Art. 14

 (Aereazione degli impianti)


Un approfondito studio dovrà essere condotto al fine di garantire nei vari posti di lavoro il mantenimento di condizioni di sicurezza: sufficiente contenuto di ossigeno ed eliminazione di eventuali miscele esplosive nonché di gas tossici o atmosfere infette.

Tali accorgimenti dovranno essere previsti nei locali delle stazioni di pompaggio delle acque e dei fanghi, nei locali di trattamento dei fanghi, nei locali in cui sono alterate le condizioni microclimatiche quali botole, fosse, condotte, sale, pozzi e forni.




Art. 15

(Mezzi antincendio)


 

L’impianto deve essere in regola con le disposizioni e le norme antincendio richieste dai vigili del fuoco.





Art. 16

 (Impianto con recupero energetico)


 

 Negli impianti in cui si produce biogas o vengono utilizzati gas naturali quali combustibili si dovranno installare tutte le apparecchiature di sicurezza ed idonei dispositivi per la chiusura automatica dell’erogazione.





Art. 17

 (Impianti elettrici)


 

Gli impianti elettrici e le apparecchiature dovranno essere costruiti ed installati in conformità delle norme vigenti in materia.





Art. 18

 (Distribuzione acqua potabile)


L’impianto deve disporre di un adeguato rifornimento di acqua potabile il cui circuito non dovrà avere alcun contatto o connessione con le tubazioni delle acque di rifiuto.




Art. 19

 (Gestione)


L’esercizio di un impianto di depurazione comporta il controllo costante di tutte le caratteristiche idrauliche, chimico-fisiche e biologiche del liquame da depurare.

Nella tabella 2 allegata sono riportate le frequenze di campionamento ed i parametri da rilevare in relazione al tipo di processo ed alla utilizzazione dell’effluente.

Per ciascun impianto di depurazione dovrà essere tenuto un apposito quaderno di registrazione dei dati.

Nei quaderni suddetti si dovranno riportare l’ora e la data di prelievo del campione, il punto di prelievo del campione, il parametro cui è riferita la misura, il valore relativo.

I dati di analisi dovranno essere registrati con la frequenza indicata nell’allegata tabella 2.

I quaderni di registrazione devono essere conservati presso ciascun impianto e l’Autorità di controllo è tenuta, in sede di ispezione, ad esaminare i quaderni e vistarli.



TABELLA 1


TABELLA 1
Indagini
A
B
C
Coefficiente di restituzione in rete
x
x
x
Rapporto fra Qp e Qm
x
x
x
Solidi sospesi (mg/1)
x
x
x
BOD5
x
x
x
COD
x
x
x
COD/BOD5
x
x
x
Azoto totale (N)
x
x
x
Fosforo totale
x
x
x
Metalli e non metalli e sostanze tossiche persistenti e bioaccumulabili (1)
 
x (2)
x
Kg. BOD5 x d
x
x
x
Rapporto fra abitanti equivalenti (kg BOD5/0,054) e abitanti residenti
 
 
A - Fognatura esclusivamente civile
B- Fognature miste con scarichi industriali assimilabili ai civili
C - Fognature miste con scarichi industriali non assimilabili ai civili
  1. Per i parametri indicati nella Tab. 1 allegata alla Direttiva art. 17 Legge n. 650/79
  2. Le analisi vengono effettuate se il rapporto COD/BOD5 è maggiore 3.5.
 
 
 
 
x
x
 
 



TABELLA 2


TABELLA 2
PROCESSO
CORRENTE INTERESSATA
PARAMETRI
DA RILEVARE
UNITA’
DI MISURA
FREQUENZA
Ab. Eq. Ab. Eq.
<50.000>50.000
INFLUENTE DEL PRIMARIO
Liquido
solidi sedimentali
ml/1
s g
 
 
pH
--
s g
 
 
BOD5
mg/1
q s
 
 
solidi sospesi totali
mg/1
q s
 
 
COD
mg/1
q s
 
 
grassi
mg/1
q s
 
 
temperatura
°C
g g
TRATTAMENTO PRIMARIO
 
TKN,NK4,NO3,NO2,P,PO4
mg/1
g g
Sedimentazione primaria
Liquido
solidi sedimentabili
ml/1
s g
 
 
pH
--
s g
 
 
BOD5
mg/1
q s
 
 
solidi sospesi totali
mg/1
q s
 
 
COD
mg/1
q s
 
 
grassi
mg/1
q s
 
 
TKN,NK4,NO3,NO2,P,PO4
mg/1
g g
TRATTAMENTO SECONDARIO
 
 
 
 
Fanghi attivi
Miscuglio in
aerazione
solidi sedimentabili
solidi sospesi totali
(SST) (105°)
ml/1
mg/1
s g
q s
 
 
solidi sospesi volatili (600°)
% SST
q s
 
 
DO
mg/1
s g
 
 
TKN,NK4,NO3,NO2,P,PO4
mg/1
g g
Filtri o letti percolatori
Liquido
solidi sedimentabili
ml/1
s g
Sedimentazione finale
Liquido
BOD5
mg/1
q s
 
 
solidi sospesi totali
mg/1
q s
 
 
COD
mg/1
s g
 
 
DO
mg/1
s g
 
 
TKN,NK4,NO3,NO2,P,PO4
mg/1
g g
 
 
torbidità
mg/1 SiO2
s g
 
 
MBAS
mg/1
q s
 
 
coliformi
MPN/100 ml
 
 
Fango
concentrazione solidi totali
% in peso
q s
 
 
indice volume del fango
ml/g
q s
DISINFEZIONE
 
 
 
 
Clorazione
Liquido
cloro residuo
mg/1
s g
 
 
coliformi
MPN/100 ml
q s
LINEA FANGHI
 
 
 
 
Ispessimento
Liquido
solidi sospesi totali
mg/1
q s
 
Fango
concentrazione solidi totali
% in peso
q s
 
 
concentrazione solidi volat.
% in peso
q s
DIGESTIONE ANAEROBICA
Liquido
solidi sospesi totali (SST)
mg/1
q s
 
 
solidi sospesi volatili
% SST
q s
 
Fanghi in
digestione
pH
temperatura
--
°C
s g
s g
 
Gas
composizione del gas
% volume
q s
 
Fango
alcalinità
mq/1 conc.
CaCO3
q s
 
 
concentrazione solidi tot.
% in peso
q s
 
 
concentrazione solidi volatili
% in peso
q s
Centrifugazione
Liquido
Solidi sospesi totali
mg/1
q s
 
Fango
Concentrazione solidi totali
% in peso
q s
Filtrazione
Fango in ingresso
Filtrabilità dei fanghi (CST)
sec. -1
q s
 
Fango in uscita
liquido
Concentrazione solidi totali
% in peso
q s
 
 
solidi sospesi totali
mq/1
q s
analisi particolari dei fanghi (anche essiccati) vanno specificatamente richieste in relazione alla loro utilizzazione e/o smaltimento.
TRATTAMENTO TERZIARIO
 
 
 
 
Trattamento per la riduzione
dell’azoto
 
pH,NH4,NO3,NO2
 
s g
Coagulazione e flocculazione
Liquido
torbidità
mg/1 SiO2
s g
 
 
fosforo totale
P tot mg/1
s g
Carbone attivo
Liquido
COD
mg/1
s g
Ricarbonatazione
Liquido
pH
--
s g
Stripping ammoniaca
Liquido
azoto totale e nitrati (N)
mg/1
s g
 
 
pH
--
s g
Filtrazione
Liquido
COD
mg/1
s g
 
 
torbidità
mg/1 SiO2
s g
Microstacciature
 
solidi sospesi totali
mg/1
s g
 
 
COD
mg/1
s g
g = giornaliero, s = settimanale, q = quindicinale.
- In caso di riutilizzo dell’acqua per l’industria settimanalmente deve essere misurata la conducibilità elettrica.
- In caso di riutilizzo dell’acqua in agricoltura, vanno misurati: settimanalmente la conducibilità elettrica e l’indice SAR, l’azoto totale col fosforo totale; giornalmente i solidi sospesi totali ed i coliformi totali.