Legge Regionale 30 settembre 2004, n. 15

Riforma delle Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza (IPAB) e disciplina delle aziende pubbliche dei servizi alle persone(1) 


(1) Vedi  il reg. reg. 1/2008. Vedi anche la l.r. 19/2006 ;  Delib.G.R. 28 aprile 2009, n. 650 e la Delib.G.R. 27 novembre 2012, n. 2468  (allegate)


Art. 1

Finalità e ambito dapplicazione.


1. La presente legge detta norme per la riforma delle Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza (IPAB) in coerenza al decreto legislativo 4 maggio 2001, n. 207 (Riordino del sistema delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza, a norma dellarticolo 10 della legge 8 novembre 2000, n. 328.)

2. Le disposizioni di cui alla presente legge si applicano alle IPAB e a tutti gli enti in ogni modo denominati assoggettati alle disposizioni di cui alla legge 17 luglio 1890, n. 6972 (Norme sulle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficienza) aventi sede legale nella Regione Puglia. 




TITOLO 1

Trasformazione delle istituzioni





Art. 2

Obbligo di trasformazione(2) 


1. Le istituzioni di cui al comma 2 dellarticolo 1 in possesso dei requisiti previsti dalla presente legge per le rispettive tipologie sono trasformate, fermo restando lesclusione di fini di lucro, in:

a) aziende pubbliche di servizi alla persona;

b) persone giuridiche di diritto privato.


2. Le istituzioni che non possono essere trasformate in una delle tipologie di cui al comma 1 sono estinte o sono fuse con altre IPAB per essere trasformate in azienda.


3. Ai fini della trasformazione gli organi statutari delle istituzioni, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del regolamento attuativo della presente legge, propongono, con proprio atto deliberativo, la nuova forma giuridica e il nuovo statuto per lapprovazione . (3) 


4. Il legale rappresentante dellistituzione, entro trenta giorni dalla data delladozione, trasmette al Settore servizi sociali della Regione, per i successivi adempimenti, latto deliberativo di cui al comma 3.

4 bis. La Giunta regionale procederà comunque alla nomina di un Commissario straordinario per quelle istituzioni di cui al comma 2 dellarticolo 1 che, trascorso inutilmente il termine di novanta giorni previsto al comma 3 dellarticolo 2 non abbiano proposto alcuna istanza di trasformazione. Il Commissario straordinario nominato così come previsto dal presente comma provvede agli adempimenti di cui al comma 3 dellarticolo 2 entro ulteriori sessanta giorni dalla data di insediamento. (4) 



(2) Vedi  l’art. 13 della l.r. 13/2006. Vedi anche la l.r. 22/2006
(3) Comma così sostituito dalla l.r. 13/2006, art. 1
(4) Comma  aggiunto dalla l.r. 13/2006, art. 2


Art. 3

Trasformazione in aziende pubbliche di servizi alla persona.


1. I competenti organi statutari delle istituzioni che intendono ottenere la trasformazione in azienda pubblica di servizi alla persona presentano alla Regione, entro trenta giorni dalla data dellatto di proposta di cui al comma 3 dellarticolo 2, la formale e motivata deliberazione di trasformazione e la proposta di approvazione dello Statuto adeguato al nuovo assetto istituzionale . (5) 

2. Il dirigente del Settore servizi sociali accerta, previa acquisizione del parere del Comune sede legale dellistituzione e del coordinamento istituzionale del competente ambito territoriale, in conformità dei criteri e delle modalità definite con regolamento regionale, il possesso dei requisiti di cui allarticolo 4 e, entro centoventi giorni dalla data di ricevimento della richiesta, accoglie o respinge la proposta di trasformazione in azienda . (6) 

3. I pareri del Comune e del coordinamento istituzionale devono essere espressi entro il termine di trenta giorni dalla data di ricevimento delle richieste, decorso il quale sintendono acquisiti favorevolmente . (7) 

4. Con lo stesso provvedimento dirigenziale di trasformazione è approvato lo statuto dellazienda.

5. Le istituzioni non trasformabili in azienda, entro il termine perentorio di tre mesi dalla data di notifica del provvedimento regionale di non accoglimento della proposta di trasformazione, sono tenute a deliberare e a presentare alla Regione altra proposta in conformità delle disposizioni della presente legge. 



(5) Comma così modificato dall'art.3, comma 1, l.r. 15 maggio 2006, n. 13.
(6) Comma così modificato dall'art. 3, comma 2, l.r. 15 maggio 2006, n. 13.
(7) Comma così sostituito dall'art. 3, comma 3, l.r. 15 maggio 2006, n. 13. Il testo originario era così formulato: «3. Il parere del Comune deve essere espresso entro il termine di trenta giorni dalla data di ricevimento della richiesta, decorso il quale s'intende acquisito favorevolmente.». 


Art. 4

Requisiti per la trasformazione in azienda.


1. Le istituzioni per le quali ricorrono congiuntamente i seguenti requisiti possono essere trasformate in azienda:

a)  perseguimento dei fini statutari in ambito socio-assistenziale negli ultimi dieci anni; (8) 

b) capacità patrimoniale non inferiore a euro 500 mila e in ogni caso congrua al perseguimento dei fini statutari di natura socio-assistenziale;

c) volume di bilancio non inferiore a euro 250 mila.





(8) Lettera così sostituita dall'art. 4, l.r. 15 maggio 2006, n. 13. Il testo originario era così formulato: «a) perseguimento dei fini statutari in ambito socio-assistenziale in via continuativa per l'intero periodo degli ultimi cinque anni.».  


Art. 5

Esclusione dalla trasformazione in azienda.


1. La trasformazione in azienda pubblica di servizi alla persona è, in ogni caso, esclusa per le istituzioni:

a)  [per le quali siano accertate le caratteristiche di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 16 febbraio 1990 (Direttiva alle Regioni in materia di riconoscimento della personalità giuridica di diritto privato alle Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza a carattere regionale e infraregionale) ivi comprese le istituzioni che operano prevalentemente nel settore scolastico] (9) 

b) individuate dallarticolo 91 della legge n. 6972 del 1890;

c) [le cui finalità previste nelle tavole di fondazione o negli statuti risultino esaurite o non siano più conseguibili o non siano state svolte in via continuativa per lintero periodo degli ultimi cinque anni]  (10) 



(10) Lettera abrogata dalla l.r.13/2006, art. 5
(9) Lettera abrogata dalla l.r.13/2006, art. 5


Art. 6

Piano di risanamento per la trasformazione in azienda.


1. Le IPAB non trasformabili in aziende per insufficiente entità patrimoniale e volume di bilancio possono deliberare, nel termine di cui al comma 3 dellarticolo 2, e presentare alla Regione, nel termine di cui al comma 4 dellarticolo 2, un piano di risanamento per la ripresa dellattività nel campo socio-assistenziale tale da consentire il mantenimento della personalità giuridica di diritto pubblico e la trasformazione in azienda.

2. Le stesse istituzioni con il piano di risanamento possono proporre la fusione con altre IPAB, al fine di pervenire alla trasformazione in azienda.

3. Il piano di risanamento deve essere attuato nel termine di due anni dalla presentazione, durante i quali gli enti interessati conservano la condizione giuridica in atto.

4. La Regione, laddove accerti la mancata attuazione del piano di risanamento dell’ente, dispone, ai sensi dell’articolo 39, una verifica istruttoria dell’attività svolta, al fine di valutare le cause del mancato raggiungimento degli obiettivi previsti. A seguito della verifica la Regione può attivare con atto motivato uno dei seguenti procedimenti:


1) concessione di un termine per la rimodulazione, l’adeguamento e la conclusione del piano di risanamento;


2) concessione di un termine per una nuova istanza di trasformazione, in una delle tipologie previste dall’articolo 2, comma 1, ovvero procedere a fusione con altro ente con le modalità di cui all’articolo 9 e secondo le modalità ivi indicate;


3) concessione di un termine per l’attivazione delle procedure di estinzione;

4) nomina di un Commissario che provveda in via sostitutiva.

Gli atti di cui ai numeri 1, 2, 3 e 4 sono sottoposti al parere della Commissione consiliare competente. (11) 





(11) Comma così sostituito dall’art. 14, comma 1, lettera a), l.r. 6 febbraio 2013, n. 7. Il testo originario era così formulato: «4. La Regione, al termine della fase di risanamento, ove accerti che il piano non abbia avuto attuazione, promuove, nei successivi sei mesi, l'estinzione dell'istituzione.».


Art. 7

Trasformazione del fine.


1. Le IPAB, nel caso risultino esaurite o non siano più conseguibili le finalità previste nelle tavole di fondazione o negli statuti, ove dispongano di risorse adeguate alla gestione di attività e servizi in misura tale da giustificare il mantenimento della personalità giuridica di diritto pubblico, possono deliberare, nel termine di cui al comma 2 dellarticolo 3, e presentare alla Regione, nel termine di cui al comma 4 dellarticolo 2, proposta di trasformazione dei fini statutari allontanandosi il meno possibile dalle tavole di fondazione ed eventualmente prevedendo anche la fusione con altre IPAB.

2. Le proposte di trasformazione del fine devono prevedere la trasformazione delle istituzioni in azienda o in persone giuridiche di diritto privato.

3. Alle proposte di trasformazione in azienda si applicano le disposizioni di cui allarticolo 6.

4. Alle proposte di trasformazione di persona giuridica di diritto privato si applicano le disposizioni di cui allarticolo 10.




Art. 8

Attività socio-assistenziale indiretta.


1. Le IPAB che svolgono indirettamente attività socio-assistenziale mediante lerogazione delle rendite derivanti dallattività di amministrazione del proprio patrimonio e delle liberalità ricevute a tal fine possono deliberare, nel termine di cui al comma 3 dellarticolo 2, e presentare alla Regione, nel termine di cui al comma 4 dellarticolo 2, richiesta di trasformazione in azienda qualora sussistano i requisiti di cui allarticolo 4.

2. Gli enti di cui al comma 1 esclusi dalla trasformazione in azienda sono trasformati in fondazioni di diritto privato secondo le disposizioni di cui allarticolo 10.  




Art. 9

Fusioni. (12) 


1. Le proposte di fusione sono consentite esclusivamente ai fini della trasformazione delle istituzioni in aziende di servizi alla persona ovvero in persona giuridica di diritto privato.

2. Ai fini dellattivazione della procedura di fusione, almeno una delle IPAB deve obbligatoriamente già possedere autonomamente i requisiti necessari alla trasformazione in azienda o in persona giuridica di diritto privato.

3. La Regione, acquisita la proposta di fusione, chiede il parere agli enti e ai Comuni interessati.

4. Il parere deve essere espresso entro il termine perentorio di trenta giorni dalla data della richiesta, decorso il quale sintende espresso favorevolmente.

5. Il dirigente del Settore servizi sociali accerta, in conformità dei criteri approvati con regolamento regionale, la fondatezza dei presupposti per il possesso dei requisiti per la trasformazione e, entro centoventi giorni dalla data di ricevimento, accoglie o respinge la proposta.

6. Con lo stesso provvedimento dirigenziale è approvato lo statuto del nuovo soggetto giuridico.

7. Lo statuto deve prevedere la continuità delle finalità istituzionali, stabilite dagli originari statuti e dalle tavole di fondazione, anche con riferimento alle categorie dei soggetti destinatari dei servizi e degli interventi. 



(12) Vedi anche la l.r. 15/2004, art. 40


Art. 10

Trasformazione in persone giuridiche di diritto privato.


1. Ai procedimenti per lacquisizione della personalità giuridica di diritto privato da parte delle istituzioni, previo accertamento delle caratteristiche che consentono la trasformazione, si applicano le disposizioni vigenti in materia di persone giuridiche private e dellarticolo 17 del D.Lgs. n. 207/2001.

2. I conservatori che non abbiano scopi educativi della gioventù, gli ospizi dei pellegrini, i ritiri, eremi e istituti consimili non aventi scopo civile o sociale, le confraternite, confraterie, congreghe, congregazioni e altri consimili istituti di cui allarticolo 91 della legge n. 6972 del 1890 deliberano, nel termine di cui al comma 3 dellarticolo 2, la propria trasformazione in enti con personalità giuridica di diritto privato.

3. La deliberazione di trasformazione delle istituzioni di cui al comma 2, secondo la procedura di cui al comma 4 dellarticolo 2, è trasmessa alla Regione ai fini della cancellazione dallelenco delle IPAB e alla competente Prefettura per liscrizione nel registro delle persone giuridiche.

4. Il dirigente del Settore servizi sociali, entro novanta giorni dalla data di ricevimento, accerta il ricorrere di una delle condizioni giuridiche di cui al comma 2 e dispone la cancellazione dallelenco delle IPAB con decorrenza contestuale alliscrizione nel registro delle persone giuridiche di diritto privato. Latto dirigenziale è notificato allistituzione e alla Prefettura.

5. Nel caso di non accoglimento della proposta di trasformazione si applica il disposto di cui al comma 5 dellarticolo 3.

6. La Regione esercita lattività di controllo e vigilanza ai sensi delle disposizioni del codice civile e della normativa di riferimento.

7. È istituito presso il Settore servizi sociali della Regione lelenco delle persone giuridiche di diritto privato operanti nel campo dei servizi socio-assistenziali. 




Art. 11

Patrimonio delle persone giuridiche di diritto privato.


1. Le persone giuridiche di diritto privato derivanti dalla trasformazione delle istituzioni di cui al comma 2 dellarticolo 1 della presente legge sono tenute a redigere linventario dei beni patrimoniali con specifica annotazione dei beni destinati dagli statuti e dalle tavole di fondazione alla realizzazione degli scopi istituzionali.

2. Gli atti di dismissione, di vendita o di costituzione di diritti reali su beni delle persone giuridiche di diritto privato originariamente destinati dagli statuti e dalle tavole di fondazione delle istituzioni alla realizzazione delle finalità istituzionali sono inviati al Settore servizi sociali della Regione, che, ove rilevi la deliberazione in contrasto con latto costitutivo o lo statuto, attiva procedimento amministrativo per lesame da parte della Giunta regionale al fine del successivo inoltro al Pubblico Ministero competente per lesercizio dellazione di cui allarticolo 23 del codice civile. 




Art. 12

Rapporti giuridici.


1. Le istituzioni trasformate in aziende o in persone giuridiche private conservano i diritti e gli obblighi anteriori alla trasformazione e subentrano in tutti i rapporti attivi e passivi delle istituzioni dalle quali derivano.

2. La trasformazione attuata ai sensi della presente legge non costituisce causa di risoluzione del rapporto di lavoro con il personale dipendente che alla data della trasformazione abbia in corso un rapporto di lavoro a tempo indeterminato. II personale dipendente conserva i diritti derivanti dallanzianità complessiva maturata allatto della trasformazione. Eventuali contratti di lavoro a termine sono mantenuti fino alla scadenza.

3. Agli enti trasformati in persone giuridiche di diritto privato si applicano le disposizioni dellarticolo 4, comma 2, del decreto-legge 9 ottobre 1989, n. 338 (Disposizioni urgenti in materia di evasione contributiva, di fiscalizzazione degli oneri sociali, di sgravi contributivi nel Mezzogiorno e di finanziamento dei patronati), convertito dalla legge 7 dicembre 1989, n. 389. 




Art. 13

Estinzioni (13) 


1. Le istituzioni di cui al comma 2 dellarticolo 1 non trasformate in aziende pubbliche di servizi alla persona o in persone giuridiche di diritto privato sono estinte.


2. La dichiarazione destinzione è disposta con atto del dirigente del Settore servizi sociali della Regione in conformità della deliberazione della Giunta regionale con la quale si dispone lassegnazione del personale dipendente e lattribuzione, con vincolo di destinazione ai servizi sociali, delleventuale residuo patrimonio nel rispetto delle tavole di fondazione o, in mancanza di disposizioni specifiche, in favore di istituzione avente finalità analoga ovvero di azienda pubblica dei servizi alle persone del rispettivo ambito territoriale, come definito dalla legge regionale 25 agosto 2003, n. 17 (Sistema integrato dinterventi e servizi sociali in Puglia), o in favore del comune o della AUSL territorialmente competenti. (14) 


3. Gli enti come individuati al comma 2 subentrano, per quanto di rispettiva competenza, ad ogni rapporto giuridico attivo e passivo dell istituzione estinta.

3 bis. Qualora, all’esito del procedimento di estinzione così come disciplinato dai commi 2 e 3, non sia possibile individuare alcun ente tra istituzioni aventi finalità analoga, aziende pubbliche dei servizi alle persone o comune o AUSL per il subentro in ogni rapporto giuridico attivo e passivo, il CDA in carica ovvero il commissario straordinario trasmette al Settore servizi sociali della Regione Puglia proposta motivata, che dia conto dell’infruttuosità del previsto procedimento per la messa in liquidazione delle istituzioni di cui al comma 1. La Giunta regionale, a fronte dell’istanza prodotta dall’organo deliberativo e sulla base dell’istruttoria del competente Settore servizi sociali della regione Puglia, dispone la messa in liquidazione delle istituzioni di cui al comma 1, nominando contestualmente un commissario liquidatore per un periodo non superiore a un anno, eventualmente prorogabile una sola volta per il medesimo periodo. Il commissario, perfezionato il procedimento di liquidazione, trasmette gli atti alla Giunta regionale, che dispone l’estinzione dell’IPAB e il trasferimento del patrimonio residuo e del personale a istituzioni aventi finalità analoga, aziende pubbliche dei servizi alle persone o comune o AUSL territorialmente competenti, sentiti gli stessi. Gli enti subentranti utilizzano i beni e gli eventuali proventi da essi derivanti per il perseguimento di finalità socioassistenziali. (15) 

3 ter. Nell’ipotesi in cui il procedimento di estinzione di cui ai commi 2 e 3 non dovesse pervenire a definizione, a seguito di manifesta indisponibilità degli enti come individuati al comma 2 al subentro in ogni rapporto giuridico attivo o passivo, su proposta motivata del consiglio di amministrazione in carica, ovvero del commissario straordinario, la Giunta regionale dispone la messa in liquidazione delle istituzioni estinte di cui al comma 2, nominando contestualmente un commissario liquidatore per un periodo non superiore a un anno, eventualmente prorogabile una sola volta per il medesimo periodo. Il regolamento regionale di cui all’articolo 43 definisce le modalità operative di svolgimento delle attività del commissario liquidatore. (16) 

4.[La Giunta regionale determina, altresì, lattribuzione del personale dipendente dellistituzione estinta]  (17) 


5. Le istituzioni di cui allarticolo 1, comma 2, amministrate dai Comuni per effetto delle disposizioni di cui alla legge regionale 15 marzo 1978, n. 17 (Soppressione degli ECA: norme sul passaggio ai Comuni del personale, dei beni e delle funzioni), sono estinte di diritto. (18) 

6. Il dirigente del Settore servizi sociali della Regione con proprio atto provvede alla ricognizione delle istituzioni estinte ai sensi del comma 5.





(13) Vedi anche l'art. 16, L.R. 15 maggio 2006, n. 13.
(14) Comma così sostituito dall'art. 6, l.r. 15 maggio 2006, n. 13. Il testo originario era così formulato: «2. La dichiarazione d'estinzione è disposta con atto del dirigente del Settore servizi sociali della Regione in conformità della deliberazione della Giunta regionale con la quale si dispone per l'attribuzione, con vincolo di destinazione ai servizi sociali, dell'eventuale residuo patrimonio nel rispetto delle tavole di fondazione o, in mancanza di disposizioni specifiche, in favore di una o più istituzioni aventi finalità identiche o analoghe del rispettivo ambito territoriale come definito dalla legge regionale 25 agosto 2003, n. 17 (Sistema integrato d'interventi e servizi sociali in Puglia) ovvero, in subordine, in favore di altro ente pubblico o del Comune territorialmente competente.».
(15) Comma inserito dalla l.r. 4/2010, art. 51
(16) Comma inserito dalla l.r. 7/2013, art. 14, c.1, lett. b)
(17) Comma abrogato dalla l.r. 13/2006, art. 7
(18) Vedi anche l’art. 16 della  l.r. 13/2006 così come modificato dalla l.r. 22/06


Art. 14

Modalità per la trasformazione e per lapprovazione degli statuti.  


1. Le modalità e le procedure per la trasformazione delle istituzioni di cui al comma 2 dellarticolo 1 e per lapprovazione e le modifiche degli statuti delle aziende pubbliche di servizi alla persona e delle persone giuridiche di diritto privato sono definite dal regolamento di attuazione della presente legge.

2. Lo stesso regolamento definisce i tempi per lespletamento dei relativi procedimenti amministrativi.

3. Nel corso della procedura di trasformazione e dapprovazione e modifiche statutarie delle aziende deve essere acquisito il parere dei Comuni ove hanno sede legale le istituzioni.

4. Il parere deve essere espresso entro il termine perentorio di trenta giorni dalla data della richiesta, decorso il quale sintende espresso favorevolmente. 




TITOLO 2

Aziende pubbliche di servizi alla persona





Art. 15

Azienda pubblica di servizi alla persona. (19) 


1. Lazienda pubblica di servizi alla persona ha personalità giuridica di diritto pubblico con finalità socio-assistenziali, non ha fini di lucro, ha autonomia statutaria, patrimoniale, contabile, gestionale e tecnica e opera con criteri imprenditoriali nellambito delle disposizioni della presente legge e del relativo regolamento di attuazione.

2. Lazienda ha autonomia finanziaria basata sulle entrate derivanti dalle rendite del patrimonio, dai corrispettivi per i servizi resi, da liberalità e da trasferimenti di risorse a qualunque titolo.

3. Lazienda informa la propria attività di gestione a criteri di efficienza ed economicità, di efficacia e di qualità di servizio, nel rispetto del pareggio di bilancio da perseguire attraverso lequilibrio dei costi e dei ricavi, in questi compresi i trasferimenti.

4. Allazienda si applica il principio della distinzione dei poteri dindirizzo e programmazione dai poteri di gestione.

5. Gli statuti, nel rispetto delle disposizioni della presente legge, disciplinano i modi delezione o nomina degli organi di governo e di direzione e i loro poteri.

6. Nellambito della propria autonomia lazienda può porre in essere tutti gli atti e i negozi, anche di diritto privato, funzionali al perseguimento dei propri scopi istituzionali e allassolvimento degli impegni derivanti dalla programmazione regionale e zonale.

7. Lazienda può partecipare a consorzi di comuni ed enti locali per la gestione associata dinterventi e servizi sociali e costituire società o istituire fondazioni di diritto privato al fine di svolgere attività strumentali a quelle istituzionali nonché di provvedere alla gestione e alla manutenzione del proprio patrimonio.

8. Leventuale affidamento della gestione patrimoniale a soggetti esterni avviene secondo criteri comparativi di scelta rispondenti allesclusivo interesse dellazienda. 





Art. 16

Statuti.


1. Lazienda adotta il proprio statuto che, tenendo conto della mutata condizione giuridica e in coerenza alle disposizioni originarie, definisce, in osservanza alle disposizioni di cui alla presente legge:

a) gli scopi istituzionali, le norme fondamentali per lattività e lorganizzazione;

b) lambito territoriale di operatività;

c) la composizione e le attribuzioni degli organi statutari e i requisiti specifici necessari per ricoprire le cariche degli organi di governo, prevedendo obbligatoriamente la nomina del Presidente da parte della Giunta regionale;(20) 

d) le modalità di nomina dei componenti del Consiglio di amministrazione, le competenze degli organi statutari e degli organi di direzione, la durata del mandato; (21) 

e) quando prevista, le funzioni dellAssemblea dei soci;

f) i criteri per la nomina del direttore;

g) la composizione, le procedure di nomina e la durata dellorgano di revisione ovvero laffidamento dei compiti di revisione a società specializzate nei casi individuati dal regolamento regionale;

h) gli ambiti territoriali di riferimento dellattività e i limiti nei quali può essere estesa in ambiti diversi da quello regionale o infraregionale;

i) lobbligo dellapplicazione al personale dei contratti collettivi di lavoro.


2. Gli statuti sono trasmessi per lapprovazione al Settore servizi sociali della Regione, nelle forme e con le modalità previste dal regolamento regionale. Con le stesse procedure sono approvate le modifiche statutarie.



(20) Lettera così sostituita dall'art. 8, l.r. 15 maggio 2006, n. 13. Il testo originario era così formulato: «c) la composizione e le attribuzioni degli organi statutari e i requisiti specifici necessari per ricoprire le cariche degli organi di governo, prevedendo obbligatoriamente la presenza di almeno un componente di nomina regionale;». 
(21) Lettera così sostituita dall'art. 9, l.r. 15 maggio 2006, n. 13. Il testo originario era così formulato: «d) le modalità di nomina del Presidente e del Consiglio di amministrazione, le competenze degli organi statutari e degli organi di direzione, la durata del mandato;». 


Art. 17

Organi di governo.


1. Sono organi di governo delle aziende:

a) il Consiglio di amministrazione;

b) il Presidente del Consiglio di amministrazione;

c) lAssemblea dei soci, qualora statutariamente prevista, per le sole aziende aventi origine associativa.

2. Gli organi di governo delle aziende esercitano le funzioni dindirizzo, definiscono gli obiettivi e i programmi di attività e di sviluppo, verificano la rispondenza dei risultati dellattività amministrativa e della gestione agli indirizzi prefissati.

3. Gli organi di governo restano di norma in carica per non più di due mandati consecutivi, salvo che lo statuto disponga diversamente e, dopo linsediamento, la nomina dei suoi membri non può essere revocata dagli organi designanti. 




Art. 18

Consiglio di amministrazione.


1. Il Consiglio di amministrazione dellazienda è composto da cinque membri, compreso il Presidente, ed è costituito secondo le disposizioni statutarie con provvedimento del dirigente del Settore servizi sociali della Regione.

2. La costituzione del Consiglio di amministrazione è disposta a seguito di acquisizione di tutte le designazioni previste dallo statuto.

3. Le nomine dei rappresentanti regionali sono di competenza della Giunta regionale.

4. Il Consiglio di amministrazione esercita le funzioni attribuite dallo statuto e, in ogni caso, provvede:

a) alla nomina del Direttore generale, determinandone il trattamento economico in conformità dei criteri definiti dalla Giunta regionale;

b) alla definizione e allapprovazione di obiettivi, priorità, piani e programmi in coerenza con la programmazione regionale e zonale in materia;

c) a impartire direttive generali per lazione amministrativa e per la gestione;

d) allindividuazione e assegnazione al Direttore generale delle risorse umane, materiali ed economico-finanziarie da destinare al fine del raggiungimento delle finalità da perseguire;

e) a deliberare in materia di diritti reali su beni immobili;

f) a deliberare la partecipazione a società di capitali, alla costituzione di fondazioni e a forme associative;

g) alla designazione di rappresentanti dellazienda presso altri enti o istituzioni;

h) allapprovazione dei bilanci di previsione annuali e pluriennali;

i) allapprovazione dei conti consuntivi;

j) alla verifica dellazione amministrativa, della gestione e dei relativi risultati, nonché alladozione dei provvedimenti conseguenti;

k) allapprovazione dello statuto e, su proposta del Direttore generale, dei regolamenti, nonché alle relative modifiche.

5. Il regolamento regionale disciplina i requisiti per accedere alla carica di amministratore, le procedure e le modalità relative alla costituzione e allo scioglimento dei Consigli di amministrazione, nonché alla decadenza degli amministratori.

6. Le deliberazioni del Consiglio di amministrazione sono pubblicate entro quindici giorni dalla data di adozione mediante affissione nel proprio albo per dieci giorni consecutivi e sono immediatamente esecutive.

7. Per la validità delle deliberazioni occorre lintervento dei 3/5 dei componenti e il voto favorevole della maggioranza dei presenti. A parità di voti prevale il voto del Presidente.

8. I componenti del Consiglio di amministrazione, alla scadenza del mandato e in caso di dimissioni, restano in carica sino alla sostituzione. Si applicano le disposizioni di cui alla legge regionale 4 marzo 1993, n. 3 (Disciplina transitoria per il rinnovo degli organi amministrativi e per le designazioni di competenza della Regione Puglia). 




Art. 19

Presidente dellazienda.


1. Il Presidente ha la rappresentanza legale dellazienda. (22) 


2. Il Presidente convoca e presiede le sedute del Consiglio di amministrazione, stabilisce lordine del giorno dei lavori ed esercita le funzioni attribuite dallo statuto.


3. In caso dassenza o dimpedimento del Presidente, qualora nello statuto non sia prevista la figura del Vice Presidente, le funzioni sono svolte dal consigliere delegato alle funzioni vicarie o, in difetto, dal consigliere più anziano di nomina o, in caso di contemporanea nomina, dal più anziano detà.





(22) Comma così sostituito dall'art. 10, l.r. 15 maggio 2006, n. 13. Il testo originario era così formulato: «1. Il Presidente individuato a norma dello statuto ha la rappresentanza legale dell'azienda.». 


Art. 20

Incompatibilità e ineleggibilità degli amministratori.


1. La carica di Presidente o di componente del Consiglio di amministrazione è incompatibile con la carica di:

a) membro del Parlamento e consigliere e/o assessore regionale, provinciale, comunale e amministratore di Comunità montana competente per territorio;

b) direttore generale, amministrativo e sanitario dellAUSL dellambito territoriale di riferimento, dirigenti e dipendenti in servizio presso il Settore servizi sociali della Regione e dirigenti e dipendenti del Comune e della Provincia di riferimento in servizio presso strutture competenti in materia di servizi socio-assistenziali o che comunque assolvono funzioni di vigilanza sulle aziende, i dipendenti con un rapporto di lavoro a tempo indeterminato e determinato con lazienda;

c) amministratore e dirigente di enti o organismi con cui sussistono rapporti economici o di consulenza e di strutture che svolgono attività concorrenziale con la stessa;

d) componenti di organi di governo di altra azienda pubblica di servizi alla persona;

e) magistrato di ogni ordine e grado, avvocato procuratore presso lAvvocatura dello Stato, appartenenti alle Forze armate in servizio permanente effettivo.

2. Non possono essere nominati membri del Consiglio di amministrazione:

a) coloro che hanno riportato condanna, anche non definitiva, a pena detentiva non inferiore a un anno per delitto non colposo ovvero a pena detentiva non inferiore a sei mesi per delitto non colposo commesso nella qualità di pubblico ufficiale o con abuso dei poteri o violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione, salvo quanto disposto dal secondo comma dellarticolo 166 del codice penale;

b) i soggetti che si trovano nelle condizioni previste dagli articoli 58, comma 1, e 78, comma 2, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (Testo unico delle leggi sullordinamento degli enti locali), e dallarticolo 2382 del codice civile;

c) coloro che sono sottoposti a procedimento penale per delitto per il quale è previsto larresto obbligatorio in flagranza;

d) coloro che sono stati sottoposti, anche con provvedimento non definitivo, a una misura di prevenzione, salvi gli effetti della riabilitazione prevista dallarticolo 15 della legge 3 agosto 1988, n. 327 (Norme in materia di misure di prevenzione personali), e dallarticolo 14 della legge 19 marzo 1990, n. 55 (Nuove disposizioni per la prevenzione della delinquenza di tipo mafioso e di altre gravi forme di manifestazione di pericolosità sociale);

e) coloro che sono sottoposti a misura di sicurezza detentiva o a libertà vigilata;

f) coloro che sono stati dichiarati inadempienti allobbligo della presentazione dei conti o responsabili delle irregolarità che cagionarono il diniego di approvazione dei conti resi e non hanno riportato quietanza finale del risultato della loro gestione;

g) chi abbia lite pendente con lazienda o abbia debiti liquidi verso essa e sia in mora di pagamento; nonché i titolari, i soci illimitatamente responsabili, gli amministratori, i dipendenti con potere di rappresentanza o di coordinamento di imprese esercenti attività concorrenti o comunque connesse ai servizi dellazienda.

3. I candidati di cui al comma 2 devono essere, inoltre, in possesso dei seguenti requisiti:

a) diploma di laurea specialistica rilasciato ai sensi del decreto del Ministro per lUniversità e la Ricerca scientifica e tecnologica 3 novembre 1999, n. 509, ovvero diploma di laurea di durata almeno quadriennale conseguito secondo il previgente ordinamento;

b) comprovata esperienza di servizio con qualifica dirigenziale in enti pubblici o privati maturata per almeno cinque anni, ovvero particolare specializzazione professionale, culturale e scientifica desumibile dalla formazione universitaria e postuniversitaria, da pubblicazioni scientifiche o da concrete esperienze di lavoro.  (23) 

4. I consiglieri non possono prendere parte ai punti allordine del giorno in cui si discutono o si deliberano atti o provvedimenti nei quali abbiano interesse personale essi stessi o i loro congiunti o affini entro il quarto grado.





(23) Comma così rettificato dal reg. reg. 14/2008


Art. 21

Decadenza e dimissioni dalla carica.


1. Il Presidente e i membri del Consiglio di amministrazione che vengano a trovarsi in uno dei casi previsti dallarticolo 20 o che non partecipino a tre sedute consecutive decadono dalla carica.

2. La decadenza è dichiarata dal Consiglio di amministrazione previa contestazione e, qualora, entro il termine perentorio di quindici giorni, la causa non sia stata rimossa, il procedimento di decadenza è attivato su istanza o dufficio ed è concluso con provvedimento del dirigente del Settore servizi sociali della Regione.

3. Le dimissioni dei consiglieri sono irrevocabili, immediatamente efficaci e non necessitano di presa datto.

4. I consiglieri deceduti, dichiarati decaduti o dimissionari sono surrogati a norma di statuto.

5. I consiglieri nominati in surrogazione restano in carica fino alla scadenza naturale del mandato del Consiglio di amministrazione. 




Art. 22

Indennità di carica ed emolumenti.


1. I componenti del Consiglio di amministrazione e del Collegio dei revisori hanno diritto a unindennità con onere a carico del bilancio dellazienda.

2. Al Direttore generale competono esclusivamente gli emolumenti definiti in apposito contratto di lavoro di diritto privato con onere a carico del bilancio dellazienda.

3. La Giunta regionale definisce i criteri per la determinazione delle indennità di carica agli amministratori, ai componenti il Collegio dei revisori e ai Commissari e degli emolumenti al Direttore generale graduandoli in relazione alla dimensione e alla tipologia di attività delle aziende. 




Art. 23

Scioglimento e decadenza del Consiglio di amministrazione.


1. Il Consiglio di amministrazione dellazienda è sciolto nei casi di cessazione dalla carica della maggioranza dei componenti, di grave violazione di legge e di norme statutarie, di accertato mancato funzionamento.

2. Il Consiglio di amministrazione può essere temporaneamente sospeso nel corso degli accertamenti per gravi violazioni di legge o di norme statutarie.

3. Lo scioglimento, la sospensione e la dichiarazione di decadenza per decorso dei termini di cui alla legge regionale n. 3/1993 sono disposti, su proposta dellAssessore regionale al ramo, con decreto del Presidente della Regione, che contestualmente provvede alla nomina di un Commissario per la temporanea gestione dellazienda.

4. Nel termine di sei mesi dalla data di adozione dei provvedimenti di cui al comma 3, prorogabile una sola volta, si deve provvedere al reintegro o alla ricostituzione dellorgano ordinario di amministrazione e, ove non fosse possibile disporre la ricostituzione, alla nomina di un nuovo Commissario. 




Art. 24

Bilanci e contabilità.


1. La gestione economica patrimoniale delle aziende sinforma al principio del pareggio di bilancio.

2. Al fine di ridurre i costi di gestione e favorire economie di scala, le aziende possono prevedere forme di collaborazione con altre aziende e altri enti gestori di strutture erogatrici di servizi alla persona.

3. Le aziende sono tenute a utilizzare eventuali avanzi di gestione per lo sviluppo delle attività istituzionali indicate dallo statuto, la riduzione dei costi delle prestazioni, la conservazione e il potenziamento del patrimonio.

4. Le aziende approvano il bilancio preventivo pluriennale, di durata triennale, il bilancio preventivo annuale e il bilancio consuntivo annuale corredati della relazione del Direttore generale sulla situazione dellazienda, sullandamento della gestione con particolare riguardo agli investimenti, ai ricavi e ai proventi, ai costi e agli oneri dellesercizio.

5. Lesercizio finanziario coincide con lanno solare.

6. Il bilancio preventivo annuale è approvato entro il 31 dicembre dellanno precedente a quello cui si riferisce, è redatto in conformità delle norme in materia di contabilità degli enti pubblici e del regolamento regionale di attuazione della presente legge.

7. Il bilancio consuntivo, predisposto dal Direttore generale entro il 31 marzo dellanno successivo alla chiusura dellesercizio, deve essere approvato dal Consiglio di amministrazione entro il seguente 30 aprile.

8. Il bilancio di previsione e il bilancio consuntivo, unitamente alla relazione dei revisori dei conti, sono trasmessi al Settore servizi sociali della Regione nei trenta giorni successivi alla data di adozione e, contestualmente, resi pubblici mediante affissione, per dieci giorni consecutivi, nel proprio albo.

9. In caso dinadempimento nellapprovazione del bilancio di previsione e del bilancio consuntivo nel termine di cui ai commi 6 e 7, previa diffida ad adempiere entro il termine perentorio di quindici giorni da parte del Dirigente del Settore servizi sociali della Regione, il Presidente della Regione, su proposta dellAssessore al ramo, nomina un commissario ad acta per la predisposizione e lapprovazione del bilancio preventivo e/o del bilancio consuntivo.

10. La mancata approvazione nei termini prescritti del bilancio di previsione e del bilancio consuntivo è causa di scioglimento del Consiglio di amministrazione dellazienda e alla gestione si provvede nei limiti delle spese obbligatorie.

11. Il Direttore generale è responsabile della regolare tenuta dei libri contabili.

12. Nel caso in cui la relazione del Collegio dei revisori contenga osservazioni al bilancio preventivo e al bilancio consuntivo, il Dirigente del Settore servizi sociali della Regione invita il Consiglio di amministrazione ad adeguarsi o a controdedurre entro un congruo termine non superiore a trenta giorni. In mancanza, i componenti il Consiglio di amministrazione, con esclusione di coloro che hanno esplicitamente espresso voto contrario allapprovazione, assumono la diretta e personale responsabilità.

13. Nellipotesi di cui al comma 12, la Giunta regionale, su proposta dellAssessore al ramo, assume le conseguenti determinazioni. 




Art. 25

Patrimonio delle aziende. (24) 


1. Il patrimonio dellazienda è costituito da tutti i beni mobili e immobili a essa appartenenti, nonché da tutti i beni comunque acquisiti nellesercizio della propria attività o a seguito di atti di liberalità.

2. Allatto dellistituzione le aziende sono tenute a redigere linventario dei beni mobili e immobili.

3. Linventario e le successive modifiche sono trasmesse al Settore servizi sociali della Regione.

4. I beni mobili e immobili che lazienda destina alle attività statutarie costituiscono patrimonio indisponibile della stessa, soggetto alla disciplina dellarticolo 828, comma 2, del codice civile, con destinazione specifica a servizi di assistenza sociale.

5. Il vincolo dellindisponibilità dei beni va a gravare:

a) in caso di sostituzione di beni mobili per degrado o adeguamento tecnologico, sui beni acquistati in sostituzione;

b) in caso di trasferimento dei servizi pubblici in altri immobili appositamente acquistati o ristrutturati, sui nuovi immobili.

6. I beni immobili e mobili sostituiti entrano automaticamente a far parte del patrimonio disponibile dellazienda.

7. Le operazioni di cui ai commi 4, 5 e 6 sono documentate con specifica annotazione nel registro dellinventario.

8. La gestione del patrimonio disponibile dellazienda pubblica si esercita in piena autonomia e si ispira ai seguenti principi:

a) conservazione per quanto possibile della dotazione originaria con particolare riguardo ai beni di valore storico e monumentale;

b) rispetto del vincolo di destinazione indicato dal fondatore;

c) incremento della redditività annua ai fini di un miglioramento economico e gestionale;

d) conservazione, manutenzione, ristrutturazione e adeguamento del patrimonio immobiliare.

9. Le aziende predispongono programmi di conservazione e di valorizzazione del proprio patrimonio immobiliare. 



(24) Vedi anche la l.r. 13/2006, art. 13


Art. 26

Controllo sugli atti di natura patrimoniale.


1. Le deliberazioni concernenti il trasferimento a terzi di diritti reali su immobili, la partecipazione a società di capitali e la costituzione di fondazioni sono trasmesse, entro trenta giorni dalla data di adozione, al Settore servizi sociali della Regione, il quale può richiedere chiarimenti qualora le stesse non risultino compatibili con gli scopi statutari e, per gli atti di trasferimento, anche nei casi in cui non sia contestualmente documentato il reinvestimento dei relativi proventi.

2. I chiarimenti sono richiesti entro il termine di trenta giorni dalla ricevuta comunicazione degli atti, decorso inutilmente il quale gli atti acquistano efficacia.

3. Ove il Settore servizi sociali chieda chiarimenti, il termine di sospensione dellefficacia degli atti è prorogato fino al trentesimo giorno decorrente dalla data in cui le aziende li hanno forniti.

4. Gli atti non acquistano efficacia nel caso in cui il Settore si opponga con motivato atto dirigenziale in quanto gli stessi risultino gravemente pregiudizievoli per le attività istituzionali dellazienda.

5. Avverso tale provvedimento è ammesso ricorso alla Giunta regionale entro il termine di trenta giorni dalla data di avvenuta notifica del provvedimento di opposizione. 




Art. 27

Contratti.


1. I contratti per la fornitura di beni e di servizi sono regolati dalle norme generali comunitarie e nazionali, salvo la disciplina per i contratti di valore inferiore a quello fissato dalle norme comunitarie determinata dal regolamento regionale di attuazione della presente legge.

1 bis.Le aziende pubbliche di servizi alla persona procedono agli affidamenti per gli acquisti di beni e servizi con procedure di gara a evidenza pubblica. Per gli affidamenti di servizi procedono in coerenza con i principi di cui al comma 1 dell’articolo 55 della l.r. 19/2006. Per l’acquisto di beni le aziende, nel rispetto dei principi di concorrenza e di trasparenza, si avvalgono, in via prioritaria, della centrale unica di acquisto territoriale della Regione Puglia, di cui all’articolo 54 della legge regionale 25 febbraio 2010, n. 4 (Norme urgenti in materia di sanità e servizi sociali), ovvero ne utilizzano i relativi parametri di prezzo-qualità come limiti massimi per la stipulazione.(25) 

1 ter. Le deliberazioni e tutti gli atti relativi alle procedure di evidenza pubblica di valore superiore a euro 20 mila sono trasmesse, entro trenta giorni dalla data di adozione, alle strutture regionali competenti dell’Assessorato al Welfare della Regione Puglia, che possono agire secondo i poteri di cui al comma 1 dell’articolo 39. (26) 



(25) Comma  aggiunto dalla l.r. 7/2013, art. 15, c.1, lett. a)
(26) Comma  aggiunto dalla l.r. 7/2013, art. 15, c.1, lett. a)


Art. 28

Strumenti di controllo.


1. Le aziende, nellambito della loro autonomia, definiscono con apposito regolamento gli strumenti di controllo interno di regolarità amministrativa e contabile, di gestione, di valutazione della dirigenza, di valutazione e controllo strategico in conformità delle disposizioni di legge e dei contratti collettivi nazionali di lavoro vigenti per il personale dipendente. 




Art. 29

Collegio dei revisori.


1. Lo Statuto delle aziende prevede un Collegio di revisori di tre membri per il controllo amministrativo e contabile e i casi in cui il Consiglio di amministrazione può affidare in alternativa detto controllo a società specializzate in conformità delle disposizioni di cui al regolamento regionale.


2. Il Collegio è nominato dal Consiglio di amministrazione tra gli iscritti agli Albi dei revisori contabili previsti dalla normativa vigente in materia


3.  Lo Statuto determina la durata in carica e i modi di nomina e decadenza dei componenti il Collegio il cui Presidente è nominato dalla Giunta regionale.(27) 





(27) Comma così sostituito dall'art. 11, l.r. 15 maggio 2006, n. 13. Il testo originario era così formulato: «3. Lo Statuto determina la durata in carica e i modi di nomina e decadenza dei componenti il Collegio, uno dei quali deve essere obbligatoriamente nominato dalla Giunta regionale.». 


Art. 30

Incompatibilità dei revisori.


1. Valgono per i revisori le ipotesi di incompatibilità di cui al primo comma dellarticolo 2399 del codice civile, intendendosi per amministratori i componenti del Consiglio di amministrazione dellazienda.

2. Lincarico di revisore non può essere esercitato dai componenti degli organi dellazienda e da coloro che hanno ricoperto tale incarico nel biennio precedente alla nomina, dal Direttore generale e dai dipendenti dellazienda, dai dipendenti con funzioni di rappresentanza della Regione e della Provincia.

3. I membri dellorgano di revisione contabile non possono svolgere incarichi o consulenze presso lazienda o presso organismi dipendenti. 




Art. 31

Albo dei Direttori generali.


1. È istituito, presso il Settore servizi sociali della Regione, lAlbo regionale dei Direttori generali delle aziende pubbliche di servizi alla persona.

2. Il regolamento di attuazione della presente legge stabilisce le modalità per la costituzione dellAlbo, i requisiti, i criteri e i modi per liscrizione.

3. LAlbo ha validità triennale ed è pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione




Art. 32

Direttore generale.


1. Il Direttore generale è il responsabile della gestione dellazienda.

2. Il Consiglio di amministrazione nomina, sulla base dei criteri definiti dallo statuto, il Direttore generale tra gli iscritti allAlbo regionale dei Direttori delle aziende con atto motivato in relazione alle caratteristiche e allesperienza professionale richiesta.

3. Il rapporto di lavoro del Direttore è regolato da un contratto di lavoro di diritto privato avente durata, stabilita dal Consiglio di amministrazione, non superiore alla durata in carica dello stesso Consiglio.

4. Il trattamento economico è determinato in conformità dei criteri definiti dal regolamento regionale di attuazione della presente legge.

5. Il contratto di lavoro deve espressamente prevedere che il Consiglio di amministrazione, servendosi degli strumenti di valutazione come definiti ai sensi dellarticolo 28, possa assumere nei confronti del Direttore generale i provvedimenti conseguenti al risultato negativo della gestione e dellattività amministrativa e al mancato raggiungimento degli obiettivi, ivi compresa la risoluzione del rapporto di lavoro in caso di grave e reiterata inosservanza delle direttive impartite o qualora durante la gestione si verifichi il ragionevole rischio di un risultato negativo.

6. Al Direttore, nel rispetto del principio della distinzione tra poteri dindirizzo e programmazione e poteri di gestione, competono tutti gli adempimenti non specificamente attribuiti alla competenza degli organi dellazienda e, in particolare, è responsabile:

a) del raggiungimento degli obiettivi programmati dal Consiglio di amministrazione;

b) della realizzazione dei programmi e progetti attuativi e del loro risultato;

c) della gestione finanziaria, tecnica e amministrativa dellazienda;

d) delle decisioni organizzative e della gestione del personale. 




Art. 33

Incompatibilità del Direttore generale.


1. Lincarico di Direttore generale è incompatibile con qualsiasi altra attività lavorativa, dipendente o autonoma, e laccettazione dellincarico comporta il collocamento in aspettativa senza assegni e il diritto alla conservazione del posto.


2.[Nel caso in cui il Direttore generale sia dipendente del medesimo ente, lo stesso è collocato in aspettativa senza assegni con diritto alla conservazione del posto]  (28) 


3. Gli adempimenti e gli oneri riguardanti i contributi previdenziali sono a carico dellazienda.


4. Non possono in ogni caso essere nominati Direttori delle aziende coloro che si trovano nelle condizioni di cui allarticolo 20 della presente legge.


5. Le condizioni dincompatibilità subentrate dopo la nomina devono essere rimosse entro quindici giorni, decorsi i quali il Consiglio di amministrazione dichiara la decadenza del contratto di lavoro e provvede contestualmente alla nomina del nuovo Direttore generale.

6. I contratti di lavoro posti in essere in violazione del presente articolo sono nulli di diritto.





(28) Comma abrogato dalla l.r. 13/2006, art. 12


Art. 34

Personale dipendente. (29) 


1. Il rapporto di lavoro del personale delle aziende ha natura privatistica.

2. La dotazione organica è di norma determinata ogni triennio con il regolamento di organizzazione che, fra laltro, definisce i requisiti e le modalità di assunzione del personale, nonché le cause di cessazione del rapporto in conformità dei principi di buon andamento, imparzialità, efficienza ed economicità, nel rispetto delle vigenti disposizioni di legge e della contrattazione collettiva.

3. Al personale si applica il Contratto collettivo nazionale di lavoro come definito in base alle vigenti disposizioni in materia.

4. I requisiti e le modalità di assunzione del personale sono determinati dal regolamento di cui allarticolo 35 assicurando idonee procedure selettive e di pubblicizzazione nel rispetto delle norme vigenti in materia di assunzione nel pubblico impiego.

5. Il personale dipendente dalle IPAB trasformate in azienda è collocato nei ruoli organici delle rispettive aziende senza alcun pregiudizio sulla durata del rapporto e sulla posizione giuridica ed economica in godimento, con conservazione dellanzianità complessiva maturata allatto della trasformazione.

6. I rapporti di lavoro a tempo determinato proseguono sino alla naturale scadenza.

7. Gli adeguamenti connessi alleventuale applicazione di nuovi inquadramenti contrattuali derivanti dalla trasformazione sono definiti in sede di contrattazione decentrata regionale. 



(29) Vedi anche l’art. 16 della l.r. 13/2006


Art. 35

Regolamento di organizzazione e contabilità.


1. Il Consiglio di amministrazione dellazienda adotta, [ su proposta del Direttore generale, ] (30)   entro sei mesi dalla data di approvazione dello Statuto, il regolamento di organizzazione e contabilità che, fra laltro, stabilisce:

a) larticolazione della struttura organizzativa, prevedendo specifica struttura per le relazioni con lutenza;

b) la pianta organica;

c) la definizione dei requisiti e delle modalità di assunzione del personale, nel rispetto di quanto previsto in materia di contratti collettivi e delle norme vigenti in materia di assunzione nel pubblico impiego;

d) le procedure di contabilità;

e) la disciplina dei contratti, del servizio di cassa e di economato, degli acquisti in economia, delle riscossioni e dei pagamenti;

f) le modalità per laffidamento del servizio di tesoreria a un istituto di credito;

g) gli strumenti di controllo;

h) la carta dei servizi;

i) ogni altra funzione organizzativa.

2. Il regolamento di organizzazione e contabilità e le relative modifiche sono sottoposte alle procedure di controllo previste dallarticolo 26 della presente legge. 



(30) Parole soppresse dalla l.r. 7/2013, art. 15, c.1, lett. b)


Art. 36

Fusioni di aziende.


1. Le aziende possono essere fuse per incorporazione o mediante la creazione di una nuova azienda quando sia evidente lutilità per il miglioramento del sistema integrato dei servizi sociali del territorio.

2. La fusione è deliberata da ciascuna delle aziende interessate ed è presentata al Settore servizi sociali della Regione insieme alla proposta di nuovo statuto.

3. Lo statuto della nuova azienda deve prevedere la continuità delle finalità istituzionali stabilite dagli originari statuti e dalle tavole di fondazione, anche con riferimento alle categorie dei soggetti destinatari dei servizi e degli interventi.

4. La Regione, acquisita la proposta di fusione, chiede il parere alle aziende e ai comuni interessati.

5. Il parere deve essere espresso entro il termine perentorio di trenta giorni dalla data della richiesta, decorso il quale sintende espresso favorevolmente.

6. La fusione è disposta, con le procedure di cui al regolamento regionale, con atto del Dirigente del Settore servizi sociali in conformità della deliberazione della Giunta regionale.

7. Con lo stesso provvedimento dirigenziale è approvato lo statuto della nuova azienda.  




Art. 37

Costituzione di nuove aziende.


1. La costituzione di nuove aziende è consentita a seguito di atti di liberalità da parte di privati o disposizioni testamentarie espressamente destinati allistituzione di un ente pubblico avente lo scopo di erogare servizi sociali.

2. Lentità del patrimonio destinato alla costituzione della nuova azienda deve garantire il perseguimento continuativo dello scopo.

3. La costituzione della nuova azienda è promossa dai soggetti individuati dalle disposizioni testamentarie o dagli atti da cui trae origine ovvero dufficio sulla base delle comunicazioni di cui allarticolo 3 delle disposizioni di attuazione del codice civile.

4. Lazienda è costituita, con le procedure di cui al regolamento regionale, con atto del Dirigente del Settore servizi sociali in conformità della deliberazione della Giunta regionale.

5. Nel caso lentità del patrimonio non risulti congrua per la costituzione di una nuova azienda, la Giunta regionale ne dispone lassegnazione ad altra azienda con vincolo di destinazione alle finalità indicate dagli atti di liberalità o dalle disposizioni testamentarie. 




Art. 38

Estinzione delle aziende.


1. Le aziende, nel caso di accertata impossibilità di perseguire gli scopi statutari o che gli stessi siano esauriti o cessati, sono soggette a estinzione.

2. La procedura destinzione può essere promossa dal Consiglio di amministrazione o dal Commissario dellazienda, dal Comune ove ha sede legale lazienda, dufficio dalla Regione.

3. Per lestinzione delle aziende si applicano le disposizioni di cui ai commi 2, 3 e 4 dellarticolo 13 della presente legge. 




Art. 39

Vigilanza e intervento sostitutivo.


1. La Regione, tramite lAssessore regionale al ramo, esercita il potere di vigilanza sullamministrazione e sulla gestione delle aziende.


2. Nell’esercizio dell’attività di vigilanza di cui al comma 1 possono essere richiesti atti e documenti, disposte le necessarie ispezioni e nominate Commissioni di inchiesta. (31) 


3. In caso dinosservanza delle disposizioni statutarie e di legge, il Dirigente del Settore servizi sociali della Regione assegna allorgano inadempiente un termine non inferiore a quindici giorni per adempiere, decorso infruttuosamente il quale il Presidente della Regione, su proposta dellAssessore al ramo, nomina un Commissario che provvede in via sostitutiva.


4. I Comuni competenti per territorio esercitano il potere di vigilanza sullattività socio-assistenziale erogata dalle strutture dellazienda e a tal fine possono disporre le necessarie verifiche e ispezioni in conformità delle vigenti disposizioni in materia.





(31) Comma così sostituito dall’art. 15, comma 1, lettera c), l.r. 6 febbraio 2013, n. 7. Il testo originario era così formulato: «2. Nell'esercizio dell'attività di vigilanza di cui al comma 1 possono essere richiesti atti e documenti, disposte le necessarie ispezioni e nominate Commissioni d'inchiesta.».


Art. 40

Potere generale di annullamento.


1. La Giunta regionale, su proposta dellAssessore al ramo, può annullare, in qualsiasi momento, dufficio o su denuncia, atti illegittimi delle aziende.

2. Ai fini della determinazione di cui al comma 1, il Dirigente del Settore servizi sociali attiva il relativo procedimento amministrativo e invita preliminarmente lamministrazione dellazienda interessata ad adottare, entro un termine perentorio non inferiore a trenta giorni, i provvedimenti di autotutela.

3. Decorso il termine di cui al comma 2, il responsabile del procedimento amministrativo conclude liter proponendo le consequenziali determinazioni. 




TITOLO 3

Disposizioni comuni e finali





Art. 41

Partecipazione alla realizzazione dei servizi.


1. Le aziende e le persone giuridiche di diritto privato iscritte nellelenco di cui allarticolo 10, in coerenza con gli indirizzi della programmazione regionale, partecipano, quali soggetti attivi, alla programmazione e alla realizzazione del sistema integrato dinterventi e servizi sociali come definito dalla legge regionale e dal piano regionale socio-assistenziale e, direttamente e/o tramite le associazioni rappresentative, intervengono alle fasi consultive e concertative della programmazione socio-assistenziale a livello regionale e locale.

2. Le stesse concorrono alla progettazione e alla realizzazione dei servizi e degli interventi previsti dalla programmazione, partecipano alle intese per la definizione dei piani di zona e alla stipulazione degli accordi di programma per lattuazione degli stessi.

3. Nel rispetto delle finalità originariamente previste dai rispettivi statuti e atti di fondazione, le istituzioni trasformate ai sensi della presente legge informano la propria attività alle esigenze emergenti dal territorio, al fine di garantire pluralità di offerta e differenziazione degli interventi e dei servizi. 




Art. 42

Sostegno finanziario.


Al fine di favorire il processo di riorganizzazione dei servizi sul territorio, nel piano regionale degli interventi e dei servizi sociali e nei piani di zona di cui alla legge regionale n. 17/2003 possono essere riservate risorse per favorire i processi di fusione tra più istituzioni. 




Art. 43

Regolamento di attuazione.


1. La Giunta regionale approva il regolamento  (32) di attuazione entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge. 

2. Il regolamento individua gli atti da pubblicarsi nel Bollettino Ufficiale della Regione



(32) Vedi, al riguardo, il Reg. 28 gennaio 2008, n. 1


Art. 44

Delega.


1. Il Presidente della Regione può delegare le competenze attribuite dalla presente legge allAssessore regionale al ramo. 




Art. 45

Disposizioni transitorie e di rinvio. (33) 


1 Sino alladozione del provvedimento di trasformazione di cui allarticolo 2 della presente legge continuano ad applicarsi le disposizioni previgenti in materia di IPAB in quanto e se compatibili con le disposizioni di cui alla presente legge.(34) 


2.  Per le istituzioni amministrate in gestione commissariale, gli adempimenti connessi alla trasformazione sono assunti dal Commissario straordinario e la gestione commissariale è prorogata per il tempo necessario a portare a compimento la fase di trasformazione e comunque non oltre i termini di cui allarticolo 2, comma 3. (35) 


3. Per quanto non previsto dalla presente legge si fa riferimento alle disposizioni di cui al d.lgs. 207/2001 in quanto compatibili e al regolamento di attuazione della presente legge.


4.[Il Presidente della Giunta regionale decreta lestinzione delle IPAB che negli ultimi diciotto mesi non abbiano svolto alcuna attività compresa tra quelle previste dagli Statuti o dalle tavole di fondazione, che non dispongano di alcuna sede di proprietà o in locazione utile allo svolgimento di detta attività e per le quali sussista una situazione debitoria superiore al 50 per cento del valore del patrimonio]  (36) 

5. [Per le IPAB che rientrano nelle condizioni di cui al comma 4 non si applicano le disposizioni di cui al titolo I della presente legge, fatto salvo larticolo 13 per quanto compatibile](37) 


6. [Il decreto di estinzione di cui al comma 4 è adottato sulla base di motivata proposta conseguente a specifico procedimento amministrativo da attivarsi entro e non oltre trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge e da concludersi nei successivi sessanta giorni](38) 

   



(33) Vedi anche l’art. 17 della l.r. 13/2006
(34) Comma così sostituito dall'art. 13, comma 1, l.r. 15 maggio 2006, n. 13. Il testo originario era così formulato: «1. Sino all'adozione del provvedimento di trasformazione di cui all'articolo 2 della presente legge continuano ad applicarsi le disposizioni previgenti in materia di IPAB.». 
(35) Comma così sostituito dalla l.r. 13/2006, art. 14  il comma 2 del medesimo articolo così dispone: “ Gli adempimenti di cui al comma 2 dell'articolo 45 della l.r. 15/2004, così come sostituito dal precedente comma 1, sono assunti dal Commissario straordinario previa conferma dell'incarico, giusto quanto previsto dall'articolo 17 della presente legge.”
(36) Comma abrogato dalla l.r. 13/2006, art. 15
(37) Comma abrogato dalla l.r. 13/2006, art. 15
(38) Comma abrogato dalla l.r. 13/2006, art. 15


Art. 46

Abrogazioni.(39) 


1. I commi 1 e 3 dellarticolo17 della legge regionale 25 agosto 2003, n. 17 (Sistema integrato dinterventi e servizi sociali in Puglia), sono abrogati.

2. Salvo il disposto di cui al comma 1 dellarticolo 45 sono abrogate:

a) la legge regionale 4 luglio 1974, n. 22 (Delega alle province di funzioni amministrative in materia di pubblica assistenza);

b) la legge regionale 28 novembre 1983, n. 20 (Interventi per il potenziamento dei servizi socio-assistenziali delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza - IPAB. Norme per la salvaguardia del patrimonio e modalità per lestinzione);

c) la legge regionale 20 novembre 2000, n. 15 (Modifiche alla legge regionale 28 novembre 1983, n. 20) .



(39) Articolo così sostituito dall'art. 18, l.r. 15 maggio 2006, n. 13. Il testo originario era così formulato: «Art. 46. Abrogazioni. 1. Salvo il disposto di cui al comma 1 dell'articolo 45, sono abrogate: a) la legge regionale 4 luglio 1974, n. 22 (Delega alle province di funzioni amministrative in materia di pubblica assistenza); b) la legge regionale 28 novembre 1983, n. 20 (Interventi per il potenziamento dei servizi socio-assistenziali delle Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza (IPAB) - Norme per la salvaguardia del patrimonio e modalità per l'estinzione); c) la legge regionale 20 novembre 2000, n. 15 (Modifiche alla legge regionale 28 novembre 1983, n. 20 concernente interventi per il potenziamento dei servizi socio-assistenziali delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza (IPAB) - Norme per la salvaguardia del patrimonio e modalità per l'estinzione); d) i commi 1 e 3 dell'articolo 17 della legge regionale 25 agosto 2003, n. 17 (Sistema integrato d'interventi e servizi sociali in Puglia).». 


TITOLO 4





Art. 47

Modifica allarticolo 43 della legge regionale 4 agosto 2004, n. 14.


1. La lettera b) del comma 1 dellarticolo 43  (41) della legge regionale 4 agosto 2004, n. 14 (Assestamento e prima variazione al bilancio di previsione per lesercizio finanziario 2004), è sostituita dalla seguente: 

b) al comma 3, dopo le parole: che abbia operato anche non continuativamente, sono inserite le seguenti: incluso nel regime di convenzione indiretta con le AUSL, e le parole 31 dicembre 1999 sono sostituite dalle seguenti: 31 ottobre 1998. (40) 








(40) La modifica si riferisce all’art. 46 della  l.r. 17/2003 già modificato dall’art. 43 della l.r. 14/2004. La l.r. 17/2003 è stata abrogata dalla l.r. 19/2006, art. 70
(41) Nel Bollettino Ufficiale è indicato erroneamente l'art. 45


Disposizioni finali


La presente legge è dichiarata urgente e sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione ai sensi e per gli effetti dell’art. 53, comma 1 della L.R. 12/05/2004, n° 7 “Statuto della Regione Puglia” ed entrerà in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione. E’ fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e farla osservare come legge della Regione Puglia.